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Autore: V@le    25/05/2009    1 recensioni
Riusciva a stento a trattenersi dal ridere. Neanche lui sapeva perché.
Forse perché quella ragazza stava dando quel succulento pranzo ad un cane randagio.
Forse perché, a causa del vento, i capelli neri le finivano sempre davanti al viso, facendola sbuffare ad ogni minuto.
O semplicemente quella ragazza gli metteva allegria, prendendo per qualche attimo il posto di pesanti e spigolosi pensieri.

Partecipante al round sul gusto del concorso 'I cinque sensi' indetto da kiara_chan e ALE
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuma Sarutobi, Kurenai Yuhi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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cinque sensi gusto





FORSE... O SEMPLICEMENTE




Riusciva a stento a trattenersi dal ridere. Neanche lui sapeva perché.
Forse perché quella ragazza stava dando quel succulento pranzo ad un cane randagio.
Forse perché, a causa del vento, i capelli neri le finivano sempre davanti al viso, facendola sbuffare ad ogni minuto.
O semplicemente quella ragazza gli metteva allegria, prendendo per qualche attimo il posto di pesanti e spigolosi pensieri.
Di una cosa però era quasi assolutamente sicuro: avrebbe potuto non stancarsi mai di guardarla.
Fece cadere il mozzicone a terra e, mentre estraeva un'altra sigaretta dal pacchetto nella tasca, le si avvicinò senza preoccuparsi di non farsi sentire.
"Quello non è il pranzo che ti ha offerto Gai?"
Kurenai Yuhi si voltò con gli occhi sbarrati, per poi ricomporsi nella perfetta impeturbabilità che la caratterizzava.
"Avevo già il mio. Mi ha saziato" affermò accarezzando il cane prima di alzarsi.
"Beh, avresti potuto assaggiarlo: quella carne viene addirittura dal paese del Mare."
"Sarebbe inutile. E tu lo sai benissimo, Sarutobi."
Il ragazzo rise sonoramente, accendendosi la sigaretta che fino ad allora aveva rotolato tra le dita.
Un odore di cioccolato accarezzò le narici di Kurenai, ma storse la bocca.
"Cosa ti fa credere che io sappia che tu non avverti nessun tipo di sapore?"
Le labbra rosse si piegarono in un sorrisetto sarcastico.
"Se proprio lo vuoi sapere, la tua strafottenza" lanciò un'occhiata alla sigaretta nera "e il tuo ostinarti a fumare quelle sigarette al cioccolato per cui continui a schioccare la lingua davanti a me, gridando ai quattro venti che ti lasciano in bocca un sapore fantastico."
"Oh, andiamo, mi fai sembrare così crudele!"
"Davvero ho sentito la parola sembrare?"
Asuma rise nuovamente. Quel genio tra gli shinobi lo faceva davvero stare bene.
Perciò si concesse un po' di serietà.
"Non hai una bevanda preferita, o qualcosa che mangeresti fino a scoppiare?"
"Non potendo provare piacere o disgusto, mangio solo quello che mi basta."
"Davvero quando mangi o bevi non percepisci niente?"
"Niente."
Impeto.
Ragazzata.
Pazzia.
Potrebbe essere chiamato con tanti nomi quello che spinse Asuma ad afferrare il mento della giovane e baciarla.
Forse sperava di lasciare un po' di quel cioccolato che sentiva su quelle labbra rosse.
O semplicemente voleva trasmetterle il minimo brivido.
"Adesso?"
"Adesso cosa?"
"Hai percepito niente?"
La shinobi sbuffò e sparì in na nuvola di fumo, facendo ridere Sarutobi per l'ennesima volta.
Sapeva che non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di dargli ragione.
E l'adorava per questo.
  
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