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Autore: saffyj    07/01/2017    12 recensioni
Bella ha una vita perfetta, non le manca nulla... fino a quando non tiene in braccio la figlia della sua miglior amica e capisce che invece una cosa nella vita le manca: un bambino!
Non cerca l'amore, l'uomo giusto o cose del genere... vuole solo un bambino!
Ma come può fare? L'inseminazione artificiale? Adottarlo? Nooo... troppo facile...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao e BUON ANNO!
Sono mesi che non mi faccio viva, ma il 2016 è stato veramente un casino!
Volevo postare la continuazione di "Cotta" per Natale, ma ovviamente il 2016 ha dovuto rompere le scatole fino all'ultimo... volevo allora postarlo per capodanno... ma il 2016 era ancora troppo vicino...
Stavo perdendo le speranze... ma la Befana mi ha portato questa storia!
Lo so, non è la continuazione di "Cotta"... ma giuro che presto arriverà... per il momento... spero di allietarvi con questa storiella che è nata nella mia mente malata nel giorno dell'epifania! E' breve ed è nata come risposta alle mille Fanfiction che descrivono Edward uno scopatore pazzo e Bella la povera innamorata che spera (e ovviamente si avvera) che sia lei quella giusta...
Ho voluto ritorcere contro allo stallone-Edward la sua instacabile voglia di darlo a destra e manca... ed è nata questa storia!
BUONA LETTURA!!!
Spero vi piaccia!
P.S: E' di soli 5 capitoli + epilogo... cortissima e la pubblicherò in brevissimo... mentre corrego le ultime cose di "Cotta" !
Un abbraccio... ci leggiamo presto! 
 
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PARTE PRIMA

“No, no, no!” sbotto chiudendo lo schermo del portatile.
“Dai, non fare così! Lo troverai prima o poi l’uomo giusto” cerca di consolarmi Alice avvicinandosi ed accarezzandomi la schiena “Hai venticinque anni, un fisico da urlo e una testolina niente male. Non devi per forza trovare un donatore”
“Ma io non voglio un uomo in carne e ossa! Voglio solo un bambino! Un adorabile pargoletto, un piccolo omino del quale prendermi cura!” piagnucolo riaprendo il pc per ricominciare la ricerca.
“Senza un papà?” chiede inarcando le sopracciglia dopo aver puntato le braccia sui fianchi con fare ammonitore.
“Gli uomini sono tutti uguali… ammaliano, dicono parole dolci, promettono amore eterno e poi svaniscono appena il rapporto diventa più serio” scuoto il capo per allontanare le immagini di tutti gli uomini che sono fuggiti da me. “Preferisco che svaniscano ancor prima di illudermi”
“Non tutti gli uomini sono così” cerca di farmi ragionare, anche se sa che ho ragione e la guardo inarcando a mia volta il sopracciglio “Ok, tuo padre e mio padre lo hanno fatto, e anche James quando pensava tu fossi incinta, come Alec con me… ma non importa… siamo solo state un po’ sfortunate” ma la sua voce, ormai solo un sussurro, conferma la sua poca convinzione.
“E allora perché dovrei continuare a cercare la fortuna se già so che mi ha abbandonata? Meglio un uomo in provetta! Nessun vincolo, nessuna aspettativa!”
“Ma perché vuoi questo bambino? Hai un lavoro fantastico che ti riempie le giornate, degli amici che riempiono le serate… e hai me che riempio sia le giornate che le nottate!” si indica per intero drizzandosi nelle spalle ed io scoppio a ridere. “Perché vuoi un bambino?” mi chiede facendosi seria e sedendosi vicino a me.
“Da tempo sento che mi manca qualcosa e, quando ho preso in braccio Bree, ho capito cosa manca nella mia vita” ammetto ripensando alle forti emozioni che quegli occhioni grandi e puri mi hanno trasmesso quando ho preso in braccio la bellissima figlia di Rose ed Emmett.
“Arriverà…arriverà anche per noi l’uomo giusto e poi un bellissimo bambino…” mi prende le mani nelle sue e mi guarda con la speranza di avermi convinta.
“Non mi interessa l’uomo giusto. Ho te, i nostri amici, il lavoro… non ho bisogno di un uomo che mi faccia innamorare e poi mi strappi il cuore perché ha capito che non sono quella giusta, o perché il mio lavoro lo fa sentire inferiore, o perché è geloso che gli altri mi guardino o perché…”
“Ho capito, ho capito… meglio prevenire che curare” esclama ed io annuisco. “Quindi vuoi rimanere zitella” mi stuzzica facendo una smorfia.
“Voglio una vita serena, senza illusioni…”
“Senza marito… a una certa età… si è zitelle”
“Sarò una mamma!”
“… zitella”
Sbuffo rumorosamente. E’ inutile, con Alice non si riesce mai ad avere l’ultima parola!
“Secondo me dovresti attendere ancora qualche anno… forse cambierai idea sugli uomini… troverai l’uomo giusto. Ti innamorerai. Lui si innamorerà. Vi sposerete e avrete tantissimi bei bambini!” esclama battendo le mani e guardandomi sognante.
“Non voglio nessun uomo nella mia vita! Ne ho abbastanza del genere maschile! Non sono esseri affidabili!”
“Quindi… niente sesso per… sempre?” sbatte le ciglia e si stringe nelle spalle con fare innocente.
“Ho detto che non sono affidabili, non che non sono utili” le strizzo l’occhio maliziosa “Se un uomo mi piace e accende il desiderio… perché non usarlo per spegnerlo?”
“Ma… ma..” balbetta ed io sorrido vittoriosa. Sono rare le volte che si riesce ad ammutolire Alice.
“Senti. Non so cosa succederà nel futuro. Non so come e quando risolverò i miei problemi con il genere maschile, ma al momento non è un uomo quello che cerco. Voglio un bambino. Voglio essere madre. Ho provato ad essere figlia ed ho fallito. Ho provato ad essere amante e compagna ed ho fallito… ma so che come madre non potrò fallire. Ho avuto un’ottima insegnante e saprò essere come lei!”
“Ok. Mi hai convinta… anche se penso che, da qualche parte, c’è la nostra anima gemella e noi la troveremo!” Si volta verso il pc senza permettermi di replicare e riapre la pagina dove si scelgono i donatori di sperma. “Come lo vuoi? Medico, ingegnere, avvocato…”
Sbuffo e le rubo il mouse “Non credo che uomini con una laurea si abbassino a donare il loro seme. I dati sono alterati per convincerci a sceglierlo… mio figlio sarà intelligente anche se lo sperma me lo dona uno spazzino che non ha finito il liceo... ma se suo padre non è bello… non credo che il mio solo DNA basti!” e facendole l’occhiolino inizio a sfogliare le immagini di adoni con il torso nudo e dei muscoli che solo guardarli già mi eccitano. Voglio che il mio bambino abbia gli occhi verdi, come i miei e quelli di mia madre, voglio che abbia i capelli chiari e sia sano…
Dopo ore passate a sfogliare milioni di fotografie senza trovare nulla che mi ispiri, decido di lasciar perdere, ma, invece che cliccare il tasto per uscire dal sito, clicco per errore l’avanzamento dei candidati e l’immagine di un uomo con un fisico perfetto e con degli occhi che bucano l’obbiettivo da quanto sono verdi mi fa saltare sulla sedia per la gioia: ho trovato il DNA per mio figlio!!!
***
Canticchiando spensierata, come da tempo non succedeva, mi dirigo verso la clinica in cui praticano la fecondazione assistita pronta a farmi impiantare il DNA di quel maschione tutto muscoli e con gli occhi più belli che abbia mai visto. Sorrido e chiudo gli occhi immaginando mia figlia (perché sarà sicuramente femmina) che mi corre incontro con i capelli castani racchiusi in due trecce, che mi sorride con le fossette sulle guance, come mia madre, e gli occhi verdi smeraldo illuminati dalla gioia.
L’urto contro un passante mi fa tornare alla realtà ed affretto il passo verso la clinica, impaziente di sentire una nuova vita crescere in me.
“Buongiorno!” saluto l’infermiera seduta alla scrivania dell’entrata.
“Buongiorno!” ricambia cercando non so bene cosa alle mie spalle “Desidera?”
“Vorrei parlare con la dottoressa Cope”
“Ha un appuntamento?” chiede distruggendo il mio buon umore insieme all’immagine di Angela, mia figlia, che mi sorride mentre crolla in mille pezzi.
“N…No” balbetto cercando di ricacciare le lacrime. Cavolo, non sono ancora incinta e già ho le crisi ormonali!
Scuote il capo facendo una smorfia dispiaciuta. “Mi dispiace, ma la dottoressa riceve solo su appuntamento. Ma se vuole posso fissargliene uno” mi propone sorridendo gentile mentre apre l’agenda che, da quel che posso vedere, è stracolma di appuntamenti. Piagnucolo appoggiando la testa sulle braccia conserte sul bancone mentre mentalmente conto il tempo che devo aspettare e le probabilità che l’uomo che ho scelto ci sia ancora come donatore.
“Addio uomo dagli occhi verdi” mormoro vedendo anche la sua immagine andare in mille frantumi.
L’infermiera mi sorride e, tenendo la mano sul primo foglio dell’agenda libero… e parliamo di maggio, tra due mesi… mi risponde “Non si preoccupi, i nostri donatori sono sempre gli stessi”
Si ammutolisce come se avesse detto troppo e prova a rimediare “Nel senso che… che… utilizziamo sempre gli stessi donatori perché devono superare dei test molto severi… quando troviamo il donatore… I donatori perfetti… non li facciamo più fuggire” ed arrossisce riportando lo sguardo sull’agenda “Se vuole, la dottoressa può visitarla e farle il colloquio il 6 maggio alle 10:00 di mattina…” non mi guarda più negli occhi e tamburella con le dita sul foglio… con il lavoro che faccio riconosco quando qualcuno mente.
Una porta alle mie spalle si apre, ed un ragazzo di circa diciotto anni, magro e con i capelli unti, arriva dal corridoio centrale tenendo in mano un giornaletto porno e un vasetto. Si guarda intorno spaesato e sorride nell’individuare un’infermiera che gli indica la collega addetta al ritiro del seme.
“Va bene per quel giorno?” l’infermiera richiama la mia attenzione, ma io continuo a guardare il ragazzino, cercando di ricordarmi il suo viso tra quelli che ho esaminato e riesaminato in questi giorni. “Signorina! Va bene per il sei maggio?” riprova, ma ormai la frittata è fatta.
“No, mi dispiace.” rispondo cercando di nascondere il disgusto con un sorriso “Ho già un impegno per quel giorno. Buona giornata” e scappo a gambe levate da quella clinica poco professionale e truffaldina.
***
“Mi vuoi dire che è una truffa?” esclama Alice passandomi il bicchiere di whisky che ho ordinato.
Annuisco e crollo con la testa sul tavolo. “Sì” mugugno con il viso sepolto nelle braccia.
“Ma forse il ragazzino era nuovo e non avevano ancora avuto tempo di metterlo nell’album”
Scoppio a ridere per la sua ingenuità e la sua voglia di vedere sempre il buono anche dove non c’è.
“Mi dispiace, Alice, ma non esiste nessun adone con occhi di smeraldo, ma solo ragazzini che devono pagarsi la retta degli studi o chissà cosa…” e tracanno il whisky per mandare via l’amaro che sento in bocca per la mia ultima speranza andata in fumo.
“Adone, occhi di smeraldo, ragazzini...” esclama Rose palesandosi e baciandomi sulle guance. “In due settimane che non vi frequento avete trovato un adone ragazzino e non mi avete resa partecipe?” ci ammonisce con lo sguardo mentre si siede alzando il braccio per chiamare il cameriere “Raccontatemi tutto! Sono assetata di pettegolezzi: oggi la pupa è esclusiva di papà e io sono tutta per voi!”
“Nessun adone… nessun smeraldo… solo sogni in frantumi” mormoro indicando il bicchiere vuoto al cameriere per ordinarne un altro.
“Non capisco…”
“Bella vuole diventare madre… ma oggi ha scoperto che gli uomini in provetta non sono adatti a lei” spiega in sintesi Alice facendo una smorfia ed incrociando le braccia.
“Vuoi diventare madre? Uomini in provetta?” chiede sempre più confusa.
“Lascia stare Rose. Non importa” provo a chiudere l’argomento, ma Alice non resiste e Rose è troppo curiosa.
“Dopo aver preso in braccio Bree, Bella ha scoperto il suo lato materno e vuole un bambino”
“Ma i bambini non sono oggetti, Bella!” mi sgrida come fossi sua figlia, ormai è in modalità madre.
“Lo so!” rispondo stizzita.
“Non hai un uomo, non lo cerchi nemmeno… perché vuoi un bambino?” mi chiede addolcendo la voce e prendendomi la mano sul tavolo.
“Perché è quello che mi manca. Voglio un figlio che mi guardi come tua figlia guarda te. Voglio qualcuno da accudire, qualcuno per il quale valga la pena lottare ogni giorno, qualcuno che mi amerà incondizionatamente, qualcuno che condivida il mio DNA…”
“Oh, Bella!” Rose mi abbraccia e io mi lascio andare, piangendo le lacrime che negli ultimi mesi ho trattenuto. “Un figlio non è solo gioie, un figlio è un impegno grande, importante… che ti dona amore in pari quantità di dubbi e dolori…”
“Ma…”
Sorride dolcemente mentre mi accarezza il viso asciugandomi le lacrime “Bree è la mia vita. La amo come non credevo potesse essere possibile amare. Non riesco ad immaginarmi una vita senza di lei e hai ragione, è bello, favoloso, splendido essere madre. Ma è una responsabilità enorme…” Scuote il capo e fa un sospiro. “Molte volte mi trovo in difficoltà. Non so perché piange, non so se mi comporto nel modo corretto, penso al futuro e mille domande mi invadono. Per non parlare della notte, quando non dorme, o quando non mangia o piange perché devo farle il bagnetto… o quando si ammala… ci sono momenti in cui mi sento inadeguata… ma c’è Emmett… c’è mia madre… mia suocera…”
“Ci sono io per lei!” mi difende Alice impettita e Rose le sorride.
“Lo so, ma non è facile. Non sto dicendo che non saresti, anzi sareste, delle buone madri! Ma conosco il lato negativo della situazione e come affrontarlo. Mia suocera e mia madre mi danno consigli preziosi perché ci sono già passate… ma se fai un figlio in provetta… non avrai una suocera alla quale chiedere consiglio”
“Avrò te” rispondo prontamente e lei fa la faccia offesa nel sentirsi mettere alla pari della suocera e scoppia a ridere.
“Io ci sarò e ti starò vicina… ma sarebbe meglio per te e il bambino che nella sua vita ci fosse un padre… una suocera…”
“Non voglio che abbia un padre!” sbraito alzandomi in piedi “Non avrà un padre che la abbandonerà ancor prima che compia un anno per scappare con una spogliarellista appena maggiorenne, e nemmeno un padre che negherà la sua paternità quando lo troverà. Nessun padre la farà soffrire. Avrà solo una madre amorevole che userà tutte le sue energie in funzione di lei!” urlo senza preoccuparmi di attirare l’attenzione dell’intero bar.
“Esistono anche padri amorevoli” ribatte a voce bassa e invitandomi a sedere.
“Come il tuo?” la sfido perfida “Che ha amanti ovunque e non si preoccupa neppure di nascondertele?” mi pento delle mie parole vedendo gli occhi di Rose arrossarsi. “Scusa…” mormoro abbassando il capo “Ma non ho conosciuto nessun padre degno di questo nome e non voglio che mia figlia soffra come abbiamo sofferto noi” Rose nega con la testa asciugandosi la lacrima che le scende sulla guancia.
“Emmett è un buon padre” sussurra guardandomi negli occhi.
“Lo so e sono felice per Bree e per te, ma è un’eccezione e l’hai presa tu!” ironizzo sorridendo per stemperare la tensione.
“Non sarà facile… e ho paura che quando sarà troppo tardi, scoprirai che è solo un capriccio…”
“Ti sembro una viziata?” sbotto ormai con i nervi a pezzi “Una persona che vorrebbe un figlio solo per togliersi uno sfizio? Mi conosci da sempre e conosci la mia vita! Hai visto con i tuoi occhi come ho reagito quando mia madre mi ha detto la verità su mio padre, quando lui si è negato. Non ho mai chiesto aiuto o mancato un giorno di scuola o lavoro quando mia madre si è ammalata ed è venuta a mancare dopo mesi di agonia. Mi hai vista raccogliere i cocci senza lamentarmi e smettere di sorridere dopo che James mi ha lasciata anche se dentro di me stavo morendo. Conosci i sacrifici che ho fatto per poter comprare casa, le notti che ho passato in bianco per laurearmi in anticipo mentre mi dividevo tra scuola, ospedale e lavoro. Sei stata la prima a congratularti con me quando sono diventata dirigente della Volturi Group perché sapevi quanti sacrifici ho dovuto fare, quanti straordinari e quante palate di merda ho dovuto ingerire per scalare la vetta in quel mondo prettamente maschilista. Come puoi pensare che metterei al mondo una bambina solo per togliermi uno sfizio? Come???”  Rose prova a ribattere, ma la zittisco con un gesto della mano e, dopo aver finito in un sorso il bicchiere, fuggo dal bar.
 
Corro fino al parco e mi siedo ai piedi dell’albero che negli anni è stato testimone di lacrime, risate e momenti spensierati. Piango rivolgendo il viso al cielo e pregando mia madre di mandarmi un segno, di aiutarmi a capire se Rose ha ragione… se sono destinata a vivere per sempre sola, senza eredi da accudire e a cui donare tutto il mio amore.
Continuo a piangere lacrime silenziose mentre l’immagine del mio futuro da single senza figli mi si para davanti. Una donna sulla cinquantina, con il viso tirato e stizzito che cammina impettita nei corridoi della Volturi Group mentre tutti si inchinano al suo passaggio e lei li guarda dall’alto in basso. Veste elegante, firmata, è impeccabile in tutto, ma è sola e la solitudine l’ha resa acida, mentre i suoi amici si sono fatti una vita con le loro famiglie ed i loro figli.
“NOOOOO!” urlo al cielo strappando l’erba che stringo tra le mani. Scuoto il capo e strizzo gli occhi. L’immagine di Angela mi sorride con i suoi occhietti vispi ed in un attimo è un’adolescente che volteggia nella sua camera mentre si guarda allo specchio e mi guarda per avere conferma che il vestito le stia bene. Mi corre incontro e mi abbraccia ringraziandomi per non so cosa. Guardo lo specchio ed il viso di mia madre mi sorride annuendo orgogliosa.
“Andiamo a casa” la voce di Alice mi fa tornare al presente. Non voglio aprire gli occhi, voglio continuare a godere dell’abbraccio di Angela, del sorriso di mia madre… “Dai, vieni” mi sento prendere per il bacino e apro gli occhi che bruciano per il pianto. “Non voglio diventare un’acida zitella” mormoro appoggiata alla mia amica mentre camminiamo verso casa.
“Non lo diventerai… e se lo diventerai, lo diventeremo insieme…”
****
I giorni scorrono tutti uguali mentre il tarlo del bambino continua a logorarmi.
Ho pensato alle parole di Rose, non sono più arrabbiata con lei, e capisco i suoi dubbi, le sue preoccupazioni, ma so che il mio non è un capriccio.
Ho iniziato a fare volontariato in una casa famiglia per capire cosa intendesse Rose. Lo so, non è come avere un figlio proprio. Se gli impegni lavorativi mi trattengono oltre l’orario non ho il problema di come fare con il bambino, se un bambino della casa famiglia è ammalato, ci pensa l’infermiera ed io mi dedico ad altri bambini, se un bambino ha qualcosa che lo turba, gli assistenti mi aiutano a capirlo e mi indicano l’approccio… ok, non è assolutamente come avere un bambino, ma si avvicina e mi aiuta a colmare quel vuoto che sento dentro di me.
Ho anche fatto da baby sitter a Bree e, invece che farmi desistere, mi ha convinta ancora di più a volere il mio bambino.
“Hai solo 25 anni… troverai un uomo… farete molti figli… non avere fretta…”
Sono le classiche frasi che ormai ripetono come un disco rotto tutti i miei amici, anche gli assistenti della casa famiglia… Ma non hanno capito che io un uomo non lo voglio, io voglio un bambino, il mio bambino!
“HO TROVATO!” esclama Rose entrando come un tornado in casa.
“Cosa hai trovato?” chiede Alice sbucando dalla cucina con il cucchiaino del gelato in bocca.
“La soluzione per Bella!” e mi corre incontro abbracciandomi forte. “Ho riflettuto a lungo sulla tua idea di diventare madre e… se sei così sicura… io sono con te… ed ho trovato una soluzione…” mi guarda sorridendo stringendomi le spalle così forte da farmi male. “Tu vuoi solo un donatore…” annuisco cercando di capire dalle sue pupille se si è drogata “Ma non vuoi un uomo” nego con vigore “Perfetto!” e si alza come una molla ed inizia a saltellare “Ho trovato l’uomo giusto per te!”
Alice si avvicina e la guarda come se fosse indemoniata. Anche io sono preoccupata per il suo stato mentale, non l’ho vista così eccitata nemmeno quando ci ha detto che era incinta… beh, forse sì… diciamo, come quando ci ha detto che Emmett le aveva chiesto la mano.
“Lei non vuole un uomo” le ricorda Alice affondando il cucchiaino nel gelato e passandomene un po’.
“Lei non vuole una relazione!” la corregge “Ma vuole un uomo che le dia il seme”
“Hai trovato un donatore?” le chiedo senza entusiasmo dato che non voglio più illudermi.
“MEGLIO! Ho trovato un uomo con il quale potrai fare del sesso stratosferico. Un uomo che come DNA sicuramente è perfetto... a parte la testa di cazzo, ma su questo potremo lavorare sull’educazione del bambino”
“Della bambina” la correggo. Non voglio uomini nella mia vita.
“Della bambina” mi fa eco e si siede sul tappeto di fronte a me. “Stavo passeggiando sul viale con Bree mentre riflettevo su come potevo aiutarti… non vuoi un uomo per paura di una relazione che nel tempo ti spezzi il cuore e non vuoi un uomo in provetta per paura che ti rifilino il seme di qualche diciottenne butterato… e, come per magia, la risposta mi si è parata davanti: Edward Cullen!” esclama con gli occhi che le brillano. Un brivido mi attraversa la schiena per lo sguardo che ha la mia amica. Sembra eccitata, ma anche assetata di vendetta, sembra felice, ma non solo perché ha trovato una soluzione al mio problema. Io ed Alice rimaniamo in silenzio. Il nome del portatore di seme non ci dice nulla.
“Edward Cullen!” ripete sorridendo a centomila denti e annuendo, ma io ed Alice continuiamo a guardarla senza capire.
Sbuffa e si lascia ricadere pesantemente sulla poltrona “L’adone che chiamavano Leggenda al college” prova con meno entusiasmo ma senza smettere di sorridere ed annuire, ma io ed Alice neghiamo con il capo. Poi Alice ha una specie di illuminazione e si alza di scatto con la bocca aperta.
“Edward stronzo bastardo leggenda Cullen” esclama quasi strillando e Rose ricomincia a saltellare.
“Sì, sì, sì… lui, lui, lui!!!”
“Mi sono persa” mormoro cercando di ricordarmi chi è Edward Cullen, sicuramente ne ho sentito parlare se Alice lo conosce.
“Ti ricordi il bastardo che ci ha provato con me la sera del ballo di fine anno? Quello che…”
“… che l’ha fatta litigare con Tyler” la blocca Alice “e che dopo aver...” fa un gesto esplicito con il bacino “L’ha lasciata dicendole che non è il tipo che va oltre la scopata!”
Nego, mentre nella mia mente ritornano le immagini di Rose seduta in macchina, con il vestito del ballo ancora slacciato sulla schiena, che singhiozza disperata. Man mano le immagini si fanno più vivide. Leggenda Cullen… l’adone che si è scopato l’intera scuola e non solo… il ragazzino pieno di sé che non voleva storie serie e che ha fatto piangere tantissime ragazze innamorate di lui… un ragazzino che non voleva relazioni, ma solo del sano e, da quanto dicono, strepitoso sesso occasionale.
“Non mi guardava al liceo, secondo voi, mi guarda adesso?” chiedo indicandomi per intero.
“Tesoro! Lui voleva tutte le ragazze… ma tu eri troppo presa dai libri per notarlo e lui sicuramente non aveva tempo per chi non lo vedeva nemmeno” mi risponde Rose sedendosi di fianco a me. “E’ la persona giusta per te!” continua sorridendomi.
“Forse con gli anni è maturato e adesso sta con qualcuna” provo a ipotizzare, ma lei nega sicura.
“Assolutamente no! E’ sempre il solito marpione e con gli anni è diventato ancora più attraente, carismatico. Dovevi vedere come, ogni donna presente sul viale, se lo mangiava con gli occhi e lui non disdegnava nessuna, cercava solo quella che preferiva… e l’ha trovata…”
“Cosa vuoi dire?”
“Che dopo aver chiacchierato con un paio di ragazzine, si è allontanato con una di queste… e da come le palpava il fondoschiena, non credo che l’abbia invitata a vedere una mostra.” Mi fa l’occhiolino e muove i fianchi come ha fatto prima Alice.
“Quindi l’uomo giusto per me… sarebbe un porco!”
“Nooooo!” si difende subito Rose “Cioè, sicuramente non è uno stinco di santo, ma è perfetto. Occhi verdi, corpo tonico e perfetto, capelli di quel colore particolare che solo pochi hanno, denti perfetti, dita affusolate… tua figlia ha buone probabilità di diventare una pianista con un “donatore di seme” come lui. Senza contare che è il CEO di una famosa azienda, suona il pianoforte ed è discreto nel gioco del basket…”
“Ma e tu come le sai tutte queste cose?” le chiede Alice sedendosi alla mia destra.
“Ho chiesto ad Emmett!” risponde ovvia “Sono parenti, anche se non si direbbe, e Edward non viene mai alle cene di famiglia”
“Ma Emmett sa cosa…”
“NO! e non dovrà mai saperlo!” risponde alzando la voce preoccupata “Fa parte del passato e non mi interessa rivangare certi ricordi… anche se vederlo per una volta usato, non mi dispiace affatto! Due piccioni con una fava!” mi strizza l’occhio e continua a sorridere… sembra abbia una paralisi!
“Tu ti vendichi di lui e Bella ha il suo donatore di seme” conclude Alice pensierosa. Rose annuisce e mi guarda in attesa di risposta.
“Lo userò come lui ha usato te…”
“E sarai certa che tua figlia sarà una figa pazzesca!” conclude per me Rose facendoci scoppiare tutte a ridere.
Ripenso al liceo e a quel ragazzo che faceva girare la testa a tutto l’universo femminile. Il suo sorriso, il passo sicuro, i voti eccellenti a scuola, il discorso di fine anno… la faccia stravolta dopo una sveltina nello sgabuzzino dei bidelli, i capelli indomabili che risplendevano di un colore favoloso sotto i raggi del sole, gli occhi verdi come un prato in primavera, così ipnotizzanti … e l’immagine di Angela con quei capelli e quegli occhi prende il posto di quella del suo probabile padre biologico. E’ splendida mia figlia, con quel sorriso sghembo quasi da schiaffi, le fossette sulle guance, gli occhi di un colore misto tra i miei e quelli di Cullen…
“Affare fatto!” esclamo aprendo gli occhi soddisfatta.
Rose e Alice saltellano felici mentre, parlando una sopra l’altra, decidono il piano d’attacco.
Mi spaventa l’idea di scopare con Leggenda Cullen, ma per Angela ne vale la pena… e poi, sono mesi che sono in astinenza… un po’ di sano esercizio da camera non può che giovarmi!
***
Rose quando si mette è peggio di un segugio. Sarà anche il cugino di Emmett, ma non credevo riuscisse ad ottenere tutte le informazioni che ci servivano in un solo giorno e si è presentata in ufficio da me con un dossier che, se i miei collaboratori lo stilassero per i miei concorrenti, la Volturi Group avrebbe già completamente in mano il mercato pubblicitario!
Nel dossier c’è tutto, persino l’atto di nascita e un referto medico che dichiara la sua perfetta salute fisica. C’è l’elenco dei locali che frequenta e in quali giorni li frequenta. Ci sono fotografie di donne con il quale ha fatto il bis o tris, quale è il suo colore preferito, la sua bevanda preferita e i luoghi che preferisce per le scopate. Ha trovato i suoi orari di lavoro, i negozi nel quale si veste o compra il cibo… persino la marca di profumo che usa e che adora sulle donne! Ovviamente non potevano mancare le foto: vestito con il completo che usa al lavoro, o in tuta mentre fa il jogging mattutino, e in costume mentre si allena in piscina… non chiedete come, ma c’è anche una foto di lui in nudo integrale e sarei una bugiarda se negassi che un piccolo incendio si è acceso tra le mie gambe nel vedere le sue “doti”.
Ogni singola curiosità su di lui è scritta nera su bianco nel dossier e confermano che Cullen è l’uomo giusto per me! Raffinato, con buon gusto, un ottimo quoziente intellettivo e un fisico da urlo… ma soprattutto… è allergico quanto me alle storie serie!
Decidiamo di avvicinarlo senza farci notare, seguendo i suoi spostamenti e studiandolo più da vicino.
Solo io ed Alice Iniziamo a frequentare, i locali che frequenta Leggenda Cullen, dato che Rose ha famiglia ed Emmett inizia ad essere geloso delle uscite tra donne,
Sono tutti locali chic, di un certo livello. Nulla di volgare o rumoroso, i classici locali da trentenni, dove si può ascoltare buona musica e i tavoli sono separati gli uni dagli altri con dei separè.
In base al giorno della settimana, il signor Leggenda cambia locale. Sembra che prediliga i concerti dal vivo, in particolar modo quelli di musica jazz. Gli piace sedersi al bancone quando il locale è ancora vuoto. Beve il suo drink ambrato ed ascolta la musica facendosi rapire completamente. Sembrerebbe un ragazzo a modo, sognatore pure, ma la sua vera natura esce appena il locale si riempie di gente e belle donne.
Una sera sono riuscita a contare cinque donne. Cinque! Ma vi rendete conto? Ovvio che viene chiamato Leggenda! Quale uomo ha una durata così? Vero anche che sono state tutte sveltine nel bagno, tranne una che, non so per quale motivo, ha preferito trombarsi fuori dal locale, e l’ultima che si è portato a casa.
Un brivido mi attraversa la schiena pensando all’immoralità di concepire Angela, la mia dolce e pura Angela, nel bagno di un locale… ma poi penso alla fredda provetta, alla siringa e all’asettica camera d’ospedale nel quale volevo fare la fecondazione e capisco che non importa come la concepirò, l’importante è poter vedere un giorno il viso sorridente della mia dolce Angela!
Faccio la visita dal ginecologo e mi munisco di un marchingegno che mi indica quale è il giorno più propizio per rimanere incinta. Dato che ho una sola occasione, decido di testare il marchingegno aspettando il passaggio di due mestruazioni. Voglio essere certa che i suoi calcoli siano corretti!
In due mesi sono riuscita a farmi un’idea di quanto sia distante dal volere un rapporto serio il signor Leggenda e di come sicuramente sarà una serata indimenticabile… ok, lo ammetto, una sera, presa dalla curiosità, l’ho seguito nel bagno. Si è chiuso dentro insieme alla ragazza con cui aveva deciso di spassarsela, e i gemiti e le urla soffocate della tipa, oltre le parole sconce che lui le diceva, mi hanno portato sull’orlo di un orgasmo… non oso immaginare quanto sia leggendario avere le sue labbra e le sue mani sulla mia pelle e il suo uccello, che da come lo descrive chi lo ha visto è possente e perfetto, dentro di me.
 
Il grande giorno si sta avvicinando e le mie due migliori amiche sembrano possedute. Non parlano d’altro che del grande incontro e dell’organizzazione degli ultimi preparativi.
Alice ha cambiato completamente la mia dieta, ha consultato un nutrizionista e da giorni mi imbottisce di tisane e frullati che dovrebbero agevolare la fecondazione. Solo cibi che aumentano la possibilità, peccato che non abbiano gusto o lo abbiano pessimo!
Non mi permette di vestire attillata, solo vestiti che agevolino l’ovulazione, e tutte le sere mi obbliga a sessioni di yoga per canalizzare l’energia.
Secondo “Hope”, così ho battezzato il marchingegno, mercoledì è il giorno giusto.
Alice ha affisso un mega tabellone in cucina con appuntato tutto ciò che devo fare per essere perfetta e pronta.
Lunedì ho un appuntamento dall’estetista per la depilazione completa-completa. Pulizia del viso e reidratazione del corpo.
Martedì passerò la giornata alle terme e in programma ci sono massaggi, bagni turchi, saune…
Mercoledì giornata shopping che terminerà con una cena a base di frullati ultra magici per l’ovulo e serata al New Moon, dove incontrerò “casualmente” Cullen prima che il locale si riempia.
 
***
Il grande giorno è arrivato e “Hope” ha dato il suo benestare, la stanghetta è rosso fuoco, quindi sono pronta.
Mi guardo allo specchio e mi ammiro lisciando il vestito sui fianchi. È blu, il colore preferito di Leggenda, con il decolté generoso, ma non volgare, e lo spacco a lato della gamba fa quell’effetto vedo-non-vedo che piace al signorino, le braccia sono nude e lasciano in vista il mio tatuaggio tribale, altro particolare che l’investigatrice Rose ha scoperto piacere a Cullen. La matita risalta il colore dei miei occhi e l’ombretto c’è, ma Rose l’ha messo con maestria e sembra non ci sia, anche se modifica il mio sguardo rendendolo più accattivante.
Il rossetto è color pesca e rende le mie labbra più carnose, ma senza esagerare. Gli orecchini, che rappresentano la chiave musicale, sono in argento, in pendant con la borsetta e le scarpe.
Faccio una piroletta su me stessa e mi strizzo l’occhio.
Con Leggenda vado sul sicuro essendo donna, ma così agghindata non posso sicuramente passargli inosservata.
Prendo il pacchetto di preservativi rigorosamente bucati dal comodino e li infilo in borsa, insieme al cellulare ed il portafogli.
Esco dalla stanza con passo da diva e scoppio a ridere nel vedere la bocca spalancata e gli occhi sgranati di Jake.
“Sei un schianto” fischia Jake venendomi incontro ed allungandomi un braccio. Mi fa fare la piroletta e fischia nuovamente, estasiato “Lo stenderai sicuramente!” mi fa fare il casquè baciandomi il collo “Quasi quasi divento etero e ti dono io il mio seme” mi sussurra all’orecchio con voce sensuale.
“Sarei onorata, ma Embry non ne sarebbe felice” gli strizzo l’occhio e mi ricompongo, pronta ad affrontare la serata che mi donerà la figlia che desidero.
 
***
 Le cose purtroppo non vanno come avevamo programmato.
Nel locale non c’è traccia di Leggenda. Lo cerchiamo ovunque. Nei bagni, nel parcheggio, nei posti dove solitamente si apparta con le donne, ma nulla.
Decidiamo di sederci ed attendere, forse è solo in ritardo. Forse la donna con cui sta copulando è esigente e ne vuole ancora… forse è stato trattenuto al lavoro… forse è malato… o forse è solo in ritardo!
La serata sembra completamente rovinata. Alice si guarda intorno cercandolo e sbuffando.
All’ennesimo sbuffo di Alice ne ho abbastanza. Ho lo stomaco sottosopra, non so se per le porcherie che ho ingoiato o per il mancato accoppiamento, sta di fatto che sono nervosa e Alice non aiuta. La prendo per il braccio e la trascino in pista. La conosco e mi conosco, per superare la tensione dobbiamo ballare.
Non nego di essere delusa e un po’ depressa, ma non credo serva molto farsi abbattere. Meglio bere e divertirsi. Pazienza per la serata. Angela dovrà aspettare e, come mi hanno ripetuto negli ultimi mesi, sono giovane e se non sarà oggi sarà il prossimo mese… o sarà fecondazione artificiale!
Ballo senza freni mentre bevo il whisky che mi è stato negato nell’ultimo mese. Posso berlo di nuovo, non ho nessun ovulo da accudire e non stordire, può stare a riposo anche lui per il prossimo mese e gustarsi con me la serata. La musica è favolosa, il gruppo è bravissimo e l’atmosfera è rilassante.
Chiudo gli occhi e sorrido alla vita come mi ha insegnato mia madre. Mai abbattersi, sorridi se vuoi che la vita ti sorrida e così faccio. Non è andata come mi ero programmata… ma quando mai la vita ha fatto ciò che volevo! Non mi sto lamentando, sia chiaro! Ho degli amici fantastici, la casa dei miei sogni, il lavoro che adoro ed ho Alice… Angela arriverà… prima o poi… arriverà.
Bevo e alzo il viso verso le luci del soffitto mentre il liquido mi brucia la gola e mi scalda lo stomaco. La musica mi avvolge e mi lascio cullare dalle sue note dimenticando per un momento il mondo ed i miei propositi ripetendomi come un mantra… Angela arriverà, adesso goditi il momento.
Bevo, ballo e sorrido. Parlo con il mio ovulo che ha sofferto con me in questi giorni in attesa del grande evento, lo consolo e sorrido e ballo e bevo.
Delle braccia mi avvolgono ed io le lascio fare, mi piace la sensazione di protezione che mi danno. Tengo gli occhi chiusi e oscillo seguendo le note mentre il mondo torna ad essere una sensazione lontana e il viso di Angela mi sorride indicandomi di voltarmi.
Delle labbra soffici e delicate mi accarezzano il collo salendo fino al lobo dell’orecchio. L’incendio si propaga nelle mie mutande e le gambe cedono leggermente quando la voce melodiosa ed estremamente sexy di Leggenda mi sussurra all’orecchio “Credevo che le ninfe esistessero solo nei sogni… balla per me ninfa… balla per me”
Il profumo del ragazzo mi inebria mentre le sue labbra continuano a baciarmi ogni centimetro di pelle dalla spalla all’orecchio, e le sue mani mi accarezzano gentili i fianchi accompagnandomi nei movimenti.
“Sei una visione… una ninfa…” mormora roco soffiandomi nell’orecchio e stringendo maggiormente la mano sul mio fianco in segno di possesso. Apro gli occhi e d’istinto mi allontano, ma lui mi trattiene.
Alice cerca di dirmi qualcosa con il labiale e muove la testa con un tic. Le sorrido, so chi mi sta abbracciando… dopo mesi di pedinamento riconoscerei il suo profumo e la sua voce tra mille.
Mi volto continuando a ballare in modo sensuale e gli allaccio le braccia al collo umettandomi le labbra. Struscio in nostri corpi sorridendo nel sentirlo eccitato. Sarà il whisky, la musica o il suo sguardo che sembra voglia mangiarmi… ma accantono ogni inibizione e sfodero tutta la sensualità e femminilità che ho.
Balliamo tenendo gli sguardi allacciati. Non parliamo, lasciamo fare tutto ai nostri corpi che si sfiorano, si toccano, si incendiano a vicenda, mentre i nostri occhi si scambiano promesse di una notte all’insegna del miglior sesso che potremo mai fare.
Si avvicina, chinandosi per baciarmi, ma mi volto continuando a strusciare con le natiche la sua erezione che sta per esplodergli nei pantaloni. Lo sento grugnire mentre mi afferra ai fianchi facendomi scontrare contro di lui. Le sue mani risalgono il mio corpo come un serpente e si fermano sul mio seno facendomi gemere. Le sue labbra mi baciano, mi mordono… e la testa inizia a girarmi per le sensazioni forti che sto provando, amplificate dall’alcol e dalle luci intermittenti del locale.
Non resisto oltre e, senza cerimonie, lo prendo per mano e lo trascino nei bagni.
Il silenzio del corridoio, in contrasto con la musica del locale, mi fa definitivamente allontanare dalla realtà e, appena rimaniamo soli, mi fiondo sulle sue labbra con avidità. Lui ricambia stringendomi a sé e trascinandomi all’interno di una porta che non è quella del bagno. E’ una saletta con divanetti ai lati e un palo da lap dance al centro.
“Non voglio giocare… voglio solo godere…” mormoro sulle sue labbra mentre gli sfilo la giacca.
“Sei molto eccitata mia ninfa…”
“E non voglio nemmeno parlare” gli sbottono la camicia e lo spingo sbattendolo sul divanetto.
Mi guarda con lussuria e con il pollice si accarezza il labbro guardandomi come fossi una prelibatezza da divorare.
Cerco i preservativi nella borsetta e li appoggio vicino a lui prima di inginocchiarmi tra le sue gambe e liberargli l’erezione. Mio Dio quanto è… è… wow!
Mi lecco le labbra come se di fronte a me ci fosse un gelato delizioso ed inizio a massaggiarlo mugolando quando inizia ad ingrossarsi maggiormente.
Credo che mesi di astinenza e l’alcol non siano un ottimo cocktail… ma alla fine sono qui per farmi prendere ed ingravidare… non lo vedrò più e lui sicuramente si dimenticherà di me appena avrà soddisfatto il suo piacere… quindi perché fare la pudica! Ho sempre sognato di prendere l’iniziativa, di liberare il mio lato selvaggio e non preoccuparmi delle conseguenze… ed oggi è la mia unica occasione.
Inizio a massaggiargli l’uccello mentre con la lingua lo lecco dalla base alla punta ed i suoi gemiti mi fanno eccitare ancora di più. Lo infilo in bocca e me lo gusto completamente mentre Leggenda mi detta il ritmo tenendomi le mani nei capelli. Quando sento che è sul punto di esplodere, mi allontano e prendo il preservativo. Il primo sperma è quello più fecondo, non voglio rovinare tutto solo per seguire l’istinto.
“Tesoro… uso solo i miei preservativi” mormora con la voce roca e fermandomi la mano.
“Ma io uso solo preservativi che si illuminano al buio” gli rispondo facendogli vedere la magia.
“Sono una fan di Star War…” ironizzo infilandolo “Senza spada laser non si gode…” e gli salgo a cavalcioni impalandomi. Un urlo mi esce dalla gola. E’ enorme e forse dovevo fare con più calma.
Prendendomi per le natiche, mi fa sedere al suo posto. Allargo le gambe per dargli miglior accesso e lui muove il bacino lentamente facendomi abituare all’intrusione.
“Con certe armi non bisogna avere fretta” mi sorride abbassandomi le spalline per liberare il seno “Bisogna essere preparate per ricevere la mia forza…” e si avventa sul mio seno massaggiandolo e mordendolo. Le sue mani sono magiche, come la sua bocca e in pochi secondi il dolore lascia il posto al piacere.
Mi sento fluttuare a mezz’aria dalle sensazioni strepitose che mi sta donando Leggenda e rimpiango di aver preferito i libri a lui quando eravamo al liceo.
Ci baciamo con passione mentre i nostri corpi si scontrano con sempre più foga. Le nostre mani sono ovunque, le nostre lingue assaggiano ogni pezzo di pelle dell’altro mentre la passione ci assale facendo scontrare i nostri sessi con una velocità sempre più crescente.
Una scarica mai provata mi risale dai piedi attraversandomi l’intero corpo e vengo copiosamente urlando “DIOOOOO!!!!”
Gli stringo le natiche in uno spasmo incontrollato e lo faccio affondare completamente in me. Lo sento pulsare mentre rilascia il suo seme e la  “Ninfa” strizzando gli occhi.
Si lascia cadere esausto sul mio corpo. Siamo sudati, mezzi vestiti, ed il suo membro è ancora in me che muove negli ultimi spasmi.
Chiudo gli occhi ringraziando il signore per l’esperienza appena provata e prego ogni santo che tutto sia andato come previsto.
Rimaniamo alcuni minuti in quella posizione scomoda e comoda al contempo. Quando si alza e mi sorride, io ricambio e, accarezzandogli la guancia ancora arrossata, mormoro un grazie sincero.
Si sfila da me ed io lo bacio con foga mentre lo libero del preservativo. Non deve accorgersi che è bucato, e me lo infilo in borsa, avvolgendolo in un fazzoletto.
“Un ricordo di questa serata” gli spiego strizzandogli l’occhio ed alzandomi.
“Hai ancora una scatola piena” mi propone indicando i preservativi “Se vuoi posso lasciarti altri souvenir”
Ma io mi alzo ricomponendomi. E’ troppo rischioso per me continuare questo giochino, mi conosco e so che se rimanessi ancora un po’ rischierei di sciogliere lo strato protettivo dove ho riparato il mio cuore…. E con Leggenda la distruzione è assicurata.
Il primo sperma è quello buono… o forse no?
“Le mie amiche si chiederanno dove sono finita” se insiste cedo
Si alza senza ricomporsi. Il suo uccello è di nuovo pronto ed io istintivamente mi lecco le labbra.
Si avvicina con fare predatore e decido che non conviene rischiare… voglio Angela e con il DNA di questo adone sarà una bambina bellissima.
Mi sciolgo tra le sue braccia e ricominciamo una sessione di sesso che mi fa scoprire un’elasticità del mio corpo che non credevo avere. La scatola di preservativi non finisce, ma poco ci manca. Sono dolorante ed in estasi. Lui è sfinito sul divanetto. E’ sudato e completamente nudo. Allunga un braccio per fermarmi. Mi avvicino e lo bacio sulla fronte.
“Grazie! Il tuo soprannome è azzeccato. Addio” e me ne vado felice.
Appena chiudo la porta della saletta d’istinto mi posiziono la mano sulla pancia “Ci vedremo presto, Angela” e con un sorriso che mi attraversa il viso mi ricongiungo alle mie amiche e torno a casa con la testa tra le nuvole e il ricordo della serata più bella della mia vita.

 
COME VI SEMBRA? Vi sta piacendo o è meglio lasciarla nel cassetto e continuare con la terza e ultima parte di "Cotta"?
Ditemi voi!!!


 
   
 
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