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Autore: k_Gio_    04/01/2017    4 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20

 

Il giorno seguente fu più duro di quanto si aspettasse.
Aveva cercato di far finta che andasse tutto bene, che fosse tutto normale ma non era stato così. Non poteva essere altrimenti. Avrebbe dovuto accompagnare Henry a scuola e poi si sarebbe dovuta recare al lavoro e invece eccola lì nel suo letto a guardare il vuoto dopo una notte insonne dove la mente era stata attraversata da tutte le opzioni che si sarebbero potute verificare.
C'era l'opzione uno, ovvero quella in cui Killian tornava insieme a Bae e iniseme riuscivano a risolvere quel grande problema.
L'opzione due la mandava in agitazione. Killian che colto da un'ira cieca andava a casa di Milah e le rivelava tutto con la coseguenza che Gold andava a casa sua e le portava via sia Bae che Henry.
E poi l'opzione tre che non voleva nemmeno prendere in considerazione. Non succedeva niente, Killian non ne avrebbe parlato con nessuno e avrebbe dimenticato il numero di Emma, il suo indirizzo e quant'altro per interrompere definitivamente i rapporti tra lei e Bae.
Ne aveva pensate di tutti i colori ma la prima era quella in cui sperava, ma a conti fatti lei rimaneva in attesa che lui si smuovesse e facesse il primo passo. E la cosa perggiore era che non sapeva se l'avrebbe fatto.
Ma c'era Henry. Killian ora lo sapeva e poteva dire di conoscere l'uomo abbastanza da sapere che una cosa del genere non gli sarebbe scivolata via così facilemente. Lui teneva ad Henry, forse a lei non più ma ad Henry si.
«Mamma perchè non mi hai svegliato? Facciamo tardi» Henry aprì la porta rimando sull'uscio stropicciandosi un occhio ancora addormentato.
Emma lo guardò e con una mano lo invitò a raggiungerla, il piccolo trotterellò verso la mamma capendo al volo che a scuola quel giorno non ci sarebbe andato.
«Ti va di rimanere insieme tutto il giorno?» entrambi su un fianco e faccia a faccia, Emma lo guardava con occhi stanchi ma con un sorriso che non poteva non presentarsi ogni qual volta il suo bambino la guardasse .
Henry annuì e gli si accocolò meglio tra le braccia «Mi porteranno via mamma? Perchè io scapperò se qualcuno mi vuole portare via...anche se è Killian che vuole farlo»
«Nessuno ti porterà via Henry, te lo prometto». E rimasero abbracciati .
Cause di forza maggiore li spinsero ad alzarsi dal lettone, lo stomaco di Henry reclamava cibo. Quello di Emma era stretto in una morsa dolorosa. Aveva abbandonato il cellulare da qualche parte, non voleva sentire nessuno, l'unica persona che le avrebbe fatto cambiare idea molto probabilmente non si sarebbe fatta sentire per un bel po'. Preparò la colazione a suo figlio e poi si sdraiarono sul divano per guardare i cartoni. La mente di Emma vagava per la stanza, pensando a tutto ciò che ospitava e quel tutto era tremendamente doloroso. Non c'era oggetto che non la riportasse a Killian o Bae, ogni cosa era stata messa in quella casa da loro quattro. Doveva essere la casa di un nuovo felice inizio e invece gli eventi erano degenerati troppo velocemente, un po' di tranquillità in più non avrebbe fatto male a nessuno di loro. Evidentemente le cose non dovevano andare così.


 

Passarono altri due giorni di silenzio completo, Emma non controllava il cellulare dal suo ultimo incontro con Killian. Henry era tornato a scuola dopo la loro giornata passata insieme e verosimilemente le cose procedeveno come i vecchi tempi. Ma Emma non andava al lavoro, non usciva di casa se non per prendere suo figlio a scuola e fare la spesa. Si era auto esclusa dalla vita sociale, non voleva saperne di dover fronteggiare sua cugina e la sua amica. Prima di chiudere i contatti aveva scritto loro un : L'incendio è scoppiato. Stiamo bene. Non cercateci.
Ovviamente non sapeva se lo avessero effettivamente fatto, ma almeno le avevano laciato il suo spazio non presentadosi alla sua porta. Voleva riflettere, capire come poteva rimediare ma sapeva che il primo passo lo doveva fare lui. Era lui che doveva metabolizzare il tutto e decidere come le cose sarebbero procedute.
«Mamma posso vedere se ti hanno chiamato?» Henry era sbucato dal nulla facendola sobbalzare, era arrivato in cucina con il cellulare alla mano con un'espressione quasi noncurante.
«Henry non penso che oltre alle chiamate di Elsa, Anna e Mary Margaret troveremo quella di qualcun altro...» Emma sospirò. Sapeva che Killian non avrebbe voluto sentirla per un po', era comprensibile, non si era fatta strane fantasie d'altronde si meritava quel comportamento distaccato. Ma era per i bambini che voleva sistemare le cose, per il resto potevano anche cambiare le cose, se ne sarebbe fatta una ragione...prima o poi.
Si accorse della faccia corrucciata di suo figlio, lo aveva imparato a conoscere ormai e lui preferiva essere arrabbiato che piangere, forse lo aveva imparato da lei, non lo sapeva ma era la barriera che Henry aveva iniziato a erigere in caso di dolore.
«Ma questo non vuol dire che se lui non vuole vedere me non voglia nemmeno vedere te» provò a togliergli quel muso che aveva messo su ma non non ci riuscì completamente. «Dai vediamo un po'»
Henry aprì la pagina dei messaggi e vi scorse una ''K'', non sapeva ancora leggere bene ma le lettere le aveva ormai imparate abbastanza bene. «Forse ti ha scritto». Sua madre corse alle sue spalle, impaziente più di quello che non voleva dare a vedere.
«Allora?»
«Allora ha detto di vederci»
«Quindi quando vuole vedermi?!» Henry iniziava ad essere di nuovo felice.
«No Henry, vuole incontrare solo me. Vuole chiarire le cose» ad Emma non sfuggì lo sguardo nuovamente mogio di suo figlio. «Sono sicura che vorrà vederti non appena gli spiegherò tutto»
«Non è vero!!! Nessuno vuole essere il mio papà!!!» il bambino scese dalla sedia e si precipitò su per le scale sbattendo forte la porta.
Emma si accasciò sulla sedia nascondendo la testa tra le mani, pregò che tutto andasse bene. Il messaggio era privo di qualsiasi ornamento, asciutto e diretto le aveva scritto di incontrarsi l'indomani. Avrebbe fatto di tutto per far andare bene le cose, lo doveva ai suoi figli.


 

Killian stava aspettando da un buon quarto d'ora, era andato prima per cercare di ordinare le idee e capire da dove iniziare. Quando aveva scoperto quell'intricato gioco di manipolazione a cui era stato sottoposto non ci aveva visto più. Era voluto scomparire dal mondo per almeno un giorno. Aveva riportato Bae a casa da Milah non volendo nemmeno ascoltare suo figlio e si era chiuso in camera lasciando  un David ignaro di tutto a battere alla sua porta in cerca di spiegazioni. Solo il giorno dopo gli aveva concesso la sua presenza e gli aveva vomitato tutto quello sentiva dentro, quello che era accaduto e quello che provava. David non credeva a quanto il suo amico gli stava raccontando, sapeva che c'era qualcosa in Emma che non quadrava ma una rivelazione del genere non se l'aspettava, d'altronde nessuno poteva immaginarsi una cosa del genere.
David era una persona più calma rispetto a Killian e sapeva che per l'amico Emma non era una come tante, e nonostante quel brutto colpo lui continuava a provare dei sentimenti non indifferenti per la donna. Ora però offuscati dal senso di tradimento a cui erano stati sottoposti. Quindi gli aveva consigliato di calmarsi, prendersi qualche giorno e poi incontrarla per svelare ogni anfratto di quella faccenda. Ma non era stato facile uscire da quella casa e rapportarsi con la realtà. Aveva solo voglia di prendere a pugni qualcosa, di distruggere tutto, così come lui si sentiva dentro. Ma non lo avrebbe fatto, le aveva chiesto di vedersi per parlare. Lei avrebbe parlato e lui ascoltato, anche se quello che avrebbe sentito non gli sarebbe piaciuto. Ma vederla era la parte più dura. Starle vicino e detestarla era la peggior tortura a cui potesse essere costretto. Sentiva il bisogno di amarla e perdonarla venir spinti nelle profondità del suo cuore mentre odio e risentimento si facevano strada verso quella figura che ora, scesa da  quell'improbabile macchiana gialla si guardava intorno cercando di farsi coraggio mentre le mani andavano a nascondersi nelle tasche della giacca per poi riuscire fuori e muoversi in gesti nervosi. Glielo avrebbe fatto notare con qualche battuta delle sue se si fossero trovati in altre circostanze, ma non era quello il caso, non ci sarebbe stata nessuna battuta a smorzare quella brutta atmosfera che si andò a creare non appena lei lo vide e gli si fece incontro. Per un secondo, un piccolissimo secondo, il suo cervello gli aveva giocato il brutto scherzo di indurlo ad alzarsi per salutarla con un bacio. Aveva voltato il viso dall'altra parte emettendo un basso «Swan» quando lei lo aveva salutato.
Lei sembrava quasi impacciata, non era da lei e lui lo notò ,ma quegli occhi verdi non tradivano nessuna incertezza o intimidazione.
Lui sembrava scostante come non lo era mai stato nei confronti di lei ma non erano lì per fare colazione o chiacchierare come avevano fatto qualche tempo addietro. Quindi Killian andò dritto al sodo.
«Parla Swan, ti ascolto»
Non l'aveva neppure guardata in faccia. «Non riesci nemmeno a guardarmi Killian? Almeno aspetta di ascoltarmi prima di decidere che la persona che hai davanti è degna di questo trattamento»
Killian chiuse gli occhi, aveva distolto lo sguardo da lei per non farsi confondere, sapeva il potere che quegli occhi avevano su di lui. Ma la guardò e ci mise tutta la sua buona volontà per non parlare, quel giorno doveva solo ascoltare. Non sapeva se avrebbe cambiato idea, ne dubitava, ma lei doveva almeno avere la possibilità di spiegare le sue motivazioni. Questo era quanto David gli aveva ripetuto fino allo sfinimento da quando lo aveva messo al corrente dei fatti.
Gli occhi che Emma vide riflettersi nei suoi stavano combattendo.
Prese un respiro e non distogliendo gli occhi da quelli di lui iniziò.
«Come ti ho già detto Henry quando è nato non stava bene, nessuno ne capiva il motivo, o meglio io e chi mi stava vicino non ne capivamo il motivo. Era andato tutto bene durante quei mesi, nessuna complicazione, nessun  problema e scoprire che il mio bambino presentava prerogative che appartenevano ad un bambino nato prematuro non ce lo spiegavamo. Il medico alle nostre domande mi risultò fin troppo evasivo, diceva che avrebbe fatto il possibile per aiutarlo, e non erano le solite promesse fatte, lo percepivo che voleva davvero aiutare quel bambino. Aveva un'aria colpevole, quasi che salvandogli la vita avrebbe fatto ammenda per un peccato più grande. Io non ci capivo niente, volevo che mio figlio stesse bene.» fece una pausa non distogliendo lo sguardo.
Lui continuava a guardarla, imperturbabile.
Lei riprese a parlare « Neal sembrava più pensieroso del solito, anzi non lo era mai stato, ma da quel momento le cose iniziarono a cambiare. Guardava Henry dentro quell'incubatrice con sospetto, i primi dubbi cominciavano a mettere radici in lui e io ero troppo preoccupata per accorgermene. Fortunatamente dopo qualche tempo Henry si riprese nonostante ci dicessero di andarci cauti. Ma il mio bambino era un combattete» abbassò lo sguardo solo un attimo, un sorriso ad illuminarle il volto al ricordo di quelle manine che si agitavano imperterrite come a voler affrontare il mondo tutte da sole. « Quindi tornammo a casa, sembrava che da quel momento in poi tutto sarebbe andato bene, ma non va mai come ci aspettiamo. Henry cresceva, con i suoi tempi certo, ma cresceva, e giorno dopo giorno ci si presentava davanti agli occhi un bellissimo bambino che però non ci assomigliava.» di nuovo allontanò gli occhi da quelli blu di lui, il volto rivolto alla grande finestra, persa in ricordi lontani « Per voi uomini è sempre tutto così chiaro, quasi sempre pensate di sapere tutto a dispetto di quanto dicano di noi donne. Neal mi accusò che Henry non fosse figlio suo, inutile ripetergli che quello che diceva erano assurdità quindi fece di testa sua e senza avvisarmi fece il test del DNA. A mia grande sorpresa aveva ragione. Henry non era figlio suo. Farlo ragionare non era tra le sue opzioni e cieco di rabbia se ne andò poco tempo dopo. Ora erano due le cose da fare, o piangermi addosso, ma non è cosa per me, o capirci qualcosa. Sapevo che quel bambino doveva essere per forza figlio di Neal, non ero stata con nessun altro. Iniziai a fare ricerche, non sono una studentessa ma lavoro nell'azienda di famiglia, e dopo due anni che Henry era nato iniziai ad indagare su quell'ospedale. Cercai tutti i nati di quel giorno, esclusi per motivi vari alcune coppie e me ne rimasero due. Una coppia, che però scartai fin dopo alcuni accertamenti e poi voi.»
Lo fissò intensamente e Killian si sentì quasi in soggezione. «Sapevo fin dalla prima volta che ti vidi che tu centravi in questa storia. I tuoi occhi. Henry aveva i tuoi occhi. Dovevo capire come avvicinarmi a te senza farti scappare, indagai e intuii che eri il classico maschio adulto a cui piace divertirsi. Lei ti aveva lasciato per un altro e del bambino ne aveva la custodia lei che si accompagnava con uno dei pezzi grossi della città. Ma dovevo sapere. E poi sai come è andata. Ci siamo incontrati in quel locale e tu ti sei comportato esattamente come avevo previsto.»
«Mi sento quasi offeso. Avrei potuto sorprenderti» non voleva scherzare ma gli era uscito spontaneo parlarle in quel modo.
«Già, ma per fortuna non è andata così.» gli sorrise mestamente, lui stava per fare altrettanto ma si interruppe e le cenno di andare avanti.
«Gli ultimi tasselli del puzzle me li hai forniti tu, i medici non mi dissero nulla, quindi a chiarirmi le idee ci furono i tuoi racconti. Killian è stato il signor Gold ad iniziare tutta questa farsa, io volevo solo sapere che fine avesse fatto mio figlio, se stesse bene, dove fosse finito, perchè me lo avevano portato via.  Quando l'ho visto la prima volta sarei potuta scoppiare in lacrime, ho pensato più di una volta di fermarmi e di lasciar perdere questa storia ma non potevo...non ci riuscivo» gli occhi iniziarono a pizzicarle, Killian indurì la mascella. Pensare che se lei avesse voluto, Henry non lo avrebbe mai incontrato...e non avrebbe mai incontrato lei...
Emma non era andata avanti, lasciando solo intuire il perchè non aveva voluto spezzare prima quell'illusione che li vedeva felici e come una famiglia. Non voleva sentirsi rispondere a un possibile 'Ti amo' con una replica che le avrebbe fatto più male di quanto già non facesse.
Era calato un silenzio che sarebbe risultato imbarazzante se la vita intorno al loro non avesse smesso di andare avanti, il chiacchiericcio delle persone, le cameriere che andavano avanti e indietro, lo sfogliare dei giornali sui tavoli. Loro non si guardavano più.
Killian pensava a cosa fare ora. Non riusciva più a vederla come prima, ma...ma c'era quel maledetto ma che lo destabilizzava.
Lei aspettava quella sentenza che sapeva sarebbe arrivata. Ma decise comunque di irrompere in quel silenzio.
«Se non vuoi perdonarmi ti capisco. Ma almeno per i bambini potremmo trovare un accordo...»
«Emma! Capisci che non si tratta solo dei bambini ora?! Sai cosa comporta tutto questo?! Che quel bastardo di Gold ha giocato con le nostre vite solo per i suoi fini! Qui stiamo parlando di problemi ben più gravi che non so nemmeno come affrontare.» nascose il viso esasperato tra le mani.
«Killian, un passo alla volta, non dico che sarà semplice ma lo incastreremo.»
Lei parlava già al plurale, come se tra di loro fosse tornato tutto a posto. Ma per Killian non era così.
Si ricompose tornandodritto e ritrovando quella determianzione con cui era partito quella mattina «Swan, tra noi  le cose non torneranno come prima...per i bambini va bene, troveremo un modo. Per Gold non lo so, vorrei andare da lui e spaccargli la faccia ma conoscendolo troverebbe il modo per risultare pulito.»
Bruciavano quelle parole, eccome se lo facevano, Emma aveva davvero sperato inconsciamente che lui l'avrebbe perdonata subito ma sapeva anche che non sarebbe mai successo, non nell'immediato di sicuro. Ma il suo orgoglio non le permise di farsi vedere debole.
«D'accordo. Ad Henry manchi, ti va di...vederlo?» avrebbe anche voluto chiedere di Bae, ma aspettò.
Dal canto suo Killian si sfregò le mani, quasi fosse arrivato il momento di andarsene, che non avevano altro da dirsi. Era parso fin troppo accomodante in effetti. Ma aveva anche capito che lei nonostante tutto aveva agito con più cautela possibile, lui non era facile. Ma non cambiavano le cose. Tirò fuori i soldi per pagare quel caffè che aveva ordinato e che non aveva quasi neppure bevuto.
«Certo che mi va, come immagino a te vada di vedere Bae. Visto che è Natale tra poco, e a quanto pare anche il loro compleanno...almeno non sarà un problema ricordarselo» sorrise della sua stessa battuta e lei lo seguì. «Ci potremmo vedere per una passeggiata».
Gli avrebbe voluto chiedere di dire a Bae che gli mancava, ma sapeva che il bambino lo sapeva e si sarebbero visti presto quindi lasciò correre.
«Henry...Henry è arrabbiato con me vero?» chise Killian una volta alzato e in procinto di andarsene.
Emma non sapeva cosa rispondere, il suo bambino era arrabbiato certo, ma non  sapeva nemmeno lui con chi.
«Lui...lui vorrebbe solo sapere che tu gli vuoi bene, si è affezionato a te» gli disse cercando i suoi occhi che rifuggivano da lei.
Lo vide annuire, e come se si fosse ricordato di una cosa importante si voltò completamente verso di lei «Swan, ti sei accertata che tu non sia...hai capito»
Emma si morse il labbro fino a farsi male e scosse la testa «No, non ho controllato» di tempo ne aveva avuto ma non aveva voluto farlo, troppe complicazioni se fosse stato positivo...altrettante se fosse stato negativo.
Killian si sentì preso in giro di nuovo, e un'amara risata fuoriuscì dalle sue labbra «Ma certo, è cosa da poco, vero? Ci sentiamo Swan, salutami Henry»
Emma non ebbe modo di replicare che lui se ne era già andato. Non avrebbe replicato in ogni caso.




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Buon Anno in Ritardo!!!!!!!!!!
Della serie chi non muore si rivede, anche se con tutte le serie tv che mi sono vista questa frase perde di significato x'D ad ogni modo sono tornata con un bel (?) capitoletto abbastanza triste, anzi diciamo di transizione, forse, non lo so nemmeno io ma è sicuro che è stato un capitolo di spiegazioni. Spero di aver reso tutto chiaro e che non ci siano stati erorri, mi sento un po' arruginita in quanto è da un po' che non scrivevo quindi non lo so, spero vi piaccia o per lo meno questo ritorno non sia stato catastrofico >.< 
Spero che non vi siate scordati di questa ff xD  
Passando al capitolo, ebbene, troviamo un Killian provato e deciso a volerci capire qualcosa ma che non vuole farsi corrompere dall'intensità degli occhi di Emma che hanno un grande potere su di lui; Emma che vorrebbe risolvere tutto in quattro e quattr'otto ma sa anche che il perdono di Killian potrebbe non arrivare mai. E poi sta benedetta ragazza non si è ancora accertata se aspetta un piccolo/a Swan Jones, vi eravate dimenticati di questa piccola possibilità ? E quindi iniziano le scommesse, pensate che sarà un falso allarme o invece no?
Una volta lessi su qualche articolo che il compleanno di Henry conicideva con quello di Emma ma visto che Ottobre ora è andato e si respira ancora l'aria natalizia ho deciso che sarà in prossimità del Natale i loro compleanni.
Comunque sto cercando di mettermi in pari con le ff che seguo e ce l'ho quasi fatta, quindi un po'di pazienza e recupero tutto!
Spero di riuscire a mantenere i personaggi più attinenti possibili agli originali  e se non dovesse essere così fatemelo sapere perchè è importante u.u
Mi auguro abbiate passato buone vacanze e buoni festeggiamenti, Marzo è sempre più vicino ;) Mi sono persa qualcosa che volevo dirvi per strada ma ahimè è andata.
Curiosità: qualcuno di voi vede o ha visto la serie tv Penny Dreadful? Perchè io l'ho terminata e beh...volevo sapere se ci fosse qualcun altro in questo fandom ad averlo visto 
Penso che per ora sia tutto, o quasi.  Vado a recuperare gli arretrati xD  Spero che vogliate lasciarvi qualche commento perchè mi siete mancate davvero tanto T.T ok basta con queste cose smielate, anche se è vero u.u
Alla prossima!
Gio

  
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