A due banchi di distanza sedeva il nuovo protagonista di tutti i suoi sogni a luci rosse, (
Studente diligente, non copriva la definzione.
Quando la campanella suonò, Dean si alzò in piedi senza nemmeno aspettare che il professore finisse di dare i compiti e si avvicinò al banco di Novak.
"Ehi", disse, appena l'altro alzò la testa dal suo diario. "Sono passato a salutare il nuovo arrivato", aggiunse, facendo scintillare il suo sorriso che aveva fatto capitolare tante splendide ragazze.
L'altro arrossì come della sterpaglia data alle fiamme. Dean osservò quello spettacolo delizioso con la stessa riverenza che altri avrebbero dedicato alle aurore boreali.
"Ciao", mormorò imbarazzato, in risposta, Castiel.
E in quel momento, i loro sguardi si incatenarono e a Dean parve di sprofondare dentro le iridi blu come l'oceano di Castiel.
"Ti va di uscire domani sera?", chiese, tutto d'un fiato, prima di perdere il coraggio, sentendosi, per la prima volta in tanti anni da playboy, impacciato.
L'altro riuscì nell'apparente impossibile impresa di arrossire di più.
"Dean, ti stavo aspettando", li interruppe un ragazzo meno che adolescente dalla porta.
Dean sospirò, in fastidito. Ovviamente, Sam riusciva a comparire nel momento meno inopportuno. D'altra parte, a cosa servono i fratelli se non a questo?
"Sam, non vedi che sono occupato?", disse, senza distogliere lo sguardo da Castiel, che non gli aveva ancora dato una risposta e il cui rossore non sembrava accennare a svanire.
"De, papà ci sta aspettando in macchina, sai che succede se facciamo tardi!", disse Sam, in tono lamentoso, stringendo a sé la cartella.
Nonostante il fastidio dato dalla presenza di Sam, Dean sapeva di dover raggiungere la macchina quanto prima, se non avesse voluto ripetere gli incontri ravvicinati con i pugni di suo padre. Rabbrividì.
"Arrivo, Sam, vai avanti", gli disse senza girarsi, sorridendo ancora a Castiel.
Sam sbuffò, e Dean poteva quasi immaginare la sua bitch face, e si incamminò.
"Allora?"
"... Va bene", rispose Castiel, stringendosi i libri al petto.
"E' un appuntamento", aggiunse Dean, sorridendo, intenerito dallo spettacolo del viso arrossato di Castiel.
Qualcosa nel suo aspetto gli ricordava quello di un gattino nero dal pelo arrufato. Adorabile.
"A domani", disse, salutando, dalla porta, prima di voltarsi e seguire suo fratello, verso casa.
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Note: Il primo capitolo è molto corto, ma fatemi sapere cosa ne pensate! Baci. :)