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Autore: Dragonfly_95    30/12/2016    3 recensioni
Emma è rimasta sola, dopo una serata in discoteca: la sua amica Greta l'ha lasciata sola. Qualcosa di terribile sta per accadere quella notte, tra i vicoli di un quartiere buio e malfamato. Ma poi arriva Tom...e tutto cambia. Sembra un angelo venuto a salvarla...ma se invece non fosse così? Emma non puo' averne la certezza. Ma non puo' far altro che fidarsi di lui.
-Non aver paura, tesoro…andiamocene forza. Vieni qui.
Tom l’afferrò delicatamente per un braccio, l’attirò a sé e la fece appoggiare sulla sua spalla. Emma non era nemmeno in grado di camminare, né di reggersi in piedi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Emma non poteva credere ai suoi occhi: era tutto vero.
Tom era lì, in piedi, in tutto il suo splendore.

Non era un sogno.

Lui era sul ciglio della porta e la guardava intensamente, senza nessuna espressione particolare sul viso. 
I capelli erano disordinati a causa del leggero vento che soffiava. La felpa che indossava gli ricadeva dolcemente sui fianchi: sembrava un quadro dipinto con cura, in ogni singolo dettaglio.

-Dio, che maleducata, scusami!- si affrettò a dire Emma.  – Entra pure in casa-.

-No, non preoccuparti. Ero passato soltanto per…-

Tom non terminò la frase, perché Emma non gliene diede il tempo.

-LA FELPA!- esclamò.

Emma l’aveva lavata a mano (non aveva usato la lavatrice, non si fidava di quell’aggeggio demoniaco...ci mancava solo che facesse qualche danno!) e l’aveva stirata con precisione, più e più volte. Tuttavia, il profumo intenso di lui era rimasto lo stesso.

-Vado subito di sopra a prendertela-.

-Uhm…Ok.- rispose Tom.

Aveva uno sguardo perplesso e sembrava frastornato.

 'Ci credo' pensò Emma tra sé , mentre correva di sopra per prendere la felpa ‘Ci avrò messo almeno cinque minuti per invitarlo ad entrare. Senza contare il mio abbigliamento da casalinga disperata…L’ho sempre detto che questi pantaloni sono troppo aderenti!’.

Cercò, senza successo,  di tirarsi giù il maglione bianco, per coprire il sedere troppo schiacciato dai pantaloni attillati.
Prese in fretta la felpa dalla sedia della camera e volò di sotto. 
Quando tornò di sotto, Tom era entrato in casa, ma era rimasto timidamente sull’ingresso, appoggiato con un gomito al muro del corridoio.
Si stava passando una mano tra i capelli, scompigliandoli. E rendendolo ancora più sexy.

-Eccola qua!- Emma consegnò la felpa a Tom.

Provò una specie di fitta al cuore quando lui la prese.
Si era quasi affezionata all’indumento.

E il profumo che aveva…Sì, le sarebbe mancato.

-Grazie.-
E da quando era arrivato, per la prima volta, lui accennò un sorriso dolce.

-No…Grazie a te.- rispose lei, sentendo le guance andare a fuoco.

Prese coraggio, ripensando alle parole di Greta (‘Certe occasioni capitano una volta sola.’)

- Ti va un caffè o un thè?-

-Grazie, ma devo andare. Magari un’altra volta…- rispose lui, serio.

Emma sentì le gambe sgretolarsi.
Ma a che cavolo pensava in quel  momento? Certo che deve andare, certo che ha da fare. Greta Martinez, che tu e i tuoi stupidi consigli siate maledetti.

-Allora ci vediamo…-

-Sì certo.-

Lui si voltò lentamente e si avviò verso il portone.

‘Non puo’ finire tutto così’ pensò Emma tristemente. 'Non è possibile'.

Ma che altro poteva fare?

Non poteva mica bloccarlo o costringerlo a rimanere. E non voleva dire nient’altro: aveva già detto troppo ed era andata male.

Restò semplicemente a fissarlo, mentre Tom tirava la maniglia per aprire.


Ma poi qualcosa successe davvero, perché Tom si voltò a guardarla di scatto.

Emma rimase impietrita.
Perché si era fermato?
Non voleva più andarsene?
Oppure aveva per caso pronunciato ad alta voce i suoi pensieri?
Tutto poteva essere, in quello stato di confusione.


-A dire il vero, non ero venuto quì per la felpa. – sussurrò lui.

Un brivido.

- Ero venuto per sapere come stavi.-

Il cuore di Emma stava per esplodere.
Non riusciva a pensare lucidamente.
Non riusciva a dire una sola parola.

-Io…sto bene.- balbettò, credendo di svenire di lì a poco.

-Stai bene come la sera in cui ti ho accompagnato a casa o...bene bene?-

-Bene…bene.-

Ed era vero.

Emma si era quasi totalmente ripresa da quella sera.
Soprattutto grazie alle sue amiche, al lavoro e anche allo psicologo.
Le capitava di pensarci, naturalmente, soprattutto quando stava per addormentarsi o quando aveva qualche momento di relax. Per questo cercava sempre di tenersi indaffarata il più possibile.

Quando la mente era occupata, i pensieri non provavano nemmeno ad entrare.

-Sono contento che tu stia bene, allora-.
Rispose Tom, guardandola negli occhi, senza però lasciare con la mano la maniglia del portone.

Lei annuì, sorridendo.
Come aveva potuto dubitare, anche solo per un istante, di lui? Come aveva potuto avere paura di lui?

Lui era buono. Era una brava persona.

-Grazie ancora per quella sera.- Disse Emma con gli occhi luccicanti.

-Non provarci tesoro, te l’ho già detto. Non devi ringraziarmi. Chiunque avrebbe fatto lo stesso-.

(L’aveva richiamata ‘tesoro’…Dio, come le era mancato.)

Emma sorrise teneramente. Si sentiva come una bambina la mattina di Natale.
Anche Tom sorrise, lasciando intravedere i denti bianchi e luminosi.
E per la prima volta, lo vide arrossire leggermente sulle guance. Ma che stava succedendo?

-Senti…hai da fare domani sera? Conosco un posto davvero carino. Fa la miglior pizza del mondo. Non so se la pizza ti piace…se ti va…-

O mio dio. Quelle parole erano davvero uscite dalla sua bocca perfetta?
Un invito a cena?
No, doveva essere tutto un sogno. Non poteva essere reale.

Ma sembrava tutto meravigliosamente reale.

E Tom era lì, immobile e in imbarazzo (eh sì, era in imbarazzo!), che aspettava una sua risposta.

Oh, cazzo.

Emma non poteva accettare: una sua collega le aveva chiesto il cambio di turno proprio per domani sera, perché aveva la recita scolastica di sua figlia.

-Ehm, scusami ma domani sera devo lavorare, mi dispiace…- disse Emma, mordendosi le labbra carnose.

Era davvero dispiaciuta. La sua seconda occasione stava cadendo a pezzi. Ed era sicura che stavolta non ce ne sarebbe stata una terza.
 
-D’accordo. Non preoccuparti.- rispose Tom tranquillo, ma la sua voce tradiva un pizzico di delusione.
 
Sicuramente stava pensando che quella fosse una semplice scusa per declinare l’invito…Insomma, chiunque avrebbe usato uno stratagemma simile.
Ma per lei non era così.
Emma desiderava con tutta se stessa stare un po’ con lui: ne aveva bisogno.
‘Basta, mi butto.’

-Ma se vuoi, dopodomani sono libera-.

Okay, Doveva essere del tutto impazzita.
Ma ormai valeva la pena rischiare: c’era dentro fino al collo. O annegava per sempre, oppure si dava una bella spinta per riemergere.
Appena ebbe parlato, il viso di Tom s’illuminò di una luce che Emma non aveva mai visto prima.

-Dopodomani va benissimo.- rispose, sorridendo.

-Allora vada per dopodomani…E comunque, adoro la pizza!-. rispose lei.

Tom continuò a guardarla intensamente per qualche istante. Se continuava a fissarla così, avrebbe perso i sensi, ne era certa.

-Passo a prenderti verso le 19,30. Va bene?-

-Certo. Va benissimo-. Balbettò lei.

Poi lui la salutò con la mano ed uscì da casa sua, farfugliando qualcosa d'incomprensibile.

Emma rimase immobile per alcuni secondi nell’atrio di casa (o forse  passarono minuti interi?), poi dovette sedersi sul divano, perché altrimenti le sarebbe scoppiato il cuore di felicità.



ANGOLO D'AUTORE


Salve dolcezze! Ho pensato di salutare il 2016 con un nuovo capitolo, spero davvero che vi piaccia e aspetto le vostre opinioni, come sempre d'altrode :)
BUON ANNO NUOVO A TUTTI VOI!

Ps [SPOILER]:Tenetevi forte! Nel prossimo capitolo ci sarà l'appuntamento tra Emma & Tom! :P
   
 
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