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Autore: Stria93    09/01/2017    0 recensioni
[Le relazioni pericolose (1988)]
Ti sei sempre fatto beffe di Amore; ne hai emulato i gesti, ti sei indebitamente appropriato delle sue parole e ne hai fatto degli strumenti asserviti ai tuoi vili scopi, volti esclusivamente a nutrire la tua vanità.
Ma ora sei tu, caro Valmont, a provare l'implacabile e impietosa frusta di quel sentimento di cui hai sempre conosciuto solo la superficie e le carezze, mai il vero sembiante, che è, allo stesso tempo, dolce e terribile. Luce del Paradiso e fiamme dell'Inferno.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti chiudi la porta alle spalle, sperando che quel pannello di legno massello riesca ad isolare, o almeno ad attenuare, il suono del suo pianto disperato, intollerabile alle tue orecchie colpevoli.
Ma, in questo momento, non c'è distanza tanto grande che possa metterti al riparo dal tormento che tu stesso hai evocato su di lei, su di voi.
Sì, perché, ad ogni suo singhiozzo, la morsa che ti stritola il cuore si fa più pressante, la lama velenosa che ti dilania si imprime sempre più a fondo, straziando la tua carne e la tua anima dissoluta e corrotta.
Curioso. Tu, che hai sempre giocato abilmente con i cuori altrui, traendone un perverso piacere e un sadico divertimento dato dall'esaltazione e dal gusto dell'intrigo, per poi gettarli via nel momento in cui sopraggiungevano il tedio e la noia, ora ti ritrovi a soffrire dello stesso male che così spesso hai arrecato ad altri con irriverente leggerezza e senza curartene affatto. E ora quanto è grande il tuo dolore!
Ti sei sempre fatto beffe di Amore; ne hai emulato i gesti, ti sei indebitamente appropriato delle sue parole e ne hai fatto degli strumenti asserviti ai tuoi vili scopi, volti esclusivamente a nutrire la tua vanità.
Ma ora sei tu, caro Valmont, a provare l'implacabile e impietosa frusta di quel sentimento di cui hai sempre conosciuto solo la superficie e le carezze, mai il vero sembiante, che è, allo stesso tempo, dolce e terribile. Luce del Paradiso e fiamme dell'Inferno.
Le gambe tremano, minacciano di cedere da un momento all'altro sotto il peso delle tue colpe e del rimorso. Sei costretto ad abbandonarti, sgomento, contro la parete.
Respiri profondamente nel tentativo, vano, di acquietare la tempesta che infuria nel tuo petto. Chiudi gli occhi, sperando di richiamare alla mente immagini rassicuranti a cui tu possa ancorarti per riprendere il controllo, ma sullo schermo nero delle tue palpebre serrate non vedi altro che lei.
Vedi lei che, con ostinata caparbietà, ti respinge più volte in nome di una virtù che pure stride dolorosamente con quanto le suggeriscono la volontà e il desiderio. Vedi l'orrore impossessarsi del suo viso celestiale nell'istante in cui pronunci quella dura e fatale sentenza: Voi o Morte.
E poi ecco sopraggiungere l'immagine che ti è più cara; quella che vorresti tenere stretta a te ma che non puoi fare a meno di allontanare bruscamente per compiacere colei che, ammettilo Visconte, gode nel distruggere la felicità altrui, perfino la tua, solo per accrescere la propria soddisfazione. Perché è proprio vero che, quando una donna mira a colpire il cuore di un'altra, non manca mai il bersaglio, e sei stato proprio tu la chiave di questa vendetta . Tu hai scagliato quella freccia avvelenata dalla gelosia e maledetta dal rancore, ma la tua arma si è rovinosamente ritorta contro di te.
E quell'immagine, quella in cui i vostri corpi si uniscono per diventare un tutt'uno, l'avresti un tempo contemplata con supremo autocompiacimento. L'avresti considerata null'altro che una resa da parte sua e una vittoria per te. L'ennesima da aggiungere alla tua lista di conquiste.
Ma inganni te stesso, Valmont, se provi a negare che l'amore con lei non abbia avuto eguali in tutta la tua vita di libertino. T'inganni se poni lei al livello delle altre donne che ti hanno donato i loro favori, la loro virtù, qualcuna perfino il proprio amore. Questo pensiero finisce addirittura per disgustarti e indignarti, perché lei è diversa da ogni essere umano tu abbia conosciuto, sebbene il campionario cui puoi riferirti sia eccezionalmente ricco.
In uno spasimo incontrollabile, la tua mano corre alla maniglia della porta.
Basterebbe una frazione di secondo per rientrare in quella stanza, prenderla tra le braccia, asciugare le sue lacrime con i tuoi baci e sussurrarle dolci parole di conforto. I terribili minuti appena trascorsi sfumerebbero come lo spettro di un brutto sogno e le cose, tra voi, rimarrebbero immutate, così come la vostra reciproca felicità.
La tentazione è forte e tu non sei mai stato uomo da farvi fronte, anzi, vi hai sempre ceduto con estremo piacere. Ma non questa volta.
Il volto di Madame de Merteuil ti appare all'improvviso, infiltrandosi tra i tuoi esagitati pensieri e sostituendosi con malagrazia alla tua bella.
Ride di scherno. Ride di te, soggiogato da quel sentimento che hai sempre manipolato con calcolata sapienza e maestria, così come il giardiniere esperto maneggia la rosa senza che le sue infide spine mai lo feriscano.
Ma il dardo di Amore si è abbattuto, infine, anche su di te. E la sua ferita è più lacerante di quanto tu abbia mai potuto concepire.
Eri un Re di Cuori, e ora sei schiavo del tuo.

  
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