Fumetti/Cartoni europei > Winx
Segui la storia  |       
Autore: icydarcystormy26    06/01/2017    3 recensioni
Erano passati ormai due mesi, ma Darcy e Stormy non avevano ancora superato per nulla la morte della sorella e, soprattutto, continuavano a portare rancore per la nipote, rancore che durerà a lungo.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Abigail e Darcy entrarono nella camera di quest'ultima per poi sedersi sul letto. 
“Di cosa volevi parlarmi, Aby?” chiese Darcy.
“Di questo” disse Abigail porgendo alla madre il foglio con i risultati del test. 
La strega dell'oscurità aprì il foglio e ne lesse il contenuto, per poi rimanere in silenzio. 
“Non hai nulla da dire?” chiese Abigail. 
Darcy continuò a fissare il foglio per qualche secondo, per poi alzare le sopracciglia, come se le fosse arrivata un'illuminazione improvvisa. 
“Posso far controllare questo foglio?” chiese Darcy ripiegando lo come prima.
“Mamma” disse Abigail guardandola incredula. “Ho appena dimostrato che Derek è mio padre e tu ti comporti come se nulla fosse!”.
“Chi ti dice che Menlok non abbia fatto un incantesimo su questo documento?” chiese retoricamente Darcy. “Lo farò controllare dai consulenti magici di corte, così per essere sicuri”.
“E-essere sicu…” disse Abigail portandosi le mani all'altezza delle tempie. “Mamma, cosa c’è da essere sicuri?! So come si concepiscono i bambini, tu dovresti sapere chi è mio padre!”.
“Prima di tutto calmati” disse Darcy alzando lievemente la voce. “Intendevo dire che così saremmo state sicure che il documento non sia stato modificato da Menlok. Comunque, io so che non è Derek tuo padre”.
“Mamma, dammi una sola ragione per cui dovrei crederti” disse Abigail. “Sul serio…se era evidente prima ora è addirittura sicuro”.
“Perché sono tua madre e tu dovresti credermi incondizionatamente” disse Darcy incrociando le braccia.
“Mamma, io vorrei poterti credere, ma davanti l'evidenza, anzi, la certezza che hai torto io cosa posso fare?” chiese Abigail con tono quasi disperato. 
“Non mi credi?” chiese Darcy mettendosi le mani sui fianchi. “Perfetto. Allora prova ad entrare nella mia mente e vedi se dico la verità”.
“Come se non sapessi che potresti controllarmi senza il minimo sforzo e che, per di più, quando si cerca di entrare nella mente di qualcuno si è più vulnerabili” disse Abigail.
“Abigail, come potrei mai farti una cosa del genere?!” chiese Darcy, che stava iniziando a perdere la pazienza.
“L'hai già fatto!” disse Abigail ormai esasperata. “E non è stata neanche la prima volta! Mamma, è da quando sono nata che mi controlli in ogni modo possibile ed immaginabile! Ed è la stessa cosa che fai con tutti! Come posso fidarmi di te?”. 
“Perché sono tua madre, Abigail, dovresti sapere che so quando è il caso di non controllare le persone” disse Darcy. 
“Se ti conosco bene, so che questa è una situazione in cui tu giudicheresti indispensabile controllarmi” disse Abigail incrociando le braccia. 
“E credi davvero che io che farei una cosa del genere a te, mia figlia?!” chiese Darcy ormai esasperata almeno quanto Abigail.
“Non ti sei fatta troppi problemi a maltrattare fisicamente e psicologicamente una persona che prima adoravi, non vedo perché dovresti farti problemi a controllare me!” disse Abigail.
“Adesso basta, Abigail!” disse Darcy puntando il dito verso la figlia. “Ho chiuso un occhio con te fino a questo momento, ma adesso è il momento di finirla! Vedi di moderare i toni, signorina, perché io sono tua madre e devi portarmi rispetto”.
Abigail uscì dalla camera per poi chiudere la porta sbattendola. 
***
 Abigail uscì dalla camera della madre e si avviò verso la sua. Teneva le braccia incrociate e camminava a passo svelto.
“Me che le parlo a fare” borbottò. Continuò a camminare molto velocemente, finché, svoltando, per un corridoio, andò a sbattere contro Celeste.
“Ehi, sta attento a dove…ah, scusa Celeste” disse Abigail accorgendosi a metà frase di essersi scontrata con Celeste.
“Non fa niente, ma fa attenzione” disse Celeste. 
“Scusa, è che non è proprio giornata” disse Abigail abbassando lo sguardo.
“Hai parlato con tua madre?” chiese Celeste abbassando il tono di voce.
“Si” rispose Abigail. “Niente di che, se non lei che continuava a negare”.
“Beh…cerca di metterti nei suoi panni…tu cosa avresti fatto?” chiese Celeste.
“Non lo so. Tutto, ma non continuare a negare l'evidenza” rispose Abigail. 
Celeste incrociò le braccia guardando, pensierosa, la cugina. Stava riflettendo se continuare il discorso o cambiare argomento. Poi si ricordò il motivo per cui era a lì e che, in ogni caso, Abigail non sembrava in vena di ragionamenti, quindi decise di chiudere momentaneamente il discorso.
“Ascolta Aby, la zia ci ha chiesto di andare da lei per parlare del libro” disse Celeste. 
“Bene, spero che quando andava a Torrenuvola avesse il massimo dei voti in rune” disse Abigail.
***
Celeste, Abigail e Stormy entrarono nello studio di quest'ultima. La strega delle tempeste reggeva tra le braccia il libro precedentemente consultato da Celeste ed Abigail. Stormy lo posò sulla scrivania nera presente nella stanza. 
“Avete iniziato a studiarlo?” chiese Stormy incrociando le braccia.
“Si, infondo sai perfettamente che l'Accademia Runica ha eretto un monumento in nostro onore, data la nostra competenza nel runico” disse Abigail sarcasticamente.
Stormy alzò gli occhi al cielo, sospirando.
“A volte mi pento di aver creato un rapporto di questo tipo con te” disse.
“Ma se è stato scritto in runico, perché l'indice è stato scritto normalmente?” chiese Celeste.
“Perché questa non è una copia originale” disse Stormy. “Questi libri erano tanto rari quanto preziosi, ma a volte capitava che qualcuno che ne possedeva una copia cercasse di produrne delle altre per rivenderle, ma spesso commettevano errori molto banali, come appunto questa differenza fra l'indice e il resto del libro”.
“Quindi, come facciamo?” chiese Abigail. “Sei in grado di tradurlo?”.
“Mi hai presa per una ciarlatana?” chiese Stormy, mostrandosi un po' offesa. “Certo che sono in grado di tradurlo…anche se…forse dovrei rispolverare un po' il dizionario, ma non dovrebbe essere un problema”.
“Ma esattamente…cosa dovremo fare per questa specie di incantesimo?” chiese Celeste.
“Non lo so con esattezza, è per questo che dobbiamo tradurre questi testi. Ma credo che serva un specie di pozione di base, o cose così” rispose Stormy. “Comunque appena troverò tempo prenderò il dizionario e tradurrò almeno il capitolo che ci interessa”.
“Tradurremo, vorrai dire” disse Abigail. 
Stormy spalancò gli occhi guardando la nipote.
“Perché noi ti aiuteremo…giusto?” chiese poi Abigail. 
Stormy chiuse gli occhi in due fessure e si avvicinò alla nipote. Appoggiò la mano sulla fronte della ragazza e poi su entrambe le guance. 
“In effetti sei un po' calda, tesoro, sicura di stare bene?” chiese Stormy.
“Andiamo” disse Abigail. “Sono un po' pigra…ok, sono molto pigra, ma se si tratta di cose serie sono sempre pronta ad aiutare”.
“È solo che era una frase che tu non avresti mai detto e ho pensato che stessi delirando” disse Stormy alzando le mani. “Comunque no, non è necessario che mi aiutate”.
“Ne sei sicura?” chiese Celeste guardandola, un po' preoccupata.
“Certo, e poi mi sareste solo d'intralcio” disse Stormy.
“Grazie” disse Abigail. “Ma almeno è affidabile questo incantesimo?”.
“Possibile” rispose Stormy. “Alcuni di questi incantesimi sono stati testati e sono riusciti, ma altri sono semplici ipotesi, e la loro riuscita non è sicura. Dunque, no, non è affidabile al cento per cento, ma è sempre meglio di niente”.
Stormy si sedette sulla sedia dietro la scrivania, chiuse il libro e lo ripose in un cassetto.
“Ora però devo lavorare Aby, dovresti uscire” disse Stormy.
“Già che ci sei, andresti a riempire d'acqua la ciotola di Zeus? Me ne sono dimenticata” disse Celeste.
Abigail usci dalla stanza dopo aver annuito alla cugina senza troppo entusiasmo.
“Celeste” disse Stormy mentre prendeva dal cassetto una plica di documenti. “Ho bisogno di un the”.
Celeste si avvicinò alla scrivania e guardò la zia come ad aspettare che dicesse dell'altro.
“Beh?” disse Stormy. “Vai”.
***
Celeste uscì dalla stanza. Certo, Stormy avrebbe potuto anche dirle un “per favore” o un “grazie”, ma evidentemente la cortesia non era il forte di sua zia.
Celeste entrò nella cucina del castello, facendosi spazio tra i cuochi, per preparare il the; leggermente più che tiepido, con un goccio di latte e due cucchiaini di zucchero. Poi, per sicurezza, prese anche un bicchiere e ci versò dentro dell'acqua minerale effervescente naturale, l'unica che sua zia bevesse. Dopodiché, uscì dalla cucina del castello. 
La ragazza rientrò nello studio della zia.
“Dov’è il mio pranzo?” chiese Stormy.
“Pranzo?” chiese Celeste. “Non avevi accennato al pranzo”.
“Beh, è quasi ora di pranzo ed è evidente che qui ne avrò ancora per molto” disse indicando la grande plica di documenti davanti a se. “Mi sembrava che fosse ovvio che desiderassi il pranzo”.
“Già…hai ragione. Vado” disse Celeste, non troppo convinta. “Ah, comunque, cosa vuoi?”.
“Ciò che era previsto per il pranzo di oggi” disse Stormy.
“Ok” rispose Celeste uscendo dalla stanza.
***
Celeste, Abigail e Darcy erano sedute a tavola, per il pranzo.
“Celeste” disse Abigail. “Ti ho vista passare davanti la mia camera un paio di volte…hai di nuovo sbagliato la quantità di latte nel the?”.
“Divertente” disse Celeste con un finto sorriso. “Comunque credo che gli ormoni della gravidanza le stiano dando alla testa”.
“È questo il problema” disse Abigail con lo sguardo perso nel vuoto. “Gli ormoni non c'entrano, è proprio lei ad essere così”.
“Io però ti avevo avvisata” disse Darcy. 
“Si, ma non mi avevi detto che fosse…” disse Celeste bloccandosi prima di finire la frase.
“Pazza?” chiese Darcy.
“Esigente” disse Celeste. “Volevo dire esigente”.
“Si, come no” sussurrò Darcy abbassando lo sguardo sul suo pranzo.
“Tu non ci aiuterai?” chiese Abigail senza guardare la madre.
“No, non credo” rispose Darcy dopo qualche attimo di silenzio.
“Poi dici che sono io quella immatura” disse Abigail mentre con la forchetta arrotolava gli spaghetti.
Darcy guardò la figlia con sguardo pietrificante. 
“Che bello essere qui” sussurrò Celeste.
***
Era notte su Obsidia. Darcy si stava dirigendo, con una tazza di latte caldo in mano, verso lo studio di sua sorella. Arrivata davanti la stanza, aprì la porta. Come immaginava, la luce era accesa. Infatti, seduta dietro la scrivania, c'era Stormy. Era completamente stravaccata sulla scrivania; doveva essersi addormentata per la stanchezza. Aveva un lato della faccia appoggiata su di un foglio e la guancia schiacciata contro la sua superficie le creava un'espressione buffa sul volto. Darcy fece un lieve sorriso notandolo.
Stormy era stata chiusa in quella stanza per tutto il pomeriggio e lungo tutta la serata per cercare di tradurre quel dannato libro. Un enorme sforzo mentale, senza contare che la stessa mattina aveva combattuto. Quel tipo di cose a cui una donna incinta non dovrebbe neanche pensare, ma Stormy era Stormy, e nessuno ci poteva far nulla. A questi pensieri, Darcy scosse la testa alzando gli occhi al cielo.
“Che incosciente” sussurrò.
Appoggiò la tazza di latte sulla scrivania per poi osservare i vari fogli sparsi e due enorme libri poggiati accanto alla testa di Stormy. Osservandoli meglio capì che erano un dizionario runico e il libro di cui parlavano Celeste ed Abigail; dedusse che sui fogli ci fosse scritta una traduzione. Continuò a fissare la sorella per qualche secondo. Avrebbe voluto aiutarla, ma Stormy lo avrebbe fatto per lei? Non lo sapeva. Il suo rapporto con Stormy era sempre stata una delle sue poche certezze, ma ora non lo era più; non aveva esitato ad aggredirla senza neanche chiederle spiegazioni e darle la possibilità di spiegarsi. Tornò a guardare Stormy.
“Ringrazia quel tuo faccino” sussurrò. Prese una sedia, si sedette e continuò il lavoro della sorella.
Dopo circa un'ora, Darcy notò che Stormy aveva cominciato a destarsi, quindi, prima che Stormy potesse vederla, spari.
***
Celeste camminava silenziosamente per i corridoi. Era diretta verso lo studio di sua zia Stormy, sicura che in quel momento lei fosse in camera sua a dormire. Arrivata davanti la stanza, notò che la porta era socchiusa e che la luce era accesa. Dopo un attimo di esitazione, entrò nella stanza. Trovò Stormy, mezza addormentata, intenta a tradurre il testo. 
“Zia Stormy” disse Celeste. “Che cosa ci fai qui, a quest'ora?”.
“Potrei farti la stessa domanda” disse Stormy.
“Beh, stavo andando a prendere un bicchiere d'acqua” si giustificò Celeste. “Perché ora non vai in camera a dormire? È tutto il giorno che sei qui”.
“Non posso, Celeste. Derek è tra le grinfie di quel mostro e io non posso lasciarlo lì ancora a lungo” disse Stormy. Aveva una faccia evidentemente stanca, e due vistose occhiaie.
“Sono sicura che lui non vorrebbe affatto vederti in queste condizioni” disse Celeste avvicinandosi alla zia. “E lo sai anche tu. Quindi ora alzati e vai a letto”. 
Celeste aiutò la zia ad alzarsi e la accompagnò in camera sua.
“Sei stata tu a lasciarmi quella tazza di latte?” chiese Stormy mentre si metteva sotto le coperte. 
“Una tazza di latte?” chiese Celeste. “No, non sono stata io”.
“Sarà stata Aby” constatò la strega per poi addormentarsi. 
Celeste sorrise. C'erano notti in cui Abigail non dormiva per nulla e notti in cui dormiva come un ghiro. Quella notte era il secondo caso. Dunque, un'altra sola persona avrebbe potuto farlo. 
Adorava il rapporto che avevano le sue zie; aveva sempre desiderato un fratello o una sorella, così da avere qualcuno con cui condividere la sua situazione, ma sapeva che era impossibile e ci aveva rinunciato da tempo. Tuttavia, ogni volta che assisteva ad una loro scena dolce, per quanto potessero esserlo le sue zie tra di loro, le si scioglieva il cuore.
***
Celeste entrò nello studio di Stormy, per poi chiudere la porta. Si sedette dietro la scrivania e prese il libro in mano. Prese un foglietto di carta e lo appoggiò sulla pagina su cui era aperto, per poter segnare il punto in cui era arrivata Stormy, e sfogliò le pagine fino all'indice. Trovò il titolo che le interessava e andò alla pagina indicata. Prese da un cassetto dei fogli e iniziò a copiare, in runico, ciò che c'era scritto. 
***
Derek era ancora nel rifugio di Menlok. Aveva il corpo martoriato a causa delle torture inflittegli da Menlok. Provava un enorme dolore e bruciore in ogni punto del corpo. Ma, ciò nonostante, tutti i suoi pensieri erano rivolti ad altro. Come stava la sua Stormy? Era arrabbiata con lui? Magari non desiderava affatto che lui tornasse. Ma lui doveva andare da lei, doveva parlarle, doveva spiegarle. Ma ora, dopo quei giorni di prigionia e tortura, aveva finalmente trovato il modo di liberarsi. Ma lo sapeva, non sarebbe stato semplice.
***
Celeste entrò nella camera di Abigail. La ragazza era sul suo letto: manteneva con le mani le coperte e dormiva facendo chissà quali sogni.
“Abigail” sussurrò Celeste scuotendo la cugina. “Abigail”.
Abigail mugolò per poi girarsi dall'altra parte.
“Ehi, Abigail” continuò Celeste scuotendola ancora. “Devo parlarti, svegliati!”. 
Abigail mugolò di nuovo per poi svegliarsi.
“Ehi” disse Abigail mettendosi lentamente seduta. 
“Ho bisogno di parlarti, Aby” disse Celeste.
“Che diavolo ci fai sveglia a quest'ora?!” chiese Abigail, evidentemente scocciata per il sonno perduto.
“Un pensiero fisso mi impediva di dormire” disse Celeste.
“Anche io spesso non dormo, ma non vengo a svegliarti nel cuore della notte mentre sogni di nuotare in un fiume di cioccolato” disse Abigail.
“Dicevo” disse Celeste sospirando. “Devo parlarti. Questa mattina, quando abbiamo controllato il libro, ho notato che c’è un capitolo che parla di un incantesimo proibito che mi serve immensamente”.
“Quindi?” chiese Abigail.
“E quindi ho bisogno che tu mi dia una mano a tradurre il testo” disse Celeste. 
“E esattamente che incantesimo sarebbe?” chiese Abigail. 
“Ora non ho voglia di spiegartelo” disse Celeste.
“E perché dovrei aiutarti, allora?” chiese Abigail.
“Credevo che ormai fossimo diventate una squadra” disse Celeste.
“E va bene” disse Abigail dopo qualche secondo di riflessione. “Ma come facciamo a tradurlo? Io non conosco il runico”.
“Neanche io, ma possiamo chiedere a Liam” disse Celeste.
“Conosce il runico?” chiese Abigail.
“Non proprio, ma ti spiegherò tutto” disse Celeste.
“Ma sei avrai tutto questo tempo da dedicare alle spiegazioni, perché diavolo mi hai svegliata?” chiese Abigail.
“Oh beh, perché mi piaceva l'idea di svegliarti in piena notte” disse Celeste con un sorriso beffardo.
“Ma cosa c’è nella mia persona che vi attrae a tal punto dal maltrattarmi come vi pare e piace?” chiese Abigail sarcasticamente.
“Non lo so, credo venga naturale” disse Celeste.




Bu! Vi siete spaventati, eh? Come? Più che per il “bu”, vi siete spaventati notando l'aggiornamento? Beh, non posso farci nulla. Comunque, come avete passato le vacanze natalizie? Cosa avete ricevuto? Bene, dopo essermi fatta la mia sessione giornaliera di fatti degli altri, vi avviso di una cosa: non sono sicura di quando potrò aggiornare di nuovo, e questo perché gennaio sarà un mese pieno (ci sono professori che hanno tutte le interrogazioni orali, ma che devono ancora far fare le verifiche, e ci sono professori che hanno fatto fare le verifiche, ma non hanno interrogazioni orali). 
Ora, cosa che non c'entra nulla: dei miei amici stamattina mi hanno mandato un messaggio di auguri di buon compleanno. Io, ingenuamente, dico loro che oggi non è il mio compleanno. E loro cosa dicono? Esatto. Dicono che credevano lo fosse, dato che oggi è la festa della befana. Che simpatici i miei amici, non trovate? *risata nervosa*. Bene, vi ho già scocciato troppo, quindi ora me ne vado. A presto.
Icydarcystormy 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: icydarcystormy26