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Autore: shiver21    06/01/2017    1 recensioni
"Quando c'eri tu qui con me sotto un prato di stelle; quando quella notte sognammo l'infinito, forse per l'ultima volta."
-Talìa si ritrova a dover affrontare la perdita del suo migliore amico, e ciò la distrugge, portandola a scrivere per lui delle lettere per trovare un po' di conforto; lettere che però vengono sempre ritrovate dalla stessa persona.
-Jaehyun ama l'arte più di qualsiasi altra cosa; è sempre stato convinto di non poter provare interesse per qualcosa che non consistesse in una tela o della pittura, ma si ritroverà presto a cambiare idea.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Last Dance

"La scorsa notte ho stretto la tua mano e ballato con te
Risplendevi luminosamente, eri bellissima
Un ultimo sorriso
Rosso, arancione, giallo, verde
Questa misteriosa scena di estasi
Non è come il mondo che ho visto e ho sentito"

 

Caro Jeremiah,

Questa è la trentaduesima volta che ti scrivo da quel giorno, e credo di essere diventata tanto pazza da aspettarmi perfino una tua risposta. Ridicolo, vero? Forse attendo che tu ricompaia magicamente, o che mi mandi uno di quei segni che i fantasmi danno nei film: un soffio di vento, il rumore di foglie secche calpestate. Sai che non ho mai creduto a queste scemenze; eppure, in un certo senso, mi ritrovo quasi a sperarci.

Sono rimasta bloccata a quel mattino d'agosto, tre mesi fa, quando ho visto il tuo corpo galleggiare pallido sulle acque di questo fiume. Mi sembra di rivivere la scena ogni giorno, ogni ora, ogni secondo. La tua immagine tormenta perfino i miei sogni. Non ce la faccio più, mi sembra di star perdendo la testa, di essere caduta in un buco nero, risucchiata e senza possibilità di scampo. Ci sto provando ad andare avanti, ci sto mettendo tutta me stessa e te lo giuro. Perché so che non avresti mai voluto vedermi così. Ma non posso cambiare la realtà delle cose, come non posso riportarti indietro.

Tutto quello che riesco a fare è restare qui, a piangere come un'idiota e a scriverti come se non fosse successo niente, come se fosse tutto come prima, con te ancora al fianco della vecchia me, che ora invidio così tanto. Rimpiango talmente tante cose, non puoi nemmeno immaginare quante; soprattutto le frasi non dette. Oh, di quelle ce ne sono state fin troppe.

Ora sono seduta sull'erba secca, con il petto che fa male e il respiro pesante, a guardare il cielo notturno. E' così tristemente simile a quello della nostra ultima sera passata insieme, quando c'eri tu qui con me sotto un prato di stelle; quando quella notte sognammo l'infinito, forse per l'ultima volta.

Quella notte d'agosto, sotto una vecchia coperta rossa e con la limonata del discount in mano, avrei voluto rivelarti una delle cose che rimpiango di più di non aver detto. Questa volta, non mi tratterrò.

Ti ho amato, ti ho amato così tanto. Ti ho amato con tutta me stessa, con tutto il mio corpo, le mie ossa, le mie forze e la mia anima. Ti ho amato in silenzio per talmente tanto tempo, e ti ho amato così disperatamente. E sono stata così egoista e codarda per non avertelo mai detto. Perché, sai, mi sono sempre ripetuta che non avresti mai potuto provare lo stesso.

Ora non posso fare a meno di chiedermi cosa sarebbe successo se invece fossi stata diversa, più coraggiosa; forse le cose sarebbero andate diversamente. O forse sarebbero rimaste sempre le stesse.

Infondo lo sai, non ho mai creduto nel lieto fine, e questa ne è una prova.

Addio, Jem.

Con amore, Talìa.

 

Talìa piegò il foglio fino a formare una barchetta di carta, impresa difficile, data la vista appannata a causa delle lacrime. Si alzò con lentezza e si avvicinò alla sponda del fiume. Come aveva fatto anche le altre volte, baciò la carta, poi si accovacciò e lasciò galleggiare la lettera sull'acqua, facendola navigare grazie alla spinta dalla corrente.

Dopodiché si accasciò al suolo piangendo sommessamente, il petto scosso da continui singhiozzi. Si prese le gambe e le abbracciò disperata, iniziando a dondolarsi tremante ed infreddolita. Quando il suo respiro tornò regolare, si stese sull'erba e fissò le stelle.

"Mi sento così piccolo, quando guardo il cielo.", le diceva sempre Jem.

E Talìa non si era mai sentita tanto minuscola come in quel momento, sotto il cielo incombente e quella vastità sconcertante. Così impotente e sola.

E mentre la sua barchetta veniva raccolta qualche metro più in là, sull'altra sponda, da un'ombra ormai abituata a raccattare quelle strane lettere anonime, la ragazza che le aveva scritte si stava ripromettendo che quella sarebbe stata l'ultima barchetta che avrebbe fatto navigare.

 

 

Salve! Che dire, è la prima volta che provo a scrivere qualcosa qui su efp, mi auguro che ne esca qualcosa di buono (propositi per il 2017 insomma). Spero la storia vi piaccia, e che io riesca a terminarla senza lasciarla incompiuta e senza farla diventare noiosa o monotona, ciò di cui ho più paura, dato che l’ispirazione mi è venuta all’improvviso mentre guardavo la neve fuori dalla finestra, quindi incrociamo le dita nella speranza che non mi abbandoni in fretta. :)

   
 
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