Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: CaperucitaVerde    08/01/2017    1 recensioni
Justin ha 17 anni, è bello, intelligente, determinato ed ha successo in tutto. È un ragazzo molto popolare che ama divertirsi e stare con gli amici, ma l’arrivo di Alyssa scombussola un po’ le cose. Alyssa è bella ma è anche molto strana e misteriosa e quando i due fanno amicizia lei aiuta Justin ad aprirsi ma di sé dà pochissime informazioni e Justin non capisce il motivo.
AVVISO:Questa storia l'ho scritta un po' di tempo fa, ma non l'ho mai finita, purtroppo la pubblicai con un altro account di cui ho dimenticato la password, spero vi piaccia
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Insulti da scuola media
Le mani mi tremavano e nella mia testa sentivo soltanto una fastidiosissima voce che ripeteva “Non dovremmo essere qui”  quella voce aveva ragione eppure ero lì insieme ad Alyssa che invece con un sorriso sul viso continuava a masticare la sua stecca di liquirizia. Non so dire cosa mi prese in quel momento ma guardai quella donna dritta negli occhi e con un tono più naturale possibile dissi: -Stiamo aspettando il Signor Robinson, doveva fare una telefonata-
Appena finì di parlare Alyssa posò il suo sguardo su di me, aveva un espressione compiaciuta e le si poteva leggere in faccia quanto fosse contenta di avermi portato con se nel suo mondo di illusioni e divertimento. Per un mezzo secondo credetti che quella donna avesse creduto alla mia piccola scusa e quando scomparve dietro la porta tentai di fare un grande sospiro di sollievo ma non ebbi il tempo siccome la porta si riaprì il secondo dopo, ma invece di rivedere quella donna sulla soglia della porta c’era un uomo di circa due metri con delle spalle enormi con indosso una divisa da vigilante: avevano chiamato la sorveglianza!
Inutile dire che ci cacciarono da quell’edificio, per fortuna non ci dissero assolutamente nulla, perché nulla avevamo fatto ma ciò non impedì loro di farci una bella ramanzina che ci fece ridere a crepapelle. Mentre continuavamo a ridere sotto lo sguardo stupito dell’uomo della sicurezza Alyssa mi prese sotto il braccio e iniziammo a camminare verso il suo pick-up rosso, ero così vicino a lei che riuscivo a sentire il tremolio del suo corpo dovuto alle risate; non eravamo mai stati così vicini, non era una abbraccio, non era un bacio, non era niente ma riuscivo a sentire uno strano movimento nel mio stomaco.
Eravamo sul pick-up quando finalmente smettemmo di ridere, e dopo aver fatto un forte sospiro poggiai la mia mano sinistra sulla sua testa proprio come aveva fatto lei qualche minuto prima in quella grande sala di quel grande e grigio edificio. Provai a leggere nella sua mente come aveva fatto lei e iniziai a dire: -Sei figlia unica, tua madre lavora in un negozio di generi alimentari mentre tuo padre è un meccanico, vivete in una piccola ma accogliente casa a due piani. Allora come sono andato?-
Alyssa mi guardò con il suo solito sogghigno e dopo un breve silenzio iniziò a riprodurre con la sua voce quel suono di qui giochi a premio quando il concorrente da la risposta errata.
-Male, molto male Signor Bieber. Ho due sorelle e un fratello, mio padre vende auto e mia madre gli da una mano e viviamo in una fattoria bianca con un grande portico-
Sapevo di quale fattoria stesse palando, quello era un posto meraviglioso, ci passavo ogni domenica per andare in chiesa. Il secondo dopo che Alyssa finì di parlare mi squillò il cellulare, era un messaggio.


Da Ryan:
Dove cazzo sei? Tra 10 minuti inizia l’allenamento.

Non avevo mai dimenticato un allenamento, ma quelle ore con Alyssa erano volate e la mia testa era libera senza alcun tipo di pensiero, stavo bene con lei e questo mi aveva fatto dimenticare il centro della mia intera vita: il basket. Ma alla fine non mi dispiaceva dopotutto non era così male stare con lei.
La mia vita girava tutta intorno al basket e per questo non potetti fare altro che farmi accompagnare subito a casa per prendere il borsone e correre in palestra. Alyssa non sembrava contenta di accompagnarmi ma non fece molte storie, il suo volto però mi rimase impresso per tutta la durata dell’allenamento.
-Dove sei stato?-
Ryan interruppe subito i miei pensieri ed il volto di Alyssa scomparve dalla mia faccia.
-Dovevo finire la relazione di chimica, è per domani ed io non posso permettermi un insufficienza.-
-Eri con quella tipa strana vero?- Ryan sputò queste parole come se stesse dicendo un qualcosa di veramente disgustoso, questa cosa mi fece in un certo senso arrabbiare, lui non la conosceva non poteva parlare così di lei. Bhe io non potevo nemmeno difenderla perché ad essere sincero nemmeno io la conoscevo, ma il fatto che lui potesse parlare male di lei mi offese in un certo senso.
-È la mia compagna di laboratorio- dissi con il tentativo di chiudere quella discussione, se così si poteva chiamare.
-Bianca ti cercava.-
Rimasi spiazzato nel sentire quell’affermazione, avevo completamente dimenticato di aver detto a Bianca di vederci prima dell’allenamento e dall’espressione che feci Ryan si rese subito conto della mia dimeticanza.
-Cazzo amico, come fai a dimenticare uno schianto del genere? Bianca è una bomba e tu vuoi sostituirla con quella specie di  Freak.-
-Ehi Ryan calmati! Ero impegnato su quella fottuta relazione di chimica, non posso permettermi una altra B. E comunque non definire Alyssa una freak!-
Ryan mi stava davvero scocciando con quello stupido discorso sul non frequentare determinate persone solo per non rovinarmi la reputazione, era frustrante non poter decidere nulla della propria vita e la cosa lo diventava ancora di più se non potevo nemmeno scegliere le persone da frequentare.
-Intanto ti ho parato il culo, le ho detto che hai avuto un imprevisto e lei se n’è andata. Ha però detto che i suoi questa settimana non ci saranno e per questo vuole organizzare una festa a casa sua, stasera.-
-Bene, fantastico!- gli risposi rubandogli la palla e facendo un lancio a canestro da ben 3 punti. Cercai di non aggiungere altro perché volevo a tutti i costi chiudere quella stupida conversazione ma lui davvero non riusciva a trovare un punto e perciò aggiunse: -Da quando attacchi il tuo migliore amico per difendere una ragazzina appena conosciuta?-
-Andiamo Ryan che ti prende? Stavo studiando!- stava davvero iniziando ad infastidirmi e a farmi incazzare sul serio.
Ryan iniziò a ridere per non so quale motivo, e quella sua azione mi fece davvero arrabbiare.
-Stavi per saltare l’allenamento Justin! Questa relazione di chimica era diventata così eccitante?-
-Fanculo Ryan hai per caso il ciclo? Da quando sei così isterico?-
Ero rosso dalla rabbia davvero non riuscivo a capire cosa cazzo passava per la testa di Ryan che tentò subito di calmarsi strofinando le mani sul suo viso.
-Scusa amico ma oggi non è affatto giornata!-
Guardai Ryan per qualche secondo poi presi la palla, feci qualche palleggio per poi fare un altro tiro a canestro, qualcosa aveva rovinato la sua giornata e questo mi dispiaceva, ma prendersela con me, a pro di cosa?
Osservandolo meglio capì però che era così agitato a causa di una cosa ce rendeva tutti molto nervosi: l’università.
-Notizie dalla  Duke?- chiesi con tono pacato.
-Pessime notizie, mi hanno messo il lista d’attesa.- disse sospirando. La lista d’attesa del college non era per nulla una brutta notizia, ma per Ryan era una catastrofe.
-Lista d’attesa? Ma è fantastico!-
-No, Justin non è per nulla fantastico! È praticamente un rifiuto-
- Ma certo che no, avrai tempo per aggiornare la tua richiesta.- dissi con un sorriso stampato sul volto per trasmettergli un po della mia positività.
-Ma questo non migliora le cose-
-Digli che è la tua prima scelta- dissi interrompendolo. –Intanto puoi accumulare altri crediti, puoi farcela e vedrai che andrà tutto bene.-
Per fortuna la nostra discussione finì lì e cominciò il vero e proprio allenamento, un allenamento che mi sfinì completamente.
Ero davvero distrutto ma Bianca aveva organizzato quella festa a cui , parole di Ryan, non sarei dovuto mai mancare altrimenti avrei perso qualsiasi tipo di credibilità a scuola.
Per fortuna si dimostrò una festa molto tranquilla; eravamo una ventina di noi, qualche birra qualche stuzzichino in una fantastica tavernetta con tanto di piscina idromassaggio. Tra musica, shottini e una bella pomiciata con Bianca la serata passò molto rapidamente e la mattina dopo mi risvegliai nel mio letto con la testa che scoppiava, quel giorno io e Alyssa avremmo dovuto consegnare la nostra relazione. Avevamo segnato tutto sul suo quaderno e se devo essere sincero avevo una grandissima paura che Alyssa, per cause di forza maggiore o semplicemente per la sua stranezza, non avrebbe mai consegnato quella che sarebbe potuta diventare una fantastica e preziosa A.
La paura invase tutto il mio corpo non appena entrai in aula e non riuscì a vedere nessuna folta chioma rossa. Cercai di convincermi ripetendo a me stesso “Vedrai che è solo in ritardo” ma non appena mi sedetti capì di essere completamente fregato. Il professor Mails vide che la classe era competa e iniziò a chiedere tutte le relazioni sulla sua scrivania, sembrava anche molto impaziente di iniziare la sua lezione, intanto però le mie mani tremavano: era la prima volta che non consegnavo un lavoro in tempo.
Quando tutti ebbero consegnato la propria relazione il professore iniziò a contarle per controllare se effettivamente tutti l’avessero consegnata. Appena ebbe finito sul suo volto apparve un espressione confusa, e proprio in quel momento mi resi conto che lo sapeva, sapeva che mancava una relazione, la mia. In quel momento mi rivolse una sguardo e notò subito che accanto a me mancava la mia compagna di laboratorio, Alyssa, e senza pensarci su iniziò la lezione. Ero nei guai, quella relazione a cui avevo lavorato così duramente che avrebbe avuto una fantastica valutazione, avrebbe avuto un valore pari a zero dato che non era stata consegnata, il sogno di una A in chimica si trasformò nel mio peggior incubo una F.
La prima ora sembrava non passare mai, avevo questo senso di angoscia che mi tormentava e mi faceva stare veramente male, quell’ora sembrò durare un eternità ma per fortuna finì. Credetti per un secondo di essere libero e di poter scappare da quella classe, ma purtroppo quel giorno avevo due ore di chimica e non una.
Dopo dieci minuti dall’inizio della seconda ora la porta dell’aula si apri ed entrò lei, Alyssa. Aveva i capelli legati da uno chignon un po’ spettinato ed era vestita tutta di nero: aveva un pantalone molto stretto nero con una canotta e una felpa. La scelta del colore dei suoi vestiti faceva sembrare la sua pelle molto più chiara, ma tutto questo non le stava male.
La cosa che notai subito era però il suo sorriso, lì stampato sempre sul suo viso e quella sua espressione furba.
Entrando diede al Signor Mails un piccolo foglio e si accomodò subito al mio fianco.
-Dove sei stata? Il Signor Mails ha già ritirato le relazioni, ma la nostra non c’è!- dissi con tono arrabbiato ma cercando di mantenere un volume basso in modo che nessuno potesse sentirmi.
Intanto Alyssa sembrava calmissima e con un tono ingenuo disse: -Le ha già ritirate? Strano! Non fa nulla gliela consegnerò prima di uscire.-
-Non penso che l’accetterà, facendo così gliela consegneremo in ritardo!-
Ero arrabbiato e lo si poteva notare da un miglio di distanza, come poteva avere quell’aria così menefreghista su una cosa così importante. Forse lei non avrebbe voluto frequentare nessun collage ma io si, e non potevo assolutamente permettermi una stupida F.
-Ehi Bieber, calmati! Parlerò io con il professore e risolverò tutto. Non spaventarti troppo, non la perderai quella stupida borsa di studio!-
-Se tu vuoi continuare ad essere una stupida ragazzina con la testa tra le nuvole e priva di futuro fai pure, ma non trascinare anche me nel tuo buco da Freak-
Quelle parole uscirono dalla mia bocca involontariamente, non stavo affatto pensando dato che la mia mente era completamente offuscata dalla rabbia. Non avevo alcuna intenzione di offenderla ma soprattutto non avevo alcuna intenzione di chiamarla “Freak” visto che il giorno prima avevo addirittura litigato con il mio migliore amico pur di difenderla.
La guardai e notai come sul suo volto c’era un espressione stupita, non arrabbiata o triste, ma semplicemente era stupita quanto me e nei suoi occhi potetti intravedere anche un pizzico di delusione.
- S-scusami, non volevo dire…- tentai di balbettare qualche tipo di scusa ma Alyssa mi interruppe subito: -Wow Bieber, così mi sorprendi! Insulti da scuola media, stiamo al liceo qui, dovresti aggiornarti! Comunque ti ho detto che non devi preoccuparti risolverò tutto io!-
Detto ciò si alzò dalla sedia ed andò ad accomodarsi in fondo all’aula dove c’era un banco vuoto ed iniziò a seguire la lezione.
Ero stato un enorme stronzo e dovevo assolutamente rimediare.
Non appena la lezione terminò l’aula si svuotò in pochissimo tempo e notai subito che  gli unici in quella stanza eravamo io, Alyssa e il professore.
Io tentai di raggiungere Alyssa ma lei mi sorpassò dandomi una spallata e dirigendosi dritta dal professore. Gli consegnò la nostra relazione ed uscì senza proferir parola.
Alzando lo sguardo il signor Mails mi vide e disse: - Bieber, ancora qui? Ha bisogno di chiarimenti?-
-Si Signore, vorrei sapere quanti punti verranno detratti dalla relazione consegnata in ritardo.-
-Nessun punto dato che non c’è stato nessun ritardo!- esclamò il professore guardandomi con uno sguardo confuso.
-Beh la signorina Gonzales le ha consegnato la nostra relazione ben due ore dopo il tempo da lei previsto. Credo che questo voglia significare Ritardo!-
-Come ho già detto nessun ritardo. Si sbrighi signor Bieber non vorrà ci certo far tardi alla prossima lezione!-

Il Signor Mails mi stava cacciando dalla sua aula e mi stava dicendo apertamente che non avrei perso nessun punto perché per lui la relazione non era stata consegnata in ritardo. Tutto questo era davvero molto strano, mesi prima aveva tolto ben 5 punti al progetto di Fiona Anderson per averlo consegnato 5 minuti dopo la scadenza da lui prestabilita, ed ora che io e Alyssa avevamo consegnato con ben 2 ore di ritardo non avremmo avuto nessuna conseguenza.
Com’era possibile tutto questo, chi era davvero Alyssa Gonzales che meritava questo trattamento speciale?  


Ehi! Ecco a voi il quarto capitolo della mia storia!
Grazie per le vostre recensioni, lo apprezzo tantissimo! Spero che anche questo capitolo vi piaccia, fatemelo sapere attraverso una recensione che esprime una vostra impressione, una vostra aspettativa, mi farebbe piacere ricevere anche una critica che possa migliorare la storia stessa e il modo in cui è scritta.
A presto con il prossimo capitolo.
Un grande bacio...
-Selene 
   
 
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