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Autore: Regina_TheAuthor    08/01/2017    0 recensioni
"I cattivi non hanno mai un lieto fine", Gold lo ha sempre detto e quel dannato libro non ha fatto altro che ricordarlo.
Ma si può davvero scegliere di essere buoni o cattivi? Esistono davvero queste etichette?
Il Signore Oscuro diceva anche che "ogni magia porta sempre con sé un prezzo" e in un modo o nell'altro il fato verrà sempre a riscuoterlo. E non è forse il vero amore la magia più potente di tutte?
"Anche quella volta i loro occhi si incrociarono: l'angelo della morte e il paladino del popolo. Non avevano nulla da spartire. Pareva solo odio quello che potevano condividere. Ma infondo...non inizia sempre così la più bella storia d'amore? "
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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VILLAINS DON'T GET HAPPY ENDING

Le mie dita giocavano con la sua barba, ora un po' incolta, sfociando talvolta nei suoi soffici capelli dorati. 
I miei occhi guardavano i suoi, non volevano guardarne altri, non avevano la minima intenzione di guardarne altri. Le bastavano quelli, le bastavano quei meravigliosi occhi di quel pacato e affascinante verdazzurro. 
<< Ehi, amore mio...tutto bene? >>
Regina lo guardò ansiosa di decifrare quello che le passava per la testa. Il loro gioco di sguardi era come pochi. Si capivano senza parlare, si capivano in silenzio,eppure anche in quel silenzio avevano trovato le loro parole. Loro erano decisamente più di una semplice coppia, loro si completavano. 
Fu così che la donna gli poggiò le labbra sul polso, quasi descrivendo con leggerezza i contorni del tatuaggio  prima di iniziare a baciare quel caldo leone con trasporto, un trasporto che pareva implicare solo un forte bisogno di entrambi. 
Era la paura che si era fatta strada negli animi della gente e loro non facevano certo eccezione. 
Ma di cosa possono avere paura un ladro della peggior specie e una regina cattiva? 


<< Siete ferita My Lady? >> gli porse con poco orgoglio la mano un uomo molto più simile ad un omino della foresta che ad un uomo vero. 
<< È vostra maestà.E sto bene. >> disse mentre la superbia non gli permetteva di prendergli la mano. 
Anche quella volta i loro occhi si incrociarono: l'angelo della morte e il paladino del popolo. Non avevano nulla da spartire. Pareva solo odio quello che potevano condividere. Ma infondo...non inizia sempre così la più bella storia d'amore? 



E così anche Regina, in quello scontro di sguardi dopo un paio d'anni, non aveva ancora smesso di guardarlo. 
Lo odiava. Lo odiava terribilmente. 
Robin rappresentava la sua debolezza più grande; ma non capiva come una debolezza potesse essere tanto piacevole. 
Forse infondo il motivo lo capiva però... Aveva ripreso ad amare...riusciva ad amare di nuovo e lui era l'unica persona che aveva lasciato avvicinare al suo cuore, l'unica persona che  avrebbe amato per sempre. 
Ecco di cosa avevano paura: di perdersi l'un l'altra. 
Allontanarsi per poi ritrovarsi era già successo, ma perdersi per sempre sarebbe stato porre un punto alla vita di entrambi. Un definitivo punto alla vita di entrambi.
<< Ti amo >> insistette con le parole il ladro, calibrandone ogni volta il significato. Quel "ti amo" lui  non lo diceva spesso, aspettava i momenti giusti, quelli in cui quella parola potesse non essere presa con leggerezza, in cui sarebbe potuta servire ad entrambi. 
Regina lo sapeva, per questo nelle sue labbra apparve finalmente un sorriso, un piccolo incantevole sorriso. 
<< Anch'io >> ammetteva 
<< Quando tutto questo sarà finito, saremo una famiglia, finalmente. Te lo prometto. >> sigillava Robin leggendo la paura negli occhi della donna che amava. 
<< Vorrei solo poter fare di più..vorrei...vorrei poter mettere al sicuro te e Roland e... >> le sue labbra ciliegia erano state fermate da quelle chiare del ladro, interrompendo la frase. 
Lui sorrise, lei provava invano a farlo di nuovo con scarsi risultati. 
<< Ti svegli accanto a me ogni mattina e la luce del sole è il dono minore che ho perché posso stringerti tra le mie braccia. È forse uno dei momenti più belli della mia giornata perché siamo solo io e te...io e la mia piccola dolce regina >>diceva accarezzandogli lo zigomo << non potresti fare di più di quello che già fai perché non ti accorgi minimamente di quanto grande sia >> finí sussurrando sulla sua pelle. 
Regina lo strinse alle sue braccia mentre anche il tepore della stanza li avvolgeva. La luce pareva quella del tramonto, così fioca e tranquilla. 
<< Sei il mio lieto fine Robin Hood. La mia anima gemella o quanto di altro somigli di più ad una di quelle frasi della fata turchina. A quanto pare arriva davvero per tutti...anche per due anime dannate come le nostre >> sorrideva con gli occhi intinti d'amore e speranza la principessa mai salvata che aveva finalmente trovato il suo così improbabile ed inaspettato principe. 



Pareva essere la stessa ora qualche settimana dopo. L'ora del tramonto. Predominavano le scie di buio dorato nella stanza, mentre altre luci facevano a gara. 
La folgore scesa dall'Olimpo si era intromessa negli affari terreni. 
Si era intromessa in quella magia più potente di tutte che ogni volta, davanti a forze maggiori, pareva sfatarsi incommensurabilmente. 
Era così che Robin le scivolava tra le braccia; come il sole, anche lui stava tramontando. Pareva acqua tra le dita di una mano che, mentre scivola, non si ha più modo di prenderla. Così impotente se lo lasciava portare via. 
Dopo l'ultima volta aveva giurato di non permettere più che glielo facessero...e invece era di nuovo lì, a guardare morire l'uomo che amava. 
Vedeva la luce abbandonare i suoi occhi e le sue guance bagnarsi di lacrime amare. Tristi e disperate lacrime amare. 
Cercava di aggrapparsi a qualcosa che non c'era più. Che non ci sarebbe mai stata più. Un'ondata gelida le attraversò la guancia: era la mano di Robin che pareva aver perso tutto il suo calore. Ma aspetta. Non era la mano di Robin...
Il suo corpo giaceva a terra, inerme, privo di qualsiasi luce o colore mentre la sua anima continuava a sospendersi a mezz'aria non volendo staccarsi da lei. Da tutto ciò che aveva in questa vita. Da suo figlio, quel piccolo dolce bambino che non meritava tutto questo. 
Sentí un nodo alla gola incrociando il suo sguardo. Lo sguardo di chi non può essere lasciato andare. Un nodo alla gola la fece sentire pesante, inutile. Avrebbe dato via tutto, ma era tardi...il suo tutto era lui. Non aveva altro a cui tenere ormai, se non l'uomo che le aveva insegnato ad amare di nuovo. 
Aveva veramente perso il suo tutto. 
Quel vuoto, nel suo cuore, non si sarebbe mai colmato. Quel vuoto, adesso, sarebbe rimasto per sempre e le avrebbe squarciato il petto lacerandole l'anima giorno dopo giorno. 
Un bagliore tagliente le ferí lo sguardo, una violenta luce bianca si riflesse sulle sue lacrime. 
Non c'era più...
Non c'era più nulla di lui...
Che fine aveva fatto la sua promessa? Dov'era finito il loro futuro? 
   
 
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