In un tempo e luogo indefinito, in una
galassia lontana…
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«Ne sei sicuro?»
chiese Harlock accigliandosi.
«Sì Capitano» rispose fermamente Yattaran che era appena rientrato da un
avamposto commerciale su un pianeta artificiale, adibito solo alla compra
vendita delle merci.
Il comandante dell’Arcadia sospirò e il suo sguardo, orbo da un occhio, divenne
severo e molto preoccupato.
«I patti erano che non avrebbe mai dovuto contattarci, era questo il prezzo per
la sua libertà e la nostra sicurezza. Non avrebbe dovuto infrangere la sua
promessa» commentò aspramente.
«Lo so Capitano, ma vedete Nagol ha agito in modo così ardito solo per poter
monitorare la situazione, per sapere in anticipo se ci fossero novità sul suo
conto. Sapete bene che hanno triplicato la taglia che pende sulla sua testa».
Nonostante non avesse mosso un solo muscolo del viso, al primo ufficiale parve
che Harlock fosse intento a riflettere, come se qualcosa lo turbasse.
«Proprio per questo tutta la faccenda non mi piace» gli rispose ancora assorto
e accigliato.
«Pensate davvero che possa tradirci?».
«No, sono certo che non lo farebbe mai» replicò secco e deciso il Capitano.
«Allora non capisco…».
«Potrebbero aver scoperto chi è veramente e potrebbero usarlo a sua insaputa
per spiarci, o peggio come esca. Questo è uno dei motivi per i quali era stato
convenuto di non entrare mai più in contatto, se non per ragioni di vitale
importanza!».
«Capitano vi assicuro che nemmeno sua madre avrebbe potuto riconoscerlo. E
comunque ciò che ci ha svelato, a mio avviso, è un’ottima ragione per essersi
preso un rischio così grande».
Harlock guardò il suo primo ufficiale in modo severo «Con i soldi si può
comprare tutto e tutti, anche un segreto professionale legato
all’inviolabilità. Quella di Nagol è stata una grave leggerezza».
«Quindi dite che davvero potrebbe essere una trappola?».
«Non lo so, ma non capisco che cosa ne verrebbe a noi di vantaggio».
«Non mi ha potuto spiegare molto. Mi ha solo sussurrato veloce che se avessimo
accettato ci sarebbe stato per noi un vantaggio irrinunciabile».
Harlock lo guardò appoggiando mollemente la testa sul dorso della mano
sinistra, aveva il gomito puntato sul bracciolo del suo scranno e lo sguardo
fisso in un punto, con l’occhio buono accigliato e severo. Era ancora molto
scettico e meditabondo.
«Dubito fortemente che siano disposti a tanto» commentò grave.
«Capitano è risaputo che le Compagnie, che hanno in mano tutte le risorse
minerarie ed energetiche attualmente conosciute, sono disposte a pagare
qualsiasi cifra per poter riacciuffare gli evasi!
Certo, mi rendo conto che si tratta di un equipaggio leggendario, considerato
inarrestabile, ma per me non è invincibile. Sappiamo di certo che la Raza,
grazie al FTL jump è una nave che difficilmente può essere intercettata, ma
noi, grazie al nostro Computer Centrale abbiamo gli strumenti per farlo. Il
vero problema è che l’equipaggio è conosciuto solo virtualmente. Nessuno, al
di fuori di chi li ha catturati, li ha mai incontrati di persona, perché hanno
agito solo e sempre tramite intermediari e le loro sembianze potrebbero essere
molto diverse dalle foto segnaletiche che conosciamo noi…».
«Anche l’Arcadia e il suo equipaggio sono considerati una leggenda e la nostra
tecnologia seppur un po’più obsoleta e decisamente diversa dalla loro, non è
certo da meno. E non è che facciamo di certo vita sociale. Harlock è una
leggenda e sono anni che nessuno lo vede in giro, c'è addirittura chi dubita
che esista! Di certo a differenza di loro, noi non lavoriamo per nessuno
e abbiamo il coraggio delle nostre azioni, perché crediamo in ciò che facciamo
e non siamo dei delinquenti!». S’intromise piccata Kei Yuki che fino a
quel momento era rimasta in silenzio ad ascoltare.
«Non intendevo paragonarli a noi. Nessuno può minimamente sperare di arrivare
alla grandezza dell’Arcadia e la sua ciurma! Ammetto che il gesto di Nagol
potrebbe essere uno specchietto per le allodole, ma se così non fosse questa
potrebbe essere la nostra più grande occasione per liberarci per sempre di
quelle zecche della Coalizione. Noi diamo una cosa a loro, e loro…» ribatté
Yattaran massaggiandosi il mento, mentre sembrava riflettere.
«Mi sembrano tutte sciocchezze! Non abbiamo bisogno di altri guai e poi le
parole di Nagol sono poco chiare, sei proprio certo che fosse lui?» ribatté Kei
molto sospettosa.
«Diamine donna! Certo che sono sicuro, sappiamo tutti com’è adesso anche se non
l’abbiamo mai più visto di persona. Se fossi stata al mio fianco
l’avresti appurato anche tu».
«Che intendi dire?» chiese indispettita Kei puntando le mani sui fianchi.
«Che se non fossi stata a fare shopping potevi vederlo con i tuoi occhi».
«Ero a comprare una nuova pistola propulsione laser, altro che shoppping!» lo
redarguì «Ti rode solamente perché ora sparerò ancora più veloce di te!» lo
rimbeccò subito la bionda.
«Sogna pure, ad ogni modo se fossi stata con me l’avresti visto anche tu che
era proprio lui, ma in carne, ossa e pelle, diversi».
«Io continuo ad essere d’accordo con il Capitano, per me la faccenda puzza!».
Yattaran si stizzì e alzò lo sguardo «Sono ricercati e hanno una cospicua
taglia sulla testa e in fin dei conti alla meno peggio, a noi quel denaro
farebbe proprio comodo!» rimarcò polemico.
«Per forza, sono ladri e assassini prezzolati» precisò Kei facendo notare
l’ovvietà della cosa.
Fu in quel momento che Harlock si alzò voltando le spalle ai suoi ufficiali.
«Anche noi siamo considerati ladri, assassini e terroristi. Anche noi abbiamo
una taglia sulle nostre teste. La verità a volte è molto lontana da ciò che
sembra» osservò prima di allontanarsi dalla Plancia, seguito dal fido Tori, che
spiccando il volo e gracchiando, gli si appollaiò sulla spalla, spiumando
appena.
«Il Capitano è sempre contrario a queste cose, non vuole rischiare ma questa
volta si sbaglia» brontolò Yattaran mentre prese a mettere a fuoco le immagini
dello schermo in cui controllava la rotta. Era ora di salpare e volare lontano
da quell’interporto spaziale. La prudenza non era mai troppa per loro.
***
«Io dico che è un buon affare» esordì “C” con la sua
classica aria beffarda, mentre i suoi occhi cerulei ebbero un guizzo. «Se
assaltiamo quella base faremo un e rifornimento di armi che potremmo anche in
parte vendere e ricavarne un sacco di soldi».
Il comandante “B” lo guardò severa «Cosa ti fa credere che non sia una
una bufala? Ti fidi di quel tizio? Lo conosci bene?».
“C” roteò gli occhi infastidito «Ho ascoltato per caso la sua conversazione,
questo ne fa una fonte più che attendibile!»:
«Ti è mai passato per il cervello che possa essere una trappola?» commentò
assorto “D” mentre lucidava la sua katana.
«In che senso?» chiese annoiato “C”, non amava essere contraddetto.
«Dimentichi forse che siamo sfuggitivi scampati alla pena capitale evadendo di
prigione? E che sulle nostre teste pende una taglia faraonica che fa di noi
bersagli appetibili per chiunque?» sospirò “F” come se parlasse con un bambino
recalcitrante.
«Riflettendoci , convengo che vista con il senno di poi la nostra fuga è stata
anche fin troppo facile» notò “B”, come se ci avesse fatto caso solo allora.
Nel frattempo si era girata e “C” aveva preso a fissarle il fondo schiena
inguainato nella tuta aderente che indossava. Portia Lin, nome in codice “B”,
era una donna molto bella e procace, oltre ad essere un’arma di distruzione di
massa vivente.
«Veramente? Fai sul serio? » lo redarguì infastidito “F” facendogli distogliere
lo sguardo dalle terga del loro capitano. Non era un segreto che lui e “C” non
si sopportassero «E noi dovremmo anche dare retta ad un idiota del tuo
calibro?»
Furono interrotti dalla voce metallica di Android, colei che governava la Raza
«Incrociatore da ricognizione in avvicinamento, richiedono contatto».
«Un momento solo, li sto analizzando» s'intromise la piccola hacker “E” che era
una ragazzina tecnologicamente ultra dotata, oltre che una ladra provetta,
diventata parte dell’equipaggio dopo che era rimasta sola al mondo e si era
imbarcata come clandestina sulla loro nave. Le sue abilità si erano rivelate
nel tempo più che utili e tutto l’equipaggio, alla fine l’aveva accettata come
membro ufficiale della ciurma.
«Basta tu faccia in fretta ormai è sulla nostra rotta» rispose serafica Android
con il suo sguardo eternamente stupito e la sua vocetta, sì metallica, ma
squillante come quella di una bimba.
«Ecco… ci siamo quasi… è Dupont!» disse trionfante “E” che aveva craccato il sistema schermante
dell’incrociatore, introducendosi nel loro computer di bordo.
«Quel gran figlio di una gran puttana!» esordì “C” rabbuiato.
«Sentiamo che ha da dire, Android tieni pronti i cannoni, non mi fido di quel
serpente» disse “B” perentoria. L'androide annuì obbediente e poi aggiunse:
«Collegamento su canale criptato pronto comandante».
Porzia fece un cenno di assenso con la testa e sul monitor apparve il faccione
rubicondo di Dupont, che altri non era che una vecchia conoscenza, che spesso
aveva fatto loro da tramite per certi affari, peccato che l’ultima volta, la
loro, chiamiamola collaborazione, aveva portato l’intero equipaggio della Raza
in galera, compresa la piccola “E” che aveva solo sedici anni e che era stata
sottratta per un pelo alla riprogrammazione mentale, essendo minorenne e non
potendo essere giustiziata come un adulto.
«Che vuoi Dupont? Spero per te che tu abbia un motivo molto valido e
argomentazioni molto convincenti per aver avuto l’ardire di contattarci dopo il
tuo tradimento. Ad ogni modo non credo che ne uscirai vivo, i nostri cannoni
sono puntati sulla tua bagnarola, mi basta un gesto e sparirai per sempre nel
nulla» gli disse aspra il comandante Portia.
Note
FTL (faster than light)
CRACCATO gergo lessicale degli Hacker per indicare il successo di una
violazione informatica baypassando
una password
Spiegoni domande e risposte
¤
Bene cari lettori vicini e lontani, se siete arrivati sin qui suppongo che
abbiate qualche domanda da fare, bene fatemela! E io sarò lieta di rispondervi
nel prossimo aggiornamento.
Intanto vi anticipo riguardo la prima domanda che di sicuro vi sarete posti,
ovvero chi siano i protagonisti della seconda parte del capitolo.
Ve lo spiego subito.
Per questo equipaggio mi sono liberamente ispirata al telefilm “Dark Matter”
che ho visionato questa estate. Immagino che dal titolo si capisca perché ha
catturato la mia attenzione :P. Al di là del richiamo al film in CG, l’ho
trovato molto, ma molto similare in certe dinamiche, alle gesta del nostro
capitano e quindi invece di inventarmi di sana pianta degli OC, mi sono
fortemente ispirata a loro. La serie è
solo alla seconda stagione e ci sono un sacco di irrisolti in sospeso, quindi
capirete bene che io farò a modo mio. Specifico subito che non è necessario che
la conosciate, né che la vediate. Trattate pure questi personaggi semplicemente
come “nuovi”. Ad ogni modo potete sbirciare QUI
Come potrete vedere i personaggi hanno i loro nomi preceduti da un numero, per
un motivo che per ora non vi spiego. Ho ritenuto opportuno cambiare i numeri
con le lettere, perché io avevo già usato questo espediente in un’altra fic e
non volevo ripetermi, anche se è solo una fortuita coincidenza. Bene per ora
con gli spiegoni mi fermo qui!
Tornando a noi: questa è la muova avventura con cui mi riaffaccio a questo
fandom. È una storia diversa da tutte quelle che ho scritto sul nostro amato capitano.
Come ho già anticipato, non è specificato in quale contesto si svolgono i
fatti, ci saranno larvati riferimenti qua e là a tutti gli universi, o quasi,
di Capitan Harlock, perfino al manga, ma non saranno determinanti, né troppo
invasivi, per permettere alla fantasia di chi legge, di spaziare come e dove
vuole. Anche Harlock potete liberamente immaginarlo come più vi aggrada. Io ho
usato la bellissima fan art di J. Alquie per la copertina grafica di questa
storia, perché mi piace moltissimo, ma non è vincolante per voi.
Come i più pignoli avranno notato, Legends significa Leggende in Italiano e
questo fandom già ospita una OS con questo titolo. Vorrei tranquillizzare tutti
perché ho già contattato l’autore l’autore Sigfrido di Xanten che mi ha
dato il suo benestare a mantenere questo titolo.
Vi avviso che questa storia è proprio diversa in tutto e per tutto, anche nella
pubblicazione :D
Non avendo più il tempo libero di una volta andrò molto a rilento e non ho
neppure un capitolo di scorta, mi butto in questa avventura così, con
incoscienza e senza paracadute. Aggiornerò indicativamente una volta al mese,
ma si potrebbero allungare i tempi, quindi SE vi andrà di seguirmi armatevi di
pazienza, ciò non toglie che in corso d’opera
le cose possano anche cambiare e i tempi accorciarsi, ma ho voluto essere
onesta e non menare il can per l’aia! D’altronde o facevo così o temo che
questa storia sarebbe rimasta in incubazione per sempre, quindi mi son detta ma
sì proviamo va!
Spero di divertirvi e rilassarvi, lo scopo è questo, per me che la scrivo e per
voi che vorrete leggerla e seguirla.
Per ora è tutto, colgo l’occasione per augurare a chi passa di qui BUON ANNO e
alla prossima!
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Note tecniche
Non ho tempo per rileggere 5/6 volte sennò finirei per postare
ogni 6 mesi, spero non ci siano troppi
errori e refusi, in caso chiedo anticipatamente scusa a tutti i lettori:
Segnalatemeli pure e quando ne avrò il tempo materiale provvederò a correggerli.
Disclaimer
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Tutti i personaggi non originali; ovvero Capitan Harlock e i protagonisti di
Dark Matter, non mi appartengono, ma sono proprietà dei loro rispettivi
creatori e proprietari.
Invece la trama, così come i personaggi originali e qualsiasi altra cosa
inventata dalla sottoscritta, sono proprietà dell'autrice, cioè me :)
All pics are from google search.
Fan art by Jerome Alquie.
Graphic by me!
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