La magia dell’Inverno
 
Il meeting era appena finito, tutte le Nazioni si erano dirette all’aeroporto per tornare a casa, tutte tranne una.
“Che freddo! Si gela qui fuori. Non vedo l’ora di tornare a casa. Chissà a che ora parte l’ultimo treno per San Pietroburgo” si chiese tra sé e sé la rappresentante dell’omonima città in cui abitava, stringendosi di più nel suo ampio cappotto rosso.
- San Pietroburgo –
Sentendosi chiamare la città fino ad allora immersa nei suoi pensieri ritornò alla realtà, fermando la camminata nella neve che stava affrontando per raggiungere la stazione.
- Russia – gli rivolse un timido sorriso.
- Che fai qui fuori al freddo?-
- Sto andando alla stazione?-
- È lontana –
- Lo so, ma l’unica cosa che desidero in questo momento è tornare a casa al caldo –
- Certamente, intendevo solo dire che potresti prenderti il raffreddore se non ti copri bene – mentre lo diceva si tolse la pesante sciarpa beige che indossava sempre per sistemarla delicatamente sul collo della piccola città, che arrossì abbassando lo sguardo prima di mettersela a posto intorno al collo in modo che coprisse anche le guance.
- Grazie, Ivan – riuscì infine a dire imbarazzata.
- Di nulla, Julija –
Per interrompere l’imbarazzo del momento la ragazza chiese:
- Sai per caso a che ora parte il treno per San Pietroburgo?-
- Alle 6:30. Il primo  da ora, l’ultimo dovrebbe essere alle 9. Ti conviene sbrigarti se non vuoi perderlo –
- Certamente. Alla prossima allora –
- Alla prossima –
Fatti un po’ di passi nella neve si girò di nuovo.
- Ivan?-
- Da?-
- Grazie davvero – gli disse sorridendogli e aggiustandosi la sciarpa in modo da coprirsi parzialmente le guance. Rosse, come il cielo del tramonto che si estendeva sopra di loro accarezzando le loro figure con la magia che solo il sole e la luna sapevano creare.
- Di nulla, My little Sunflower – le rispose sorridendo, arrossendo lievemente anche lui.
- È meglio che tu vada, ora. Non me lo perdonerei mai se ti ammalassi perché ti sto trattenendo qui, rischiarando di farti perdere il treno –
- Grazie, ma non preoccuparti. Con questa non prenderò il raffreddore – gli rispose stringendosi nel cappotto e alzando la sciarpa, per poi sorridergli e incamminarsi nella neve, assomigliando in quel momento a un dispettoso elfo creato dai sogni, fatto di nuvole e foschia.