margherite
((
i'll keep your secret
))
E |
ntrare. Non entrare.
Entrare. Non entrare.
Alcott era
rimasta davanti alla porta per una mezzoretta
buona, impalata, con un enorme vaso di margherite tra le braccia, in
crisi
esistenziale a causa di quell’assurda idea.
Preparare un
colpo da due milioni al Louvre? Bazzecole.
Confortare un capo esaurito nell’anniversario della morte di
sua figlia? Alcott
sentiva già il panico che le attanagliava lo stomaco. Era un
disastro a fare
regali.
I fiori erano
stati una scelta quasi naturale, ma era difficile
prevedere come Fitzgerald l’avrebbe presa. Forse preferiva le
primule? I
tulipani? O qualche strano fiore tropicale dal nome impronunciabile?
Con un sospiro,
Alcott scosse il capo e finalmente si
decise ad abbassare la maniglia.
«Mister
Fitzgerald? P-posso… posso disturbarla?»
mormorò
mentre entrava nella stanza, evitando il più possibile il
contatto visivo.
«Oh,
buongiorno Alcott. Hai qualche novità riguardo al
Libro?»
Francis, seduto dietro l’enorme scrivania, capelli che non
avevano visto il
pettine da giorni e pile di documenti che lo attorniavano, non
alzò neppure gli
occhi – arrossati e non solo per la mancanza di sonno
– dal lavoro. Ad Alcott
faceva quasi pena, vedere quel suo lato un po’ più
debole – era più che sicura
che nessuno nella Guild avesse mai
visto il capo in quello stato.
«Prego?»
Fitzgerald alzò elegantemente un sopracciglio
con un sorrisino confuso, un gesto che probabilmente aveva passato ore
davanti
allo specchio a perfezionare.
«Margherite.
D-da mettere in u-ufficio, ha presente, per…
uh, rallegrare un po’ l’ambiente. Ho p-pensato che
le a-avrebbe f-fatto pia-piacere,
non so… cioè, credevo--» se avesse
continuato ancora così,
probabilmente la
testa, già rossa come un pomodoro, le sarebbe
definitivamente scoppiata per l’imbarazzo.
«Ottima
idea!» Francis si alzò così
improvvisamente che
Alcott sussultò, e per poco il vaso non le cadde di mano
«Questo ufficio è già
abbastanza tetro di suo. Lasciali pure sulla scrivania, uhm, se
c’è spazio.»
Alcott
annuì lievemente, le guance imporporate, mentre
adagiava i fiori su un angolo della scrivania traballante,
l’improvviso silenzio
che la metteva a disagio. Avrebbe dovuto dire qualcosa di
più? Fargli le
condoglianze – di nuovo?
«Margherite,
hai detto?» per fortuna l’intervento
provvidenziale di Francis la salvò dall’imbarazzo.
«Ehm,
sì.» assentì lei, fissandosi i le
scarpe con aria
molto interessata.
«Ma
non sono quei fiori che si usano per… sai, quella
cosa che fanno i poveri… come si chiama?»
afferrò uno dei bei fiori bianchi,
strappando lentamente i petali «Oh, giusto! Lei mi ama, loro
mi amano, io mi
amo–»
«Non
è così che si fa!» esclamò
lei, scuotendo la testa
divertita, mentre gli mostrava il giusto procedimento e finalmente il
primo stanco
sorriso affiorava suo volto del suo capo.
Alcott era un disastro a fare regali – ma far sorridere le persone era un suo talento naturale.
...
07.01.17 → prima fic del 2017 e visto che in questo fandom mancano fanfiction sulla Guild... perché no? niente di particolare, fitzy è scemo come sempre e alcott è adorkable e mi fanno partire la ship, gnnn. o forse è la mancanza di trinity blood che mi fa scrivere cose così indecenti, sono in astinenza, sigh. che poi, questo è il quarto compleanno di questo account su efp (più i due anni di quello precedente... mamma mia, sono sei anni che sono qui, mi sento così vecchia). e, oh, siamo già a quasi quaranta fanfiction, sapevate? continuiamo così, gente! hugsbye! rie