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Autore: tomboyx    08/01/2017    1 recensioni
È difficile rendersi conto di come la propria vita sia così dipendente da una persona. Di come una sua parola, gesto, possa controllarci, renderci un burattino. È difficile separarsi da quella persona; le parole velenose che escono dalla sua bocca, come coltelli affilati che torturano dolorosamente e senza pietà il tuo cuore. 
Semplicemente, amare è difficile.
"Improvvisamente, Jongin divenne silenzioso; la sua immagine calma e sorridende venne rimpazziata dallo scarto di un prodotto fallito, guasto. Gesti meccanici e senza sentimento riempivano le sue giornate; nessuna emozione si affacciava nel suo volto. 
Passava il suo tempo libero a scrivere e solo in quel momento, un sentimento umano traspariva dal suo corpo: la follia."
 
Kaisoo || Chanbaek || Hunhan
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Kai, Kai, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il timido sole illuminava il campus universitario, riscaldando con amore il corpo della gente; la primavera era alle porte ed il tempo tranquillo sembrava aver fatto tornare la frenesia ghiacciata dal freddo vento invernale. Gli studenti camminavano velocemente, attenti a non calpestare le pozzanghere lasciate dalla neve, intendi a parlare tra di loro; decine e decide d'uccelli attraversavano il cielo, macchiando quell'infinito blu di diversi punti neri accompagnato da diverse spennellate bianche. 
Visto da lontano, il paesaggio sembrava essere dipinto con grande precisione da un'artista celebre, che racchiudeva tutte le sue emozioni e gioie nei suoi lavori; il sorriso luminoso di un gruppi di ragazzi che scherzavano tra di loro, le effusioni d'amore delle coppie ed il cielo colorato, riuscivano a riempire di calore il cuore dello spettatore.

Ma, guardando a lungo il paesaggio, bastava poco per notare ciò che rovinava l'atmosfera, il tassello fuori luogo che, con la sua presenza, riusciva a scacciare il sorriso disegnato nel volto di chi posava gli occhi su di lui. Seduto in angolo, con la schiena incurvata, c'era un ragazzo; nonostante i capelli argentati resi luminosi grazie ai raggi di sole che accarezzavano con dolcezza la sua capigliatura, emanava una sensazione strana. Una di quelle che ti mangiava da dentro, facendoti lentamente e dolorosamente appassire, senza lasciarti alcuna possibilità di ribellarti. Come veleno che s'infiltrava nel tuo sangue, raggiungeva il cuore palpitante, fino a rendere il suo battito un ricordo sbiadito.

Jongin era seduto lì, come un fiore meraviglioso e raro, ma spaventosamente marcio. La sua espressione lontana e spenta veniva accompagnata a braccetto  dalle occhiaie che scavano senza pietà il suo sguardo, incupendolo. Osservava un pezzo di foglio rovinato, come se fosse stato accorticciato diverse volte su sé stesso, tenuto saldo dalle sue mani pallide da cui si potevano intravedere le vene che davano un tocco di colore alla sua pelle. Le unghie mangiucchiate graffiavano con lentezza ed inquietudine la carta di quella che sembrava una lettera, come se volesse cancellare le parole impresse con l'inchiostro scuro, rovinandola fino a renderla illeggibile; ma nonostante questo, Jongin gettò l'oggetto nella sua borsa, come se l'azione che avesse appena compiuto non avesse alcun valore. Perché, nonostante con quanta disperazione lui ci provasse, le parole amare non potevano mai sparire dalla sua mente. Con i gomiti appoggiati nelle sue ginocchia ricoperte dai pantaloni dal tessuto rovinato, affondò la testa nelle sue mani, aspettando con pazienza che il tempo passasse.

Kyungsoo notò subito quel ragazzo, avvolto da una nube oscura che solo lui riusciva a vedere, incatenato alla sua figura senza la forza ed il volere di distogliere lo sguardo. Con la bocca semi-aperta, si perse nell'osservare i movimenti graziosi del ragazzo intendo al alzarsi, mostrando il suo corpo alto e tonico, mentre raccoglieva la sua borsa appoggiata nel posto libero accanto a lui sulla banchina rovinata da diversi graffiti e dal tempo. Ma la sua espressione rapita venne lentamente rimpiazzata da una smorfia, non appena notò che i movimenti del ragazzo a lui sconosciuto, avevano qualcosa di diversoCome una marionetta, l'attrazione del teatro principale,  seguiva i movimenti del suo proprietario; tutti troppo attratti dalla sua bellezza, per rendersi conto della sua falsità.

"Kyungsoo?" lo richiamò un ragazzo più alto di lui, con delle adorabili orecchie a sventola ed un grande sorriso dipinto nel volto; rare volte Kyungsoo aveva visto l'ombra di tristezza nella sua espressione, che veniva subito oscurata e dimenticata da gioia che riesce a riscaldare il cuore di chiunque incontri il suo sguardo. Lui sospirò, voltandosi verso l'amico. 
"Si?" chiese sottovoce, dimenticandosi totalmente del giovane automa, decidendo di definirlo così. 
"Hai sentito Baekhyun? L'ho incrociato velocemente stamattina, ma non l'ho più rivisto.." il più alto si perde nei suoi pensieri, con un'espressione corrucciata. Lui e Baekhyun erano sempre stati amici, dalla loro infanzia; sembravano più fratelli, visto il loro solido rapporto basato su una perfetta armonia ed una forte fiducia reciproca. Kyungsoo ha sempre invidiato l'amicizia tra i due, ma non si è mai lamentato: aveva la fortuna di avere persone di cui poter parlare tranquillamente senza aver paura di venir giudicato o visto sotto una cattiva luce.
"Penso sia con Taeyeon, visto che si è sentita male." rispose lui, focalizzando tutta la sua attenzione sul grande orologio situato sopra l'entrata principale del campus, così alto ed imponente da non poter passare inosservato; aveva la fortuna di avere poche ore di corso nel periodo primaverile, visto che la maggior parte sono focalizzate nella stagione invernale. Non che fosse meno stressante, visto che si ritrovava tutti gli esami uno vicino all'altro.

Sentendo il nome dell'amica d'infanzia, il rosso sbiancò di scatto, preoccupandosi della sua salute, e si mise a cercare il telefono nelle tasche del suo cappotto scuro.
"Perché ha chiamato lui?" chiese lui, aumentando il volume della voce. Kyungsoo scosse la testa, trovando inutili tutte quelle preoccupazioni.
"Perché è il suo ragazzo, Chanyeol." L'amico si ferma di scatto, aprendo leggermente la bocca non appena realizzò l'autenticità di quelle parole ed iniziò a ridere nervosamente. Il moro diede delle pacche leggere sulle spalle del più alto per poi dirigersi all'interno della scuola.
 

•••
 

Dopo aver salutato velocemente Chanyeol, Kyungsoo si diresse nella parte opposta dell'amico; i due, non facendo parte della stessa facoltà avevano la possibilità d'incontrarsi solo nelle ore libere ed al di fuori del contesto universitario. 
Mentre lui aveva scelto come indirizzo psicologia, Chanyeol si era diretto verso qualcosa di più concreto, preferendo l'economia. Sentendo una strana sensazione di gelo, chiuse il suo giubbetto nero incrociando le braccia, ed aumentò il passo cercando di ricordarsi di dove fosse situata la sua aula di neuroscienze; nonostante frequentasse quell'università da quasi due anni, ha sempre avuto difficoltà nell'orientarsi. 
Finalmente arrivato in classe, si sedette nel primo posto che trovò libero senza curarsi molto del coetaneo seduto accanto a lui. Tirò fuori lo stretto necessario per poter seguire la lezione, con movimenti caratterizzati dalla pigrizia; non è mai stato un amante di quella materia, trovandola noiosa e complicata da seguire. Fin da quando andava alle scuole elementari è sempre stato affascinato dalla psicologia umana e dal potere distruttivo delle emozioni; diverse volte, si è trovato a chiedersi il motivo per la quale l'essere umano veniva così influenzato dai suoi sentimenti, così tanto da mettere da parte la razionalità ed il buon senso. Quante volte l'uomo si era ritrovato a fare azioni impulsive causate solamente dal loro stato d'animo?

Kyungsoo è sempre stato inevitabilmente attratto da quelle insidie domande a cui non riusciva a darsi risposte. Non importa quanto ci pensasse, non importa quanto fosse convinto di quanto i sentimenti possano essere così facilmente alterabili, la sua risposta finiva sempre a rinchiudersi in una parola a lui ancora difficile da comprendere: la psicologia. Fu così che decise d'intraprendere questi studi, nonostante che i suoi genitori avrebbero preferito vederlo sotto le vesti di un famoso avvocato o uomo d'affari; Kyungsoo si è sempre rivelato intelligente e perspicace ed è per questo che i suoi vecchi docenti avevano posto molte aspettative sul giovane ragazzo; ma lui ha sempre saputo qual'era la sua strada.

Sentì qualcuno picchiettargli la spalla e si girò con un'espressione di confusione verso il ragazzo accanto a lui; il compagno aveva un'adorabile sorriso disegnato sul volto, caratterizzato da una particolare pelle ambrata, come se venisse baciata dal sole. Il giovane, dopo averlo squadrato per bene, inarcò un sopracciglio chiedendosi cosa volesse da lui.
"Dovevi essere veramente perso nei tuoi pensieri eh? Avrò cercato di attirare la tua attenzione quasi cinque volte!" esclamò lui, rivelando un tono di voce profondo ed abbastanza sorprendente, visto il suo viso da ragazzino. "Sono Kim Taehyung" si presentò lui.
"Do Kyungsoo" rispose a sua volta l'altro, tenendo il suo sguardo fisso sul  ragazzo, domandandosi ancora il motivo della scelta di socializzare con lui; non gli sembrava di avere un viso particolarmente bello o interessante, per attirare l'attenzione degli altri.
"Volevo solo chiederti se non ti dispiaceva passarmi velocemente i tuoi appunti delle scorse lezioni, visto che sono stato malato ultimamente." chiese gentilmente lui ed un po' imbarazzato. Il compagno sorrise in segno di acconsenso e cercò in mezzo al suo portafogli per qualche istante, prima di passargli una pila di documenti; l'altro aprì gli occhi sorpreso dalla quantità inaspettata di fogli. Taehyung lo ringraziò, promettendogli di riportare il tutto per la prossima lezione.

Le due sfiancanti ore passarono lentamente, tra lamenti e sbuffi oscurati dalle spiegazioni del docente; Kyungsoo fu il primo ad alzarsi, visto che era seduto nel primo posto della fila, per permettere agli altri studenti di uscire dalla sala. Scende velocemente gli scalini dell'anfiteatro, dirigendosi verso la porta d'uscita principale, trovando Chanyeol ad aspettarlo, impossibile da non riconoscerlo a causa del colore di capelli e l'alta statura, appoggiato al muro davanti alla porta.
Il moro si bloccò sorpreso dalla presenza dell'amico. 
"Che ci fai qui?" chiese, avvicinandosi all'altro. 
"Mi annoiavo, quindi sono uscito prima." borbottò lui, passando la mano destra tra i capelli e lasciandola vagare per un po' tra quel mare di sangue. Kyungsoo scosse la testa, ma sapeva di non aver alcun diritto per rimproverarlo; dopotutto non era sua madre ed poteva fare quello che più preferisce. Anche se, conoscendo l'amico, alla prossima sessione d'esami l'avrebbe sentito piangere e lamentarsi, e certe volte pure insultarsi, per aver saltato importanti lezioni a causa della sua pigrizia. Tutte le sue conoscenze si chiedevano come avesse fatto un ragazzo così nulla facente ad essere entrato in un'università, ma nemmeno il diretto interessato sapeva dare una risposta con base solide; sicuramente, non poteva essere fortuna. 
"Andiamo a bere qualcosa di caldo? Nonostante l'inverno sia finito penso che il bel tempo non ci benedirà con la sua presenza per ancora qualche settimana." pronunciò Chanyeol, tenendo lo sguardo fisso sul più basso che annuì subito; aveva proprio voglia di bersi un bel caffè bollente, per poter tornare a casa e studiare senza lasciarsi attirare dal suo comodo e caldo letto.

Iniziarono a camminare insieme verso la caffetteria della scuola, dove potevano privilegiare di alcuni sconti visto il loro status di studenti, cercando di fare il più veloce possibile, anche se Kyungsoo trovò qualche difficoltà a reggere il passo dell'amico, visto la sua bassa statura; la caffetteria iniziava a riempirsi a quell'ora, quindi trovare un posto sarebbe stato difficile, se non impossibile. 
Arrivati davanti alla porta che lasciava intravedere l'interno della sala, il rosso lasciò entrare l'amico per primo, tenendogli la porta aperta. Si diressero velocemente verso la cassa e ordinarono delle bevande calde e qualche snacks da mangiare. 
Non appena presero il loro spuntino, i due iniziarono a cercare un posto libero; nonostante la caffetteria fosse grande, il campus raggruppava diverse facoltà quindi il numero di studenti era incredibile.
"Kyungsoo! Chanyeol!" li richiamò una voce famigliare e, non appena si girarono, intravedono la piccola figura di Baekhyun che li invitava a raggiungerlo. Seduto in compagnia della fidanzata, tenendola accanto a sé con il braccio che circonda le sue spalle,  fece spazio ai due per potersi sedere.
"Baek, ti stavo cercando!" esclamò Chanyeol non appena si sedette, incastrando il suo sguardo su quelli dell'amico che sorrise in gesto di scuse.
"È colpa mia" ammise Taeyeon, con un'espressione imbarazzata. "mi sentivo male quindi ho deciso di chiamarlo, visto che non volevo stare da sola. Ho quasi creduto di morire!" raccontò lei, portandosi indietro i capelli color grano e mettendo in valore il suo viso di porcellana. 
"Ora stai meglio?" chiese sinceramente il rosso, preoccupato per l'amica. Sin da piccoli, lui assieme a Baekhyun e Taeyeon formavano un gruppo inseparabile; conoscendosi sin dall'asilo, sono stati in buoni rapporti per diversi anni. Un giorno Baekhyun ammise al migliore amico di avere una cotta per la ragazza e lui fece di tutto per metterli insieme; dopotutto la loro felicità era anche la sua. Ma ultimamente, Kyungsoo notò che il ragazzo iniziava a sentirsi quasi un terzo incomodo tra gli amici, perdendo la forte complicità che provava con loro.
La bionda annuì alla domanda del ragazzo, posando un leggero e timido bacio sulla guancia del ragazzo, che ricambiò con un'espressione soddisfatta.

Dopo aver passato quasi mezz'ora a parlare dei momenti trascorsi insieme, riportando a galla vecchi e divertenti annedoti, Kyungsoo si alzò dal suo posto, rivelando di doversi assentare per un attimo; con fatica, passò tra tutta quella folla chiassosa di studenti, per potersi finalmente rifugiare nei tranquilli bagni maschili. Ne approfittò per lavarsi il viso e le mani con l'acqua fredda e rimase ad osservare, con sguardo perso, la sua immagine riflessa nello specchio. Sentendo degli schiamazzi al di fuori della porta, si risvegliò improvvisamente e rientrò nella caffetteria; si fermò per qualche istante sospirando e pensando con quale forza avrebbe potuto spintonare i presenti e tornare dai suoi amici. Guardandosi attorno, notò un mucchio di fogli dimenticati sul davanzale della finestra e, come se ne fosse attratto, si diresse verso di loro e li prese in mano. Gli sfogliò velomente e rendosi conto del contenuto, decide di prenderli con sé; a prima vista sembrava un racconto, ma poteva essere anche un compito di quelli della facoltà di lettere; probabilmente qualche studente sbadato deve aver dimenticato il suo lavoro subito dopo averlo svolto; ma rimase sconcertato da ciò che vi lesse, visto l'incredibile precisione nella scelta del vocabolario e le metafore da folli. Cercò velocemente qualche traccia per scoprire il nome del proprietario e, non appena la trovò, tirò un sospiro e si diresse verso il suo posto riuscendo a passare grazie alla statura, senza troppe difficoltà e fastidio.

"Quelli cosa sono?" chiese subito Chanyeol, notando la pila di fogli presa sottobraccio dall'amico, non appena riprese il suo posto. Ma lui non rispose, troppo perso nei suoi pensieri a cercare di smascerare l'identità dell'abile scrittore che si firmava sotto il nome di Kai.

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