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Autore: ClosingEyes_    03/01/2017    2 recensioni
Arrivi ad un punto che il tuo cuore ormai è stanco, ti abitui a vivere nell'umiltà e non ti interessa più essere una persona migliore, butti alle spalle anni e anni di sacrifici perché sai che ci sarà sempre qualcosa a bloccarti.
Ma una magia bastò per cambiare la mia vita, in un ristorante, con un Ferrari di troppo e un freddo pungente.
Quest'aria di Natale in anticipo fa miracoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scappare via, con il fiatone in gola, correndo fra la folla, spingendo involontariamente le persone che passeggiavano tranquille per strada, con Chris fra le braccia spaventato.
Stavo scappando di nuovo, perché mi sono illusa di qualcosa che pensavo esistesse ma che in realtà era solo una nube che presto sarebbe svanita e io sarei tornata alla mia solita vita.
Quella sera, una delle peggiori di tutta la mia vita, ancora non ci credo.
Sesshomaru, perché..


Entrai, trovando sorpresa la porta aperta, cosa anomala da Sesshomaru.
Sentivo dei versi venire dalla camera da letto, sembrava una donna, una donna che godeva, vogliosa, felice.
Ma solo quel suono riempiva la casa, non c'era altro, se non il mio cuore in frantumi.
Vidi solo il mio " Ex ragazzo" a letto con quella vipera di Kagura, con gli occhi soddisfatti di lei e i suoi privi di parole, ma non c'era proprio nulla da dire.
Vidi solo lei alzarsi e guardarmi con un sorrisetto soddisfatto, con quel corpo che faceva invidia al mio, tristemente invidia.
Di ciò che presi fu solo la borsa, il mio Chris e le chiavi di Boston, ma il resto era lì, era a casa sua.
Una casa che una volta era nostra.





Le lacrime mi avevano ormai scavato le guance, sembrava quasi che non avessi più la forza di ricostruirmi, a volte la mia pelle era così bianca che il sangue non circolava neanche.
I giorni, le ore e i secondi, passavano, il rumore della città di Boston mi torturava le povere orecchie, che percepivano i miei singhiozzi durante la notte.
Avevo ripreso a lavorare ma non riuscivo a riprendermi, spesso vedevo coppie a cena e mi veniva da piangere, ripensando che proprio in quel ristorante avevo conosciuto a quel farabutto.
Sotto insistenza delle mie amiche, provai ad uscire con altre persone, ma nessuno era come lui, nessuno sapeva davvero capirmi, ancora non ero pronta a girare pagina.
Pensavo di essere sola, abbandonata al mio tremendo destino, fatto di solitudine e monotonia, ma proprio quel 23 Dicembre, il telefono di casa squillò, ad un passo dalla vigilia.
Non erano le pubblicità stavolta.
-Pronto?-.
-Rin, ti prego come stai?-.
Come potevo mai stare bene, vivevo di depressione e monotonia.
-Kagome..- le lacrime mi stavano struggendo gli occhi, sarei morta disidratata.
-Io, non ce la faccio più, presto crollerò del tutto-.
-Non dirmi così ti prego-.
-Lui come sta?- perché mai mi interessa!.
-Non lo vedo e sento da un po', ma secondo Inuyasha non sta molto bene-.
-Mh-.
-Rin ti prego torna da me, lo so cosa stai passando, hai bisogno di aiuto-.
Come potevo mai tornare indietro? Ero chiusa in quella casa, con i mobili ancora imballati con la plastica, non c'era più quel calore, Sesshomaru se lo è portato via.
-Sai, sono dimagrita, sapessi peso pochissimo, mi sorprendo che riesco a lavorare per pagarmi le bollette e il cibo per Chris-.
-Sto vedendo da te-.
-Non puoi-.
-Non te l'ho chiesto, permettimi di fare la sorella adesso-.
Dopo quei giorni bui senza nulla di positivo, sorrisi.
-Sai Chris, forse viene Kagome, chissà che effetto le farà vedere la casa in queste condizioni, è uguale a quando l'abbiamo lasciata-.
Ma la figura del mio gatto stava ormai svanendo nel nulla, insieme forse alla mia vita.
Perchè ho meritato tutto questo?.



Un dolore indescrivibile nel petto, riuscì a sentire solo questo, prima di aprire gli occhi di scatto e tossendo come se fossi appena annegata.
Ma dove mi trovavo, perché c'era così tanta luce e perché sento questi rumori così forti.
-Si è svegliata, prego venga-.
Ma dove mi trovo?!.
Con quella poca messa a fuoco che avevo, vidi una testa nera e una palla di pelo fra le braccia di questa donna.
-Rin, sono Kagome, mi vedi?Mi riconosci?-.
Il mio angelo è venuto a salvarmi.
-Ti vedo male, ma so chi sei e so che questo è Chris-.
Poca forza mi servì per alzare il braccio e toccare quel pelo morbido del gatto, sentendo sotto le dita le sue fusa.
-Chi lo sa che sono qui?-.
-Nessuno Rin- meglio.
-Per un volta sei stata silenziosa-.
-Ho pensato che volevi la privacy-.
-Hai pensato bene, ma dove mi trovo?- ero un po' spaesata.
-Sei a New York, starai da me appena ti riprendi.
Quindi praticamente lei mi ha portato in ospedale qui, partendo da Boston.
-Sai Rin, spesso alle persone si da una seconda possibilità, perché non è detto che lo sbaglio sia fatto di proposito-.
-Non incominciare, si è portato a letto la sua ex, non c'è niente di peggio-.
-Anche Inuyasha mi tradì, i primi tempi..- vidi il suo volto farsi triste, era uno dei suoi peggiori ricordi.
-Allora è tipico dei Taisho- cercai di sdrammatizzare ma più di un sorrisetto non ho avuto.
-Fu una di quelle gocce che mi fece capire che dovevo cambiare io, per questo mi sono creata questa corazza da cattiva, perché se no Inuyasha non sarebbe mai cambiato-.
-E poi come hai fatto?-.
-Anch'io l'ho colto sul fatto, ma non me ne andai, avevo prima da parlare-.
-Spero che tu abbia detto cose orribili-.
-Ti sbagli, ho detto cose belle-.
La guardai sorpresa, non aspettandomi una tale reazione da mia sorella, lei che voleva rispetto e pretendeva di essere servita, si stava al tradimento.
-Cosa hai detto?-.
-Ricordo poco ma gli dissi che lo amavo, nonostante quello che avevo davanti agli occhi, io lo amavo come se fosse ieri, e che sarei stata disposta a perdonarlo ma io non sarei stata più la stessa, se lui mi amava un briciolo ancora si sarebbe stato a questo mio cambiamento e infatti così fu-.
Mi venne una morsa nel petto, forse anche io dovevo fare così, non dovevo scappare, sono stata una completa stupida.
-Devo andare-.
-Ma dove vuoi andare Rin, sei ancora a pezzi-.
-No, devo andare, o rischio di perderlo per sempre. Firma la liberatoria e portami via di qui-.
Fu quasi una supplica che lei non esitò a compiere, era come se rivedesse in me quello spirito di se stessa quella volta, quando davanti ai suoi occhi il futuro si era appena sgretolato , portando con se fiducia e speranza.
Ma la speranza è sempre l'ultima a morire.
A tentoni mi alzai dal letto, vestendomi con quei panni che non ricordavo di aver messo, cioè una tutta e delle scarpette da ginnastica, forse ero talmente indecente che Kagome prima di portarmi qui mi ha dato una sistemata.
Mi portò la sedia a rotelle, facendomi uscire da quella stanza maleodorante con Chris fra le braccia.
-Rin se ti senti male ti uccido-.
Risi, quella era mia sorella.


Ero ormai davanti al portone, senza neanche il coraggio di bussare ma con la consapevolezza che prima o poi avrei dovuto farlo.
E se non voleva vedermi? Se non mi avesse aperto? Se era con Kagura?.
Forse era meglio scavalcare; mi guardai alle spalle, notando che Kagome era appena andata via, quindi potevo procedere.
Ero conosciuta per le mie abilità di scavalcamento e scassinamento, non perché facessi la ladra, ma la maggior parte delle volte tornavo a casa senza chiavi, lasciandole al lavoro, quindi ero costretta ad usare estremi rimedi.
Ma ero così debole che scavalcare mi sembrò quasi impossibile, eppure ci sono riuscita.
Riuscì anche ad aprire il portone d'ingresso interno, usando una semplice ma utile forcina.
Quinto piano, scala A, non posso sbagliare, devo muovermi.
L'ascensore non mi sembrò mai così lento, avevo una voglia di uscire da lì dentro che mi fremeva addosso.
Mi catapultai all'esterno, correndo con l'affanno verso la sua porta, sperando di trovarlo solo.
Ma mi bloccai, non avevo il coraggio di bussare al campanello, rimasi li ferma con il dito a mezz'aria, ripensando a cosa potevo dire e perché mai avessi fatto questa folle azione di andare a casa sua, scavalcare e scassinare due portoni.
Ma proprio mentre stavo per andarmene, dietro alle mie spalle sentì due mani bloccarmi.
-Finalmente sei tornata-.
Quella voce, quel profumo di menta, il suo sospiro caldo sulla mia pelle, da quanto non lo sentivo, forse dall'ultima volta che abbiamo fatto l'amore.
È stato proprio in quel momento che il mio mondo si fermò, lasciandomi in silenzio tra quelle scale.
Ma avevo tanto da dire e forse poco tempo per farlo, prima che cadessi fra le sue braccia piangente.
-Questo sai dire? Dopo quello che è successo?-.
-Cosa è successo a te piuttosto-.
Mi girò e per una volta vidi il suo viso sconvolto, stupito e rattristito nel vedermi in quelle condizioni penose: ero scesa molto di peso, mangiavo a stento e avevo sempre dolori di tutti i generi.
Ma la rabbia mi scorse veloce nelle vene e tutto ciò che riuscì a fare fu alzare la mano e dargli uno schiaffo che difficilmente dimenticherà.
-Tu mi hai tradita, tu che hai detto che mi amavi, mi hai tradita, ma io, io ti amo così tanto da perdonarti, a venire io da te perché  non hai avuto il coraggio di guardarmi in faccia-.
Mi guardò impassibile come suo solito, quasi con aria di sufficienza , gli avrei dato un altro schiaffo ma lo sentì parlare.
-Non ho avuto il coraggio, perché sapevo che ti avevo ucciso e mi sono ucciso anche io-.
-Cambierò lo sai? Non sarò più così , sarò più stronza, più infame, meno dolce e romantica, mi vorrai ancora?-.
-Ti vorrò per sempre, per tutto quello che sarai, merito la tua cattiveria, perché ti ho ferita-.
Dio, quanto lo amo.


Tutto il palazzo ha sentito il nostro amore quella notte, riconciliato dopo tanto tempo: non c'è stato un posto dove lui non mi abbia amata, ogni angolo era perfetto purché restassimo insieme.
Insieme, una parola che pesa anche solo a dirla, è come sei fosse una promessa, indelebile, che va oltre gli episodi negativi.
Le cose sarebbero cambiate, ma non quella notte, non in quella notte di pura follia, che tanto mi era  mancata.
-Non farlo mai più, per favore non farlo mai più- piangevo disperata sul suo petto, ormai esausta ma in parte felice.
-Non voglio rischiare di perderti ancora- mi strinse fra le sue forti braccia, anche se il mio corpo era ormai un foglio di carta visto di profilo.
-Salvami tu- ero priva di forze, mi sentivo al limite.
Mi guardò e mi specchiai in quelle pozze d'oro, perdendomi follemente.
Mi sorrise dolcemente, accarezzandomi la guancia con le sue dita affusolate.
Ti prego, fa che dica qualcosa di romantico.
-Sushi?- voglio ucciderlo.
-Ma potevi dire altro?- gli diedi un piccolo pugno sul pettorale, ma non sembrò scomodarsi affatto.
-Non hai fame?- anche troppa.
Nonostante tutto ciò, l'amore che mi ha di nuovo legato a lui, la sua voglia di essere mio per sempre, io avevo la necessità di sapere, sapere come aveva potuto farmi questo se poi insieme stiamo bene.
Mi alzai, mettendomi a cavalcioni su di lui, incurante del fatto che ero nuda davanti ai suoi occhi, incrociando le braccia in attesa di risposte.
-Devo sapere tutto-.
-Non possiamo semplicemente dimenticare questo brutto episodio?- assolutamente no.
Sentì le sue mani salire verso i miei fianchi, ma lo fermai, lasciandogli un bel vedere.
-Cosa ti ha fatto per dimenticarmi?-.
Girò il viso di lato, preoccupato ma allo stesso tempo rincuorato che io ero con lui.
-Mi ha detto che ti avrebbe fatto del male-.
-Cosa ti ha detto, Sesshomaru?-.
Non voleva dire altro, il suo silenzio era così snervante che arrivai al punto di urlare.
-Sesshomaru rispondimi adesso!!-.
-Ti avrebbe fatto del male non appena mi fossi distratto e io non potevo permetterlo-.
Non sapevo se essere sollevata oppure tremendamente arrabbiata con lui per aver ceduto ad una minaccia così poco fondata.
-Non mi avrebbe torto un capello, lo sapevi bene-.
-Ho temuto il peggio-.
-Non credi  di avermi ferito lo stesso?-.
Mi aveva comunque distrutta, pur non volendo ha fatto vincere Kagura, lei non desiderava altro che separarci.
-Non accadrà più, mi ha detto che quella stessa mattina sarebbe partita per la Spagna, per un contratto discografico - quindi ha fatto un tocca e fuggi.
-Il tempo di prendersi ciò che voleva e andarsene insomma-.
-Tua sorella venne qui la mattina stesso, per dirmi delle cose-.
-Ma davvero?-.



-Sei un grandissimo idiota se pensi che Rin ti perdonerà! Non sei capace di tenerti stretto nessuna se non fra le tue gambe, fai schifo-.
-Kagome fossi in te non sarei così insolente, la mia pazienza ha un limite-.
-Anche la mia lo ha, hai sbagliato di grosso con mia sorella Sesshomaru e non la passerai liscia, non stavolta!-.
-Proprio tu parli, che l'hai resa una formica , un essere insignificante e inutile, come pensi che io ti creda?!-.
-Perché infondo io sono sua sorella e lo sarò sempre!-.
-Iniziale col chiederle scusa-.
-Inizia col capire che hai bisogno di qualcuno Sesshomaru, di una persona che sappia aprirti il cuore e rubarti l'anima, che sia il tuo primo pensiero la mattina, non il giocattolo da portarti a letto e basta-.
-Tu non sai nulla, noi ci amiamo-.
-Questo è quindi il tuo modo di amare?-.






-Quindi praticamente vorresti dirmi che è grazie a lei che ti sei reso conto di aver sbagliato?-.
Ero un po' confusa, non solo dalla presa di posizione di Kagome dopo tanti anni di litigio e odio, ma anche dalle risposte strane di Sesshomaru, quasi atone.
-Io già lo sapevo di aver commesso uno degli errori peggiori della mia vita, ho rischiato di perdere la prima donna che mi abbia amato veramente-.
Non è possibile che nessuno lo abbia amato, ha tutte le caratteristiche del ragazzo perfetto, ha pure i soldi.
Ma forse molte lo hanno "amato" proprio per i soldi, per i regali facili, per i fiori ad ogni ora.
Eppure io lo amo anche se fosse un morto di fame, senza niente per vivere, io lo amerei lo stesso.
Perché di ciò che ci si innamora non è tanto di quello che si ha , ma per quello che si è .
-Sappi che dovrai riconquistarmi ogni giorno- anche se a dirla tutta già lo hai fatto.
Rassegnato, sbuffò, in segno di arresa ma, infondo, era felice anche lui.

Caddi in uno di quei sogni profondi, senza neanche accorgermi che ormai era giorno; la luce filtrava dalla finestra, cadendo dolcemente sul cuscino, illuminando i suoi bellissimi capelli argentei.
Era una di quelle viste che a prima mattina speri di avere, perché sono proprio quei attimi che ti cambiano la giornata.
Ma ciò che rinfrescò la mia mente, furono delle estenuanti, assordanti e rumorose campane.
Perché diamine suonano le campane stamattina?!.
Ecco, il momento in cui mi svegliai del tutto fu proprio mentre corsi a vedere il calendario, notando che era il 24 Dicembre e io ero senza nessun regalo per mia sorella e Sesshomaru.
-Maledizione!-.
Con scarsi risultati, tentai in tutti i modi di non fare baccano, ma tra i cassetti e l'armadio non feci altro che svegliare il mio povero Sesshomaru.
-Ehm, buongiorno Sesshomaru..-.
-Buongiorno a te Rin, cosa stai combinando da fare tutto questo chiasso-.
Si alzò dal letto, venendo sicuro verso di me e mettendomi incastrata fra lui e l'armadio.
-Beh ecco vedi oggi è la Vigilia di Natale e io ancora non ho fatto regali e..-.
-Rin, non sei l'unica-.
Ma tu guarda che grandissimo bastardo, non solo mi ha tradita ma non si è neanche scomodato di farmi il regalo in anticipo.
-Bene, vuol dire che verrai con me!-.
I suoi occhi mostravano però interesse a fare altro, non di certo scendere e fare regali.
-Perché prima di scendere, non ti fai una doccia con me?-.
Perché prima di fare qualunque cosa, lui vuole sempre fare sesso, ma dico io è una paranoia.
-Fattela da solo!-.
-Non credo proprio-.
Mi prese per i glutei e mi portò nel bagno: mi ricordo ancora che lui, sbruffone che non era altro, di divertiva a stuzzicarmi mentre era al cellulare, nonostante io lo pregassi di agganciare la chiamata.
Ricordo quando nella doccia mi chiese di urlare, di chiedergli ancora se mi amasse, aspettando il momento giusto.
Io ricordavo tutto, perché non ho voluto rimuovere niente.
Ma adesso era tutto diverso, era come se avessi paura di scottarmi, avevo paura di essere ferita di nuovo.
-Rin, stai tranquilla-.
Vorrei potermi sciogliere con te, Sesshomaru, ancora una volta, ma adesso temo, temo per me stessa il peggio.
Ci provai, eccome se ci provai, come la nottata precedente, ad essere più libera ma quella situazione, ancora una volta, mi sembrò scomoda.
-Io ti amo Sesshomaru, ma non ce la faccio-.
Mi allontanai da lui, sorridendogli amaramente, cosciente che questo mio atteggiamento avrebbe cambiato le cose fra noi, ma dopotutto ora era il momento di dare una svolta al mio solito atteggiamento buono e consenziente.
-Va bene Rin, allora vai, scendi con Kagome, ti farà bene parlare con lei-.
Sembrò quasi dispiaciuto,  non perché non avevamo fatto l'amore, ma perché vedeva in me quella paura che mi attanagliava l'anima, spaventata anche se solo mi toccasse.
La nottata precedente fu semplice per lui avermi, ero ormai esausta , non lucida, stanca, avevo bisogno solo delle sue labbra.
Stamattina invece ho iniziato a capire cosa significa allontanarsi, perché la voglia di fare l'amore non c'era più.
Uscì dal bagno trattenendo le lacrime e chiamai Kagome per chiederle di accompagnarmi a fare i regali; in mezz'ora lei era già sotto casa di Sesshomaru, pronta ad andare in centro.
-Sesshomaru allora io vado- entrai in camera da letto, vedendolo seduto sulla poltroncina vicino alla finestra a contemplare il vuoto.
-Va bene-.
-Sesshomaru va tutto bene?-.
-Vai o farai tardi-.
Mi liquidò con un secco "ci vediamo più tardi", facendomi uscire dalla stanza dispiaciuta.
Che fossi stata troppo dura con lui? Ma sbaglio o aveva detto che si sarebbe stato ad ogni mia decisione?!.
Non ci feci caso e raggiunsi in macchina mia sorella, raccontandole quello che era appena accaduto quella mattina.
-Quindi fammi capire, lui voleva e tu no-.
-Si esattamente, però credo di essere stata un po' troppo rigida con lui, quando sono scesa la sua voce aveva un non so che di freddo-.
-Sesshomaru è così Rin, anzi non mi meraviglierei se ritornasse come prima-.
-Come prima? Cosa intendi?-.
-Intendo che lui ha sempre reagito così davanti ai problemi, come fa  Inuyasha d'altronde-.
-Speriamo capisca-.
-E quindi cosa vorresti regalargli?- tentò di cambiare argomento, notando la mia tristezza.
-Tu hai consigli?-.
-Il tuo budget innanzitutto-.
Già, il mio budget, quale budget.
Diciamo chiaramente che non navigavo nell'oro, ma credo che in banca dopo tutti questi anni avessi un bel gruzzoletto.
-Io credo sui mille dollari-.
Kagome quasi non gli venne un colpo.
-Hai tutti questi soldi in banca? Capisco che io posso spendere, ma tu Rin dovresti contenerti no?-.
-Io credo che, nonostante ciò che mi abbia fatto, meriterebbe un regalo degno e bellissimo-.
-Come vuoi, allora andiamo, so dove andare-.
Parcheggiammo in uno di quei super centri commerciali pieni di negozi costosi, forse stavamo un po' esagerando.
-Devi sapere che qualche tempo fa, Sesshomaru fece notare sia a me che a Inuyasha una borsa da lavoro in pelle- Kagome aveva un bel passo svelto , io invece a stento riuscivo a starle vicino.
-Eccola vedi-.
Ci fermammo davanti ad un negozio che sembrò essere una pelletteria, con delle borse e portafogli esposte alla vetrina, anche di prezzi molto alti.
Era un negozio antico, si vedeva dal legno esternamente alla porta, stonando forse un po' con tutto quell'ambiente moderno e lussuoso.
Mi indicò la borsa: in pelle nera, con le cuciture perfettamente invisibili, sicuramente morbida, con la chiusura a gancio davanti e con il manico nero in pelle sempre.
Lussuosa ed elegante, proprio come lui.
-Buongiorno, vorrei sapere quanto costa quella borsa nera in vetrina da lavoro-.
Il proprietario del negozio era un signore sulla settantina, sorridente e cordiale.
-Allora signorina, sono 540$, ma per lei le faccio 500$-.
Come prezzo non era male per una borsa del genere, ma sarebbe poi piaciuta sul serio a Sesshomaru?.
-È bellissima davvero, Kagome tu che dici?-.
-È molto bella devo dire la verità-.
-Signorina scusi se mi intrometto ma potrei sapere chi è il fortunato a cui deve regalare questa borsa?-.
-È un uomo d'affari, si chiama Sesshomaru No Taisho- omettiamo il fatto che sia un demone.
Il signore strabuzzò gli occhi, incredulo.
-Il signorino Sesshomaru? Lo conosco benissimo, viene spesso qui a comprare delle penne importanti, sono sicuro che gli piacerà-.
Mi sorprese come un tipo Sesshomaru potesse fare amicizia, se si può dire, con un vecchietto del genere.
-Bene allora la prendo-.
Convinta, gli porsi la carta di credito, già piangendo all'idea che 500$ se ne stavano andando via dal mio bel conto corrente.
-Ecco a lei signorina, mi saluti il signorino Sesshomaru e Buon Natale!-.
-Anche a lei, arrivederci e grazie-.
Bene, ora mi mancava il regalo a Kagome e poi avevo finito, non avevo molti amici a cui fare i regali.
-Bene Kagome ora se permetti vado un secondo in bagno, sai ho bevuto troppo-.
A quando pare di bevve la scusa della pausa pipì, aspettandomi ad un bar prendendosi qualcosa di caldo.
Ora dovevo solo trovare qualcosa che lei potesse gradire e che soprattutto già non avesse.
-Cosa le prendo ora! Ho pochissimo tempo-.
Entrai in un negozio di abbigliamento firmato , nella speranza di trovare qualcosa: musi sottosopra l'intero store finché davanti ai miei occhi si materializzò una borsa, bellissima , di nuova collezione appena uscita, che costava 250$.
Un po' cara come borsa ma tanto se devo spendere i miei soldi per qualcuno, tanto vale che lo facessi per lei.
-Voglio questa borsa, mi può fare un pacchetto regalo?-.
-Certamente-.
Persi una buona mezz'ora per fare quello stramaledetto regalo, infatti dovetti nascondere la busta dentro a quella di Sesshomaru per non farmi sgamare.
-Rin ma hai perso tutto questo tempo?-.
-Si sai, i bagni pubblici mi mettono in ansia e non riesco a fare pipì subito-.
-Va bene, se lo dici tu- a dir la verità non avevo proprio la voglia di fare pipì.
-Vedo che anche tu però hai fatto spese in mia assenza- notai delle buste vicino alla sua gamba, anche di marche importanti.
-Si beh ne ho approfittato per fare il regalo ad Inuyasha e il regalo a te, sai ci ho messo un po' per scegliere- sapessi io.
-Bene allora che facciamo andiamo oppure ci facciamo un altro giro?-.
-Io direi che prima andiamo al Wine Bar per un aperitivo e poi continuiamo-.
Vino? Da quanto tempo non mi gustavo un po' di buon vino con tutta calma.
-Ci sto, andiamo-.
Non mi sembrò più bello di allora, bere il vino con mia sorella e vederla sorridere spensierata, felice di esserci ritrovate.
-Sai Inuyasha una volta mi ha confessato che a dir la verità io sono una schiappa a fare i dolci e che lui li mangiava solo per farmi contenta, povero amore-.
-Non sei mai stata un fenomeno in cucina, a differenza mia-.
-Sesshomaru ci è andato bene allora-.
-Kagome a proposito, Sesshomaru mi ha detto che avete parlato-.
-Si Rin, ho voluto parlare con lui per  capire le sue reali intenzioni con te.
Appena ho capito quello che è successo solo corsa da lui, ma era più sconvolto di me-.
-Strano eppure per lui sembra che sia acqua passata- considerato con quale facilità voleva portarmi nella doccia .
-Rin ascoltami, Sesshomaru è sempre stato un tipo freddo e distaccato con tutti, si portava a letto le ragazze ma poi il giorno dopo era già tutto finito.
Poi ha incontrato te e credimi non l'ho mai visto così cambiato: nonostante quello che sia successo, lui cerca il contatto fisico perché è forse il suo unico modo per dimostrare che ti ama-
-Che modo stupido-.
-Come ti ha detto che ti ama?-.
Forse stupido non era, perché lui proprio in quel momento, sotto la doccia, in preda agli orgasmi, mi ha detto che mi amava.
Mi sono sentita colpita e affondata, mi sono comportata da c'era stupida, non meritava infondo di essere trattato in quel modo, forse stava cercando di avvicinarsi a me ed io invece l'ho allontanato.
-Noi, ecco, stavamo facendo la doccia e lui me lo ha detto-.
Kagome mi guardò soddisfatta, quasi come se avesse avuto ragione, ma il suo sguardo mutò improvvisamente , diventando preoccupato.
-Ecco appunto. Sesshomaru può essere il demone che tutte le donne vogliono, ma se gli fai un torto, oppure se lo ferisci, si chiuderà di nuovo in quel suo mondo fatto di strafottenza e freddezza-.
Ecco allora perché stamattina lui mi ha quasi ignorata quando l'ho avvisato.
-Me le sono andate a cercare-.
-Chissà magari il Natale vi aiuterà a riconciliarvi-.
A proposito di riconciliazioni..
-Ma ci hai preso gusto a tenerti il mio gatto?- Chris stava con lei, chissà come se la passava.
-Ehm, ti prego posso tenerlo io? Lo adoro, è una palla di pelo stupenda , anche Inuyasha stranamente ci va d'accordo, l'unico difetto è che quando lancio il gomitolo di lana corrono entrambi-.
Non volevo ma risi, immaginando la scena di quei due a rincorrere il gomitolo di lana per tutta la casa, risi a tal punto da farmi venire quasi mal di pancia e le lacrime agli occhi.
-Come sono strani questi Taisho-.
-Non me ne parlare-.
-Kagome pensi di chiamare alla mamma e papà ?-.
-Devo, anche se so che mi striglieranno per bene-.
-Dovremmo andare lo sai?-.
-Si lo so-.
Non continuai il discorso poiché Kagome si rattristì, dunque vidi l'orologio ed erano già le tre del pomeriggio.
Sul cellulare nessun messaggio, a differenza di Kagome che era bombardata da messaggi di Inuyasha.
-Andiamo a farci un ultimo giro?-.
-Si Rin andiamo-.
Facemmo altre compere, molto costose direi, finché non si fece l'ora di tornare a casa.
-Ah Rin non credo che Sesshomaru te lo abbia detto , ma la vigilia la facciamo a casa mia, vi aspetto alle nove e mezza-.
-Va bene, che devo mettermi?-.
-Nulla di impegnativo, una cosa carina-.
Quando dice così, devo aspettarmi sempre il peggio.
Si fermò sotto casa, salutandomi felice della giornata che avevamo passato insieme e, prendendo le mie cose dal bagagliaio, la salutai vedendola sfrecciare via come una scheggia, certo che si divertiva proprio.
Mentre salivo su al quinto piano, mi veniva sempre di più l'angoscia di entrare dentro casa, dopo quello che aveva detto Kagome.
Aprì la porta e posai tutte le buste vicino al divano.
-Sesshomaru, sono a casa-.
Nessuno rispondeva, eppure la porta non era chiusa a chiave.
-Ci sei Sesshomaru?-.
Andai nel suo studio, trovandolo concentrato su dei fogli  di lavoro, con della grappa versata nel bicchiere di cristallo.
-Perchè mai non mi rispondi?!-.
-Ciao-.
Ecco era proprio di questo che parlava Kagome, se lo ferivi lui faceva così, chiudendosi in se stesso.
Tentai di avvicinarmi ma lui mi respinse con un "sto lavorando", dunque me ne uscì sbattendo la porta.
Presi le cose nel salotto e le portai in camera da letto, mettendo in ordine ciò che avevo comprato per me stessa.
Stavo sbagliando, è vero, ma anche lui lo ha fatto con me, anche lui mi aveva ferita.
Perché mai sto piangendo adesso? Forse mi sto rendendo conto che la sto facendo troppo tragica, che forse dovevo passarci sopra perché tutti devono avere una possibilità.
-Non ci riesco a sorreggere tutto questo-.
Mi accasciai a terra, nascondendo il mio viso fra le mani, distrutta ormai da una cosa che avevo creato da sola.
Ma mi rialzai come mio solito, non badando troppo a ciò che mi stava accadendo intorno.
Presi un asciugamano e me lo legai al corpo, dovevo necessariamente farmi una doccia, ma prima dovevo fare un altro tentativo.
Andai di nuovo verso il suo studio, aprendo la porta delicatamente.
-Sesshomaru, io mi faccio la doccia, vieni con me?-.
-L'ho fatta stamattina se non ricordi- che insolente.
-Senti- ora basta però- capisco che io ti abbia ferito, ma non credi che anche io abbia bisogno del mio tempo?-.
-Se davvero vuoi del tempo allora perché sei venuta a chiedermi di fare la doccia insieme?-.
Colpita e affondata, di nuovo.
-Io.. non lo so-.
-Ora sto lavorando, quindi non venire a scocciare di nuovo-.
Uno schiaffo, più forte stavolta, dentro di me, più forte del tradimento.
Ero quasi pronta ad urlare contro di lui e piangere, ma preferì chiudermi silenziosamente la porta alle spalle , lasciando che le mie lacrime fossero accolte dalla calda acqua della doccia.
Aveva ragione, cosa stavo mai facendo, avevo creato tutto questo casino per cosa, per nulla.
Mi venne spontaneo cantare, ancora una volta, quella benedetta canzone di Cohen, quella canzone che ci ha uniti in un giorno freddo a Boston, dove ci ha fatto innamorare dopo tanto tempo.
Ma non riuscivo a cantarla bene sul serio, perché i miei singhiozzi spezzavano la melodia e, mai come allora, soffrì così tanto  per amore.
Mi accomodai ai piedi della doccia, lasciando che l'acqua mi cadesse prepotente sulla testa e sulla schiena, inchiodando la testa fra le gambe e sfogando silenziosamente il mio dolore.
-A cosa mi sono ridotta, sono pelle e ossa-.
Mi facevo impressione, non vedevo l'ora di poter tornare uguale a prima, ma soprattutto non vedevo l'ora di tornare con Sesshomaru.
Perchè così sembravamo solo dei separati in casa, non più una coppia.
-Their tears are filling up their glasses , no expression- mi venne in mente poi la canzone " Mad World", che era più adatta a me in quel momento.
Le lacrime che riempivano il bicchiere erano le mie, davanti alla sua fredda espressione da duro.
Quanto avrei voluto che lui fosse con me, in quel istante a dirmi che sarebbe andato tutto bene.
-Hide my head I want to drown my sorrow, no tomorrow-.
La mia testa era nascosta fra le mie gambe, senza neanche la voglia di tirarla su, volevo solo farmi scivolare l'acqua, non c'era niente di più bello in tutto ciò.
-It's a very mad world-.
È davvero un mondo folle questo, senza neanche spiegazione, ma tutto segue un verso e neanche si sa il motivo.
-Rin- fu l'unico motivo per cui alzai la testa dalle gambe, la sua voce.
-S..si dimmi Sesshomaru- maledizione avevo ancora la voce rotta dal pianto.
-Si sta facendo tardi, muoviti-.
Solo per questo lui mi è venuto a cercare, solo per l'orario.
Non risposi, continuai a farmi la doccia, non appena lui uscì, lasciando libero sfogo ai miei singhiozzi, alla mia rabbia, alla mia tristezza.
Uscì dalla doccia, recandomi in camera da letto per prendere i vestiti e lo trovai di spalle, mentre si stava cambiando la camicia.
-I guess you kissed the girls and made them cry- ancora " People help the People".
Avrà baciato mille donne per poi farle piangere, come sta succedendo a me.
Prendevo i vestiti svogliatamente, non curandomi che lui mi stesse guardando, forse, oppure no.
-Behind the tears, inside the lies- dietro a quelle lacrime e dentro a quelle bugie, che ancora io ci credo invece ai tuoi Ti amo.
-No on needs to be alone, oh save me- perché mi vuoi lasciare sola, salvami, non vedi che sto male, ma a te cosa importa, perché ad essere stato ferito pensi che sia solo tu.
Ma io voglio crederti, voglio ancora allungare la mia mano verso  di te, ma non adesso.
Lo specchio mostrava una Rin che soffre, nessuna corazza mi stava proteggendo, io ero fredda come il marmo e mi stavo facendo del male da sola.
Indossai un vestitino rosso scuro, a maniche lunghe con lo scollo a barca, arrivava giusto fino a sopra le ginocchia, con i tacchi neri Prada e un filo di trucco così leggero che quasi sembrò che non lo avessi.
I capelli li legai in una treccia morbida, mettendo solo un piccolo fiocchetto a stella di Natale, per il resto ero pronta.
Non avevo bisogno di gioielli, non quella sera, non in quel momento.
-As he goes left, and you stay right
Between the lines of fear and blame you begin to wonder why you came- perché mai sono venuta , perché sono venuta a cercarti, se poi non vuoi parlarmi, se poi va a finire così.
"How to save a life", come posso salvarti , come posso aiutarti.
-Sembra che sono la tua accompagnatrice-.
Smossi finalmente quell'animo duro e chiuso in se stesso, ma non ebbi chissà quale risposta.
-Se lo fossi stata, avrei chiamato Kagura-.
-Bella risposta del cazzo-.
Quando arrivammo da Kagome, mi lanciai in cucina, dove sapevo di trovarla, ancora con i regali in mano e un finto sorriso.
-Dove li metto?-.
Si girò a guardarmi, mi capì all'istante , non c'era altro da dire.
-Ayame prendi tu i regali , così io e Rin usciamo a fumare una sigaretta-.
Mi trascinò fuori con la forza, prendendo il pacchetto di sigarette e offrendomene una.
-Hai pianto, non è così?- mi accese la sigaretta e mi sentì meglio.
-Si vede tanto? Nonostante il trucco?-.
-Si vede perché te lo si legge negli occhi-.
Gli occhi non mentono mai.
-Sta andando come dici tu, non ti è sfuggito nulla-.
-Prevedibile, ma ti prego non piangere, passerà-.
-Ho smesso di piangere un'ora fa, penso possa bastare-.
-Comunque sei bellissima Rin-.
-Grazie anche tu, abbiamo indossato  lo stesso colore del vestitino-.
-Se ci fosse la mamma direbbe, eccole le gemelline-.
Lei sapeva come farmi ridere, era l'unica cosa positiva in quella vigilia.
Finita la sigaretta, entrammo, morte di freddo nonostante le giacche.
-Allora accomodatevi, Rin tu vicino a me- incominciamo.
-No Kagome, deve stare vicino a me!-.
-Ayame niente storie sta seduta qui!-.
-Se mi metto al centro? Va bene ?-.
-Rin tutte ti vogliono-.
-Koga almeno c'è chi mi vuole-.
Non volevo fare la cattiva, ma mi è uscito spontaneo, dopo tutto quello che avevo passato.
La cena proseguì tranquilla, finché il padre di Sesshomaru non inizio a fare domande.
-Allora Rin, come ti trovi qui?-.
-Molto bene la ringrazio, anzi devo dire che è un onore, considerato che sono finalmente riuscita a riappacificarmi con mia sorella dopo tanto tempo-.
-Mi fa piacere, sono contenti che mio figlio abbia trovato questa bellissima ragazza-.
Arrossì violentemente, coprendomi le guance con le mani, che imbarazzo.
-La ringrazio ma così mi lusinga-.
-Sesshomaru, non riconosci con me questa grande fortuna?-.
-Mh, si-.
Ma che risposta è, maledizione dovevo mantenere la calma se no davo i numeri di Santa ragione.
-Figliolo, cos'è questo tuo astenerti da certi commenti-.
-Sai padre, riconosco che è una grande fortuna, se non fosse per la sua insolenza a volte e per la sua testardaggine- ma tu guarda che sfacciato, davanti a tutti!.
-Se non fosse che avessi un carattere difficile, forse saresti perfetto sai?- era il momento di ribattere.
-Vedi a cosa mi riferisco, padre?-.
-Mi perdoni sua altezza se non provengo da una corte di signori, ma non mi sembra di essere stata insolente più di quanto lo sia stato tu a mancarmi di rispetto-.
Kagome capì che, nonostante la mia voce pacata, presto sarebbero volate le posate.
-Rin perché non mi fai compagnia a fumare? Inuyasha vieni con me?-.
-Si arrivo-.
Inuyasha mi porse la giacca, trascinandomi inerme a Kagome fuori dalla sala pranzo, portandomi  al balconcino.
-Ma cosa prende a tuo fratello?!-.
Kagome era su tutte le furie e stava cercando in tutti i modi di contenersi.
-Non lo so, mi dispiace Rin per questo suo atteggiamento-.
-No figurati Inuyasha, passerà anche questa-.
Non so fin quando passerà, mi passerà se bevo litri di vino o qualunque altro alcolico.
-Ma è quasi mezzanotte caspiterina!-.
Guardai l'orologio e infatti mancavano due minuti a mezzanotte.
Le luci nel salone si spensero tutte, lasciando solo la luce di quell'immenso albero di Natale al centro della sala.
Entrammo di nuovo dentro e Kagome incominciò a cantare la classica canzone di Natale " Silent Night".
Mi prese la mano e mi invitò a cantare con lei, la prima volta dopo anni che cantavo con mia sorella, senza provare nessun astio.
Stavo cercando in tutti i modi di mantenere le lacrime, ma una sola, singola, mi scivolò sulla guancia, scendendo fino al suolo, facendo un rumore che per le mie orecchie era decisamente assordante.
-Sleep in heavenly peace-.
Anche se la canzone finì, non lasciai la mano di Kagome, non volevo farlo, mi sembrava tutto un sogno.
Le luci non si accesero, perché diceva Kagome che doveva restare l'atmosfera di Natale, fra l'albero e le candele non di vedeva fortunatamente i miei occhi lucidi.
Presi il regalo di Sesshomaru e mi avvicinai titubante, toccandogli la spalla timidamente.
-Ecco, questo è per te-.
-Un regalo per me ?-.
Sembrò sorpreso, come se non avesse mai ricevuto un regalo in vita sua.
-Si-.
Lo aprì delicatamente e non appena vide cosa c'era al suo interno, vidi i suoi occhi dilatarsi leggermente, emettendo un grugnito sorpreso.
-Come facevi a saperlo?-.
-Istinto- a dir la verità Kagome.
-Costa un sacco questa borsa-.
-Non importa-.
-Anche io ho un regalo per te-.
Dire che era un piccolo regalo era poco: mi porse due shopping bag, una di Roberto Cavalli e una di Prada.
-Ti prego dimmi che è quello che penso-.
-Aprile-.
Per poco non svenni, no sul serio.
Erano due borse, quelle due borse di cui avevo salvato la foto sul cellulare per quando mi sarei fatta i soldi.
-Oh mio Dio, Sesshomaru-.
-Sono quelle che ti piacciono non è così?-.
-Come hai fatto a saperlo?-.
-Istinto-.
Sicuramente Kagome glielo avrà detto oppure avrà visto sul mio cellulare quando mi sono distratta.
-Io non so che dire, cioè sono bellissima, davvero grazie mille io non so come sdebitarmi, avrai speso un sacco di soldi e..-.
Mi alzò il mento con due dita e mi baciò, ma era chiaro che fosse forzato, nonostante ciò mi sono goduta il momento, finché è durato.
Anche io e Kagome ci scambiammo i regali: lei mi aveva regalato un completo intimo con la vestaglia in seta abbinata, infatti evitai di cacciare tutto fuori davanti ai ragazzi e lei rimase molto contenta della borsa.
-Kagome grazie mille di tutto, ci vediamo domani-.
-Sisi Rin, a domani!- mi abbracciò talmente forte da farmi mancare quasi l'aria.
Salutai anche la mia dolce palla di pelo, che era ormai nelle sue mani, ma stava abbastanza bene , era pure bello in carne.
Salutammo tutti e, prendendo i nostri regali, io e Sesshomaru tornammo a casa.
Pensai che forse potevo usare il completo nuovo che mi ha regalato Kagome, ma non avrei retto un altro secco e scocciato "no".
Ma dovevo provarci.
Mi chiusi nel  bagno e cominciai spogliarmi, notando che effettivamente il completo di Kagome era piuttosto provocante: era tutto nero di pizzo, con lo slip a brasiliana, completamente ricamato, il reggiseno a balconcino che non so se poteva reggere le mie due bellezze e una vestaglia di seta nera corta, con dei dettagli in argento.
Vedendomi così allo specchio mi sono data della bella ragazza da sola, che stupida.
Capì che Sesshomaru era entrato in camera da letto e dalla serratura della porta vidi che si stava spogliando.
Non che avessi voglia, ma mi venne un brivido lungo la schiena tale da farmi aprire di scatto la porta , facendolo stranamente girare.
-Te lo ha regalato Kagome?- ma solo questo sa dire .
-Si, molto carino- stranamente incominciavo ad essere più sicura.
-Peccato che non ti serva adesso-.
-Tu dici?-.
Presa da un improvviso attacco ormonale, che non potevo sicuramente frenare, mi avvicinai s lui, mettendomi fra il suo petto e l'armadio aperto.
-Cosa pensi di ottenere?-.
-In teoria la tua attenzione-.
-In pratica?-.
-Voglio te-.
Lo aiutai con la camicia, al punto di strappargliela, ma non di ribellò affatto.
Lo tirai verso di me con la cravatta, ad un centimetro dalle mie labbra.
-Ancora non mi hai sbattuto dentro all'armadio, sarebbe bello farmi mantenere all'asta delle camicie mentre spingi-.
Quando si dice che il potere delle donne è qualcosa a cui neanche gli uomini sanno resistere.
-Lo hai voluto tu, piccola-.
Mi prese per le natiche e mi alzò , facendomi aggrappare all'asta dove lui appende le sue bellissime camicie, baciandomi il collo, mordendomi, fino a che non arrivò al mio orecchio e, per quale strano motivo, mi fece poggiare di nuovo con i piedi per terra.
-Ma non avrai ciò che vuoi-.
Si spostò da vicino al mio corpo, togliendosi anche i pantaloni, e si stese sul letto, con solo il pantalone del pigiama.
La mia pazienza aveva un limite e in quel momento lui me l'aveva fatto perdere.
-Cosa stai facendo?!-.
-Sono le tre di notte, io domani devo andare a lavorare, non posso fare tardi appresso a te-.
-Sesshomaru- mi misi dolcemente a cavalcioni su di lui- forse non ti è chiaro che io ho voglia-.
-Mi è molto chiaro-.
-Allora perché non ammetti che, infondo, la voglia l'hai anche tu?-.
Gli sussurrai all'orecchio, sentendo una protuberanza sotto ai suoi pantaloni, non poteva mentirmi.
-Stamattina non volevi, cosa è cambiato in mezza giornata? I tuoi sensi di colpa?-.
Bene, se non voleva proprio, era inutile insistere.
-Sai cosa? Io dormo sul divano, anzi domani mattina torno a casa mia a Boston, ti libero la casa così puoi portarti chi vuoi e fartela senza problemi-.
Mi alzai da dosso a lui, scappando sul divano piangendo, rannicchiata ancora una volta con la testa fra le gambe.
Ero stufa, mi aveva promesso che non mi avrebbe più ferita, invece eccoci qui, di nuovo, a farmi del male.
Ma proprio quando considerai che era tutto perduto, sentì delle mani sulle mie spalle.
-Perdonami, non te ne andare per favore-.
Mi voltai per replicare ma lui mi prese in braccio , portandomi di nuovo nella camera da letto.
Mi baciava, con quella foga che si era trattenuto per tutta la giornata, finalmente era mio.
-Sesshomaru, io ti amo-.
-Anch'io ti amo Rin-.
Finalmente nudi, spogli di ogni indumento superfluo, finalmente insieme ancora una volta.
Fu una di quelle sere che non di dimenticano facilmente, un'esplosione di amore profondo.
-Oh si, Sesshomaru ancora-.
Non volevo per nessuna ragione che si fermasse, doveva amarmi, amarmi come non aveva fatto mai.
-Rin- il mio nome gli uscì quasi come un ruggito, era più eccitato di me.
-Ancora Sesshomaru, ancora-.
Gli orgasmi ammutoliti dai baci erano tutto quello che mi ricordai di quella sera, non pensai più al fatto che eravamo litigati , oppure al suo tradimento.
Questa era la vera magia del Natale.
Io , lui e quel letto.


   
 
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