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Autore: cherubina    08/01/2017    1 recensioni
La vita di Bright sta andando a rotoli: la sua famiglia è come una montagna che le avversità stanno sfaldando, è stato escluso dalla squadra di basket e rischia di non essere ammesso al college ma, sopra ogni altra cosa, un dolore invisibile opprime il suo cuore.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bright Abbott
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bright Abbott ci sta provando con tutto sé stesso a migliorarsi e, al contempo, a non perdere la briosità e la leggerezza dei suoi diciassette anni: ha indossato una maschera e vi ha dipinto su il migliore dei sorrisi per illudersi che la vita sia quella di sempre.

Non è stupido ma non è nemmeno abbastanza forte da poter permettersi di essere vulnerabile, di provare emozioni e correre il rischio di liberarsi da quel senso di colpa che non cambierà il passato e pesa sul suo futuro come un sacco di mattoni.

Gli piace restare nel vialetto fuori casa quando torna da scuola fino all'ora di cena, anche se le temperature scendono sotto lo zero, e la struttura ossea del paesaggio invernale ben si confà con la sua solitudine. Ghiaccio e roccia che gli entrano dentro mentre afferra la palla a spicchi e comincia a farla rimbalzare nella vana speranza di placare i suoi pensieri.

Un ricordo, però, gli si forma nitido in testa come una stalattite tagliente: tutte le volte che lui e Colin hanno fatto il gioco dell'uno contro uno sfidandosi, sbeffeggiandosi e modificando le regole perché non ci fossero né vincitori, né vinti. Ci sono tanti sogni custoditi su quel canestro, voli pindarici come giocare in NBA e progetti più fattibili come dividersi le caramelle trafugate dal barattolo del soggiorno rovinandosi l'appetito.


Hanno sempre condiviso tutto lui e Colin, come due veri fratelli.

Insieme hanno imparato a leggere e a contare, insieme sono diventati grandi. E, adesso, non c'è un solo angolo di casa sua, di Everwood che non gli ricordi quell'amicizia finita a causa della sua incoscienza: il muro esterno dello studio medico di suo padre dove hanno inciso i loro nomi a caratteri cubitali quando avevano dieci anni, la collinetta su cui hanno sfrecciato con le loro bici quando avevano dodici anni, le porte alle quali hanno bussato le sere di Halloween nei loro costumi da Batman e Robin.

Si sente soffocare anche in casa Bright e, per questo, cerca di rimandare il rientro al più tardi possibile. Anche lì tutto gli ricorda Colin: la giacca dei Miners nell'armadio, la stanza vuota di Amy, le innumerevoli foto di tutti e tre felici e spensierati ancora esposte in bella vista come a voler rigirare il coltello nella piaga.

Cosa dovrebbe fare adesso che il suo amico se n'è andato per sempre?

Tutti quelli che hanno amato Colin sembrano aver trovato una via di fuga: Jim Hart annega il dolore nell'alcol, sua moglie e sua figlia negli antidepressivi ed Amy nel suo egoismo. Sua sorella pare detenere il monopolio del dolore e Bright ha fatto un passo indietro e ha finto di aver retto il colpo. Anche lui voleva bene a Colin, anche lui vorrebbe avere il diritto di piangere, urlare e battere i pugni.


Resta a palleggiare con rabbia e frustrazione finché Harold non si affaccia all'uscio e, intirizzito, non richiama l'attenzione di suo figlio.

"La cena è pronta!"

Sarà un'altra serata di silenzi tesi, dove Amy sarà la grande assente. Dove la loro casa somiglierà a quella degli Hart anche se Amy è viva.

"Arrivo!"

Bright sospira e, strofinando le mani congestionate, segue suo padre. Questo è uno di quei momenti in cui vorrebbe disperatamente parlare con Colin, dirgli quanto le cose fossero più semplici e divertenti quando erano insieme.

Scaccia quel desiderio e spunta un altro tramonto dalla sua mente. Un altro giorno senza Amy e senza Colin.

  
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