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Autore: _Branwen_    31/12/2016    1 recensioni
Il ritorno dei biondini: piccoli ritratti in cinquecento parole su Alistair, Anders, Cole, Cullen, Varric e Zevran.
Buona lettura!
1) Alistair
2) Anders
3) Cole (attenzione: spoiler Trespasser)
4) Cullen
5) Varric (attenzione: spoiler Trespasser)
6) Zevran
"Zevran" partecipa alla prima edizione del Prompt Challenge, indetto dalla pagina Facebook di Dragon Age – Italia
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Varric
Team Blondies 2.0


Varric

“Per quanto so di vincere puoi lamentarti,
per quanto so mi tratti come fossimo amanti.”
Kryptonite, Mecna.
“Oh, merda!”

Per la terza volta nell’arco di quella giornata, il suo tentativo di fuga dai propri doveri era stato sventato, e Varric borbottava tra sé, più spazientito che arrabbiato.
Quell’ultima volta, per lo meno, era riuscito ad arrivare alla locanda e persino a ordinare da bere, ma quell’attimo di pace durò poco.
Non che avesse sperato di farla franca, ma per un attimo ci aveva creduto, ripromettendosi di non farlo più, per quanto sapeva che si sarebeb comportato esattamente come aveva già fatto in precedenza.
Doveva ammetterlo: il siniscalco Bran era un osso duro, bravo a ritrovarlo ovunque egli si nascondesse, e assieme ad Aveline formava un duo di perfetti segugi, almeno così gli sembrava.

“Potrei scrivere una storia per ragazzi con loro due nelle sembianze di due mabari. Oppure la storia del capitano delle guardie e del segugio Bran che sventano i crimini di Kirkwall. Il titolo l’ho già: ‘Il Commissario Bran’.”

«Non capisco il perché vuole sempre scappare via, visconte; c’è tanto così da fare!» lo riprese l’uomo, che ancora non voleva saperne di abbandonare quelle fastidiose formalità; Varric era ancora immerso nella fantasticheria della nuova trama da scrivere quanto più presto possibile – l’ispirazione compariva sempre nei momenti meno opportuni, come in quel caso – e scoccò un’occhiataccia al siniscalco che l’aveva distolto dai suoi pensieri.

L’uomo lo guardò con un’occhiata interrogativa e il nano sospirò, certo che non sarebbe stato capito; non proferì parola fino a quando non arrivarono al palazzo del visconte, mentre cercava in tutti i modi di prolungare quella passeggiata
– più simile a una camminata verso il patibolo quanto più possibile. Aveline lo aspettava sull’uscio dello stabile e Varric non poté fare a meno di pensare che sulle labbra del capitano ci fosse l’ombra di un sorriso derisorio, tutto rivolto a lui.

Rossa non disse nulla, ma con molta – almeno per gli standard di Aveline – discrezione gli diede un bigliettino.
Un altro bigliettino.

Ne aveva trovato uno sulla scrivania appena messo piede nel suo ufficio, ed era diventato il suo pensiero fisso. Che anche questo fosse della stessa persona?

Aveva imparato il contenuto di quel messaggio, a cui stava tuttora pensando, mentre seguiva col dito le poche parole scritte in quello che gli aveva appena dato Aveline. La calligrafia era obliqua e decisa, per lui inconfondibile.

“Ti aspetto. Solito posto.”

Bianca.

Sospirando, stette per un istante sull’uscio della porta; una parte di lui sentiva che tutti i suoi propositi di non volerla incontrare sarebbero stati lì con lui fino all’ultimo momento, attimo in cui avrebbe mandato al diavolo ogni cosa e sarebbe andato da lei.
Era sempre così, il canovaccio si ripeteva ogni volta alla stessa maniera, nessuna variazione. Era accaduto lo stesso otto mesi prima – l’ultima volta in cui si erano visti – e sapeva sarebbe successo ancora, in un circolo infinito di avvenimenti.

Gli vennero alla mente le parole di Caderyn Trevelyan quando gli disse che sebbene reputasse Spade e Scudi la sua serie più scadente in quanto non portato per le storie sentimentali, lui, Varric Tethras, era l’uomo più romantico che avesse mai conosciuto; al contrario, Varric si vedeva come il più stupido tra gli uomini perché incapace di lasciarla andare.
Sapeva che il non si poteva rivivere il passato, eppure era ancora legato a esso, forse molto più di prima; sapeva bene che Bianca non avrebbe mai lasciato suo marito, ma si accontentava di quegli incontri clandestini, illudendosi di essere felice.
Era dall’alba che cercava di girovagare per Kirkwall, sperando di poter alleggerire quella sensazione di tristezza nel suo cuore, lontano dal luogo in cui aveva trovato il bigliettino, il suo bigliettino, ma non ci era affatto riuscito.

«Che razza di idiota che sono» si disse, aprendo la porta del suo studio.

«Sì, sei un idiota, mi fa piacere che tu lo sappia!»

Prima che potesse anche solo pensare qualcosa, il sorriso era già salito sul viso di Varric che, senza pensarci due volte, richiuse immediatamente la porta, mentre la donna che aveva parlato corse ad abbracciarlo.

Hawke.

Una stretta forte, vigorosa da parte di entrambi, seguita da un’occhiata intensa, un altro sorriso – carico di dolcezza rispetto al primo più istintivo – e tante parole non dette, ma celate tra quei gesti.

«Me l’hai fatta, Muirne» fece Varric, ricollegando solo ora il fatto che Aveline gli avesse passato il messaggio: lei non conosceva Bianca, perché avrebbe dovuto farle da corriere? Che stupido era stato!
«Sono diventata brava, vero?» chiese, non dubitando nemmeno per un istante del fatto che Varric non aveva affatto capito che si trattasse di lei.
«La prossima volta impara a imitare le firme di chi mi deve del denaro, così si vedranno costretti a rendermelo.»
«Posso provarci, ma non assicuro nulla.»

Risero, stringendosi ancora, più forte di prima, le mani di Hawke che andarono tra i suoi capelli, un gesto che gli procurò una sensazione di vertigine.
Rapidi e prepotenti montarono nel cuore di Varric i sentimenti che aveva sempre lasciato sopire per Muirne, quell’affetto che sapeva essere una delle certezze più grandi che aveva, assieme alla consapevolezza che ci sarebbe sempre stato per lei.
Forse era davvero arrivato il momento di lasciarsi tutto alle spalle, il futuro che sembrava più chiaro all’orizzonte, che si tingeva del colore degli occhi di Hawke.
Forse... Varric scosse la testa: non voleva più saperne di ipotesi e incertezze, non più.

«Dimmi, Hawke, perché?» fu tutto ciò che chiese, certa che lei avesse capito.
«Volevo farti una sorpresa, passando per la persona più improbabile di tutte» rispose, restando sul vago.
A Varric quella risposta bastò. Avrebbero avuto tutto il tempo per poter essere più espliciti tra loro, come se ce ne fosse il bisogno.
«Tu sei la sorpresa più inaspettata, Muirne.»
Fu il turno di Hawke che capì leggendo tra le righe.

Non ci fu bisogno di altre parole.

[900 parole]



Angolino autrice: ben ritrovati!
E alla fine sono riuscita nell'impresa di aggiornare questa storia e a breve metterò finalmente la spunta "completa" perché ho già pronta la parte di Zevran. :3
Come sapete, adoro l'idea di Hawke e Varric come coppia e non nascondo che sono una delle mie OTP. Se vi va di leggere qualche preludio a qualcosa che vorrei proporre dopo (da qui anche alcune cose "misteriose" e trattate leggermente senza approfondimenti in questa fic) ecco a voi Team Blondies (con la prima flash con Varric) e Di bozze, fantasie e racconti divenuti realtà, o quasi.
Quest'anno, sebbene abbia scritto abbastanza (per alcuni può essere anche parecchio), è stato un anno un bel poco meh da questo punto di vista e ho deciso alcune cose che possono esser visti come i miei buoni propositi per l'anno nuovo, e mi auguro di portarli avanti.
Sicuramente ci vedremo su questi lidi ancora, almeno per il prossimo anno.
Vorrei solo ringraziare tutte le persone che hanno letto questa piccolina, le altre mie storie sul fandom, e qualsiasi eventuale cosa da me partorita.
Tu che leggi e che sei arrivato fin qui, grazie.
Colgo l'occasione di fare gli auguri per un buon anno nuovo.
Alla prossima,
vostra Barbara
   
 
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