Racconto IV classificato al contest "È una storia sai...", indetto da Najara sul forum di EFP:
Prompt:
Canzone 11: Il pianeta del tesoro: "Ci sono anch'io"
Immagine A: Guard, by wlop
Inizialmente avevo scritto questo racconto anche per il contest "Stempunk tendencies". Anche se, alla fine, ho deciso di non partecipare più, le immagini che avevo scelto sono comunque presenti nel testo. Eccole:
LA
PRINCIPESSA
E
IL SENSITIVO
1.
Quella mattina, erano
appena le cinque quando la principessa Fenna
–
secondogenita della famiglia reale Kasde
Probas – si
svegliò pervasa
da una strana euforia. Il lenzuolo di seta era in parte scivolato
giù dal letto
a baldacchino, segno che aveva passato una notte di sonno movimentato.
La giovane si
alzò e andò a sedersi davanti al comò
in noce con
specchiera, poi passò una mano su una piccola fotocellula a
lato dello
specchio.
«Caro
diario», cominciò la principessa, parlando a bassa
voce
all’immagine riflessa davanti a sé. «Ho
fatto un sogno stranissimo.
Innanzitutto, vedevo me stessa agire dall’esterno. Ogni
parola proferita, ogni
cenno, ogni emozione era vicinissima, ma allo stesso tempo sembrava non
appartenermi.» Portò due dita alle tempie in un
gesto che sembrava voler
catturare reminiscenze lontane nella sua mente. «Sento che i
ricordi stanno già
iniziando a sfumare…»
Si fermò
qualche istante a fissare lo specchio. Quel grazioso
visino privo di rughe, che dimostrava meno anni di quanti ne avesse in
realtà,
ricambiò l’occhiata confusa. Nemmeno i capelli
argentati, che di solito
suscitavano l’idea di persona vissuta, riuscivano a farla
sembra più matura.
In basso,
nell’angolo destro della cornice dorata della grande
specchiera, lampeggiava una lucina rossa che indicava che la
registrazione era
in atto. Sospirò provando nuovamente a riordinare i ricordi;
non riuscendoci si
spazientì e decise di giocare il suo asso nella manica.
Prese la boccetta colma
di elisir che aveva distillato la sera prima, e che aveva lasciato
sopra il
comò guidata da una specie di presentimento; la
osservò per qualche secondo e
poi bevve tutto d’un fiato. Dopodiché
indossò un braccialetto rigido d’argento
con una grossa pietra azzurra incastonata al centro. La pozione fece
subito
effetto e lei si addormentò seduta sulla poltroncina e con
il capo adagiato sul
legno duro del mobile. La pietra del braccialetto che indossava
iniziò a
mandare bagliori ritmici; pian piano il suo pulsare si
sincronizzò con quello
della lucina rossa dello specchio, segno che il suo subconscio aveva
iniziato a
trasmettere.
Il sogno completo
restò impresso nella memoria interna del diario
della principessa. Una volta terminata la registrazione, la lucina che
segnalava la trasmissione si spense. Lo specchio restò
acceso per un altro
quarto d’ora prima di andare in stand-by. Poi, visto che
nessuno aveva più
cercato di comunicare con esso, si attivò un programma che
trasferì quanto
ricevuto in un archivio di sistema protetto da una password generata
automaticamente.
Quando, pochi minuti
più tardi, la principessa riprese conoscenza
si sentiva ancora pervasa da una piacevole euforia. Lei non lo sapeva,
ma la
pozione che aveva preparato aveva funzionato perfettamente: si era
venuto a
creare un collegamento fra il proprio subconscio e il dispositivo,
installato
nella specchiera, capace di leggere e tradurre le onde cerebrali.
Tuttavia, per
colpa di un effetto collaterale, Fenna
non
ricordava ciò che era accaduto dal momento successivo in cui
aveva bevuto la
pozione. Un po’ confusa riaccese il diario-specchio per
controllare gli ultimi
dati registrati, ma non trovò alcuna traccia recente.
Credette, quindi, che il
suo distillato avesse fallito e che il sogno fosse andato perduto per
sempre.
Si tolse il braccialetto e, con un gesto di stizza, gettò
via la boccetta vuota
di vetro che, al contatto con il pavimento, andò in frantumi.
Si rimise a letto
senza riuscire a chiudere occhio finché, alle
sette in punto, qualcuno bussò alla porta della camera. Era
il consueto
consigliere reale addetto alla colazione che, dopo averle dato il
buongiorno,
le annunciava di aver preparato un sano e nutriente spuntino.
La giovane
s’incamminò scalza verso la porta, la veste da
notte
che strusciava sul pavimento. Passò distratta davanti al
comò e finì per
ferirsi superficialmente un piede con una scheggia di vetro della
boccetta
rotta in precedenza. «Questa giornata inizia proprio a
meraviglia», commentò in
tono sarcastico rivolgendosi a se stessa.
Note autore:
Salve a tutti,
lettori e avventurieri.
Dunque, questo capitoletto è un po' breve e lo sarà anche il prossimo. Tendo a considerarli entrambi come anti-prorogo e prologo. Consiglio di proseguire la lettura per avere più chiara la situazione. Mi è stato fatto notare, e purtroppo sono d’accordo anch’io, che questo prorogo rivela gran poco. Per questo motivo, prima di pubblicare nel blog, cercherò di revisionarne i capitoli rendendoli tutti più o meno della stessa lunghezza, e mettendo più carne al fuoco, in modo da saziare anche i lettori più avidi.
Oltre
a ciò, vi svelo che il racconto ha bisogno di una
revisionata. L'ho scritto velocemente in modo da stare dentro ai tempi
(e al numero massimo di parole) del contest. Per cui non è
risultato proprio come avrei voluto. Ringrazio molto chi
deciderà di leggere e di lasciarmi una recensione.
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Questo racconto è un'opera di fantasia. I personaggi e le situazioni presenti sono frutto dell'immaginazione.
"La principessa e il sensitivo"
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Namie