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Autore: JeiBieber_Smile    30/12/2016    2 recensioni
Non tutti conoscono Justin Bieber, ma tutti conoscono The Storm. Riesce a padroneggiare l'aria, l'acqua e la natura con facilità, infondo è stato scelto per poter aiutare il mondo.
Ma cosa pensate farà quando incontra lei, una goffa ragazza dagli occhi verdi, da cui non riesce a stare lontano?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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08. Chapter Eight
The Storm.
Chapter Eight - "Sto per sposarmi"

Avete presente quando una persona non si fa viva per quattro giorni e il crimine ti sale così tanto che il solo pensiero di rivederla ti fa venire voglia di prenderla a schiaffi?
Be', era ciò a cui in quel momento stavo pensando. E indovinate nei confronti di chi? Indovinato belle mie, proprio di quel biondino di nome Justin.
Non rispondeva alle mie chiamate, né ai miei messaggi. Ogni qual volta andavo a casa sua per chiedergli spiegazioni non riuscivo a trovarlo, era sempre via. A fare cosa, poi? Non me l'aveva detto. Avevo un bruttisimo presentimento, come se mi stessi mettendo contro qualcosa di più grande e più forte di me.
"Becky, mi devi spiegare la prova del nove." Zackary interruppe i miei pensieri, erando in cucina con un quaderno e l'astuccio. Allontanai il computer senza però spegnerlo. Stavano succedendo cose strane a Miami. E la cosa mi affascinava particolarmente.
"Fammi vedere" Zack si sedette al mio fianco, mostrandomi alcune moltiplicazioni che aveva fatto. "Bene, adesso quindi devi vedere se sono giuste facendo la prova del nove?"
"Sì, io però non la so fare. So solo che si fa una tabella."
"Bravissimo, si fa una tabella. Allora, come primo numero abbiamo 144 e dobbiamo addizionare i tre numeri tra loro, quindi.."
Cominciai a spiegare a mio fratello la cosiddetta prova del nove, anche se la mia testa era assente. Continuavo a pensare a Justin e al comportamento strano che avevo avuto l'ultima volta che c'eravamo visti. Certo, non avevamo avuto una splendida conversazione e ammetto le mie colpe. Però cavolo, aveva quasi avuto un'erezione mentre era con me guardando una commessa con un bel corpo.
Ma ammetto che mi mancava. Eccome se mi mancava.

Una volta finito di spiegare a mio fratello come dovesse fare i compiti, andai a controlla anche ad Alyssia e Breanna che stavano facendo i loro compiti. Alyssia aveva già finito, mentre Breanna stava finendo di colorare un disegno che raffigurava la primavera. Per essere una bambina di soli sei anni, sapeva disegnare davvero bene.

Sorrisi, contenta di come stessero andando le cose. Finché, non sentii il telefono di casa squillare. Ryley si alzò dal divano e corse a ripondere.
"Pronto?" rispose, corrugando le sopracciglia. Lo vidi irrigidirsi, per poi guardarmi con un un espressione piena di felicità. "Sì, sì, arriviamo subito, arriviamo!" affrettò a chiudere la chiamata, per poi avvicinarsi a me.
"Cos'è successo?" gli chiesi, ma in tutta risposta mi abbracciò e mi fece girare.
Semplicemente mi fermò e mi guardò negli occhi. I suoi erano colmi di lacrime, mentre i miei cercavano spiegazioni. "Chi era?"
"La mamma sta bene." sussurrò.
"Davvero?" gli chiesi, incredula. Non appena annuì, scoppiai a piangere. Portai entrambe la mani sulla bocca, sentendo poi le braccia di Ryley stringermi forte.
Ce l'aveva fatta. Finalmente ce l'aveva fatta. Dopo due anni infernali era riuscita a sconfiggere quel mostro tremendo, era riuscita a vincere. Il suo spirito da guerriera era sempre stato una delle cose che più mi affascinavano del suo essere, e in quel momento era la cosa che più amavo. Era grazie alla sua forza che era riuscita a sconfiggere la leucemia, era grazie alla sua forza da guerriera se stava finalmente bene.
"La mamma sta bene?" chiese Breanna, correndo da noi.
"Sì, la mamma sta bene." mi abbracciò forte cominciando a piangere, assieme ad Alyssia e Zack che nel frattempo avevano visto tutta la scena.
"Mi hanno chiesto di andarla a prendere, Zack vuoi venire con me?" Zack annuì, mettendo il giubbotto.
"E noi?" Alyssia corrugò le sopracciglia.
"Voi cucinate con me per la mamma, vi va?" le presi per mano entrambe, sorridendo come non avevo mai sorriso.
"Ci vediamo dopo." Ryley mi baciò la fronte sorridendo. Era troppo alto per i miei gusti.
Si avvicinò alla porta, per poi scomparire dietro di essa. Presi entrambe le bimbe e mi fiondai in cucina, cominciando a tirare fuori dal frigo gli igredienti per fare qualcosa di buono. Volevo cucinare il piatto preferito della mamma, che non mangiava da mesi dato che era sempre chiusa in ospedale. In due ore circa, riuscimmo a preparare il cottage pie, ovvero un pasticcio di carne. Non sapevo come mai Ryley, Zack e mamma non erano ancora arrivati, ma evitai di mandar loro messaggi dato che sicuramente dovevano essersi fermati da qualche parte, sentivo che andava tutto bene per cui non mi preoccupai più di tanto.
Mirabelle e Jhonny, svegliatisi dal pisolino pomeridiano, avevano cominciato ad aiutarci. Mentre loro levavano i giochi dal salotto, io e le bimbe cominciammo ad apparecchiare la tavola. Volevo che mamma fosse fiera di noi, di come stavamo andando avanti nonostante tutto.
Non appena udimmo il campanello, Alyssia si fiondò ad aprire, rimanendo delusa non appena entrò papà.
"E un bacio al tuo papà non lo dai?" chiese papà, poggiando la valigietta a terra.
"Non volevo a te!" incrociò le braccia al petto, per poi rialzarsi non appena sentì il campanello. Corse alla porta e la spalancò, urlando di conseguenza. "Mamma!"
"Mamma?" chiese papà, aprendo di più la porta.
Ed eccola lì. La mia mamma. Un po' troppo dimagrita e senza la sua chioma folta, ma pur sempre bellissima.
Papà rimase immobile, guardandola avanzare dentro casa. "Sei davvero tu o è un sogno?" chiese, accarezzandole il viso.
"E' tutta realtà." sussurrò appena la mamma, abbandonandosi alle sue carezze. Papà l'abbracciò, un abbraccio che mi fece scoppiare. Le lacrime scendevano a fiumi dai miei occhi vedendo i miei genitori finalmente insieme. Era da troppo tempo che non si abbracciavano in quel modo. Era da troppo tempo che non sapevano se dirsi 'a dopo', perché il futuro purtroppo era incerto. Certamente, era incerto anche in quel momento, ma almeno avevamo la cosapevolezza che mamma era finalmente guarita e che la leucemia non poteva più ucciderla.
"Ti amo tanto." susurrò la mamma, facendomi sentire piccola piccola. Qualche anno prima avrei detto 'che schifo', eppure in quel momento riuscivo a sentire il calore di quelle parole e la necessità di doverle sentire.
E istintivamente cominciai a pensare a Justin. Non so perché, non chiedetemelo. Sapevo solo, che desideravo abbracciarlo e condividere con lui la gioia del riavere mamma a casa.
"Venite qui, piccoli miei." disse la mamma, stringendo tra le braccia Mirabelle, Jhonny, Alyssia e Breanna. Tutti piangevano, lei compresa. Era bello riaverla a casa.
"Mi sei mancata." sussurrò Jhonny, provocando il sorriso di tutti noi.
"Anche tu mi sei mancato, ometto. Come mi siete mancate voi, principesse." sorrise di nuovo ai bimbi, per poi rivolgersi a me.
Mi avvicinai a lei, stringendola piano ma forte allo stesso tempo. "Ce l'hai fatta." sussurrai, chiudendo gli occhi. "Adesso non andare più via, intesi?" ridacchiò, finalmente potevo sentire la sua splendida risata. "Devi mettere un po' di ciccia di queste ossa."
Mi staccai e le sorrisi, incontrando i suoi occhioni grandi da cerbiatta. Mi accarezzò dolcemente il viso con le dita lunghe, per poi baciarmi la fronte come quando ero piccola. Papà le prese la mano, abbracciandola ancora. Erano bellissimi, insieme.
"Che ne dite di andare a mangiare?" chiesi, ricevendo un urlo dai bimbi in risposta.

-

Le serate in famiglia, sono una delle cose più belle.
 Dopo tanto tempo, finalmente, potevamo mangiare tutti insieme. Purtroppo però, si fece tardi così portai con Ryley di sopra i bambini affinché si addormentassero, lasciando mamma e papà da soli sul divano. Avevano bisogno della loro privacy, era da tanto che non ne avevano.

Feci addormentare Mirabelle e Jhonny, che erano decisamente i più dormiglioni della casa. Dopodiché entrai da Alyssia e Breanna, che erano già a letto ma che non dormivano. Lessi loro una favola, come tutte le sere. Quando pensai stessero dormendo mi alzai e mi avvicinai alla porta, ma la voce di Breanna mi fece sussultare.
"Becky, pensi che mamma rimanga qui?" mi chiese, con la sua vocina flebile.
"Amore mio, la mamma non andrà più via" le baciai la fronte, facendola sorridere.
Uscii dalla camera, per poi scendere in salotto seguita da Ryley.
Il campanello, però, ci bloccò.

"Aspettavi qualcuno?" chiesi, avviandomi alla porta.
"No, e tu?" chiese a sua volta, mettendosi al mio fianco.
Non appena aprii la porta, mi bloccai. "Cosa ci fai tu qui?" sussurrai, sbigottita.
"Volevo parlarti." infilò le mani nelle tasche dei suoi jeans a cavallo basso. Salutò con un gesto della testa mio fratello, che ricambiò con lo stesso gesto.
"Potresti lasciarci soli un momento, Ryley?" mio fratello annuì, andando via. "Sei un miraggio o cosa?" sbottai, chiudendomi la porta alle spalle.
"Non sono un miraggio." scosse la testa, nascondendo un sorriso.
"Senti, non voglio avere niente a che fare con i miraggi." incrociai le braccia al petto.
"Ti ho appena detto che non lo sono." ridacchiò, avvicinandosi a me. Feci un passo indietro, non volendolo nemmeno toccare. "Non mi vuoi più?"
"No" scossi la testa. "Che fine hai fatto? Uhm? Hai ignorato tutti i miei messaggi e attaccato tutte le mie chiamate. Non posso di certo far finta che non sia successo niente." sbottai.
"Posso spiegarti tutto." mi prese le mani.
"Vai, spiega." strattonai le mie mani, incrociando le braccia al petto.
"Vedi, io.." si grattò la nuca. "Io, ecco.." scossi la testa, per poi girarmi.
"Ci hai provato." aprii la porta ed entrai, lasciandolo fuori. Avevo una fottuta voglia di stringerlo e raccontargli tutto ciò che era successo quel pomeriggio, ma la rabbia era più forte.
"Aspetta!" sospirai e mi girai.
"Ti avevo portato questi." mi porse dei fiori, un mazzo di rose bianche.
"Da dove le hai prese?" corrugai le sopracciglia, accarezzando quelle rose a dir poco perfette.
"Ahm.. le avevo poggiate a terra." si grattò ancora la nuca. "Senti, Rebecca, volevo scusarmi con te. Sono stato uno stupido, un vero e proprio stupido a non risponderti e ad ignorarti. Mi dispiace." mi prese ancora le mani, guardandomi negli occhi. "E credemi, se Justin Bieber si scusa vuol dire che è davvero dispiaciuto." chiusi gli occhi e sospirai, sentendo il suo respiro sempre più vicino.
Non appena aprii gli occhi, me lo ritrovai a pochi centimetri di distanza. Mi accarezzò il viso, per poi passare al collo e al braccio. Allacciò le nostre dita, provocandomi un sorriso che cercai in qualsiasi modo di reprimere. Non poteva farmi questo. "Mi perdoni?" chiese, avvicinandosi ancora a me. "Uhm?" rimasi immobile, vedendo il suo viso sempre più vicino al mio. Chiusi gli occhi e istintivamente inclinai la testa, feci anch'io per avvicinarmi quando sentii una voce chiamarmi.
"Becky, con chi parli?" sospirai e mi allontanai immediatamente, sentendomi andare a fuoco.
"Chi è?" chiese Justin, sorridendo.
"Mamma." risposi, sorridendo a mia volta. Sul suo volto comparve un'espressione sorpresa. "Dai, entra." esordii, lasciandolo passare. Poggiai le rose sul tavolo in cucina, per poi entrare in salotto con Justin.
"Justin, che sorpresa!" si alzò papà, dandogli una stretta di mano. "E' da un po' che non ti vedo."
"Sì, sono stato fuori città per delle commissioni."
"Vieni, ti presento mia moglie." mamma si alzò dal divando, sorridendo.
"Piacere di conoscerti, Justin." gli porse la mano, che Justin strinse piano.
"Il piacere è tutto mio. Rebecca non fa altro che parlarmi di lei." arrossii, nessuno sapeva delle nostre uscite, infatti Ryley mi guardò alzando un sopracciglio.
"Io però non so nulla di te. Non ti ho mai visto da queste parti."
"In effetti ci siamo trasferiti da poco più di una settimana." sorrise, per poi guardare me. "Adesso però devo proprio andare, sono le dieci e non voglio disturbarvi ancora."
"Sì, ti accompagno." risposi, facendogli segno con la testa di seguirmi.

Justin salutò i miei, per poi seguirmi fuori. Ero ancora rossa in viso. Non appena fummo fuori la porta, gli diedi un pugno sul braccio facendolo ridere.
"Che c'è?" sbottò ridendo.
"Sappi che adesso Ryley mi bombarderà di domande." incrociai le braccia al petto.
"E allora? Non abbiamo mica fatto sesso, siamo solo amici." ridacchiò.
Era tutto così fottutamente vero. Sospirai e lo guardai negli occhi, tornando seria.
"Non mi dirai mai perché sei scomparso?" distolsi lo sguardo e mi grattai un gomito, improvvisamente insicura. Mi prese il viso tra le mani e mi guardò negli occhi.
"Nessuno lo sa." mi avvicinò al suo viso. "Neanche la mia famiglia, solo determinate persone."
"E perché non posso far parte di quelle determinate persone?"
"Vorrei che ne facessi parte." chiusi gli occhi, sentendo il cuore battere forte. "Ma non posso farlo." soffiò a un millimetro dalle mie labbra.
"Perché?" chiesi, con voce tremante.
"Perché voglio che tu sia al sicuro." continuò, avvicinandosi ancora. "Non posso Reb, non posso." si allontanò da me. "Non posso farlo."
"Non sto dicendo nul.."
"Il punto è che non dovrei nemmeno essere qui, adesso. Sono venuto solo per vederti, perché mi mancavi e non riuscivo a evitarti ancora. Sono venuto qui, anche se non potevo assolutamente farlo. Io non sono fatto per te, non posso stare con te. Non posso starti vicino, ma allo stesso tempo non voglio starti lontano. Eppure questo è così fottutamente sbagliato, perché io.." sospirò, abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo. "Sto per sposarmi." sbottò, facendomi spalancare gli occhi.
"Che cosa?"

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Ciao a tutti, belli e brutti!
Come state miei cari amori dolci?
Io sto relativamente bene. Relativamene però.
Ma non voglio deprimervi, perché domani sarà l'ultimo dell'anno e sapete cosa ciò csignifica?
Che dopodomani saremo nel 2017!

So che questa è la scoperta dell'acqua calda, ma ci tenevo a dirvi un paio di cose.
Questo 2016 è andato, via per sempre.
Non tornerà più, come non torneranno più le varie opportunità che vi si sono presentare durante ques'anno.
Ma non è ancora detta l'ultima parola e sapete perché?
Perché il 2017 vi offrirà ancora di più.

Vivete la vostra vita al massimo.
Fate ciò che desiderate entro i limiti del possibile.
Amate.
Fate ciò che vi fa star bene.

E sopratutto, siate voi stessee voi stessi.

Per quanto riguarda il capitolo, so che non è il massimo.
Ma ugualmente abbiamo scoperto una cosa fondamentale: Justin sta per sposarsi.
Cos'ha in serbo per il futuro questa storia?
E come mai tutte quelle parole in corsivo?


Al prossimo capitolo, bellezze.
Much love.
-Sharon.

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Se volete, qui c'è il mio Instagram (chiedete il follow back sotto una foto).
Se volete leggere la mia prima FF, ecco 'Do you believe in love?'
E per leggere la mia seconda FF, ecco a voi 'We Can Fly To Never Neverland'
Ah, sto scrivendo una nuova FF, passate anche qui 'Look in my eyes, what do you see?'

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