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Autore: artemisia reight    08/01/2017    1 recensioni
una relazione complicata e una differenza di età esorbitante. tutto sembra a loro sfavore ma l'amore si dimostra spesso più forte di tutto il resto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Finalmente fuori!” esclama Edward, respirando l’aria fresca all’esterno del cinema.
“Oh andiamo, non era poi così male” Elettra gli dà un pugno scherzoso sul braccio.
“Solo il peggio film che abbia mai visto” Edward ride, vedendo la ragazza offendersi. “Non è mica colpa tua” riprende in modo più dolce “non l’hai mica diretto tu!”.
“No, ma sono stata io a scegliere cosa vedere stasera. Ed ecco il risultato..ti sei annoiato!” Elettra incrocia le braccia sul petto e volge lo sguardo altrove.
Il ragazzo si fa più vicino. Le prende il mento e avvicina le labbra alle sue.
“Elettra Stain, annoiarsi passando del tempo con te è la cosa meno possibile che sia stata mai immaginata dalla mente umana”
La ragazza sorride di nuovo e riprende a baciare il suo fidanzato, ritenendosi incredibilmente fortunata ad aver trovato qualcuno che la ami così profondamente.
“Andiamo, ti riaccompagno a casa” Edward la prende per mano e insieme si incamminano verso la fermata più vicina.
 
 
 
“E’ semplicemente stupido!” Matthew sbatte il pugno sul tavolo “lavoro tutto il giorno, guadagno soldi per entrambi, mando avanti la famiglia e tutto ciò che chiedo in cambio è la cazzo di cena la sera quando torno a casa! Non capisco cosa ci sia di così difficile in questa piccola accortezza che mi renderebbe migliore la giornata”.
“Non puoi pensare solo a cosa fai tu durante il giorno” Phil dà un morso al suo panino “anche tua moglie si dà da fare, solo che non ne sei informato. Di sicuro non sta l’intera giornata a non fare nulla e ad aspettare che tu rincasi”.
Matthew scuote la testa, esaminando con sguardo critico il piatto che ha davanti.
La caffetteria vicina al loro ufficio è praticamente piena e loro intrattengono le loro solite conversazioni chiassose, tentando di sovrastare il vociare del resto dei clienti.
“Dovreste tutti fare come me” si intromette Steven “una donna diversa ogni sera e nessuna pressione. Tutte ai tuoi piedi, nessuna che tiene il guinzaglio. Io non vi capisco. Non capisco proprio come potete continuare a farvi mettere i piedi in testa in questo modo da anni, senza mai ribellarvi o desiderare dell’altro”.
“Se solo ti innamorassi ti renderesti conto di quanto assurdi i tuoi discorsi suonino alle mie orecchie” Bruce, il più giovane, scuote le spalle alle parole del suo collega.
“La fai facile tu” riprende Steven “tua moglie è uno schianto, ti tratta come un principe ed è praticamente priva di lati negativi. Avessero tutti la vita facile come te, caro mio!”.
“Io la penso come Bruce” Phil accartoccia la carta del panino “quando sei innamorato non pensi più alle altre donne. L’unica che ti interessa è tua moglie e non senti il peso di dover rimanere fedele. Ma John, tu invece come la pensi?”
L’ultimo e più silenzioso del gruppo, intento a finire il suo pranzo, alza lo sguardo dal tavolo e fissa gli amici incerto.
“Personalmente devo ammettere che a volte mia moglie è pesante. Non che abbia mai pensato a qualcun altro o cose del genere.. ma a volte mi fa davvero imbestialire. Non sto dando ragione a Steven, ma sto dicendo che non ha tutti i torti”.
I cinque uomini continuano a conversare del più e del meno, attendendo senza entusiasmo il momento di tornare nei loro uffici.
 
 
 
Edward ed Elettra scendono dall’autobus, entrambi accaldati dall’ammasso di corpi cui erano stati costretti a schiacciarsi contro. Edward ha sempre amato il tratto di strada che separa la fermata dalla casa di Elettra. Lo considera il momento più tranquillo e rilassante, dove lei gli racconta tutto ciò che le passa per la testa in quel momento, prima di rientrare a casa. Ama sentirla parlare di qualsiasi cosa. Il modo in cui si agita quando racconta un episodio che le è capitato, le espressioni  che fa quando ricorda di aver incontrato un cane da qualche parte ed il modo in cui gli stringe involontariamente la mano quando parla di qualcosa che la appassiona particolarmente. Lui, per la maggior parte del tempo, rimane in silenzio ad ascoltarla e guardarla, tentando di mantenere impressi nella sua mente più gesti e parole possibili.
“Oh, quasi dimenticavo!” la stretta si fa più forte, ed Edward intuisce che qualcosa di importante è in arrivo “il direttore del giornale mi ha detto che devo scrivere un articolo sulla finanza e che è particolarmente importante per il mio risultato finale e quindi per le future referenze”
Il giornale della sua scuola, una delle cose che le piaceva più fare. Amava scrivere. Scriveva qualsiasi cosa: articoli, storie, riassunti, recensioni.. le piaceva esprimere con la scrittura tutto ciò che non era capace di esprimere a parole. Lui adorava leggere qualsiasi cosa lei producesse.
“Dovrei trovare un’azienda disponibile a farmi curiosare in giro per un po’ di tempo, ma sarà così difficile! Nessuno si fida di una diciassettenne” Elettra alza gli occhi al cielo.
“Mio padre è un consulente finanziario, non so se può esserti utile” Edward comincia a ragionare.
“Stai scherzando? Sarebbe perfetto!” Elettra comincia a saltellare eccitata “E’ la cosa migliore che potesse capitarmi! Oh mio Dio, non ci posso credere!”
“Stasera gli chiedo se può darti una mano e ti faccio sapere, ok?”
Per tutta risposta Elettra lo bacia con tutta la passione che ha in corpo, provocandogli brividi lungo la schiena.
 
 
 
John scende dalla macchina, quella sera, più stanco del solito. Il sabato lo rende sempre sfinito. Non c’è molto lavoro da fare, ma il personale è dimezzato e non c’è modo di sottrarsi ai vari incarichi.
L’unica cosa che sogna in quel momento è un bel bagno caldo.
Apre la porta di casa e Daisy, il suo pastore tedesco, gli viene incontro con entusiasmo. John si getta a terra, lasciandosi leccare la faccia e godendosi il modo in cui quel cane lo fa sentire amato.
“John sei tu?” la voce di sua moglie che viene dalla cucina lo convince ad alzarsi da terra.
“Sì, Julia, sono io” John la raggiunge in cucina, lasciandole un rapido bacio sulla guancia.
“Come è andata a lavoro?” gli domanda lei, senza distogliere lo sguardo dal pasticcio di patate che sta preparando.
“Il solito stress” John scuote le spalle, osservando il modo in cui il grembiule cade in modo perfetto sui suoi fianchi. Per un attimo ricorda il modo in cui era solito baciarla in modo appassionato la sera quando tornava a casa, molti anni prima.
Si avvicina di nuovo a lei, baciandole il collo in modo delicato. Julia si volta verso suo marito, sorpresa da quell’atteggiamento improvviso ed indecisa se ricambiare il bacio. Lo guarda intensamente, come non lo guardava da tempo, e si blocca.
“Ti sei messo questa camicia oggi?” domanda allarmata.
“Sì, perché?” John tenta di mantenere vivo in lui il ricordo di quel momento, mentre la situazione cambia atmosfera.
“Non l’avevo stirata! Sei andato a lavoro con una camicia stropicciata!” Julia comincia ad urlare “come puoi essere così distratto?!”
“Julia, è solo una camicia” John si allontana di nuovo, alzando gli occhi al cielo.
Solo una camicia?” Julia alza ancora di più il tono di voce.
Il rumore della porta che si apre interrompe la loro discussione.
“Sono a casa!”
“Edward, finalmente!” Julia accoglie il figlio dall’ingresso “mi chiedevo dove fossi finito”
“Ero fuori con Elettra” spiega Edward “a proposito, papà. Elettra avrebbe bisogno di aiuto per un articolo del giornale scolastico”
“Elettra?” John aggrotta le sopracciglia.
“Ma si! La ragazza di Edward!” Julia si tocca la fronte “possibile che non ricordi mai niente? State insieme da quanto? 5 mesi?”
“Sì, infatti” Edward annuisce impaziente “allora papà, potrebbe venire al lavoro da te per un po’ e vedere come funziona?”
“Sono molto impegnato, Eddie” John scuote la testa “non mi sembra proprio il momento giusto”
“Oh andiamo, John” Julia gli posa una mano sulla spalla “troverai sicuramente del tempo da dedicarle. Possibile che non hai neanche un momento di pausa?”
John reprime l’impulso di gridare. Vorrebbe gridare a sua moglie che no, non ha nessun momento di pausa e di sicuro  nessun attimo da dedicare ad una ragazzina. Vorrebbe gridarle che in questi mesi ha per le mani dei casi importanti e che lo saprebbe anche lei se solo si fosse degnata di informarsi un momento sulle sue giornate lavorative.
Invece di dire tutto ciò, fa un respiro profondo. Dopo di che annuisce e dice, con tono pacato “hai ragione, troverò di sicuro un attimo da dedicarle”
Julia batte le mani soddisfatta.
“Perfetto!” trilla “e poi direi che è anche ora che la conosciamo. Mi sembra che la storia stia diventando seria e tu mi sembri molto preso da lei. Falla venire a cena domani! Almeno lei e tuo padre potranno discutere di quando e come organizzarsi”.
 
  
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