Il solito malumore, la solita impotenza:
scrivere libri e dettare illusioni.
Quanto si è cantato sopra falsi miti;
quanti colori sperperati per falsi fedi.
L’inquietudine di non saper fare e di non saper dire,
l’impossibilità di essere qualcosa di diverso da un errore,
l’audacia richiesta per finanziare il tuo fallimento:
la storia di un giovane scrittore.
Poserò la penna e scorderò il tuo nome,
non appena troverò qualcosa di diverso da quest’unico colore:
giallo pena, che a pennellate di assenza
di rime e di fiori sciupa l’essenza.