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Autore: Cherry_Leto    04/01/2017    0 recensioni
Questa storia ha come pairing una George/Hermione, ma che vede come personaggi principali anche Harry Potter, Ginny e Fred Weasley, Luna Lovegood,Neville Paciock, Draco Malfoy, Terry Steeval, Theodore Nott, Blaise Zabini, Daphne Greengrass.
Narra della loro strana nuova amicizia nata dopo la seconda guerra, della loro vita quotidiana e...del quidditch.
Perché Hermione non vuole volare? Cos'è che la ferma? E se fosse un'ottima giocatrice ?
Dal primo capitolo:
“Emi…dai ti prego, si sono fatte vive poche persone e sono tutte delle schiappe!” disse Ginny, con le mani piegate e uno sguardo speranzoso.
“No.” Disse la riccia continuando a mangiare la sua colazione in silenzio.
“Dai, ti promettiamo che non faremo scherzi..” iniziò George.
“O meglio, ti promettiamo di non farne così tanti… e di non farne a te…” corresse Fred lanciando un’occhiataccia al fratello.
“È inutile: non lo farò. Non mi avvicinerò mai e poi mai ad una scopa. Sono stata chiara?”
***
“Per tu lo dire a te e non a lui. Lui vuole una Emi felice, non triste.” La ragazza sospirò. Viktor aveva ragione. Alex avrebbe voluto che lei fosse felice, che vivesse la vita appieno come lui non aveva avuto modo di fare.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Serpeverde, Viktor Krum | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Luna/Neville, Theodore/Tracey
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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La mattina seguente Hermione si alzò prestissimo. A causa delle ultime novità aveva trascurato lo studio e così aveva colto l’occasione per portarsi avanti con i compiti. Dopo qualche ora scese in sala grande dove finì la relazione di Pozioni sgranocchiando qualcosa. In realtà i compiti erano solo una scusa: non lo avrebbe mai ammesso, ma era nervosa. Avrebbe rivisto Viktor dopo così tanto tempo e ancora non se ne capacitava. Al matrimonio di Bill e Fleur lo aveva visto per così poco tempo e lui era bellissimo. Al di fuori di quell’occasione si erano visti soltanto una volta, poco dopo il torneo. Si erano inviati moltissime lettere, però, cercando di compensare con esse la distanza che li separava.
I due avevano anche cercato di avere una relazione, ma senza successo. Hermione credeva di essere innamorata di Ron (anche se poi aveva scoperto il contrario) e dopo l’estate in cui lui era venuto a trovarla in Francia non si erano più visti e lui aveva iniziato a vedere una ragazza bulgara. Il fatto che lui fosse un giocatore professionista non aiutava: vedere articoli sulla gazzetta riguardanti le molteplici conquiste del giovane erano un colpo al cuore per la povera ragazza.
Si lasciarono, ma rimasero ottimi amici. Si scrissero sempre, con costanza. Solo durante la guerra non poterono farlo. Nei momenti bui Hermione aveva pensato a lui, a quale consiglio le avrebbe dato. Aveva una visione delle cose totalmente diversa da quella di Harry e Ron, ma anche di tutti i suoi amici. Lui la completava. Riusciva a dire o fare quello che era giusto per lei, in qualsiasi momento.
E…quel giorno lei lo avrebbe rivisto.
Non sapeva se lui fosse rimasto lo stesso. Ogni tanto lui le chiedeva di inviargli una foto che lei prometteva di inviare in cambio di una sua. Però dal matrimonio non lo vedeva e non aveva sue foto. Lo avrebbe riconosciuto? Nemmeno sui giornali si era parlato molto di lui. Anzi, Hermione aveva smesso di leggere la gazzetta con la frequenza di prima.
Aveva iniziato ad odiare i giornali: parlavano sempre del Trio, di quali prodigi avessero fatto, di cosa stava attanagliando le loro menti. Era stufa di tutte quelle attenzioni ed era arrabbiata. Harry ogni volta si rattristava, pensava che non era giusto che parlassero solo di loro e mai i loro compagni o le vittime.
E così Hermione si era ritrovata spaesata al pensiero di rivedere il ragazzo. Salì in stanza, sbuffando di tanto in tanto. Gli studenti la stavano guardando male. Hermione Granger era impazzita? No? Ma allora perché sta sbuffando e borbottando di tanto in tanto? Queste erano le domande che gli studenti di Hogwarts si stavano ponendo.  Cosa stava succedendo alla loro Caposcuola?
La risposta era semplice: stava avendo una crisi come qualsiasi ragazza normale. Una volta arrivata in camera scartò il completo che aveva scelto il giorno prima. Aveva scelto un completino rosso e bianco che la ragazza associò subito alla bandiera bulgara. Dopodiché prese un vestito nero, che buttò via inorridita e subito dopo un abito rosso che però non volle mettere per paura che Viktor lo scambiasse con quello indossato al matrimonio. Non sapeva cosa fare, anche perché non voleva farsi vedere in quelle condizione dai suoi amici. Ginny l’avrebbe presa in giro e Harry l’avrebbe guardata sconsolato, mentre tutti gli altri l’avrebbero sbeffeggiata per il resto dei suoi giorni. Era meglio far da sé. Dopo un’ora decise di indossare una gonna azzurra con dei disegni e una camicetta bianca. Indossò una giacca di pelle e dei tacchi blu per diminuire la differenza d’altezza tra lei e il bulgaro. Si truccò leggermente e legò i capelli. Guardandosi allo specchio sorrise. Non sembrava una bambina ed era decente. Odiava il pensiero di sfigurare vicino al ragazzo. Sapeva di non essere il tipo di ragazza associata ai ragazzi belli e popolari, ma per chissà quale scherzo del destino Viktor si era trovato, tanti anni prima, al ballo del ceppo proprio con Hermione. Da quando aveva letto gli articoli di giornali legati a lei e al ragazzo, Hemione aveva deciso di vestirsi sempre bene quando usciva con lui per evitare che scrivessero qualcosa che avrebbe fatto allontanare il ragazzo da lei.
Dopo così tanti anni quel pensiero s’era fatto largo nell’inconscio della ragazza, che si comportava in quel modo senza neanche rendersene conto.
Lanciò un’occhiata all’orologio: mancava poco più di mezz’ora all’incontro; decise di uscire per evitare di arrivare in ritardo e soprattutto per evitare di vedere i suoi amici che di lì a poco sarebbero sicuramente scesi.


Hogsmeade era sempre uguale: nell’aria c’era odore di dolcetti appena sfornati, burrobirra e cannella. Maghi e streghe attraversavano il paese ridendo e scherzando, felici. Viktor non aveva specificato il luogo dell’incontro, ma più volte si erano visti a Hogsmeade durante il torneo. La ragazza camminò a passo svelto tra le vie diretta ad un piccolo pub che quasi nessuno frequentava.
Davanti al locale si sistemò i capelli, fece un respiro profondo ed entrò. Come previsto, il locale era quasi vuoto. Il cameriere stava parlottando con un cliente al bancone e una coppietta stava ridacchiando ad un tavolo vicino all’entrata.
“Emi!” esclamò una voce profonda. Sentendosi chiamare la ragazza si voltò in direzione della voce, trovandosi di fronte il ragazzo.
“Viktor!” disse lei felice, abbracciandolo di slancio. Il ragazzo s’era lasciato crescere i capelli, che ora gli arrivavano alle spalle e la barba, che gli dava l’ora di cattivo ragazzo. I suoi occhi però erano sempre dolci e intensi come li ricordava. Si scambiarono un sorriso. In quell’abbraccio si sentirono a casa. “Sei sempre più bella, Hermione! Sono molto felice di vederti!” “Anch’io Vik. Ti trovo molto bene e sei sempre più alto!” disse lei ridendo.
Si sedettero ad un tavolo isolato, dove avrebbero potuto parlare in tranquillità.
Si tolsero la giacca e la ragazza non poté fare a meno di scuotere il capo divertita. “Cosa?” chiese lui senza smettere di sorriderle. “Hai sempre più tatuaggi.”
“Cosa posso fare? Piacciono tanto!” disse lui, facendo ridere la ragazza.
“Lo vedo. Cos’hai fatto in questo periodo?” chiese lei curiosa. “Ho giocato per molto in America, ora io a Sofia per qualche mese. Aiuto a Durmstrang. Però… non essere noi qui per me. Parlami, dimmi quello che succede.”
“Si sente che parli molto meglio la lingua. Sono molto felice per te. Io… non so da dove iniziare.”
“Tu hai scritto a me, hai detto che ti hanno chiesto amici di giocare a Quidditch e che tu ci provi. Però non ne sei felice o sì?” chiese lui, posandole una mano sulla guancia.
“Io non lo so. Mi sento bene, ma mi sento in colpa. Io ho promesso ad Alex di non volare se non in casi estremi e di non giocare mai a Quidditch.”
“Per tu lo dire a te e non a lui. Lui vuole una Emi felice, non triste.” La ragazza sospirò. Viktor aveva ragione. Alex avrebbe voluto che lei fosse felice, che vivesse la vita appieno come lui non aveva avuto modo di fare.
“Lui era così giovane… non doveva morire. Mamma e papà erano distrutti. Io mi sono sentita persa. Non voglio che Harry debba dire ai miei genitori quello che gli amici di mio fratello hanno dovuto dire ai miei.” Disse lei sospirando.
“Emi… io gioco a Quidditch. Harry, rosso gioca a Quidditch…tua amica gioca a Quidditch. Non è un gioco sicuro, ma non puoi pensare sempre al peggio.”
“Ed è per questo che ho paura. Ogni volta che so che giocate, che avete una partita, sento una stretta allo stomaco e non svanisce fino all’esito della partita. Fino a quando non so che è tutto finito e che voi state bene io sono sempre ansiosa. Se i miei lo venissero a sapere avrebbero sempre paura per me. Dopo la guerra…come ben sai ho ridato loro i ricordi e ci siamo promessi di non nasconderci più nulla.”
“Però giocare rende felice te. Se tu non lo dire a loro, loro felici. Non giochi per una squadra professionale, ma per una squadra della scuola. Tu non fare male a te con così poco. No fisicamente almeno.”


In quel momento entrarono nel locale un gruppetto di ragazzi che si sedette dall’altra parte della stanza. Ordinarono da bere e iniziarono a conversare, fino a quando uno di loro non notò la coppia dall’altra parte.
“Quella non è Hermione?” chiese uno di loro.
“Ma cosa dici Terry, Hermione non ha i capelli li-ma è Hermione!” esclamò Fred, rischiando di rovesciare la sua birra a causa della foga con cui aveva posato il boccale sul tavolo. “Cosa?!” chiese George, che tutto d’un tratto era diventato attento a ciò che dicevano gli altri. Finalmente vide la ragazza. È bellissima pensò lui. Vedendo il ragazzo con lei, però, strinse le mani in pugno. Chi era lui? Hermione aveva un fidanzato di cui nessuno sapeva?
“Harry! Harry! Vieni qui!” disse sottovoce Blaise, facendo segno al ragazzo di raggiungerli.
“Che succede? Perché parli in questo tono?” chiese il prescelto una volta davanti ai compagni.
“C’è Emi lì, con un ragazzo…” disse George con un tono quasi rabbioso.
“Che c’è, sei geloso?” chiese Theodore che stava sghignazzando con Draco da quando avevano notato la coppietta.
“Oh per Merlino! Me n’ero dimenticato! Se mi vedi mi uccide. Penserà che lo voglia controllare” disse Harry sconsolato.
Gli altri lo guardarono meravigliati. Nessuno parlò fino a quando il moro non parlò di nuovo: “Beh? Perché quelle facce?”
“Chi è quel ragazzo? Non mi piace, sembra un lottatore di wrestling. Tutto pompato, pieno di tatuaggi. Capelli lunghi… no, non mi piace.” Disse Neville, che era da sempre apprensivo nei confronti delle sue amiche.
“Non posso dirvelo. Vi assicuro, però, che non le farà del male, anzi. Sono sicuro che Emi sta benissimo, lui riesce sempre a calmarla.”
“Quando avete i vostri segreti mi andate ai nervi. Merlino, perché tutti questi segreti? Almeno alla vostra allegra combriccola poteva dirlo che aveva un ragazzo.” Disse Draco, guadagnandosi un’occhiataccia dai presenti, soprattutto da George il cui volto stava assumendo una strana sfumatura di rosso. Non capiva perché era così geloso della ragazza, mai gli era successa una cosa simile negli anni. Da quando avevano iniziato l’ultimo anno tutti insieme, invece, aveva iniziato a vedere la ragazza in modo diverso e sentiva spesso un senso protettivo nei suoi confronti.
“Io direi di berci un’altra birra. O anche qualcosa di più forte. Siamo peggio delle pettegole. Se Harry dice che sta bene, sta bene.” Concluse Lee, ottenendo l’approvazione di Theodore e Draco, che erano ormai stufi della conversazione. “Io penso di sapere chi è…” sussurrò Blaise al moro che gli diede una gomitata. Non voleva rovinare la giornata all’amica solo perché i ragazzi si stavano dimostrando molto più curiosi delle ragazze di fronte ad uno scoop del genere.
 
 
“Io sono molto felice di vedere te Hemione. Io folere portare a cena te un giorno. Torno in Inghilterra prossimo mese. Anche amici tuoi possono venire, magari dopo.” Disse Viktor imbarazzato. Hermione sorrise: quando il bulgaro era a disagio tendeva a fare molti più errori e in quel momento era evidente la cosa.
“Ne sarei molto felice. Mi sei mancato tanto Vik, non vedo l’ora di rivederti. Gli altri potrebbero raggiungerci più tardi, così prima potremmo stare noi due un po’ da soli. Almeno potrò prepararti alle loro battutine.” Disse la riccia prima di abbracciare l’amico. “Grazie di cuore. Riesci sempre a sollevarmi su di morale.” Continuò e prima di poter dire qualsiasi cosa il ragazzo la sollevò da terra, facendola girare. “Io potere sollevare te anche così!” disse lui facendola ridere.
“Oh lo so!”
“La passaporta tra poco si aprirà. Ci vediamo Emi, ti voglio bene. E ricorda: tu devi fare quello che rende felice te. No pensare ad altri. Tu pensare a te e basta. Tu sei bravissima cacciatrice. La Bulgaria invidiosa se Inghilterra prendere te in squadra.”
La ragazza diede un ultimo abbraccio al ragazzo. “A presto Viktor. Ti voglio bene.”


 
  
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