Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |      
Autore: _unknown_    30/12/2016    4 recensioni
Storia scritta per la challenge 10 PASSI DELLA TUA OPT sul cosmic ocean.
lMiraxusl
una raccolta in dieci capitoletti su dieci teneri momenti di coppia tra il Dio del Tuono e La Diavolessa.
Buona lettura!
01 - Primo incontro: "Proprio in quel momento il vecchio stava rientrando. Non fu quello tuttavia ciò che sorprese il Drago del fulmine. Dietro suo nonno c’erano tre figure, tra cui una avvolta in un mantello scuro come la notte.
Chi diavolo erano quelli?"
02 - Incrociare gli sguardi
03 - Primo appuntamento
04 - Primo bacio
05 - Tenersi per mano
06 - Farsi le coccole
07 - Fare l'amore
08 - Conoscere gli amici
09 - Cena in famiglia
10 - Proposta di matrimonio
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Luxus Dreher, Mirajane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo me.
Salve a tutti!
Torno su Efp con questa nuova raccolta – si ne ho già una in corso e iniziarne un’altra non è esattamente quella che si definirebbe una mossa saggia – partecipante alla carinissima Challenge indetta sul forum di Efp, ovvero “ I dieci passi della tua OTP” l’idea del raccontare dieci momenti di coppia mi attirava parecchio e quale occasione migliore per parlare della Miraxus – non sto lasciando in pace nessuno – coppia su cui ho da sempre voluto dire qualcosa?
Ed eccomi quindi a portare avanti questo ennesimo delirio pluricapitolare! Che altro dire? Mi cimenterò a raccontare piccoli spaccati di vita senza pretese. Come al solito spero che questo esperimento possa in qualche modo piacervi o ispirare in voi un’emozione positiva o negativa che sia! Vi lascio dunque alla lettura sperando che risulti a voi piacevole… in caso contrario siete liberissimi di imputare la colpa all’autrice 
Buona lettura!
_unk_
 

 
We fell in love, step by step.
 
I dieci passi di Laxus e Mirajane


 

 
First step: meeting
 
 
Si annoiava a morte.
Niente in quella gilda gli sembrava particolarmente interessante: il vecchio non aveva alcun senso del divertimento, lo sapeva.
Era tutto come ogni giorno: la spina nel fianco e il nudista se le stavano dando di santa ragione, sotto lo sguardo infuriato della testa rossa che stava appellandosi a tutta la sua pazienza per non ridurli a brandelli. Gli ubriaconi pervertiti stavano scherzando con la cartomante, il topolino da biblioteca aveva affondato il naso in un librone ben più grande di lei e il pittore scuoteva febbrilmente il suo pennello sulla tela bianca mormorando parole sconnesse – probabilmente in francese. Niente di nuovo, insomma.
Se ne stava comodamente stravaccato su una seggiola, con le gambe comodamente posate sul tavolo ad ascoltare la musica, le cuffie posate rigorosamente sulle orecchie. Non c’era neanche un incarico decente da accettare: decise che avrebbe passato la giornata in compagnia del suo rock fino alla chiusura della gilda.
E i suoi piani sarebbero davvero stati questi se ad un tratto non avesse spostato lo sguardo verso l’uscio della gilda.
Proprio in quel momento il vecchio stava rientrando. Non fu quello tuttavia ciò che sorprese il Drago del fulmine. Dietro suo nonno c’erano tre figure, tra cui una avvolta in un mantello scuro come la notte.
Chi diavolo erano quelli?
Un soldo di cacio con un caschetto bianco e due grandi occhi azzurri e un faccia da pesce lesso vestito in abiti improponibili. Poi l’incappucciato. Che il vecchio avesse appena reclutato tre nuovi maghi?
Non  passò molto tempo ed ebbe la sua risposta.
Suo nonno aveva preso uno sgabello, vi era salito sopra e aveva preso a ricercare l’attenzione di tutti i maghi alla gilda.
“Ascoltate, maghi di Fairy Tail!” aveva iniziato pimpante. “Da oggi entrano a far parte della nostra famiglia tre nuovi componenti! Loro sono Elfman, Lisanna e Mirajane” e subito il caos tipico di quella gabbia di matti. Decine di maghi erano accorsi verso i tre nuovi arrivati, circondandoli. Ma nonostante la folla, Laxus riuscì a vedere chiaramente il momento in cui l’incappucciata si era scostata il mantello rivelando per la prima volta il suo viso. Una cascata di capelli bianchi copriva il volto pallido e le spalle sottili, nascondendo a tratti lo sguardo azzurro cupo e colmo di sofferenza. Non potè impedirsi di far vagare lo sguardo un secondo più del dovuto su di lei, che continuava a stringersi nel suo malconcio mantello che certamente aveva vissuto tempi migliori. Che stava nascondendo lì sotto?
La curiosità lo stava divorando per intero. Quella ragazza non gliela raccontava giusta. Davvero.
Tutti i maghi a Fairy Tail stavano festeggiando l’arrivo dei tre ragazzi, ma lei non aveva ancora spiccicato parola, al contrario degli altri due che sembravano essersi già ambientati benissimo, specialmente la più piccola. Lei invece taceva, non rispondeva alle domande che gli altri le facevano. Era lì, ma non sembrava lì. E Laxus non riusciva a smettere di chiedersi cosa accidenti stesse accadendo.
Riuscì chiaramente a vedere suo nonno avvicinarsi proprio a lei. Sicuramente voleva dirle qualcosa e il drago del fulmine voleva davvero sapere cosa. Si scostò le cuffie dalle orecchie,  le tese verso quei due.
“Mirajane, vieni con me un momento?” la ragazza si voltò sorpresa verso di lui, per poi annuire lentamente e seguirlo ovunque lui volesse portarla, con al seguito ovviamente i suoi due fratelli.
Inutile sottolineare, dunque, il modo in cui Laxus sempre più perplesso aveva aspettato che passassero davanti a lui ed era saltato giù dalla serie deciso a seguirli, senza farsi scoprire.
Il vecchio e  l’incappucciata si erano diretti al piano di sopra, verso l’ufficio del master. Makarov l’aveva lasciata entrare e aveva socchiuso la porta per evitare che qualcuno li sentisse.  Obiettivo che fallì miseramente visto che pochi secondi dopo Laxus era già appostato e aveva già teso le orecchie all’ascolto.
Da un leggero spiraglio riusciva perfettamente a vedere tutto ciò che accadeva in quella stanza e a malapena soffocò un sussurro nel vedere l’incappucciata togliersi definitivamente il mastello scoprendo così un rinsecchito e bubbonico, raccapricciante braccio demoniaco.
Suo nonno osservò attentamente quell’arto a dir poco agghiacciante, ma poi fece un enorme sorriso alla ragazza, cercando di rassicurarla.
“È la magia del Take Over” cominciò tranquillo, mentre la ragazza metteva su un’espressione confusa.
“Tu non sei stata posseduta dal demone, tu hai ottenuto il potere del demone.” E Laxus vide chiaramente il modo in cui lei spalancò i suoi occhi grandi e azzurri.
Take over… sembrava una magia bella tosta, doveva ammetterlo. Quella ragazzina tutta ossa poteva seriamente rappresentare una spina nel fianco per ogni nemico. Interessante…
Da quello che poteva vedere, tuttavia, la ragazza non sembrava estremamente felice di aver ricevuto quella notizia. La vide rilasciare un sospiro, rimettersi il mantello,  inchiodare lo sguardo al pavimento e ringraziare educatamente il master che in nessun momento aveva cancellato il sorriso dal volto.
Laxus ebbe appena il tempo sufficiente per scostarsi dalla porta e appiattirsi contro il muro adiacente, poi la ragazzina uscì dalla stanza con i suoi fratelli al seguito, talmente sovrappensiero da non notarlo neanche.
Non ebbe però la stessa fortuna con suo nonno, che non appena varcata la soglia si era voltato verso di lui, lanciandogli un sorriso che davvero, non aveva idea di come decifrare. Velocemente si infilò le cuffie alle orecchie, cercando di ostentare indifferenza e serietà. Del resto cosa poteva importargliene di una ragazzina indemoniata con due occhioni grandi e di un purissimo color turchino?
 
Un mese dopo  quel giorno, la diavolessa non aveva ancora cambiato per nulla atteggiamento. Sempre chiusa, schiva. Forniva di sé un ritratto a dir poco inquietante. Non rivolgeva parola ad anima viva, fatta eccezione per i suoi fratelli, ma anche a loro non rivolgeva altro che uno scialbo sorriso di plastica, niente più e niente meno.
L’apprendere di possedere un potere spaventoso, di certo, non poteva tenerla allegra. Era certa di non volere quell’assurdo potere. Se ne vergognava. Il suo braccio, mutato in quell’orrendo arto, era motivo della sua ritrosia nell’approcciarsi alle persone della sua gilda. Si sentiva un mostro. Non aveva voglia di parlare con nessuno.
Era certa di non star dando una bella immagine di sé, poteva facilmente intuirlo dallo sbuffo infastidito che aveva lanciato quella ragazzina con i capelli rossi dopo essere stata ignorata da lei per l’ennesima volta e dai mormorii che sentiva al suo passaggio.
Ma del resto… come avrebbe potuto biasimarli? Lei era un mostro. Un demone. Non poteva stare con brave persone come quelle di Fairy Tail.
Non aveva altra scelta. Doveva andarsene.
Doveva rimanere da sola. Lei era diversa, non poteva stare con gli altri, non poteva stare con nessuno, sarebbe stata un pericolo per tutti. Soprattutto per i suoi fratelli.
No, se fosse successo loro qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.
Per questo, accertatasi di essere ignorata da tutti, si era rinchiusa nel suo mantello, diretta verso l’uscita della gilda.
Ma guardandosi indietro, per controllare di non essere notata da Elfman e Lisanna, non si accorse di qualcuno che stava varcando la soglia. Che stava rientrando a casa.
Ci andò direttamente a sbattere, picchiando la testa all’altezza del suo sterno.
Alzò lo sguardo verso il suo sguardo, che a causa dell’urto si era lasciato sfuggire un gemito tra il sorpreso e l’infastidito. Era un ragazzo alto, biondo con una singolare saetta sul volto che non lo sfregiava per nulla, l’aria fin troppo saccente e con due occhi penetranti di una mistura tra blu e grigio. Lo aveva già visto altre volte, ma mai così da vicino. Si perse a contemplarlo per un secondo che sembrò durare un eternità per poi scostarsi appena e “S-scusami” mormorare con la voce roca di chi per giorni non aveva aperto bocca. Laxus rimase immobile e perfettamente in silenzio a osservarla mentre lei era già scivolata via e si incamminava per la strada principale di Magnolia, non cessando mai di guardarsi intorno.
Non gli ci volle molto per capire. Stava scappando. E a dire il vero immaginava che sarebbe successo, aveva capito subito che quella ragazza tutto volesse essere nella vita, eccetto che un demone.
Si impose tuttavia di non farsi troppe domande, di non interessarsi più di così. Non erano affari che non lo riguardavano. Del resto quella ragazzina la conosceva appena.
Ma appena rientrato in gilda, un’altra testolina bianca gli era venuta addosso, conficcandosi questa volta nel suo addome. Si disse che no, davvero non era giornata.
“Potresti stare un po’ attenta, dannazione!” sbottò all’improvviso, facendola sussultare. Riuscì  a intravedere le prime lacrimucce depositarsi alla base degli occhioni azzurri. Per un attimo si sentì in colpa.
“T-tu sei Laxus-san, non è vero?” chiese la bambina con le guance già rosse per l’imbarazzo. Il biondo le mandò un grugnito in risposta, ma questo non intimidì più di tanto l’albina, che mettendo su un’espressione speranzosa riprese a parlare.
“Per caso tu hai visto Mira-Nee?”
E lì per un solo istante Laxus esitò, indeciso sul da farsi. Decise di agire a modo suo: la superò, pronto a continuare il suo cammino verso il bancone.
Non erano davvero affari suoi.
Aveva mosso solo altri tre passi, poi aveva sentito il sospiro sconfitto e disperato della bambina dietro di sé.
Strinse i pugni lungo i fianchi.
Quella stupida diavolessa voleva davvero andarsene e parcheggiare i suoi fratelli a Fairy Tail? Credeva forse che così sarebbero stati bene?  Che idiota, così peggiorava solo le cose. E lui lo sapeva. Dannazione se lo sapeva!
E  se di punto in bianco si era voltato, richiamando la piccola trasformista sull’orlo delle lacrime, non era certo stato perché avesse preso a cuore quella tanto ingarbugliata situazione; semplicemente non voleva sentire bambinetti frignare. Gli davano i nervi. Tutto qui.
 
 
“Mira-neeeee!!!”
Sobbalzò all’istante nel sentirsi chiamare a gran voce. No, non poteva essere. Quella era Lisanna. E adesso cosa avrebbe dovuto fare?
Si voltò lentamente vedendo correre verso di sé entrambi i suoi fratelli , notando solo in un secondo momento qualcosa di diverso nel loro aspetto.
“Lo abbiamo imparato” urlò un Elfman con un braccio mutato nell’arto di un orso.
“ È uguale alla tua magia!” fece eco una Lisanna in tutto e per tutto simile a un gatto.
Gli occhi di Mirajane si erano già riempiti di lacrime. Loro erano disposti a tutto questo per lei e lei invece stava per abbandonarli senza pensarci due volte di più.
Ma loro le sorridevano, forse ignari di tutto, forse fiduciosi in lei.
“Sei sempre così sola…da adesso non lo sarai più” le dissero e lei ci credette con tutte le sue forze. No non poteva andarsene. Non ce l’avrebbe mai fatta senza di loro.
Si lanciò tra le loro braccia stringendoli come se avesse potuto perderli per sempre. E in realtà ci era andata davvero molto vicino. Si abbracciarono forte versando lacrime di gioia e scambiandosi reciproci baci e carezze, per poi incamminarsi insieme ancora una volta verso la gilda. La loro nuova casa.
Ad accoglierli il solito fracasso infernale, ma Mira non riusciva a non pensare quanto quell’atmosfera la rendesse felice. Per la prima volta dopo mesi abbagliò tutti con il suo splendido sorriso, rimasto eclissato per troppo tempo, sotto una maschera di tristezza e vergogna.
E dopo un mese, la vera Mirajane esuberante e chiacchierona aveva fatto il suo ingresso a Fairy Tail.
Quel giorno fu per lei indimenticabile.
Dopo tanto era tornata ad essere sé stessa. Aveva iniziato ad accettarsi. E lo aveva fatto perché tutti intorno a lei lo avevano fatto. Si sentiva benvoluta da tutti. Si sentiva apprezzata e credeva di non aver bisogno di altro.
Per la prima volta dopo mesi fu di nuovo felice e lo dimostrò con le sue risate, i suoi discorsi, le sue parole, persino con i primi battibecchi con Erza, la ragazza con i capelli rossi.
Un sentimento di gioia che aveva distrutto in pochi secondi la tristezza di mesi, rendendola una persona nuova, una persona migliore.
Ed uno per volta, aveva preso a far conoscenza con tutti i membri della gilda, decisa a recuperare il tempo sprecato. La stessa sorellina la trascinava da ogni parte per farle conoscere i suoi nuovi amichetti, parlando sempre di un certo Natsu che avrebbe assolutamente dovuto conoscere. Si divertì come mai prima, allegra e spensierata, per una volta, e tra le risate, gli scherzi, le azzuffate e i sorrisi proprio non si era per nulla accorta di un ragazzo biondo più alto di lei, poggiato ad una colonna lontana dalla massa che la osservava con attenzione e con gli angoli della bocca curvati irrimediabilmente all’insù, in un soddisfatto sorriso
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: _unknown_