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Autore: simoasr94    03/01/2017    1 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
Quel giorno Merlin decise che non poteva andare a lavorare, sentiva qualcosa di strano dentro di se,come una cosa che gli bruciava nel petto e allora si alzò di soprassalto, che stesse per accadere? Senza troppi convenevoli i suoi occhi diventarono d’oro e si ritrovò sulle sponde di Avalon. [...]
Ormai la giornata era quasi finita, Merlin avrebbe dovuto tornare a casa, ma non aveva la forza di alzarsi e l’unica cosa che poteva sentire erano gli occhi bruciargli per le troppe lacrime. Ci aveva creduto con tutto se stesso. Improvvisamente sentì dei passi dietro di se e una voce chiamarlo “Ehi.. ehi tutto bene?”, nel sentire quella voce sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi, quella voce gli era rimbombata nella testa negli ultimi mille anni. [...]
Con tutta la forza che aveva in corpo si tirò sulle gambe, si asciugò le lacrime e con gli occhi ancora arrossati si voltò: era Arthur. Quando il moro si voltò Arthur sentì una fitta al petto e si bloccò, in quegli occhi c’era qualcosa che apparteneva anche a lui, che era suo da sempre, ma come poteva essere?!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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YOUR TOUCH IS MY MEMORY

TREDICESIMO CAPITOLO


Erano intorno all’immenso tavolo nel salone di casa Pendragon. Merlin era tranquillo, l’unica cosa che lo rendeva un po’ nervoso era che ora davanti non aveva solo Uther, ma una cosa anche peggio… aveva davanti il padre del suo fidanzato, a cui doveva piacere per forza. “Quindi… hai vissuto in Spagna” “Si, beh in realtà ho visitato molti luoghi, ma senza mai staccarmi davvero da qui” Uther lo guardava con uno sguardo inquisitorio per partito preso “Sei piuttosto giovane per essere andato in molti luoghi, devi essere di buona famiglia” Arthur lo incenerì con lo sguardo “Papà…” “Cosa c’è figliolo, non gli ho chiesto nulla di illecito. Ci tengo che chiunque frequenti mio figlio non abbia l’intenzione di fare il mantenuto” Arthur aveva gli occhi sgranati, Merlin tutto il contrario, si stava divertendo molto “Oh beh. Le posso assicurare signor Pendragon che vivere sulle spalle di Arthur è l’ultimo dei miei intenti. Ho sempre lavorato, da quando ero un ragazzino. I miei viaggi me li sono pagati lavorando ovunque andavo, negli anni sono anche riuscito a mettere da parte un bel gruzzolo ringraziando il cielo” Uther lo guardava con uno sguardo indecifrabile, quel ragazzo aveva degli occhi cosi “vecchi”, vissuti. Era un enigma. “Papà, perché non racconti a Merlin di quella volta che siamo andati in vacanza negli Stati Uniti e Morgana era scappata per cercare di fare l’attrice” intervenne Arthur per aprire un’argomentazione. A quelle parole Merlin rise di cuore “Cosa???”. Anche Uther si fece scappare un sorriso a quel ricordo “Igrain letteralmente impazzì a cercarla per tutta Los Angeles. Ricordo che addirittura minacciò il capo della polizia di quel distretto” Uther aveva iniziato nostalgicamente a ricordare e a raccontare con un trasporto che stupì anche Arthur, e Merlin non si fece sfuggire l’occasione e iniziò a dargli spago “E poi che successe? Dov’era andata?” “Oh beh, l’abbiamo ritrovata nei pressi di quella che si dicesse fosse l’abitazione di quel tipo che le piaceva tanto, chi era? John…. Johnny.. qualcosa” “Johnny Depp” lo corresse Arthur “Si quello che è”. La cena trascorse abbastanza liscia, a parte qualche frecciatina di Uther qua e la, ma si sa, lui deve sempre mettere alla prova.
“Grazie mille per la cena signor Pendragon” disse Merlin tendendogli la mano “Sai Merlin, è tutta la sera che ci penso… è possibile che ci siamo già visti da qualche parte? Hai avuto qualche vicenda legale in cui sono stato l’avvocato della parte opposta?” “N-no signore” disse Merlin con aria interrogativa “Allora non riesco a spiegarmi come mai hai un’aria cosi familiare” Arthur non poté fare a meno di ridere di sottecchi mentre prendeva le giacche “Non saprei. Mi ricorderei di lei, non passa molto inosservato con il suo… charme. E poi io ho un viso abbastanza comune, sa… si… comune” Merlin iniziava a sbiascicare e Arthur aveva capito che doveva portarlo via “Papà accompagno Merlin a casa e torno. Non aspettarmi alzato. Ciao ciao” cosi dicendo si chiuse la porta alle spalle prima che il padre potesse rispondere. “… un viso comune?” chiese rivolto al moro mentre salivano in macchina “Mi sono sentito messo alle strette, non sapevo cosa rispondere. E poi perché non è vero che sono comune?” “Capelli neri come il carbone, occhi di ghiaccio, pelle di porcellana, orecchie grandi, zigomi sporgenti, un fisico divino che sembra magro ma magro non è perché hai tutti i muscoli al posto giusto…” “Stai iniziando a sbavare” lo interruppe Merlin “E’ l’effetto che mi fai” “Cretino” rise Merlin “E comunque fino a prima del fisico sembrava che stessi descrivendo un folletto” “Ma tu sei un po’ un folletto… sei il mio folletto portafortuna” sorrise Arthur.
 
Arrivati a destinazione Arthur spense la macchina “Allora… non mi chiedi di salire?” chiese con aria sorniona “Se ti faccio rincasare tardi poi tuo padre penserà che sono una cattiva compagnia…” disse Merlin iniziando ad avvicinarsi verso il compagno “Beh si sa che sono un figlio degenerato, la compagnia che mi scelgo non può essere molto diversa da me” cosi dicendo si fiondò letteralmente sul moro iniziando a baciarlo con passione “Dio Merlin… la tua pelle mi manda fuori di testa” “A me tutto di te mi manda fuori di testa” riuscirono a staccarsi solo per guardarsi negli occhi. Erano affamati l’uno dell’altro “Ti amo” disse Arthur riprendendo le labbra del mago tra le proprie. Decisero di andare di sopra e dare sfogo al loro amore.
 
La mattina seguente Morgana scese dalla sua stanza per andare a fare colazione. Era rientrata decisamente tardi e sapeva che niente gli avrebbe risparmiato una ramanzina da parte di suo padre. Quando arrivò in cucina lo trovò intento a bere il suo caffè e leggere il giornale appena consegnato. “Tesoro, buongiorno. Vieni il caffè è ancora caldo” gli disse Uther con voce pacata e stranamente gentile. Morgana lo guardava con sospetto “Buongiorno papà… g-grazie” sedendosi vicino al padre prese le fette biscottate e la marmellata di albicocche “A che ora sei tornata stanotte cara?” glielo aveva chiesto cosi di bruciapelo che Morgana rimase zitta per quelli che sembrarono secondi interminabili. “Mah… non molto tardi. Sicuramente prima che sorgesse il sole” sorrise sorniona. Vedendo quel sorriso Uther pensò che era meravigliosamente identica ad Arthur e ad Igrain “Beh, almeno tu sei rientrata, tuo fratello non si è degnato nemmeno di avvisarmi che dormiva fuori” cosi dicendo si strofinò gli occhi con due dita come a significare che fosse stanco, probabilmente ignorando quanto gli avesse raccomandato il figlio, aveva provato ad aspettarlo sveglio. “Come è andata ieri sera? Cosa ne pensi di Merlin?” “Mi è sembrato un bravo ragazzo. Fin troppo bravo e troppo gentile, sembrava una bella maschera quella messa su, devo ammetterlo.” “Lui è cosi. È gentile” intervenne immediatamente Morgana, non voleva che suo padre pensasse cose brutte anche di Merlin. “Mi è sembrato decisamente una persona familiare…” disse Uther sommessamente, come se stesse pensando ad alta voce. Morgana sorrise “Ha fatto lo stesso effetto su tutti noi sai papà. Sembra una magia” sorrise bevendo il suo caffè “E’ successo a tutti voi? Che vuol dire?” “Beh… tutti noi quando lo abbiamo visto la prima volta e quando poi abbiamo iniziato a parlarci abbiamo provato un senso di familiarità, come se lo conoscessimo già. E’ una cosa bella” “Mah…” commentò distaccato Uther “io non ho intenzione di tessere alcuna lode nei suoi confronti finché non avrò inquadrato il tipo”
 
Arthur si svegliò infastidito dai raggi del sole che entravano dallo spiraglio di finestra lasciata aperta. La prima cosa che vide vicino a sé fu Merlin dormiente. Era nudo, a coprirlo dalla pancia in giù solo le coperte del letto. Sembrava una divinità, qualcosa di irraggiungibile, era questo che pensava Arthur mentre lo guardava. Voleva accarezzarlo, toccare la sua pelle che per lui era come droga, voleva affondare le mani in quei capelli di un nero cosi intenso che sembrava avrebbe penetrato gli occhi di chiunque li guardasse troppo. Voleva toccarlo, ma non lo fece. Non voleva sporcare quel quadro perfetto con la sua mano. Merlin era l’essere più bello che avesse mai visto. Non reggeva confronti con nessuna donna e nessun  uomo che lui avesse mai conosciuto. Quante volte nelle loro spedizioni solitarie per le antiche terre inglesi avrebbe voluto avvicinarsi a lui, baciarlo, accarezzarlo. In mille grotte e intorno a mille fuochi avrebbe voluto dormire avvinghiato al suo corpo come stava succedendo ora. Quando pensava a tutto il tempo che avevano sprecato ad assolvere i loro doveri, a soffrire, a nascondersi. Quando ogni scusa era buona per toccare l’altro: una spinta, una presa più forte del solito. Eppure niente è mai successo. Invece ora eccoli li, più innamorati che mai. Non avevano mai potuto vivere separati. Per quel tempo infinito Merlin sembrava che stesse per consumarsi, aveva provato ad uccidersi, avrebbe rinunciato a tutto quello che è sempre stato per andare da lui. A quel pensiero ad Arthur vennero i brividi. Merlin era li vicino a lui, quella bellezza divina e perfetta era li vicino a lui che lo cercava con il corpo anche nel sonno, era li e lui poteva toccarlo a suo piacimento, poteva abbracciarlo, baciarlo, averlo. Le loro pelli ora potevano essere una sola. E in quel momento giurò a se stesso che mai più avrebbe passato un solo istante lontano dal suo Merlin. Con il cuore colmo di amore si stese al fianco della sua metà sovrastandolo leggermente con il busto. Iniziò a dargli delicati baci ovunque. Sentì Merlin iniziare a muoversi sotto di lui, si stava svegliando “mmmmm” il lamento più bello che Arthur potesse mai udire. Sorrise sulla spalla del mago “Svegliati bello addormentato” “Perché?? Si sta tanto bene con le tue coccole” disse Merlin non la voce impastata di sonno. “Immagino..” sorrise il biondo annusando i capelli del moro “Ma tu devi andare al lavoro e io devo andare a casa mia a prepararmi per l’università” “Sei noioso… molto noioso”.
 
Entrando nel bar Mordred e Morgana trovarono già tutti lì. Lancelot chiacchierava sottovoce con Merlin, Arthur chiacchierava con Gawain ma senza mai perdere davvero di vista il suo ragazzo. C’era qualcosa nel comportamento di Lancelot con Merlin che non lo convinceva, il che era folle perché Lancelot era etero e soprattutto fidanzato con Ginevra. Ad Arthur tornarono in mente molti momenti a Camelot in cui vedeva Merlin e Lancelot sempre vicini, a bisbigliare, oppure a sorridersi da lontano; che il suo cavaliere nell’altra vita avesse una cotta per il suo servitore?! “No, no. È da escludere, che vado a pensare?! Anzi… era innamorato di Gwen. Alla fine era con lui che doveva stare. Ma allora perché cavolo mi da cosi fastidio?! Che palle… mi da proprio l’urto! Guarda!!!! Guarda come gli sorride mentre parlano, ma che cavolo avrà da dirgli?!? O mio Dio, sono ridicolo. Sembro una ragazzina innamorata in preda ad una crisi” “… poi gli stavo parlando del mio esame e quello si è messo a guardare il culo di una ragazza, poteva essere sua nipote; capisci che squallido? Arthur…? Arthur mi sta ascoltando?” Gawain non poteva credere di star parlando da solo per tutto quel tempo “Eh… si certo, il professor Wildren è un maniaco, non so perché ma dalla faccia non mi stupisce” rispose semi perso Arthur “Si certo, ti sei salvato in calcio d’angolo; si può sapere cosa stai guardando? Ah… è ovvio… il tuo principe” sentendo quell’appellativo Arthur non poté non sorridere “Si.. comunque scusami, ti stavo ascoltando veramente…”
Mordred si avvicinò al bancone e Merlin cercò di ignorarlo il più possibile, non guardandolo non potevano esserci schermaglie. “Beh Merlin, vedo che hai un cliente, non mi va di disturbarti, ti chiamo dopo” purtroppo l’ultima frase non sfuggì ad Arthur che anche non volendo divenne rosso come un peperone, ma dalla rabbia. “Arthur tutto bene, ciao Mordred” disse velocemente Merlin, per non sembrare sgarbato. Arthur fece segno di si con il capo ma Merlin lo conosceva troppo bene, era arrabbiato, ma per cosa?!
“Mordred, cosa gradisci per cominciare questa giornata? Non deve essere semplice tornare a chiuderti in università…” “Beh…” Mordred era stupito da quell’incipit di conversazione, ma non si fece scappare l’occasione, Morgana era molto legata a Merlin, e se piaceva a lei, allora significava che era davvero ok. “In realtà ci stavo pensando proprio ieri sera, un po’ mi è mancato l’ambiente ma penso che già dopo le prime due ore mi pentirò” e sorrise “Comunque un cappuccino per favore”.
 
I ragazzi si sforzavano di seguire la lezione, ma la mente di Arthur era completamente altrove “Perché mi da fastidio che Lancelot sia cosi legato a Merlin. Gawain gli rompe continuamente le scatole eppure non mi da fastidio” cosi pensando si girò verso Gawain e Percival che si scrivevano le cose su un foglio e si rispondevano sorridendo come due ragazzini delle medie “Guardali… come posso preoccuparmi di lui; pende completamente dalle labbra di Percival. Eppure in Lancelot c’è qualcosa che mi da incredibilmente fastidio: come lo guarda? Non lo so, come gli parla? Sempre con quella voce calda e sommessa? E’ possibile che Lancelot voglia qualcosa da Merlin? Ma soprattutto è possibile che Lancelot debba sempre stare in mezzo alle palle? E’ una maledizione, prima con Ginevra, ora con Merlin, fatti una vita tua!!! Sto diventando pazzo ora me la prendo anche con un mio amico. Però anche a Camelot, aveva comportamenti strani con l’uomo che amavo e la donna che ho sposato era innamorata di lui… da una parte sono sollevato di vivere in questa epoca…” “… e come raccontano le leggende arturiane, Re Arthur di Camelot ha vissuto la sua vita nel dolore del consapevole tradimento della sua amata Ginevra con Sir Lancelot. Ora, secondo voi questo ha potuto influenzare le sue scelte? Re Arthur ha segretamente contribuito alla morte del suo cavaliere? Nelle vicende che ci sono state tramandate quanta influenza ha avuto l’amore? Ed oggi? Quanta influenza ha l’amore ogni giorno nelle nostre vite? Voi, che cosa avreste fatto, o fareste se si presentasse un caso come questo… Mmmm Pendragon?... Pendragon? E’ su questo pianeta?” solo in quel momento Arthur si rese conto che il professore stava parlando con lui. Adorava le leggende medievali, soprattutto perché la maggior parte parlavano di lui, ma anche perché gli ricordavano molto sua madre “Si professore, mi scusi” il professore lo guardò con saccenza “… quindi, signor Pendragon, lei cosa avrebbe fatto se si fosse trovato nei panni di Re Arthur? Quanta influenza ha il sentimento nella vita secondo lei?” Arthur rimase a pensare, a tutto, a troppe cose: a Merlin, a Camelot, alle sofferenze patite per non poter amare liberamente chi lui voleva, alla vita passata pensando solo al regno, a cosa era giusto fare e mai a quello che lui voleva e cosi, in un flusso di mille pensieri rispose “Tanta, totale. Il sentimento governa il mondo. È quello che fa muovere tutto. L’amore è quello che ci fa andare avanti nella vita quotidiana, è l’unica cosa che veramente ci si pente di aver messo parte. Secondo me, Re Arthur quando ripensava alla propria vita non pensava a quanto era grande, o a quanti lo amavano e ammiravano, lui pensava solo a quell’amore che non aveva potuto vivere come voleva, pensava a quanto fosse arrabbiato per il fatto che il più grande amore della sua vita non poteva viverlo perché in quanto re aveva dei doveri, e pensava a quanto era brutto dover dubitare di un amico fidato, perché ogni giorno lo minacciava di portargli via l’unica cosa per cui il re viveva. Perché Re Arthur, per quanto grande, non ha mai vissuto solo per il proprio regno… lui viveva per qualcuno, qualcuno che voleva disperatamente. Era quel qualcuno che lo faceva andare avanti, ogni giorno.” Il professore e tutta la classe rimasero a guardarlo senza parole. Aveva espresso quello che aveva sempre pensato e provato per Merlin davanti a tutti. Non lo aveva mai fatto prima. Il professore continuava a fissarlo e cosi Arthur si sentì in soggezione “Beh.. si… penso che più o meno l’amore sia cosi e Re Arthur… beh… lui deve aver sofferto molto. Voglio dire, è stato il re più grande della storia, ma il suo fidato amico provava in tutti i modi di portargli via la persona che amava… voglio dire… che vitaccia” e cosi dicendo sorrise imbarazzato al professore “Bene… bel lavoro Pendragon. Dopotutto sotto quei capelli biondi sembra ci sia qualcosa che funziona”.

A lezione terminata tutto il gruppo si riunì per andare a pranzo “Ehi Arthur, da dove ti è uscito tutto quel sentimentalismo?” chiese Gawain schernendolo “Ma che sentimentalismo? Piantala!” tutti sorrisero e Lancelot intervenne “Beh Arthur, devi ammettere che sei stato forte. Sembra quasi che stessi parlando di te” il biondo si girò e lo guardò con un’espressione sarcastica “Tu ne sai tante sul metterti tra le relazioni immagino?” Lancelot percepì quelle parole come un’accusa, aspetta… quelle parole erano un’accusa… Arthur lo stava accusando di mettersi in mezzo alle sue relazioni!? Arthur solo dopo si rese conto di quello che aveva fatto, aveva alluso ad alta voce che il suo amico etero ci provasse con il suo ragazzo. Entrambi fecero morire lì la cosa per non dare adito a discussioni assurde, ma Lancelot giurò che Arthur ce l’avesse con lui per qualcosa, e questo gli faceva male. Finite le lezioni ognuno si stava dirigendo verso casa propria con la promessa di riunirsi la sera al solito pub. Quando Arthur fece per chiamare Merlin trovò il telefono occupato, prima di salire in macchina si girò verso la direzione in cui era andato Lancelot e lo vide al telefono. Non seppe spiegare cosa gli prese quel momento ma era furioso, era geloso. E sapeva che faceva bene.

Quando si trovarono a casa Arthur era furioso, aveva la sua solita espressione omicida, mentre sua sorella tutto l’opposto, era l’emblema della felicità. “Fratellino, che cos’hai? È successo qualcosa all’università? Non dirmi che hai litigato con Merlin…” Arthur guardò sua sorella mentre mille pensieri gli giravano in testa. Tra loro era sempre stato cosi, non potevano nascondersi niente. Era incredibile come riuscissero a capirsi anche senza parlare. Nascondere le cose a Morgana non faceva parte della sua natura, non ci sarebbe mai riuscito “Si sono furioso Morgana ok?!” “Si fino a li ci ero arrivata anch’io” disse la mora con un sorriso sarcastico “Cosa è successo?” si sentiva un idiota a dire quella frase ad alta voce ma non riusciva a resistere, doveva dirlo a qualcuno altrimenti sarebbe impazzito “Lancelot…” iniziò con lentezza “… vuole qualcosa da Merlin. Non so cosa, ma cazzo, mi sta facendo impazzire” Morgana lo guardò sgranando gli occhi ma senza riuscire a trattenere un sorriso divertito “Cosa????? Arthur ma ti rendi conto dell’assurdità di quello che dici??? Lancelot è innamorato di Ginevra, sai…. Merlin e Gwen non hanno molto in comune che possa far gola a Sir Lancelot” Arthur non ci poteva credere, nel momento peggiore per farlo sua sorella… lo stava prendendo in giro. Era la goccia che faceva traboccare il vaso “Non ci posso credere… mi stai prendendo in giro… ti stai facendo gioco di me, ma dai!” e cosi si alzò ed iniziò a gesticolare che sembrava una moglie isterica “Gli parla sommessamente con voce calda e suadente come se anche volere un bicchiere d’acqua fosse un segreto di Fatima, lo chiama, lo cerca, vuole stare sempre con lui è… è… ti giuro ho il sangue al cervello… è…” “…è esattamente quello che facciamo io Gawain” alche Arthur si bloccò davanti al divano fissando la sorella “Beh… a parte il parlargli sommessamente, soprattutto perché a Gawain non si addice molto. Ma per il resto, anche noi lo cerchiamo, lo chiamiamo e vogliamo stare sempre con lui. Ma poi cosa significa?? Merlin fa parte del nostro gruppo, siamo una famiglia. E lui ne fa parte, cosa vuoi? L’esclusiva sul poterlo chiamare e il poterlo cercare? Arthur sei ridicolo!” il biondo guardò la sorella con un viso indecifrabile. Sua sorella, quella strega, lo aveva appena sgridato e pensandoci… aveva ragione… “Quanto ti sono sembrato isterico?” Morgana sorrise bonariamente a quell’affermazione “Il giusto” fece per andarsi a sedere vicino al fratello “Arthur… Merlin è importante per te, più importante di quanto lo sia mai stato chiunque altro. È logico avere queste paure che per quanto possono essere stupide so quanto possono far male. Io sono qui apposta per questo. Non importa da quante persone possiamo essere circondati, tu sei mio fratello, sei il mio sangue e darei la mia vita per te, tu potrai sempre contare su di me anche se ti servisse di essere tranquillizzato sulla cosa più stupida del mondo. Come per esempio che uno dei tuoi migliori amici voglia provarci con il tuo ragazzo” disse sorridendo. Ora Arthur si sentiva decisamente più tranquillo, parlare con sua sorella gli aveva sempre fatto bene. “Ti voglio bene streghetta” e cosi dicendo la abbracciò. In quel momento ad Arthur squillò il telefono, andò a vedere ed era proprio un sms di Lancelot.

- Ti devo parlare. Possiamo vederci al parco tra un’ora?

“Ecco vedi… come minimo vorrà confessarsi! Non ci posso credere…” Morgana sconfitta, si limitò a rimanere vicino al fratello, che si dava appuntamento con l’amico, senza riuscire a fare a meno di sorridere.

Ma la domanda è… e se Arthur non sbagliasse??
 

Angolo Autrice:
Prima di tutto, tanti auguri di buone feste a tutti voi. Lo so che è passata una vita e spero che possiate perdonarmi. A questo punto della storia sembra proprio che riaffiorino vecchie schermaglie tra galli ahahahahah. E chissà se Mordred riuscirà ad avere con Merlin il confronto che tanto aspetta e che vuole, ma soprattutto chissà cosa uscirà fuori da questo confronto. Secondo voi?!?!  L’appuntamento sarà per il prossimo e credo penultimo capitolo. Spero che questa storia vi stia piacendo e continui a piacervi. Io la sto scrivendo veramente con il cuore. Grazie a tutte le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite, le ricordate o le seguite, mi commuove davvero vedere che siete tantissimo. Un grazie di cuore a chi recensisce ed anche ai lettori silenziosi. Vi voglio bene.
   
 
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