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Autore: whitemushroom    05/01/2017    4 recensioni
Sotto il cielo di Spira non volteggiano solo meravigliose evocatrici, né sogni prendono carne soltanto per stare al loro fianco. L'azzurro di questo mondo si tinge di rosso per la polvere e le esplosioni, le mille battaglie di popoli che non combattono solo contro la minaccia di Sin ma anche tra loro per incomprensioni che nessuno ha il coraggio di superare.
Sotto questo cielo triste quattro persone si incontrano, scoprendo il senso dell'amicizia e della fragilità. Quattro mondi destinati a separarsi e poi riunirsi di nuovo, un'ultima volta, quando una nuova minaccia si parerà davanti all'intera Spira.
Raccolta di drabble scritta per il settimo anniversario del thexiiiorderforum
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baralai, Gippal, Nooj, Paine
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Under the Same Sky'
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Consonante
 

CLASU LRE MAKKA

Paine fissò per la trentesima volta la password sulla sfera di sicurezza. Maledicendo gli Albhed e la loro lingua probabilmente basata sui rigurgiti di Sin provò a spostarsi nella stanza adiacente, poi in quella successiva, attraversò quasi tutto il bunker con il comunicatore alla ricerca di campo.
“Smettila di agitarti”.
La mano buona di Nooj affondò nello zaino ed estrasse la prima pozione a portata; l’altra, quella meccanica, sorreggeva la figura esanime di Gippal e la fasciatura che gli avevano improvvisato intorno alla testa quando una granata aveva fatto crollare su di lui un’intera parete. “Qui sotto i comunicatori sono inutili. I maestri di Yevon ci avevano avvisati”.
“Se non apriamo questa porta siamo in trappola”.
“Mi sto seriamente pentendo di non aver ascoltato Gippal quando provò ad insegnarci l’alfabeto Albhed” grugnì il soldato. La pozione non sembrò fare alcun effetto, quindi Nooj prese il loro compagno e lo caricò su una spalla, liberando entrambe le mani e caricando il fucile con quella velocità che lo aveva reso una leggenda vivente.
Dall’altro lato del bunker dei rumori di spari fecero di nuovo tremare le pareti d’acciaio e le griglie di aereazione, poi cadde un silenzio interrotto soltanto dai getti di vapore e dal ronzare delle macchine da guerra degli Albhed ancora in superficie. Paine provò di nuovo a forzare la password che avrebbe permesso loro di uscire da quel portellone di emergenza, ma lungo la superficie della sfera di sicurezza le vocali e le consonanti formavano una massa caotica di idee.
Gippal non era stato entusiasta di infiltrarsi in una base Albhed, ma gli ordini del clero erano stati chiari ed il loro ingresso nella Crimson Squad dipendeva dall’esito della loro missione; erano riusciti a riprendere le trasmisfere rubate senza molte difficoltà –le squadre in superficie stavano facendo un eccellente lavoro di copertura- ma la loro fuga era stata compromessa.
E muoversi in una tana Albhed con l’unico Albhed in grado di interpretare le password totalmente fuori gioco aveva dato esito a quella situazione insopportabile.
Sentì il click del fucile di Nooj e si voltò di scatto, ma dall’angolo del corridoio comparve solo la figura di Baralai, tremolante ed appoggiata al suo bastone, ma ancora intero. Come fosse riuscito quel predicatore a superare i loro avversari senza finire impallinato era un grande mistero, ma Paine decise di passare oltre ed afferrò il loro compagno per la manica.
“Abbiamo un problema”.
Baralai era molto più bravo con i sermoni che non con le armi ed ancora non era ben chiaro cosa ci facesse in quel gruppo, ma Paine sorrise tra sé ricordandosi una definizione che l’Albhed aveva coniato per descrivere il loro pio compagno. “Decifra questa password o faremo la fine dei topi”.
Baralai era quello che, fosse stato durante una battaglia o ad assistere una partita di blitzball, era quello che “faceva i compiti”.
Ed infatti da sotto la sua divisa comparve il suo storico taccuino, quell’immancabile pezzo di anticaglia su cui Baralai riusciva ad annotare di tutto, dai commenti sui discorsi del venerabile Seymour alle bozze sulle nuove looksfere da combattimento. Lanciando uno sguardo preoccupato alla ferita di Gippal, Baralai iniziò a combinare tra loro le varie consonanti leggendo i propri appunti, premendo i pulsanti della tastiera sferografica finché, con un rumore secco, i chiavistelli del portellone non saltarono all’unisono preparando la via di fuga.
Paine guardò la password decriptata nella loro lingua, fissò il suo compagno incosciente e sbuffò.
“Tipico umorismo Albhed. Muoviamoci”.



Cosa vi era scritto nella misteriosa password? Pensate che Mamma Fungo vi servirà la soluzione su un piatto d'argento? Ovviamente no! Però vi lascio un simpatico dizionario italiano-Albhed per farvi giungere alla soluzione! Godetevi la prima drabble pseudo-interattiva!

www.rinoadiary.it/soluzione/final_f...izionari_albhed
  
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