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Autore: Gaia_dc    02/01/2017    1 recensioni
"Ora ho capito... Sono io il veleno di Addison"

Il sange e infetto, e Addison è troppo cocciuta per dare ascolto a Mark e fermarsi... Ma un soffio al cuore diagnosticato da bambina complicherà le cose... A tutto questo aggiungeteci un desiderio incontrollabile di essere amata e di avere una vera famiglia, un Mark Sloan disperatamente innamorato e un'Amelia troppo fragile per sopportare anche la perdita della sua "sorellona" e per affrontare da sola il suo cuore spezzato...

Questa è la mia prima fanfiction su Grey's Anatomy, e spero davvero tanto che vi piaccia. Come avrete capito non sono una fan degli slexie, e questa è una fan fiction decisamente MADDISON, ma NON SOLO!!!!
Fatemi sapere che ne pensate.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Amelia Shepherd, Mark Sloan, Owen Hunt, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Mark

 
“Si sta svegliando! La paziente si sta svegliando!”
Urla Addison da dietro il lavabo.
 
“5 minuti e siamo pronti con le tute!”
Avvisa Burke.
 
“La paziente non ha 5 minuti.”
 
Ed ecco che forse il mio peggior incubo sta avendo inizio.
 
Forse però dovrei spiegarvi chi sono, cosa ci faccio qui al Seattle Grey e perché queste semplici parole hanno stravolto la mia vita.
 
Sono Mark Sloan, o se preferite il Dottor Bollore. Perché Dottor Bollore? Se mi avete visto almeno una volta all’opera vi sarà facile capirlo! Eppure, nonostante la mia indole di gigolò, nonostante la mia eccessiva bellezza, e nonostante l’idea che tutti hanno di me, una donna continua ad affollarmi la mente, continua riempire i miei sogni e le mie giornate… Il suo nome è Addison, ma lei non mi ama, lei continua a pensare solo a Derek, il suo ex marito e il mio migliore amico.
 
È per lei che io sono qui, a Seattle, nella città più piovosa d’America… Se non fosse per lei a quest’ora sarei a NY a godermi la vita frenetica della grande mela, o a LA dai nostri vecchi amici Sam e Naomi, magari su una tavola da surf a sfoggiare il mio fisico bestiale… E invece no. Ecco un po’ cosa si fa per amore.
 
Sinceramente non so più cosa ci faccio ancora qui. Addison ha chiaramente specificato che non mi vuole nella sua vita quando ha preferito abortire nostro figlio perché non mi riteneva un buon padre… Se fosse stato di qualcun altro, chiunque altro l’avrebbe tenuto, lo so! Perché il suo desiderio più grande è avere un bambino, ma le possibilità per lei di rimanere incinta sono le stesse che ho io di innamorarmi di qualcuno… In poche parole può accadere una sola volta nella vita. E lei ha preferito gettare via la sua unica possibilità per colpa mia. Non so se sentirmi ferito o in colpa… So solo che amo quella donna e continuerò a dimostrarle che non sono l’uomo che tutti descrivono, non con lei… Almeno finché ne avrò la possibilità.
 
Il problema è che in questo momento sto vedendo le mie possibilità precipitare all’improvviso.
 
Marina Rose Wagner aveva un cancro al colon, che avevano tolto 8 anni fa, ma si è ripresentato. I medici stavano operando finché non sono collassati, scoprendo che il suo sangue è tossico. E ora siamo qui ad aspettare di indossare le tute d’emergenza per poter entrare in sala operatoria e terminare l’operazione.
 
Marina però si sta svegliando, e Addison… Quella cocciuta di Addison non ha intenzione di aspettare di avere le tute per aiutarla e somministrarle un’altra dose di tiopenthone per farla riaddormentare… Sta entrando in sala con indosso solo la mascherina, ed io sono troppo lontano per fermarla.
È entrata la vedo tossire, inizia già a sentirsi male, ed io non so che fare. Se entrassi non riuscirei a riportarla dentro, perché come ho già detto, quando si tratta di salvare un paziente è proprio cocciuta!
 
“Ho bisogno di sapere il peso”
Dice alzando lo sguardo però solo in un secondo momento. Vedendomi sembra rassicurata, come se sapesse che in me troverà sempre un complice per ogni sua pazzia.
 
“Non lo so, ipotizzo 60Kg”
Le rispondo.
 
Continua a guardarmi negli occhi per un’altra frazione di secondo… E la cosa mi renderebbe l’uomo più felice del mondo se non fosse che più tempo lei impiega a stare là dentro, più rischia di collassare.
 
“Sbrigati Addison!”
Le grido in preda all’ansia, cercando di non pensare a cosa potrebbe succedere nel peggiore dei casi.
 
“Non può…”
Mi sta rispondendo, ma la tosse la blocca… Deve sbrigarsi porca miseria!
“Non può pesare 60Kg… È troppo!”
So che se sbaglia dosi la paziente potrebbe morire, ma in questo momento il giuramento di Ippocrate è passato in secondo piano! Addison viene prima.
 
“Addison torna qui!”
 
“Vai a prendere la sua…”
La tosse la blocca ancora.
“La sua cartella clinica”
 
Sto per ribattere quando la vedo cambiare colore all’improvviso. È diventata viola sotto i miei occhi… La vedo ansimare, qualcosa non va, di tutti i medici che sono entrati in contatto con il sangue della paziente, nessuno è diventato viola…
 
Perché a nessuno era stato diagnosticato un soffio al cuore da bambina!! Merda! La tossina deve aver causato una stenosi aortica ostruendo i vasi… La paziente è ormai sveglia e intubata, si agita, e Addison… Lei è caduta per terra.
 
Non potrei entrare, non mi sono lavato e non sono sterile. Guardo Burke e Derek, stanno ancora indossando le tute, e nessuno l’ha vista cadere.
Al diavolo le procedure, non permetterò che la mia Addie stramazzi al suolo.
 
“Mark! Mark dove vai?!”
Urla il mio migliore amico.
 
Inserisco un’altra dose di tiopentone nella flebo, e dopo poco la paziente si riaddormenta.
Addison è stesa per terra accanto al tavolo ansimante. La prendo in braccio e la porto via. Mentre corro verso il poliambulatorio sento la sua testa spostarsi dal mio petto sul mio braccio, le lancio un’occhiata: ha chiuso gli occhi. Dannazione.
 
Appena entro nel poliambulatorio la Bailey e la Stevens mi chiedono allarmate cosa succede. Senza dare spiegazioni stendo Addison sul lettino e inizio il massaggio cardiaco.
 
“Dottor Sloan vuole spiegarci cosa sta succedendo?!”
Domanda la Bailey spazientita.
 
“Chiama la Yang! Dille di preparare una sala operatoria!”
Ordino alla Stevens.
 
“Il sangue tossico unito con il soffio al cuore ha causato una stenosi aortica…”
Rifletto su quello che ho appena detto.
“E Addison ha appena abortito!! Miranda chiama Naomi, Naomi Bennett dell’Ocean Side Wellness di LA”
 
So che vorrebbe fare altre domande, ma tace e va a chiamare Naomi.
 
“Addison! Ti prego resisti!”
Le sussurro mentre continuo con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca.
 
Poco dopo vedo arrivare la Yang…
“Dottor Sloan che succede?”


“Cristina devi operare Addison!”
 
Ci ho impiegato molto tempo a convincere Cristina, ma alla fine ha ceduto. Non voleva operare l’ex moglie del fidanzato di sua sorella, e tanto meno l’incarnazione di Satana, ma non avrei mai permesso che la situazione potesse peggiorare, e siamo giunti a un compromesso…
 
 
 
 
Sono in sala operatoria con Cristina e Bokey. Tutti gli altri medici e infermieri sono impegnati nel caso di Marina.
 
Siamo qui da circa 90 minuti ma ancora non siamo riusciti a stabilizzarla, eppure ho seguito ogni singola mossa della Yang… Non capisco perché l’emorragia non si sia ancora fermata.
 
“È caduta!”
Dico improvvisamente.
“È caduta!”
Ripeto.
 
“Un’emorragia cerebrale!”
Esclama la Yang.
 
“Ricuci, vado a chiamare Derek.”
 
Esco di corsa, e incrocio Naomi che parla con Callie.
 
“Scusi un’urgenza, sa indicarmi dov’è la sala operatoria di Addison Montgomery?”
Chiede.
 
“Mi scusi ma credo si sia sbagliata… Addison non aveva operazioni in programma… Per trovarla deve vedere… Ehi Mark hai visto Addison?”
Mi domanda appena mi vede.
 
“Sala operatoria 2.”
 
“Come? Ma chi è la paziente?”
 
“È lei quella sul tavolo operatorio!”
Esclamo prima di riprendere la mia corsa verso la sala di Derek.
 
Non so cosa dicano dopo, so solo che i miei piedi non si fermano, e continuano a correre scansando infermiere e pazienti.
 
Arrivo in galleria, Derek e Burke stanno operando. Per fortuna Derek ha quasi finito.
Chiamo Derek dall’interfono. Lui alza lo sguardo verso di me e capisce. Parla con Burke ed esce dalla sala.
 
Arriviamo entrambi davanti alla sala operatoria, ma lui mi ferma.
“Tu non entrare”
 
Le porte mi si chiudono davanti, e la mia vita è in bilico. Non vado in galleria perché so che non resisterei. Scendo nella sala d’aspetto e mi siedo con le mani trai capelli, e la mente altrove.
Cosa farei se lei morisse?!  Tornerei a NY e poi non voglio più pensarci!
 
“Mark!”
Sento una voce un po’ impaurita che mi chiama. Mi volto e davanti a me compare una 24enne Amelia al primo anno di specializzazione.
 
“Amelia!”
Mi alzo e vado ad abbracciarla.
“Cosa ci fai qui?”
 
“Sono venuta con Naomi, ma nessuno vuole dirmi che sta succedendo a Addison!”
 
Sono le 8 di sera, e temo che l’intervento durerà ancora per molto. Propongo di andare da Joe per bere qualcosa.
 
“Un Vodka-tonic per Amy e un bicchiere di scotch per me”
Ordino prima di iniziare a raccontare.
 
“Quella con Addison non era solo una scappatella, vero?”
Chiede Amelia che ancora non ha toccato il suo drink.
 
“Ma che ne può sapere una 24enne come te…”
 
“Sono molto più vecchia di quello che sembro…”
Commenta lei cinica.
 
La guardo con fare paterno forse per la prima volta in vita sua.
“Lo so!”
 
“Non posso perdere anche lei, Mark!”
 
“Non succederà!”
E così dicendo torno al Seattle Grey di corsa lasciando Amelia nelle mani del barista. Forse non avrei dovuto, conoscendo i suoi precedenti, ma in questo momento non ho tempo da perdere.
 
Arrivato in ospedale la prima persona che incontro subito fuori dalla galleria è Callie. Sta piangendo. All’inizio non capisco, e il primo istinto è entrare in sala operatoria, ma lei non me lo permette.
Entro in galleria e trovo la Bailey, Webber, e tutti gli specializzandi. In un certo senso mi da fastidio la presenza di tutte quelle persone. Mi sembra che stiano violando la sua intimità, e mi concentro su questo pensiero, quando vedo Derek togliersi la cuffietta con uno sguardo affranto. Naomi guarda su e incontra il mio sguardo. Apro l’interfono e con tutta la calma possibile inizio a parlare
 
“Derek rimettiti la cuffietta e torna a lavorare!”
Ma la mia voce è oscurata da un suono fisso e minaccioso, quasi tetro. Mi convinco che è un problema di connessione, non potrebbe essere altrimenti… Vero? Vero?! No.
 
Corro giù per le scale ed entro in sala ancora una volta senza aver lavato le mani. Addison è lì, stesa sul tavolo, con il petto completamente aperto, ed il suo cuore che non batte più.
 
“Derek e io la stavamo operando contemporaneamente. Aveva un’emorragia cerebrale ed il progesterone in eccesso dovuto alla gravidanza, unito con la tossina è diventato veleno puro. Abbiamo completato entrambi l’operazione, ma dopo aver richiuso… Aveva perso troppo sangue…”
Naomi continua a parlare ma io non l’ascolto più… Derek è uscito mentre io scendevo le scale… Quel vigliacco!
 
“Dove sono le piastre?”
Chiedo.
 
“Mark…”
Naomi cerca di farmi gettare la spugna, ma io non mi arrendo, non con Addison.
 
“Dove sono?!”
Scandisco più lentamente in un ringhio.
 
“Sono qui!”
 
Mi volto e vedo Meredith Grey in sala operatoria con le piastre di rianimazione. Le sono grato per essere il contrario del suo fidanzato.
 
“Carica 300”
Dico, e Bokey anche se un po’ titubante esegue.
 
La scossa muove il suo corpo, ma il battito è ancora assente.
“Carica 360”
 
Il suo corpo ormai quasi senza vita si contorce sotto di me.
 
“Ancora!”
Urlo, e Bokey esegue, ma niente.
 
Sbatto le piastre sul tavolo. Non posso averla persa! Non Addison!
Meredith e Naomi mi guardano, e penso anche tutti coloro che sono in galleria.
 
“Meredith, massaggia il cuore!”
Alzo lo sguardo, Cristina sta parlando con Meredith tramite l’interfono. Meredith prende in mano il cuore di Addison e inizia a massaggiarlo.
 
Io sono seduto per terra, con le mani sporche di sangue sulle ginocchia. Ho già pianificato il mio futuro senza di lei: sarà tutto un punto interrogativo.
 
“Sta funzionando!”
Urla Meredith.
 
All’inizio non capisco, poi mi rendo conto che quel rumore minaccioso è stato sostituito dal suono del battito del cuore di Addison.
In galleria sono tutti in piedi, Naomi fissa lo schermo come se dentro ci vedesse Dio (il che è molto probabile tenuto conto del fatto che da giovane aveva intenzione di diventare suora prima di conoscere Sam).
 
Mi alzo in piedi, e dico a Meredith di non smettere di massaggiare il cuore. Corro fuori e vado a cercare Callie.
 
Addison e Callie sono molto legate. Lei non sa che io me ne sono accorto, perché lei non sa che io sono innamorato di lei, e non crede che mi interessi della sua vita. In realtà so tutto di lei. Il suo gelato preferito è quello al gusto di Ananas, originale e afrodisiaco… Come lei d’altronde. Adora mangiare cheeseburger perché tanto il suo metabolismo è più veloce di quello di un maratoneta, e non ingrassa mai. Quando è arrivata qui era praticamente sola. Derek era innamorato di Meredith, e l’unica persona con cui parlava era Richard. Quando Callie è arrivata sono diventate subito amiche e hanno condiviso qualcosa di speciale… Un po’ come la Yang e la Grey. Poi sono arrivato io e le ho scombussolato la vita. È sempre alla ricerca della cosa giusta da fare invece che di ciò che la rende felice, per questo diceva di essere sola perché non si concedeva di pensare che uno come me potesse essersi innamorato di una come lei. E ora sono qui a pensare a tutto questo perché pensare a lei è la cosa più naturale del mondo.
 
“Callie! Callie! Il cuore batte ancora..”
 
“Che stai dicendo, Mark?! Addison è morta!”
Ribatte lei piangendo.
 
“No! La Grey le sta facendo un massaggio cardiaco su consiglio della Yang! Non è ancora finita!”
 
 
 
 
Addison è salva… Ma non ancora al sicuro. È in coma e non possiamo sapere nulla sulle sue condizioni finché non si risveglia… Se si risveglia.
 
Non ho ancora parlato con Derek dal giorno dell’intervento. È trascorsa circa una settimana. Penso che se vedessi Derek in questo momento non ne rimarrebbe niente di lui…
 
Trascorro gran parte delle mie giornate in camera di Addison. Ogni giorno mi occupo io di lavarla, perché non voglio che qualcun altro scavi nella sua intimità più di quanto non sia successo in sala operatoria. Naomi è rimasta a Seattle, e Sam è venuto anche lui da LA il giorno dopo l’intervento.
 
All’università impari che parlare con le persone in coma aiuta, perché stimola la percezione esterna… Quando lo vivi però scopri che tutto ciò aiuta molto di più chi è seduto sul bordo del lettino a tenere la mano del proprio amore, del proprio parente, del proprio amico, pregando per lui.
 
“Sam e Naomi si stanno avvicinando molto in questo periodo, e poi chissà… Magari tornano insieme… Invece non vedo Amelia da un po’… Deve essere tornata a LA o non ne ho idea…”
Cerco di parlare sempre di qualsiasi cosa mi capiti, come se lei potesse ascoltarmi.
 
Quando mi giro vedo Derek che è appena entrato nella sua stanza.
“Scusa, non sapevo fossi qui… Ora esco”
 
“E tu da quando ti interessi di Addison?!”
Mi alzo dalla sedia e mi avvicino al suo volto.
 
“Mark non è il caso!”
 
“Nono, voglio proprio sapere! Da quand’è che ti importa di come sta Addison?! Era tua moglie e tu l’hai lasciata morire!”
Inizio ha scaldarmi.
 
“Era morta Mark! Non potevo fare altrimenti!!”
Ribatte lui.
 
“Davvero?! Perché per Meredith mi pare tu abbia obbligato proprio Addison a continuare a tenerla in vita quando era praticamente morta di ipotermia!”
 
“Era diverso! Meredith è tutto quello che ho! Non potevo perderla!”
 
“Ti sembra che io abbia qualcun altro a parte lei?! Credevo di avere te, ma a quanto pare non è così!”
Il tono della mia voce si alza senza che io me ne accorga.
 
“Credevi di avere me?! Davvero?! Credevi di avere me anche quando avete progettato una famiglia praticamente il giorno dopo della nostra separazione?! Davvero credevi di avere me?”
 
Gli tiro un pugno sulla mascella con tutta la forza che ho, spingendolo contro l’albero di Natale che Izzie ha decorato in camera di Addison, facendolo cadere per terra.
 
“Lei ha abortito il suo bambino per colpa tua! Ha abortito perché il bambino lo voleva con te! E tu hai preferito stare con la 12enne! Ma non ti biasimo, se è lei la tua storia d’amore, ma smettila di rovinare la mia!”
Sbraito.
 
“Sono io che rovino la tua storia d’amore?! Sei stato tu ad infilarti nel mio letto, a rubarmi mia moglie e a rovinare la mia famiglia”
 
“Eri tu la causa della rottura del vostro matrimonio! Tu non l’amavi  più, ma sei così egoista che non avresti permesso che un divorzio rovinasse la tua reputazione… Ma non tornavi mai a casa, e la sera preferivi dormire in macchina perché di Addison non ti è mai importato nulla!”
Ribatto con tutta la rabbia che ho in corpo.
 
Continuerei a picchiarlo, ma Callie e Richard entrano nella stanza e mi afferrano per le braccia.
 
“Non qui Mark!”
Mi urla Callie.
 
“Ma che ti prende, Mark?!”
Continua Richard
 
“Meredith! Meredith Grey! La sua fidanzata ha salvato Addison! E lui l’ha lasciata morire!”
Appena pronuncio le ultime due parole, al solo pensiero vengo pervaso da un'altra scarica di energia. Mi butto su Derek quando Callie mi riafferra.
 
“Mark! Come puoi picchiare qualcuno davanti a Addison in questo stato?!”
 
Addison. Non ci stavo proprio pensando, tanta era la rabbia.
Scosto Callie e torno a sedermi accanto a lei, alla mia storia d’amore, mentre Richard porta via Derek che per sua fortuna non dice più niente.
 
“Addison mi dispiace… Mi dispiace… Addison perdonami”
Sto delirando. Lo so. Ma questa sua situazione mi sembra una punizione per tutto quello che ho fatto nella mia vita. Ora capisco... Sono io il veleno di Addison.
 
“Ehi Mark… Va tutto bene… È tutto okay…”
Callie si siede accanto a me e mi rassicura… Ma io ho solo bisogno di riascoltare la sua voce che mi dice che va tutto bene… La sua… Nessun’altra.
   
 
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