Lo guardai svolazzare ancora un momento; scelgliere con cipiglio deciso il ramo designato all'atterraggio e ripiegare fermamente le ali.
Vagamente consapevole della mia presenza, cominciò a risalire fino al tronco, vicino al quale era stata premurosamente collocata una vaschettina.
Sembrava pensieroso, mentre si guardava nervosamente intorno.
Caparbio pettirosso, che cosa stai aspettando?
Un frullo d'ali ed eccolo nuovamente in volo, un rapido giro del giardino imbiancato ed un elegante atterraggio.
Di nuovo pensoso; potevo scorgere un lieve solco sulla tua cinerea fronte.
Siamo così simili, io e te
Aprì ancora le ali, quasi con fare stizzoso, e planò sulla neve ormai ghiacciata.
Saltellando, schivò sdegnato i semi che macchiavano quel candido mare.
Il cibo mortale non ti si addice più?
Ora era evidentemente costernato.
Cominciò a vagare senza meta, guardandosi furiosamente intorno, alla ricerca della compagna perduta.
Nessuno sa spiegarselo, fratello mio. Il nostro mondo cambia in un battito d'ali
Finalmente si voltò di scatto, il petto gonfio di angoscia, per consentirmi di vedere la stessa straziante scena degli ultimi giorni.
Tre, dalla sua perdita.
Mio caro compagno, la rassegnazione non è nella tua natura
Quella macchia si stava allargando sempre più. All'altezza del cuore, potevo vederla scintillare.
Come un foro di proiettile, non accennava a rimarginarsi la piaga del mio fedele pettirosso.
Quando sfiorerai, senza neppur l'ombra di disgusto, l'elemosina del mondo
capirò che anche l'ultima goccia di speranza ha abbandonato il tuo piccolo cuore di guerriero