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Autore: Frerakey    02/01/2017    1 recensioni
E' il 25 Febbraio 2017, Brendon e Dallon si stanno preparando per un concerto a Philadelphia.
Sembrerebbe una giornata normale se non ci fosse qualcosa di diverso in Brendon.
Una persone è fissa nei suoi pensieri: George Ryan Ross III.
Ma perchè? E perchè, dopo tutti questi anni proprio oggi?
Genere: Malinconico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie, Dallon Weekes, Ryan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brendon si svegliò di scatto.
Dallon era in piedi davanti al suo letto.
Un velo di sollievo cancellò il terrore dipinto sul volto del bassista.
“Mi hai spaventato da morire” disse all'altro “si può sapere che avevi?”
“Che intendi?” rispose confuso il cantante, non ancora del tutto sveglio.
“Che intendo? Non capivo se stessi soffocando nel sonno, avendo un infarto o che cosa. Stavo per chiamare un'ambulanza!”
“Stavo solo sognando, immagino.”
“Ryan.”

Ryan
Ryan
Ryan

“Ryan?” il volto del cantante impallidì al sentire quel nome completamente inaspettato.
“Stavi sognando Ryan. Non facevi altro che dire il suo nome”

Brendon si alzò e, ancora in mutande, si mise a guardare fuori dalla finestra di quell'hotel di Philadelphia.
Scacciò velocemente dalla mente il pensiero che il Ryan che aveva sognato fosse lo stesso Ryan che gli era balzato in testa al solo sentire quel nome. Si stava sforzando con tutto se stesso di pensare a qualcuno con quel nome diverso da lui. 
Ci doveva essere qualcuno, per forza.
Qualcuno che aveva conosciuto qualche giorno prima o di cui aveva sentito parlare, qualcuno che sarebbe potuto entrare nei suoi sogni e destarlo in quella maniera.
Qualcuno diverso da lui.

“Sai, all'inizio pensavo stessi sognando quella ragazza, Debby Ryan, che ci ha presentato Josh l'altro giorno..”
“Debby Ryan! Esatto!” disse il cantante entusiasta all'idea di avere trovato una soluzione al suo tormento. “Ho sognato lei!”
“Ne sei sicuro?” chiese il più alto dei due “Perchè a un certo punto la hai chiamata Ross.”

Ross
Ross
Ross

“Smettila!” urlò di scatto Brendon “per favore.”
Dallon, che non si aspettava una reazione del genere rimase in silenzio a fissare l'amico. Cosa c'era che non andava in lui? Perchè dopo tutto questo tempo parlare di Ryan gli dava ancora così fastidio. Aveva sempre sospettato che Brendon gli avesse tenuto qualcosa nascosto e bruciava al pensiero che tutte quelle volte che lo aveva scoperto piangere in bagno o che si era comportato in maniera agitata, differente, lo aveva fatto con una e una sola persona in testa: George Ryan Ross III.

“Sta sera dobbiamo suonare, ricordi?” disse il cantate scherzoso “ci conviene iniziare a prepararci”
continuò dirigendosi verso il bagno e cercando di cancellare ciò che era appena successo.
Dallon guardò l'orologio perplesso. Erano solo le 4 del mattino.

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“Brendon. Brendon!”
Il bassista dovette scuotere l'altro un paio di volte per farlo uscire dai suoi pensieri.
“Ben tornato nel mondo dei vivi.” disse all'altro che aveva passato gli ultimi dieci minuti in piedi nel backstage a fissare il vuoto.
“Sono solo agitato” fu la sua risposta.
“Agitato? Tu non sei mai agitato prima di un concerto.” disse notando che Brendon distolse lo sguardo e cercò di cambiare argomento.
“Hey, Bren” continuò in tono serio interrompendolo “Le senti queste voci? Queste urla? Sono i tuoi fan. Sono là fuori e muoiono dalla voglia di vederti cantare. Alcuni di loro potrebbero essere venuti dall'altra parte del mondo, alcuni potrebbero aver usato tutti i loro risparmi o aver fatto chissà cosa pur di arrivare qui e vedere te. Ore e ore di viaggio, risparmi e sacrifici. Ti rendi conto Bren? Tutto questo per te! Quindi ora ti levi quella cazzo di faccia da morto che ti ritrovi, vai su quel palco e spacchi il mondo!”
“Come sempre” rispose l'altro che con quel pizzico di spavalderia stava cercando di convincere Dallon che andava tutto bene, anche se sapevo benissimo che non era così.
Entrambi sorrisero.
Il bassista stava per andare a prendere qualcosa da bere per entrambi, felice di aver rallegrato l'amico, quando si accorse di un fugace e triste sguardo che Brendon tirò a terra sicuro che nessuno lo avrebbe notato. Ma si sbagliava.
Dallon si avvicinò a lui, lo prese per la manica della giacca gialla e lo trascinò velocemente verso il suo camerino, con il basso ancora attaccato al collo.
“Dove andate voi due? Lo show inizia tra dieci minuti!” urlò qualcuno.

Dallon chiuse la porta dietro di lui.
“Si può sapere cos'hai?” chiese al cantante.
“Non dovremmo stare qui”
“Dieci minuti bastano.” seguì un imbarazzante silenzio. “Allora? Parlami, Brendon, parlami!”
“Okay, okay. Basta che poi la smetti” rispose con un tono scocciato.
Il più grande si sedette tutto soddisfatto su una poltroncina rossa cercando di non far sbattere la testa del suo amato basso bianco contro la parete del camerino. “Ti ascolto.”
“Hai ragione, io non sono mai agitato prima di un concerto. Ma questa volta è diverso. Hai presente quel sentimento che provi quando c'è qualcuno di importante tra il pubblico? Non intendo un personaggio politico o una celebrità, intendo qualcuno di importante a livello affettivo. Come quando, ai tempi del liceo, per la prima volta sai che tua madre verrà a vederti suonare. Quando ci sono milioni di persone di cui non ti interessa nulla e quella sola, quell'unica persona, è in grado di farti salire l'agitazione alle stelle. Ecco, mi sento così-
“Quindi c'è una persona speciale tra il pubblico.”
“No. Questo è il problema. Non c'è nessuno che conosco..”

Qualcuno iniziò a bussare insistentemente sulla porta.
“Ragazzi muovetevi, siamo già in ritardo! Si può sapere cosa state facendo lì dentro?”
“Forse è meglio andare” disse Brendon uscendo dal camerino e avviandosi verso il palco.
L'amico, confuso da ciò che gli era appena stato detto, lo rincorse, gli scompigliò i capelli e gli diede un bacio sulla testa. Sapeva che Brendon lo odiava perchè lo faceva sentire basso, ma lo fece lo stesso.
“Vedrai che sarai fantastico, come sempre”
“Saremo” lo corresse l'altro giusto prima di correre sul palco avvolto dalle urla dei fan.

La loro performance fu perfetta, Brendon cercò di mascherare il suo sconforto il più possibile e Dallon non sbagliò neanche una nota.

Prima di Northern Downpour il più grande dei due si avvicinò al più giovane sussurrandogli qualcosa nell'orecchio.
“Perchè non dovrei sentirmela?” rispose l'altro allontanando il microfono dalla sua bocca.
“Mi riferisco al sogno di ieri notte”
“Quello su Debby Ryan?” disse Brendon “Mi raccomando non dirlo a Josh!” continuò scherzoso dopo avergli fatto l'occhiolino.

Dallon decise che non ne avrebbe più parlato.

Dopo il concerto il loro manager gli concesse qualche minuto per incontrare i fan che li aspettavano fuori dall'uscita posteriore del palazzetto.
Fecero così tante foto e firmarono così tanti autografi che Brendon quasi si dimenticò di quell'angoscia che lo stava divorando prima che la musica lo curò parzialmente da quella ferita

Quasi.

La ferita ricominciò a sanguinare visibilmente quando tra quella folla di persone lo vide.
Vide un ragazzo poco più alto di lui. Indossava una giacca di pelle nera e un cappuccio che gli copriva il viso. Non poteva vederlo ma sapeva che era lui, se lo sentiva.

Era venuto a vederlo, era lui, era per quello che quella mattina lo aveva sognato, era per quello che si sentiva come se ci fosse qualcuno di importante tra il pubblico, si stava coprendo il viso per non essere a sua volta assalito dai fan, tutto aveva un senso ora, tutto.
Il suo cuore iniziò a battere sempre più velocemente e decise che non avrebbe sprecato quella occasione, aveva troppo paura di perderlo di nuovo.

Scostò i fan davanti a lui e corse verso quella figura oscura che così tanto lo attraeva. Gli corse in contro spingendo via i ragazzi che gli si mettevano in mezzo. Si immaginava già il suo viso. E cosa gli avrebbe detto? “Mi hai scoperto”? “Sorpresa”? E lui come avrebbe reagito? Lo avrebbe invitato a passare la serata insieme? Gli avrebbe tirato uno schiaffo? Si sarebbe messo a piangere? Li? Davanti a tutti quei fan?

Arrivò da lui, gli sorrise e gli sollevò il cappuccio dal viso.

Un ragazzo biondo platino lo osservò sorpreso da sotto quella giacca di pelle.
Tirò fuori il cellulare e si fece un selfie con Brendon il quale rimase immobile e senza nessuna espressione sul volto.

Davvero aveva pensato che quel ragazzo fosse Ryan Ross?
Davvero si era illuso che fosse venuto lì per lui?
Davvero...

Dallon, che cercò di farsi strada tra i fan senza sembrare troppo scortese, raggiunse Brendon e gli mise una mano sulla spalla.
“Ho bisogno di bere” disse Brendon dirigendosi verso la roulotte.

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“Inizia ad andare in camera, ti raggiungo tra poco”
“Non fare cazzate, domani ci aspetta un lungo viaggio”

Brendon rimase da solo, seduto al bancone del bar del loro hotel.
Fissava il bicchiere di rum vuoto girandoselo tra le dita.
“Un'altro!” disse al barista.
“Mi dispiace bello, niente più bicchieri per sta notte, ordini del tuo manager!”
“Dannazione!” urlò Brendon battendo il pugno sul tavolo.
Aveva bisogno di bere. Aveva bisogno di ubriacarsi e di dimenticare tutto quello che era successo in quel pazzo 25 Febbraio 2017. Aveva bisogno di lavare via il dolore dal suo corpo e dalla sua anima. Ne aveva bisogno.

“Brendon.!”
“Che c'è?” urlò ancor prima di notare che quella voce proveniva da Dallon che si era fatto tre piani di scale di corsa per arrivare da lui il più presto possibile.
“Ho trovato questo sul tuo letto” disse con quel poco di fiato che gli rimaneva in gola.
"Non so come facessi a saperlo" continuò porgendo una busta bianca all'altro "ma qualcuno di speciale tra il pubblico c'era davvero."

Brendon aprì la busta e l'espressione sul suo volto cambiò radicalmente.
Era scritta in penna nera con una calligrafia che non avrebbe mai dimenticato:

“My mind is playing tricks on you tonight” i

 

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 PER FAVORE COMMENTATE!!

Per prima cosa voglio riuscire a migliorare per questo vi chiedo di commentare facendomi sapere come vi è sembrata la storia, le vostre impressioni e consigli.
Apprezzo qualsiasi commento,critica o suggerimento.
Grazie

Hope you like it
Frerakey

 

 

i Dalla canzone “You're invited” di Ryan Ross

   
 
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