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Autore: Ems_1    08/01/2017    1 recensioni
Bellamy e Clarke si sono incontrati in una vacanza estiva quando erano ancora molto piccoli. Dopo circa 15 anni si rincontrano in quella spiaggia dove erano soliti passare l'intero pomeriggio.
Dalla storia ( flashback ):
"Questo è un castello degno di una principessa."
"Come la chiamiamo?"
"La principessa sei tu"
"Tu vuoi essere il principe?"
"Mi andrebbe bene essere il tuo giullare, principessa"
"Permesso accordato"
"Sarà bello farti sorridere ogni giorno"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Aveva varcato la porta di casa convinta che la cosa giusta sarebbe stata quella di interrompere così la serata.
Si era semplicemente lasciata andare e si era sentita bene, libera, senza riserve.
Salì in camera sua, dove il suo letto caldo la aspettava e capì che quello semplicemente non era il suo posto. Quello che venne dopo fu naturale, quella era la serata in cui aveva deciso di farsi guidare solo dal suo istinto.
Infilò le scarpe, prese la giacca che poco prima aveva appeso nella gruccia del suo armadio e in men che non si dica si ritrovò davanti a casa di Bellamy.
Quando lui si affacciò dalla porta capì di non aver sbagliato una virgola.
Lo vedeva osservarla come se avesse davanti chissà quale meraviglia e rimase a bearsi di quella visione qualche secondo in più. Non si era mai sentita così alla luce con qualcuno, invece era tutto così naturale.
Come naturale era stato entrare in casa sua e baciarlo ancora come quealche ora prima.
“Clarke, io ce la metto davvero tutta, ma se continui a baciarmi così..”
Clarke non rispose, gli sfilò la maglia e fece scivolare la sua mano lungo gli addominali perfetti del ragazzo, che non esitò due volte a rispondere a quel gesto.
Le tolse di fretta il suo vestito, stando attendo a non perdersi nemmeno un centimetro della pelle che stava rimanendo scoperta. E tutto iniziò a sembrare una lotta, a chi sarebbe riuscito a divorare di più, a trarre di più dall'altro.

                                                   *

La mattina quando i primi raggi del sole illuminarono di una flebile luce la sua stanza, Bellamy aprì gli occhi, pensando che tutto quello che era accaduto la notte prima fosse solo un sogno. La pelle nuda, i baci, loro due su quel letto.. quando invece, guardando oltre il suo cuscino, vide il viso di Clarke non poté fare a meno di sorridere.
Dormiva ancora serena circondata da un ammasso di capelli illuminati dai flebili raggi di luce che si affacciavano dalla finestra, il lenzuolo la copriva a malapena e Bellamy rimase esterrefatto per tutto quello splendore.
Si avvicinò di più a lei cercando di non fare rumore e di non svegliarla, solo per guardarla più vicino, per essere certo che lei fosse davvero lì.
In quell’stante pensò semplicemente a quanto fosse fortunato ad averla trovata. Ad avere al suo fianco qualcuno con cui essere alla luce, che era capace di comprendere tutte le insicurezze, le responsabilità di cui si era dovuto fare carico fino ad ora.
Se solo avesse saputo che quella era la sensazione che si provava ad essere così vicino a una persona avrebbe lasciato perdere tutte le ragazze che erano passate nel suo letto per cercare l’unica.
Quando la vide destarsi dal suo sonno si fece prendere per un attimo dal panico, pensando di non sapere come comportarsi con lei.
“Hey” disse aprendo gli occhi.
“Buongiorno principessa”
“Non mi guardavi dormire giusto?”
“Figurati, ero solo immerso nei miei pensieri”
“In cosa consistevano?”
“Un giorno lo scoprirai”
“Sai che dovremo parlare di tutto quello che è successo giusto?”
“Ti prego Clarke, non rovinare il momento” disse posandole un dito sulle labbra.
Un sorriso furbo si fece invece spazio nel viso della ragazza che si avvicinò sempre più a Bellamy.
“Hai ragione, sarebbe meglio iniziare così” disse mentre chiudeva le distanza e posava un bacio sulle labbra di Bellamy.
“Così si inizia a ragionare”
“Sai cosa renderebbe ancora migliore questo risveglio? Una buona colazione!” disse spalancando gli occhi.
“Al suo servizio principessa. Ti aspetto giù, scendi quando vuoi”
Dopo che sentì Bellamy rovistare in cucina Clarke decise di alzarsi dal letto. Indossò la maglietta di Bellamy e un paio di suoi calzini visto che non le andava di indossare le scarpe.
Stava per varcare la porta ma si bloccò a pensare.
Aveva davvero bisogno di parlare di quello che era successo. C’era tutto e niente da dire, ma per quanto capiva quello che Bellamy provava aveva bisogno di sentirlo a parole, per renderlo più vero.
Era successo tutto in un battito di ciglia per lei, e nonostante tutti i suoi sforzi aveva bisogno di razionalizzare.
Scese le scale, sorridendo all’immagine di Bellamy ai fornelli con la maglietta già imbrattata di impasto.
“Stai già combinando danni?” disse abbracciandolo da dietro.
“Non penserai la stessa cosa quando mangerai questi” disse indicando il piatto di pancackes sul ripiano.
Voltandosi le posò un bacio sui capelli, poi portò tutto l’occorrente per la colazione sul tavolo.
“Mmh li desideravo da quel giorno a casa mia”
“Sembra passata una vita”
“Già”
“Cos’è quella faccia?” disse il ragazzo fermandosi di fronte a lei.
“Non pensi che dovremmo parlarne?”
“C’è davvero qualcosa da dire?”
“Parlami Bell, dimmi cosa hai provato”
“Io? Clarke, sono stato abbastanza esplicito nei miei sentimenti e tu sai già tutto! Non conosco nessun altro che sappia capirmi come fai tu”
“Scusa sono solo.. io non sono abituata a seguire così il mio cuore. Ieri quando mi hai invitato ho messo da parte la testa e sono successe una miriade di cose e sto iniziando a elaborare solo ora”
“Hey, va bene. Fa strano anche a me. E’ stato tutto improvviso, o forse davanti ai nostri occhi come se fossimo gli unici a non accorgersi.”
“Hai detto bene”
“Clarke, io mi sento davvero felice oggi, con te”
“Anche io Bell”
“Partiamo da qui, ti va?”
“Mi sembra perfetto”
Quando Clarke sorrise Bellamy non resistette a lasciarle un bacio morbido sulle labbra.
Si erano appena seduti a tavola quando la chiave nella serratura li avvisò dell’arrivo di qualcuno, Octavia ovviamente.
Clarke e Bellamy si guardarono consapevoli di quello che stava per succedere.
Ferma davanti alla porta la piccola Blake osservava i due con un aria che per un attimo non seppero definire, fino a quando non iniziò a sorridere come una pazza.
“Lo sapevo!” disse chiudendosi la porta alle spalle.
“Son un fottuto genio!” continuò avvicinandosi.
“Siete bellissimi” grido nell’orecchio del fratello, stampandogli un caloroso bacio sulla guancia.
“O per piacere frena il tuo entusiasmo” disse Bellamy fingendosi un po’ troppo scocciato.
“Non provare a dirmi che non è accaduto niente. Lei indossa la tua maglietta e tu hai preparato i pancakes.”
“Bene, non c’è bisogno che aggiunga altro” disse Clarke sorridendole dall’altro lato del tavolo.
“Fatevi abbracciare, non avete idea di quanto io sia felice”
Bellamy alzò gli occhi al cielo mentre veniva stritolato da sua sorella, scena che fece scoppiare a ridere Clarke.
“Non voglio essere invadente, ma io non posso rinunciare a questi” disse indicando i pancakes sul tavolo.
“Lo so, tuo fratello è un mago in questo! Prendi una sedia”
Octavia prese posto vicino, non prima di abbracciare calorosamente Clarke, come promesso. L’entusiasmo della piccola Blake la fece sorridere ancora una volta.
Fecero colazione tutti e tre insieme, poi Clarke decise che sarebbe stato meglio tornare a casa. Non aveva avvisato sua madre della sua assenza e sicuramente non voleva farla preoccupare, non dopo il loro chiarimento di qualche mese prima.
Bellamy e Octavia invece iniziarono a ripulire la cucina.
“Allora? Sembra che il falò abbia portato fortuna”
“O, ti prego”
“Ok, ho capito, so già troppe cose”
Bellamy lanciò uno sguardo a sua sorella trovandola più felice del solito.
Ripensò alla notte prima e al fatto che per quanto avrebbe desiderato prendere a calci il suo “fidanzato”, l’aveva vista davvero raggiante.
Cosa che in realtà era sempre stata il suo obbiettivo principale, e se qualcuno Lincoln era in grado di renderla così, allora era il benvenuto.
“Allora, che ne dici di parlarmi di Lincoln?” disse Bellamy passando alla sorella una stoviglia da asciugare.
Per poco Octavia non la fece cadere a terra dallo stupore.
“Tu vuoi parlare di Lincoln?”
“Mi sembra chiaro che ormai fa parte della tua vita”
“Direi di si”
“Allora se ti va di parlarne..”
“Oh vedi lui è fantastico, davvero! E’ uno di poche parole ma dimostra sempre quanto tiene a me. Magari potete seppellire l’ascia di guerra e provare a parlarvi uno di questi giorni”
“Forse”
“E dai Bell!”
“Un passo alla volta sorellina”
Octavia poco dopo salì in camera sua a fare i compiti, mentre Bellamy prima sistemò la cucina poi decise di prendersi una pausa relax sul divano con la tv accesa.
Il cellulare sul tavolino lo avvisò di un nuovo messaggio.
Numero sconosciuto, ancora una volta.
Non fu tanto questo a turbarlo quanto il contenuto.
“La riconosci? Mi basterebbe allungare una mano per farle del male”
Allegata c’era una foto di una ragazza di spalle. Capelli biondi, giacca chiara, vestito a fantasi blu. Ci volle un mezzo secondo per capire che quella era Clarke che, nella via di casa, sua stava tornando a casa, proprio in quel momento.
Allarmato scrisse un messaggio alla ragazza, che gli confermò di essere a casa sana e salva.
La cosa lo tranquillizzò per un attimo, ma poi capì che non poteva più fare finta di niente. Chiunque fosse aveva intenzione di fare del male a una delle persone più importanti della sua vita e non aveva intenzione di lasciar accadere niente di tutto ciò.
ScFrugò tra i contatti della rubrica alla ricerca del nome di un suo amico di vecchia data che forse avrebbe saputo dargli qualche informazione. Ricordava bene il primo sms, l’aveva ricevuto il giorno della vigilia di Natale e diceva: sono di nuovo libero.
Era sicuramente qualcuno uscito dal carcere in quell’arco di tempo, se fosse riuscito a procurarsi una lista sarebbe stato semplice. Non gli venivano in mente molte persone che potevano avercela con lui, sarebbe bastato trovare un nome familiare in mezzo a tutti gli altri.
La sua richiesta venne esaudita poco dopo aver riagganciato il telefono, quando nell’e-mail trovò quello che stava cercando.
Stampò il contenuto e iniziò a cercare tra i nomi. Il suo cuore fece un salto nel petto quando lesse.
Prese di nuovo il telefono in mano e contattò Atom mentre si infilavala giacca e cercava le chiavi della macchina per uscire.
“Atom sei a casa?” disse non appena sentì l’amico rispondere.
“Si Bell”
“Posso passare? Ho bisogno di parlarti”
“Ti aspetto”

*********************
Eccomi qui! 
Scusatemi, come al solito sono una ritardataria, ma tra festività, studio, amici mi è rimasto pochissimo tempo per scrivere!
Ho scritto tutto d'un fiato, spero non ci siano troppi errori! 
Vado di fretta ma spero abbiate gradito il nuovo capitolo.
Vi anticipo che nel prossimo scopriremo almeno il nome di questo "A" 2.0 (chi guarda Pretty Little Liars capirà) :D
Spero abbiate passato delle splendide vacanze, vi saluto e vi auguro buon rientro (sarà un lunedì traumatico!).
P.S. Grazie a chi ha letto/ recensito/ inserito nelle varie categorie, siete fantastici!
P.P.S. Credete che dopo la piccola gioia che Jason ci ha concesso nel trailer riusciremo a vedere più Bellarke in questa stagione ormai alle porte? Io continuo a credere che la speranza sia l'ultima a morire! 
  
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