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Autore: Zapt    06/01/2017    1 recensioni
Come reagirei se venissi catapultato in una realtà parallela, dove tutto segue le regole dei romanzi fantasy?
Ho provato ad immaginare diverse vicende che vedono il me fantasy come protagonista, dando vita anche a situazioni a sfondo comico di confronto fra il mondo reale e il mondo fantasy.
Tutto questo riempendo volutamente la storia di cliché tipici del genere, traendo comicità da quanto prevedibili siano gli avvenimenti che capitano.
Trattenni a stento le risate.
Ero tentato di dire qualcosa come "Figghiu de Calogero sugnu", ma poi sarei stato preso per pazzo.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due occhi chiari mi guardavano attraverso le lenti di un paio d'occhiali posati sul naso.
Un'anziana dagli abiti fuori tempo e dall'espressione stupita mi stava fissando.
I lunghi capelli grigi raccolti in una treccia che arrivava quasi a strisciare il terreno, la pelle rugosa e imperfetta.
Qualcosa risuonava a basso volume nella mia testa, ero troppo stordito per identificare cosa fosse.
Pareva la colonna sonora di un videogioco, ma non mi ero addormentato con le cuffiette.
Stringevo le coperte altrettanto stupito, fissando il soffitto legnoso e scosceso completamente differente da quello di casa mia.
Anche la morbidezza del materasso era diversa e ad ogni mio minimo movimento produceva scricchiolii.
La sera prima indossavo un pigiama blu piuttosto comodo e leggero, in quel momento sentivo il torace nudo e le mie gambe coperte da un tessuto simile a tela.
Abbassai lo sguardo sul mio busto che pareva diverso, un po' più atletico e poco più voluminoso, non per la ciccia ma probabilmente per qualche muscolo.
Presi a fissare la nonnetta che non avevo mai visto in vita mia.

« Oh giovanotto, ti sei svegliato finalmente! »

Disse lei, sorridendo.
I suoi denti erano parecchio rovinati, sembrava che non fosse mai andata dal dentista.
Feci un commento simile nella mia testa, dando per scontato che esistessero i dentisti ovunque io fossi finito.
Non parlai, e dopo qualche secondo lei continuò:

« Ti ho trovato svenuto nella foresta mentre raccoglievo funghi, allora ho pensato di portarti qui finchè non ti saresti ripreso. »

"Ah.. figo.. questa storia mi sembra di averla già letta in qualche gioco fantasy. Era abbastanza simile.. poi alla fine si scopre che lei aveva tipo perso un nipote e quindi essendo che il protagonista le ricordava lui lei lo aveva aiutato."

Lei riprese a parlare con la sua voce piuttosto rauca e rovinata.
Non sembrava troppo anziana in realtà, avrà avuto una settantina d'anni, come mia nonna.
E parlava tanto, ma tanto, come mia nonna.

« Puoi chiamarmi nonna se vuoi.. »

Era leggermente curva, pareva avere problemi di schiena.
Infatti si sedette poco dopo su una sedia, una sedia particolarmente vecchio stile.

"E' tutto vecchio stile qua.. un'amante del vintage? Ma.. anche per quanto riguarda i vestiti?"

C'era uno specchio a muro dall'elegante e raffinata cornice in legno.
Era legno piuttosto scuro, intagliato nei minimi particolari.
Ci misi un po' a constatare che il corpo in cui ero in quel momento non era il mio.
Certo, era di un ragazzo, ma non riconoscevo quasi nulla dei miei tratti.
I capelli rossi, mossi e piuttosto lunghi, gli occhi chiari, il viso pulito come se mi fossi appena rasato.
Una carnagione pallida, tanto pallida, più di quanto non lo fosse già nel mio vero corpo.
I tratti più da adulto, circa da ventenne.

"Cosa cazzo..."

Pensai, parecchio confuso.
Non che mi dispiacesse, ben inteso, ero piuttosto figo.
Mi preoccupava piuttosto che mi fossi di colpo svegliato in un posto che non conoscevo con gli occhi di un'altra persona.
Non stavo parlando non perchè non avessi cose da chiedere, ma perchè avevo paura di avere una voce diversa.
Sapevo per certo che la mia voce sarebbe suonata strana a me in primis quindi per non parlare in modo strano mi presi i miei cinque minuti per calmarmi e per realizzare la situazione.
Poco dopo presi a parlare, anche un po' per curiosità.

« E-Ehm.. la ringrazio per tutto.. »

Mantenni un tono piuttosto formale, non volevo sembrare sgarbato nonostante lei mi avesse concesso confidenza chiedendomi di chiamarla nonna.
Per fortuna la voce non aveva subito troppi cambiamenti; era chiaramente diversa ma perlomeno era piacevole.
Di sicuro ci avrei dovuto fare l'abitudine, un timbro diverso ma sempre piuttosto profondo.
Sospirai per vedere quanto fiato avevo in quel corpo, era solo una scusa per nascondere il fatto che fossi spaventato e avevo bisogno di calmarmi respirando a fondo.

« Posso sapere.. dove siamo..? »

Chiesi poi, sempre cauto.
Non avevo la più pallida idea di dove fossi stato catapultato.
L'arredamento era molto diverso da quello dei miei tempi, l'ipotesi di un'amante del vintage era oramai scartata considerando le circostante.
Mi sarei aspettato di tutto oramai, ero arrivato a sentire una colonna sonora nella mia testa.
Era abbastanza piacevole, certo, ma non ne intuivo il senso nè tantomeno la provenienza.
Mi sentivo come in un gioco di ruolo ambientato nel passato e in un mondo fantasy.
In realtà non avevo ancora visto nulla di fantasy, ma è bello pensare che le cose se pensate con intenzione possano avverarsi.
Decisi di evitare di pensare ai miei amici ed ai miei genitori, non avrebbe fatto altro che mettermi angoscia e non potevo permettermi di deprimermi in un momento simile.
L'anziana signora si alzò e prese dal tavolo una carta geografica.
Curva come suo solito la poggiò sul letto, non costringendomi ad alzarmi ma bensì mettendola sulle mie gambe distese.
La cartografia era molto simile a quella del mondo reale, ma questo solamente in fattore di simbologia.
Le terre rappresentate erano difatti molto differenti; venivano anche raffigurate delle isole volanti.
Sul momento mi venne da ridere, ma mi trattenni per non sembrare maleducato davanti alla signora che si era scomodata a mostrarmi un planisfero.
Indicò su un punto della mappa, un punto davvero minuscolo che recitava "Regno di Aerandir".
Pareva avere sbocchi sul mare ed essere piuttosto importante nonostante la sua minuscola estensione territoriale.
C'erano poi distinzioni più evidenti e delle aree, come fossero degli enormi stati.
Dominio degli elfi, dominio degli gnomi, dominio dei mezzi gatti, dominio dei nani, dominio dei goblin, dominio degli orchi, dominio dei dragoviani, dominio delle fate.
Le unità di misura non erano quelle del mondo reale; feci molta fatica a farmi un'idea della vastità dei continenti.
Non venivano citati gli umani.
Cosa ci facevo io, umano, in un mondo simile? E soprattutto, perchè anche la nonnetta aveva sembianze palesemente umane?
La vista in quel corpo mi piaceva molto di più; non aveva decimi in meno e mi sembrava di aver addosso degli occhiali ancora più potenti di quanto non fossero quelli che dovrei portare nella vita reale.
Eravamo nel dominio degli elfi, quindi sarebbe stato plausibile trovarsi davanti una nonnetta elfa.
Le orecchie erano probabilmente la parte del corpo che più trascuravo mentre cercavo di descrivere una persona nella mia testa; inizialmente infatti non notai le due orecchie a punta della mia soccorritrice.
Peraltro non erano molto evidenti come si vedono nei film, forse anche perchè erano coperte dai capelli.

«  Ah.. capisco.. mi scusi, non sono di queste parti. »

Strano, non si era articolata in uno spiegone sulle leggende locali di eroi e bla bla bla, tutta quella roba da romanzi fantasy.
Forse non parlava quanto mia nonna, era solamente impaziente di presentarsi.
Dopo che ebbe riposto la carta e si fu dinuovo seduta, riprese ancora una volta a fissarmi.
Riuscii a intuire che quando mi fissava poco dopo mi avrebbe chiesto qualcosa.

« Ragazzo.. qual è il tuo nome? »

"He..hehe.. e ora che dico? Beh, non credo di avere documenti o stronzate burocratiche addosso, quindi posso anche farmi chiamare come mi pare."

Mi sentivo come un padrone che doveva scegliere un nome al proprio cane.
Di fatto non mi apparteneva quel corpo, quindi stavo effettivamente scegliendo per qualcun altro.
Faceva parecchio strano poter scegliere il proprio nome nella vita reale, sembrava l'inizio di Dark Souls 2 dove ti viene chiesto dalle anziane signore se riuscivi a ricordarti il tuo nome.

   
 
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