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Autore: La Setta Aster    04/01/2017    5 recensioni
Max straccia la fotografia con la quale avrebbe potuto salvare la baia: per lei Chloe è più importante anche di Arcadia Bay. Conclusa la tempesta, entrambe sanno che la loro vita non sarà mai più la stessa, e che possono contare solo l'una sull'altra. Questo è il loro viaggio, per dimenticare, per ricordare, per ricominciare a vivere insieme, tra Seattle, Portland, in lungo e in largo per lo stato dell'Oregon. Questa è la seconda stagione, così come l'abbiamo immaginata io (Helen ;-) ) e Riordan (grazie per avermi fatto scoprire Life is Strange, non avevo proprio bisogno di sostenere l'industria dei fazzoletti! ;-P ).
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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“Caro diario. Sono un’assassina. Anzi, non ho nulla da invidiare alla parola “genocida”, che mi si addice molto. Non so dirti cosa sia davvero successo ieri. So solo che io e Chloe abbiamo guidato abbastanza per allontanarci da Arcadia Bay, per poi addormentarci un paio d’ore al lato della strada per Seattle, finché ancora c’era buio per riuscire a dormire. Avrei tanto voluto riposare di più, e soprattutto che ci riuscisse Chloe, ma quando ha sentito che stavo piangendo è venuta da me, mi ha fatto posare la testa sulle sue gambe e ha iniziato ad accarezzarmi la testa come se fossi un gatto, finché non mi sono addormentata. Lei dice di aver dormito, ma so bene che non è così, le sue occhiaie parlano più di lei stessa. La proteggerò finché avrò vita. 

 
Maxine Caulfield stava inserendo le monetine necessarie a chiamare i suoi genitori a Seattle, nella cabina di un’area di servizio. Il suo telefono era rimasto danneggiato dall’acqua della tempesta, e così quello di Chloe Price, la sua migliore amica, la ragazza per la quale aveva sacrificato l’intera Arcadia Bay, ed ora la sua inseparabile compagna di viaggio.

Grazie al cielo esistono ancora questi marchingegni del giurassico!

Mentre attendeva che rispondessero, e ascoltava il suono del telefono come se potesse cullarla, guardava, oltre ai vetri luridi della cabina, Chloe che si accingeva a fare benzina al suo Pick Up, e, a quanto pare, a dargli una pulita. Dopo un’infinta attesa, Max desistette dal suo intento, e s’intimò di riprovare prima di ripartire. Uscendo, si accorse di non aver ancora inspirato profondamente quell’aria nuova, lenitiva. Una parte di lei non riusciva a credere che tutto ciò che era accaduto fosse reale, mentre l’altra più ci pensava e più le bruciava lo stomaco, la gola, e le percuoteva il petto come il batterista di uno dei gruppi punk che Chloe tanto amava. Il sole era piacevole, sul viso e sulla pelle, e caldo, nonostante fosse pieno autunno. Una leggera foschia mattutina accompagnava la brezza fresca e gradevole. Ma una tenaglia gelida le strinse il cuore in una morsa: quella brezza si trasformò presto nel ricordo del vento sferzante di quel tornado, e rivide lei e Chloe, mano nella mano, dinnanzi alla furia di quella tempesta, che spazzava via il loro passato, i luoghi e le persone, i ricordi.

Kate, Warren… Joyce, il nascondiglio pirata in cui io e Chloe ci isolavamo dal mondo… Ora sono solo fotografie, niente di più. Voleva scoppiare a piangere ancora, fino a sentire pulsare le tempie, fino a che non potesse sopraggiungere l’unica via di fuga da quell’istante: Morfeo stesso che la abbracciasse. Ma non voleva dare altro dolore a Chloe. Lei sembrava pronta ad abbandonare tutto e tutti per ricominciare dal capo, non voleva frenarla con la sua tristezza. Con nessuno si sarebbe potuta aprire, solo al suo diario. Decise che più tardi avrebbe riempito quelle pagine ingiallite e macchiate di caffè con copiosi fiumi di inchiostro. Ma ora aveva bisogno di sentire la voce di Chloe, come fosse una medicina, o come se per effetto placebo sapesse che quella voce così forte potesse farle dimenticare di aver lasciato morire i suoi amici e migliaia di persone innocenti solo la sera prima.

Che senso ha avuto tirare giù Kate da quel tetto? Come ho potuto salvarle la vita per poi abbandonarla nella tempesta. Forse adesso il suo corpo sarà scaraventato da qualche parte. Non voglio nemmeno pensarci, sto troppo male. Almeno so che non se n’è andata con la disperazione e la voglia di morire nel cuore. Ma è meglio morire quando lo si desidera, quando nulla in questo mondo ha più valore, oppure avendo nel cuore un minimo di gioia?

Questo tanto un amato pregio quanto una maledetta condanna, per Max: non riusciva a scansare i suoi pensieri. Da essi non poteva fuggire, nemmeno riavvolgendo il tempo. Una volta amava i suoi pensieri, lei stessa era come il suo vecchio orso di peluche, il Capitano, o come il suo diario. Sotto quell’elmo di capelli dalle mille e una sfumature di marrone, che divenivano rossicci se bagnati, ogni pensiero era al sicuro. Ma ora, invece, Max doveva scuotere la testa per scansare l’eco del tornado. Ancora le orecchie fischiavano.

Si avvicinò a Chloe, che sfoggiava il tatuaggio che aveva sul braccio destro, un teschio avvolto in un gomitolo di rovi e rose, dalla cui sommità prendevano il volo delle bellissime farfalle blu. I suoi capelli blu parevano voler colorare i pensieri di Max, ingrigiti nonostante il sole e il canto degli uccelli, che di nuovo tornavano a volare alti, non più a cadere.

Sembrava di essere in “Birds” di Alfred Hitchcock. Maxine si sentì sollevata di quel pensiero: solo la vecchia Maxine lo avrebbe fatto. Anche solo guardare la sua Chloe Price riusciva a consolarla. Tutt’un tratto, la ragazza dai capelli blu si sentì osservata, così, schizzò Max con lo straccio bucato e sporco di grasso d’auto, ed ora imbevuto d’acqua.

“sei abbastanza carina da poter fare car washing con me, invece che starmi a fissare” scherzò.

“come comandate!” rispose a tono Max.

Chloe la lanciò uno straccio ancora asciutto, e le disse di immergerlo nel secchio pieno d’acqua appoggiato per terra. Quando Max vi guardò dentro per bagnare il panno, si sentì in dovere di avvisare l’amica che stava continuando ad immergere il suo straccio lercio in dell’acqua torbida.

“ehm… Chloe?”

“no, niente da fare, niente scuse, mi aiuti a lavare la macchina, e guai a te se riavvolgi!”

“ti rendi conto che stai lavando il tuo pick up con dell’acqua di fogna?”

La ragazza si finse sorpresa, poi raggiunse l’amica al secchio e, con un sorrisetto stampato sul viso accarezzato dalle rosee dita dell’alba, immerse il suo già sporco straccio.

“il nostro pick up, socia!” la schizzò di nuovo, e poi tornò a passare il panno sui vetri.

Max ridacchiò, sommessamente com’era tipico di quella timida ragazza che frequentava la Blackwell. Si rese conto solo in quel momento che Chloe intenta a lavare la sua amata macchina era un evento che meritava di essere immortalato. Prese la vecchia macchina fotografica di William, che l’amica le aveva regalato meno di una settimana prima per suggellare la loro ritrovata amicizia. Scattò una fotografia, ma Chloe se ne accorse.

Merda, che fine ha fatto la ninja Max?

“ecco la mia fotografa” le sorrise “è bello vederti tornare a scattare fotografie in giro”

“solo se il soggetto merita”

Il sorriso che ora arricciò le labbra di Chloe era stavolta malizioso.

“adulatrice” le diede una pacca sul braccio “ma se devi farmi un servizio fotografico dovrei mettermi qualcosa di più sexy, non credi?”

“non direi, te l’ho detto che sei una punkettara fatale!”

Ridendo, Chloe si alzò la maglietta con una mano, mentre con l’altra, che ancora stringeva il panno sporco e bagnato, pavoneggiò un dito medio molto ribelle, e come se non bastasse, gettò fuori dalle labbra sottili e pallide la lingua, a bocca spalancata, mostrando anche i denti minacciosi. Max lasciò che la polaroid immortalasse quella Chloe così spensierata.

Come fa? Ha appena perso sua madre, i suoi amici. Finché sta bene ed è serena, non voglio nemmeno pormi questa domanda: va bene così.

La stazione di servizio mandava Piano Fire degli Sparklehorse. Chloe si esaltò come una bambina, e prese a ballare e scatenarsi.

“hey, Max! Ricordi? La canzone che ti ha fatta ballare!”

“solo un pochino…”

“dài, non rompere, è ora che tu muova un po’ quel culetto!”

Mentre si agitava, urtò il secchiello pieno di acqua sporca, che andò ad imbrattare nuovamente la macchina.

“cazzo!” imprecò Chloe.

Prontamente, Max riavvolse il tempo. Come ormai era diventata un’abitudine, vide il mondo intorno a lei muoversi a ritroso. Più s’impegnava più riavvolgeva velocemente. Ecco il momento giusto! Si prese la liberà di riavvolgere abbastanza per rivedere l’amica ballare e scatenarsi.

“hey Max! Ricordi? La canzone che ti ha fatta ballare!”

“ballerò ancora se stai attenta al secchiello”

Chloe, senza smettere di scatenarsi, diede uno sguardo in basso, intorno a lei.

“fanculo, Dottor Strange, non vale riavvolgere per vedermi ballare!”

“beccata!” si concesse di sorridere.

“o magari sei tornata ancora più indietro, per goderti ancora il servizio fotografico?” ammiccò.

“Dormammu, sono venuta a fotografare!” si abbandonò ad una risata talmente cercata, talmente attesa che decise di dimenticarsi del giorno prima. Riprese a lavare il pick up dell’amica… il loro pick up, con un sincero sorriso che non accennava a voler cedere ancora il posto a labbra tremanti, morse dai denti per trattenere le lacrime.

Furono talmente concentrate nel beccare ogni macchia da far sparire, che quasi non parlarono finché il lavoro non fu finito. Era un eccellente modo per distrarsi, e ne avevano un tale bisogno che quel lavoro risultò addirittura divertente. Quasi. Come ogni viaggiatrice che si rispetti, una volta che la macchina fu più simile all’essere pulita, Chloe si sedette sul cofano del pick up, si accese una sigaretta e stappò una birra. Max non volle domandarsi da quanto tempo la teneva nascosta in macchina. Ne offrì una anche all’amica.

“odio la birra, scusa”

“andiamo, ora che siamo due vagabonde devi imparare a bere e fumare!”

“e magari ad ascoltare musica punk e a tingermi i capelli di blu” scherzò l’amica.

“come non detto, c’è anche dell’acqua”

“vado a comprarne una bottiglia alla stazione di servizio; dentro quell’acqua” indicò la bottiglia nella macchina di Chloe “potrebbero esserci forme di vita non ancora identificate dalla scienza”. Con una rinnovata risata da parte di entrambe, Max si diresse verso il negozio.

Quando Max fu lontana, Chloe le diede un ultimo sguardo per assicurarsi che non potesse vederla né sentirla.

Prima un singhiozzo, poi una mano sulla bocca per bloccare un gemito di dolore. Gli occhi rossi, le lacrime che sgorgavano.

Mamma, ti ho fatto del male fino all’ultimo, ed ora non posso rimediare. Ora non ho più nessuno al mondo, a parte Max. Non la lascerò mai.

Diede uno sguardo veloce al negozio, e vide Max fare ritorno. Adirata con se stessa per aver ceduto alle lacrime, si asciugò gli occhi.

Max ha già sofferto abbastanza, ora ha bisogno che io sia forte per lei. Cazzo, mi ha vista morire tante di quelle volte… e ora ha sacrificato i suoi amici… Kate, Warren… per me. Avanti, Chloe, non fare la stronza e ingoia questa fottuta voglia di piangere!

Cercò di regolare la voce e di rimanere a fissare il sole, così che Max non potesse notare i suoi occhi arrossati.

“ho comprato due bottiglie da un litro, così siamo a posto per un po’, e guarda qui cos’ho per te, punkettara!”

Max le lanciò una confezione di tinta per capelli blu. Chloe ne rimase commossa, resa fragile da quel momento appena trascorso. Senza dire nulla per non tradire la voce smorzata, la abbracciò. Maxine ricambiò dolcemente. Quel momento di tristezza sarebbe passato, pensarono all’unisono, come quel tornado che aveva spazzato via il loro passato era dissolto nella brezza, e avrebbe lasciato solo la tenerezza. Adesso era il momento di costruirsi un nuovo futuro, a partire da quel pick up e quella strada.

“forza, Super Max, è arrivato il momento di rimettere i culi in moto!”

“aspetta un attimo, voglio provare a richiamare i miei a Seattle”

Chloe attese pazientemente fuori dall’auto, mentre pensava a quanto fosse felice della fortuna di Max: i suoi genitori erano entrambi vivi, e l’aspettavano con amore alla sua nuova casa. Ma nemmeno questa volta risposero al telefono.

Salirono sul loro mezzo, e Chloe prese un profondo respiro. Sorridendo, fece rombare il motore.

“senti? Il suono di Max e Chloe ancora in pista!”

Con una manovra che scosse il pick up tanto quanto le due ragazze all’interno, si rimise in strada e così ebbe inizio il loro viaggio verso Seattle.
“finalmente sei riuscita a lasciare Arcadia Bay, e noi siamo in viaggio, come volevamo fare sul caravan di Frank, ricordi?”

“lo ricordo, e mi fa piacere, ma, senti: chissenefrega dei ricordi”

Max rimase zitta per un istante, turbata da quella frase. Non apprezzava i ricordi con lei?

“non mi fraintendere, Max, il tempo che abbiamo passato insieme in questa settimana per me è il ricordo più prezioso. Tu sei il mio ricordo più prezioso di Arcadia Bay, lo sei sempre stata. Ma prima continuavo a pensare a Rachel, poi ero infuriata, poi è arrivato immediatamente quell’istante sulla scogliera in cui hai stracciato la foto. Non voglio dovermi rattristare ogni volta che ci ripenso, voglio ricordi nuovi con te. Ora che finalmente si è avverata la profezia di Max e Chloe: amiche per sempre!”

Max fu colpita da quel discorso, ma ora capiva. Non avrebbe mai potuto chiedere nulla di meglio, per le sue orecchie. 
  
“per sempre”

“bene, ora che abbiamo finito con le smancerie, a meno che tu non voglia baciarmi ancora, è ora di mettere su un po’ di musica, che ne dici?” accese la radio, cercando una stazione che la soddisfacesse. Trovò una canzone dalle sonorità decisamente punk, e, anche se non conosceva né il titolo del brano né il complesso, lasciò che la musica che amava le sgretolasse la ruggine di malinconia dal cuore.

COMMENTO DEI REGISTI:
Per chi ci segue già, saprà che di solito adesso arriva il momento "Angolo degli Autori", ma, hey, qui si parla di Life is Strange, e noi siamo malati di citazioni, quindi... Al via il commento!
Dunque, questa è la prima impresa in cui ci imbarchiamo io e Riordan in coppia, senza l'intervento degli altri membri della Setta. Ed è anche la prima fanfic che pubblichiamo! Anzi, per noi due è proprio la prima che scriviamo in vita nostra! Questo per dimostrarvi quanto Life is Strange ci abbia colpito. Io personalmente ho pianto come una dannata (non ho fatto differenza, Helen! ndR XD), e ho riscoperto emozioni che non provavo da quando ero una giovincella di quattordici anni (come se a diciotto anni si fosse vecchi! Ma fai la patente, Helen! ndHanck ;P). Inoltre non ho potuto che notare la inquietante somiglianza tra Max & Chloe e (a parte me XD) Rosemary &... Chloe! Le due protagoniste della mia storia Fiorni e Metallo! Giuro che non avevo mai sentito parlare di questo piccolo capolavoro videoludico quando iniziai la mia storia. COmunque col cavolo che la abbandono!
Bene, direi che ho parlato abbastanza. Un'ultima cosa! Questo è un frammento del primo episodio della seconda stagione di Life is Strange, non è il primo episodio intero. Pubblichiamo in questo modo per evitare di mettere capitoli lunghi trenta, quaranta pagine, anche cinquanta. Se abbiamo scritto qualche cazzata che non torna con la storia originale, per favore, fatecelo sapere ;-) Buona lettura! :-D 

 
  
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