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Autore: TheManiae    03/01/2017    5 recensioni
(Spinn-off Canonico della serie My Little Brony)
Shadow Blade ha vinto.
Alcuni suoi generali inseguono Lucas e Maty.
Nitro devasta Equestria.
Victus spiega le ragioni del suo tradimento.
E io?
Guido il furgone.
Sul serio pensate che me ne stia comodo mentre ovunque dilaga il caos?
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!
Dovrei essere io il pazzo qui, non voi!
Divertitevi a leggere.
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella giornata.
Oggi, il 7 Dicembre 2016, la giornata era davvero iniziata per il meglio, pensava il soldato semplice Roger. Alle nove e trentatré avevano ricevuto notizia che la strana infezione che aveva colpito il Nord America era finalmente cessata, sebbene ci fossero comunque state milioni di vittime.
Ma Roger lo sapeva. Di certo c'entrava Lucas, il capo di quei bastardi della Lucas Force. Delle voci in giro avevano detto che era scappato dalla prigione in cui era richiuso, massacrando chiunque si trovasse davanti e infettando la gente con quella strana malattia.
Il soldato dai capelli marroni strinse il fucile tra le mani e aprì di poco la bocca, mostrando i denti contratti per la rabbia.
"Quei bastardi. Hanno portato solo morte sulla nostra povera terra. Non vedo l'ora di vederli crepare sulla sedia elettrica!" Mormorò a denti stretti, le ultime parole uscirono con sanguinaria gioia. Nuvole di vapore si condensarono davanti a lui, svanendo poco dopo nell'aria invernale.
La base nella quale era di stanza si trovava sul confine tra l'Oklahoma e il Texas, vicino a Dallas, ma nonostante fosse nella zona meridionale del paese avvertiva il gelido tocco dell'inverno. Ovunque le case erano coperte da un leggero strato di neve appena caduta, donando alla cittadina di Gainesville una sfumatura fredda, in contrasto ai colori accesi delle abitazioni.
Si, era una bella giornata. 



Poi arrivarono le bestie.
In lontananza, sul confine della città, Roger vide una colona di fumo alzarsi verso l'alto, scura e informe, che saliva sporcando l'armonioso grigio delle nuvole. Poi un'altra emerse dalle strade, questa volta più vicino. Dopo pochi secondi quasi una decina di monoliti fumosi si innalzava da terra, e il giovane soldato castano vide una massa nera di mostri muoversi per le strade, diretta verso la base.
L'allarme risuonò in tutto il complesso di baracche, campi d'allenamento e hangar, come il suono di un gallo o di una sveglia al mattino: Tutti i soldati precedentemente a riposo in pochi attimi correvano rapidi seguendo gli ordini dei loro capitani, mentre enormi esoscheletri di metallo antropomorfi, alti circa quattro metri e dotati di mitragliatrici gatling sul braccio destro, uscivano dagli hangar a passo lento e meccanico. In cielo gli elicotteri si alzavano in volo, pronti a far piovere morte sul nemico.
Roger, dall'alto della torre d'osservazione dove si trovava, vide gli invasori avvicinarsi più rapidamente di qualunque cosa avesse mai visto. Sorrise osservando il carico di esplosivi che gli elicotteri scatenarono addosso alle creature, ma la gioia divenne disperazione quando una di essere saltò su uno dei veivoli, facendolo precipitare a terra. Molti altri aeromobili fecero la stessa fine, cadendo su case, strade e altro, esplodendo in una palla di fuoco. Alcuni furono inglobati dal fiume di mostri neri che rapidamente invadeva la città come un cancro.
In pochi secondi le bestie furono tanto vicine da poterle identificare: Terrificanti mostri dalla pelle così scura che era impossibile identificare una singola fiera per volta, di cui l'unico segno distinguibile erano i piccoli occhi bianchi e maligni. Ognuna aveva caratteristiche differenti l'una dall'altra, ma tutte condividevano un aspetto spaventoso, con artigli e zanne letali.
Roger si mise alla mitragliatrice della torretta e fece fuoco, senza nemmeno mirare da quanto grande era l'orda. Molte creature caddero a terra e si dissolsero in una pozza nera, ma molte di più calpestarono i resti dei compagni distrutti e colpirono la recinzione. Con stupore e orrore, i soldati videro che le belve passavano attraverso i fili della rete come fossero liquidi. Ma quando la prima ondata di bestie colpì i plotoni schierati, le loro zanne erano molto solide.
Roger continuò a sparare con l'arma fino a finire i colpi, e quando si accorse che i mostri stavano scalando la torretta per raggiungerlo prese il fucile per difendersi. Il soldato accanto a lui, un certo Jonas, fu trascinato a terra da un tentacolo sbucato dalla bocca di una creatura. Il castano provò ribrezzo nel vedere il corpo del cadetto fatto a brandelli, col nero e il bianco che si tingevano di rosso.
Urlò come un indemoniato, tanto forte che alcune bestie si spaventarono addirittura. Col fucile sparava a ogni cosa che si muovesse, e quando i proiettili finirono usò la sua fidata 9mm e le granate che aveva con se. Purtroppo, un improvviso dolore al petto lo fece cadere in ginocchio. 
Guardando verso il basso vide la punta di una lama nera spuntare dallo sterno, grondante di sangue cremisi. Il suo sangue. Non ebbe nemmeno il tempo di urlare, che la sua coscienza iniziò a svanire, risucchiata da qualcosa. Il corpo senza vita di Roger cadde a terra, gli occhi bianchi e il sangue che sgorgava, ora diventato completamente Nero. 






Shadow Blade osservava a braccia conserte una decina di schermi, tutti ritraenti Kishin. Il corvino si trovava in una base militare e si stava dando alla pazza gioia, smembrando e facendo a pezzi chiunque gli capitasse a tiro. Attorno a lui, le sue adorate bestie di sangue nero dilaniavano i soldati con artigli, chele, tentacoli e ogni letale arma naturale in loro possesso.
Il generale oscuro sorrise.
"Che sta facendo quel bastardo!?" 
Una voce furiosa provenne dalla porta, seguita da una serie di passi rapidi e agitati. Shadow Blade nemmeno si voltò quando sentì il il comandante Anderson entrare e avvicinarsi a lui. 
"Che storia è questa?" Esclamò infuriato l'umano dai capelli grigi, poi indicò gli schermi. "Ferma subito quella massa di fango e ammazzalo per questo!"
Il demone di quattro metri guardò prima l'immagine di Kishin, poi volse lo sguardo verso Anderson. "Si sta solo divertendo." 
Per un attimo il comandante ebbe un tic all'occhio. Shadow Blade si divertiva sempre nel sentire quel patetico essere umano infuriarsi per motivi tanto effimeri.
"Come sarebbe!? Sta distruggendo una città americana e sta ammazzando i nostri soldati!"
"I Tuoi soldati." Rispose gelido il generale. "Non mi preoccupa se qualche debole soldato muore."
Anderson restò senza parole, fissando l'oscuro essere davanti a lui con rabbia. Sapeva che Shadow Blade era un mostro senza sentimenti che non fossero Odio, Rabbia e Sete di conquista, ma credeva che facesse tutto ciò solo per la sua scalata al potere, come lui aveva fatto tutto per la sua rabbia verso Lucas. Invece ora vedeva che era un maledetto sadico.
"Bastardo... Come puoi stare qui a osservare un massacro di soldati leali!?"
Il comandante si ritrovò sbattuto contro il muro, la mano del demone stretta al collo.
"Forse non hai capito. A me non frega NULLA della vostra schifosa e debole razza! Siete tutti carne da macello ed è solo merito Mio se non siete stati ancora massacrati e ridotti in cenere!" Urlò infuriato il Generale oscuro. Anderson annuì agitato, la bocca aperta in cerca di aria. 
"Ora piantala di rompere con le tue sciocche parole sulla pietà e la lealtà e vattene!" Esclamò gettando a terra l'umano, che tossì violentemente, respirando grandi boccate d'aria. Anderson si alzò fissando con odio il demone, ma rimase in silenzio e uscì dalla porta. Shadow Blade nemmeno si degnò di guardarlo, troppo preso dal massacro di soldati.






 All'interno della loro cella, i membri ancora leali della Lucas Force erano sdraiati a terra, tutti col morale distrutto. Alcuni stavano al muro, con la faccia appoggiata sulla parete a guardare il vuoto. Altri, come Gyber e Wesker, camminavano in tondo, cercando una soluzione alla terribile situazione in cui si trovavano.
Giuly si trovava vicino al vetro. Con sguardo triste osservava le due guardie armate alla porta, mentre col dito tracciava alcuni segni col dito sulla condensa del suo respiro. Anche se fossero usciti, di certo i due soldati in armatura nera li avrebbero uccisi prima ancora di poter tentare un qualsiasi attacco.
Mentre scarabocchiava in modo casuale sul vetro, vide una sostanza nera colare dall'altra parte.
"Ma cosa..." Mormorò guardando in alto, da dove proveniva il liquido scuro. Era indecisa se essere sorpresa o infuriata con Kishin, che fissava il gruppo dal soffitto mentre dai capelli gocciolava sangue nero. 
"Ciao ragazzi!" Disse scivolando lungo la finestra in forma liquida, tornando umano quando raggiunse il pavimento. "Come ve la passate li dentro?"
Gli sguardi dei presenti si accesero di rabbia nel vedere il corvino, e chi ne aveva la forza si mise in piedi e si avvicinò all'ex alleato.
"Secondo te traditore?" Esclamò Gyber, sputando sull'ultima parola come fosse veleno. Anche senza esaminarne l'anima si poteva capire che avrebbe volentieri fatto a pezzi Kishin, e con lui quasi tutti gli altri avevano lo stesso sguardo. Eccetto Giuly.
La castana fissava il corvino con tristezza. Non era quel genere di persona che odia qualcuno, nemmeno uno come Kishin. 
"Dai ragazzi, siete esagerati. Tre pasti caldi al giorno, potete dormire quanto volete e nessuno vi vuole morti. Cioè, tutto il mondo vi vuole morti, ma qui non rischiate nulla." 
"Certo, prendici pure in giro maledetto..." Mormorò Donatozilla da un angolo. Improvvisamente Kishin si accorse che tutti quanti erano terribilmente magri e pallidi. Eppure gli era stato garantito che erano ben nutriti.
"Non lo sapevo..." Mormorò sorpreso il corvino, poi scosse la testa. "Comunque, sono venuto per offrirvi una cosa." 
"Cosa?" Chiese Wesker.
"Semplice. Unitevi anche voi alla nostra causa."
Tutti i presenti rimasero in silenzio, fissando Kishin con gli occhi spalancati.
"E diventare tutti traditori come te?" Sbottò infuriato Litios. "Neanche morto!"
Il corvino li guardò con un sorriso dato a un bambino ancora piccolo e inesperto. "Quante volte avete combattuto per questo pianeta? Avete salvato questa gente centinaia e centinaia di volte da criminali, creature mostruose e divinità malvagie. E come vi hanno ripagato? Chiamandovi Criminali e Assassini, sbattendovi in una cella e dimenticando tutte le volte che li avete aiutati."
"Siete stati voi traditori e quel bastardo di Anderson a farci questo!" Protestò Twilight.
Kishin alzò le mani in segno di colpevolezza. "Io e gli altri abbiamo solo aiutato a catturarvi, Anderson vi ha chiusi qui dentro e ha raccontato quelle bugie, ma è stata la razza umana a decidere di credere a ogni sua parola."
L'ex membro della Lucas Force tese la mano verso di loro, e le dita si sciolsero in una massa nera, assumendo la forma distorta di cinque persone dai tratti arrabbiati, che puntavano le braccia contro una sesta figura inginocchiata al centro del palmo. 
"Potete aiutarli quanto volete, quei bastardi alla fine vi chiameranno sempre mostri..." Mormorò con una nota triste nella voce, poi lo sguardo si fece severo. La figura al centro del palmo crebbe, diventando alta il triplo, e le cinque 'dita' si inchinarono a essa. "Non sarebbe molto meglio se quelle masse di ingrati si inginocchiassero ai vostri piedi?"
Il gruppo rimase in silenzio. Kishin osservava i loro volti pensierosi, sul viso aveva stampato il sorriso di chi sta vincendo. Sperava che si unissero a lui. Dire che non aveva creato dei legami era una menzogna. 
Il primo a parlare fu Gyber. 
"Forse hai ragione. Dopo tutte le volte che abbiamo lottato, sofferto e ci siamo spaccati la schiena per questo schifoso pianeta e i suoi ingrati abitanti, come minimo dovremmo essere adorati come delle divinità..." Disse l'albino con voce carica d'odio e di rabbia. Il corvino sorrise ancora di più.
"Ma questo va contro tutto ciò che ha creato questa squadra." 
Il sorriso svanì.
"Potrebbero anche chiamarci mostri a vita, ma ci siamo uniti alla Lucas Force perché abbiamo dei principi. Preferisco farmi odiare che abbandonare i miei." Disse Gyber, e il resto della squadra annuì in silenzio, tutti erano d'accordo con le sue parole. Kishin abbassò il capo, i capelli scuri che ne coprivano gli occhi. 
"A quanto pare, anche senza poteri siete ancora più forti di me..." Mormorò a bassa voce, i pugni serrati. Si voltò e si diresse verso la porta, gli occhi di tutti addosso. Prima di uscire si fermò accanto alla guardia.
"Voglio che ricevano ogni giorno tre pasti caldi e sostanziosi."
"Ma generale Kishin, il comandante Anderson.." Risposte titubante la guardia, bloccandosi nel vedere gli occhi carichi di rabbia del corvino.
"Se Anderson avrà dei problemi con questo, puoi dirgli che il qui presente Generale lo manda cortesemente a Fanculo. Hai capito o devo spiegarlo al tuo futuro sostituto?"
"N-No, signore, ho capito." Disse tremando la guardia.
"Bravo ragazzo." Kishin diede una pacca sulla spalla alla guardia, facendola sussultare, e sparì dietro la porta. Giuly continuò a fissarla, mentre una piccola speranza si accendeva in lei.










Angolo del Traditore
Salve amici.
O meglio, Amici e Nemici. 
Spero vi sia piaciuto leggere sta cosa che mi è venuta in mente a caso.
Ho pensato che visto che sono uno dei principali traditori, Dovevo fare qualcosa, no?
Alla prossima!

-La Follia mi scorre nelle vene.





Szymon: E bravo il mio Figliolo.
   
 
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