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Autore: ValeDowney    10/01/2017    4 recensioni
Dolcetto o scherzetto? Ad Halloween tutto è possibile, specialmente in una cittadina del Maine di nostra conoscenza dove è appena ritornata la magia.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incubo con sorpresa

 
Halloween. Cosa vi viene in mente con questa parola? Dolcetto o Scherzetto, ovviamente. Ma anche la festa dove tutti i mostri la fanno da padrone. E dove tutti i bambini vanno di casa in casa per prendere dolci di ogni tipo. Ma se Halloween viene festeggiato per la prima volta, in una cittadina del Maine di nostra conoscenza, dove la magia è appena ritornata, be’, allora è tutta un’altra cosa… almeno sembra.
Belle stava mettendo a posto alcune decorazioni nella villa. Tremotino, con Rose, Henry, Paige e Jefferson era uscito per fare “Dolcetto o Scherzetto” . Seppur all’inizio aveva detto che il grande Signore Oscuro non si sarebbe mai abbassato a fare una cosa del genere, alla fine aveva dovuto cedere non solo alle suppliche dell’adorata figlia ma anche davanti a Belle che, se avesse fatto il bravo, gli avrebbe dato una bella ricompensa.
Guardò l’ora nel pendolo in soggiorno. Segnava le undici e mezza. Poi disse: “Fra poco dovrebbero essere di ritorno. Chissà se avranno preso tanti dolci. Cosa ne pensi, Excalibur?” e guardò la volpe. Quest’ultima, su ordine di Tremotino, era rimasta a casa. Secondo lui, infatti, se fosse andata con loro, sarebbe ritornata a casa con la pancia piena di dolci e tanto dolore dopo. La volpe la guardò a sua volta. Sbadigliò e si stiracchiò nella sua cesta dorata accanto a una delle due poltrone. Era chiaro che si stava annoiando. Ma doveva fare la brava. Se ubbidiva sempre al suo padrone – o almeno ci provava – lui poi le dava succulente prelibatezze, evitandole gli avanzi del giorno prima.
La porta si aprì. Entrarono degli esuberanti Rose, Paige e Henry, seguiti da Gold e Jefferson.
“Ehi, ben tornati. Allora, come è andata la vostra caccia ai dolci?” li accolse sorridendo Belle.
“Oh benissimo, mamma. Grazie a papà abbiamo riempito tutte le borse” rispose Rose. Belle, allora, guardò Gold, domandandogli: “Che cosa hai combinato, stavolta?”
“Assolutamente nulla. Perché devo prendere la colpa anche quando non ce l’ho?” rispose Gold. Belle inarcò un sopracciglio. Quindi Gold aggiunse: “E’ la verità, mia cara” e fece un piccolo sorriso.
“Almeno avresti potuto travestirti” disse Jefferson.
“Senti da che pulpito viene questa frase. E poi, io sono già vestito. Da me stesso” disse Gold, guardandolo.
“Oh, è vero che il grande Signore Oscuro non si abbassa a fare 'Dolcetto o Scherzetto' di casa in casa. Lui preferisce spaventare la gente con accordi o trasformando tutti in lumache” disse Jefferson.
“Cappellaio, ti consiglio di non giocare troppo con il fuoco. Ti ricordo che siamo ad Halloween e la mia magia oscura ha solo voglia di mostrarti quanto possa essere crudele” disse Gold.
“Cosa che non farà, perché eravamo d’accordo che avresti fatto il bravo o, se no, niente ricompensa per quando Rose sarà a letto” disse Belle, avvicinandosi ai due. Gold la guardò e, sorridendole maliziosamente, disse: “Ti ho già detto che quel costume da streghetta ti rende alquanto oscura?”
“Tremotino, non ci provare. Non almeno ora” disse Belle ed ammiccò.
I bambini si inginocchiarono. Rovesciarono le loro borse e tutti i dolci caddero sul tappeto. Excalibur, leccandosi i baffi, uscì dalla cesta raggiungendoli.
“Guardate quanti. La più generosa è stata Granny. Mentre quella più tirchia è stato il nostro caro sindaco” disse Paige.
“Be’, almeno ce li ha dati perché papà la minacciava con lo sguardo. Anche se papà ha minacciato un po’ tutti. Ecco perché sono stati molto generosi con i dolci” disse Rose.
“Pensavo fosse per i nostri vestiti” disse Henry. Rose roteò gli occhi. Per poi dire: “Henry, chi mai si potrà spaventare davanti a un cavaliere o un cappellaio? Forse si saranno spaventati con me.”
“Tu?! Tu che sei vestita da pirata?!” disse stupita Paige guardandola.
“E sii fortunata che abbia permesso questo travestimento” disse Gold.
“Tremotino, non ricominciare!” lo rimproverò Belle.
“Belle, guarda in faccia alla realtà. Rose è la mia principessa. E non un pirata. Però è anche vero che non potevo vestirla da zucca” disse Gold. Jefferson rise. Ma smise subito non appena Gold gli lanciò un’occhiataccia.
Excalibur stava per mangiare qualche dolce, quando Gold la rimproverò: “Excalibur! Niente dolci! Lo sai che poi ti viene il mal di pancia!” Rose guardò il padre, chiedendogli: “Papà, ma sei proprio sicuro che i dolci le facciano venire il mal di pancia? Non abbiamo mai provato.”
“E non lo faremo mai. Excalibur è una volpe e deve mangiare cibi per volpi” rispose Gold.
“E una bistecca sarebbe cibo per volpi?” domandò Rose.
“Sta nelle eccezioni” rispose sorridendo Gold.
“E ora, bambini, a nanna. È già tardi” disse Belle.
“Ma dobbiamo proprio? Ancora un altro po’. Ti prego, mamma” disse Rose.
“Il 'ti prego, mamma' stavolta non funziona. E poi, mangiare troppi dolci fa venire gli incubi” disse Belle. Rose cercò aiuto dal padre. Ma Gold, scuotendo negativamente la testa, disse: “Ascolta tua madre.” La bambina, allora, riguardò gli amici, dicendo loro: “Ci vediamo domani.”
“Paige. Henry. Andiamo” disse Jefferson e, dopo che i due furono andati da lui, uscirono.
“Su, Rose. Va' di sopra a cambiarti. Ti raggiungeremo più tardi” disse Belle. La bambina mugugnò qualcosa tra sé. Ma, sapendo che opporsi ai genitori non avrebbe portato a nulla, salì al piano superiore, lasciando sul tappeto i dolci guadagnati.
Belle riprese a mettere via alcune decorazioni. Ma Gold, prendendola per un braccio, la trascinò verso di sé, baciandola. La donna contraccambiò il bacio. Poi si staccò. Ma Gold continuò a baciarle il collo.
“Tesoro, ci sono ancora un sacco di cose da mettere via e Rose non è ancora a letto. Sai cosa vuol dire questo?” disse Belle.
“Che è troppo lenta a cambiarsi?” disse Gold, continuando a baciarle il collo. Belle gli mise una mano sul petto, scostandolo da sé e dicendogli: “No. Che potrebbe venire giù da un momento all’altro e trovarci… in questa situazione.”
“Allora vorrà dire che metterò un potente incantesimo alla sua porta, in modo che non possa uscire” disse sorridendo Gold. Stava per baciarla nuovamente ma Belle, mettendogli un dito sulla bocca, disse: “Potremo divertirci dopo, quando Rose dormirà. Ora c’è da mettere in ordine e discutere di una cosa importante.”
“Spero non riguardi l’ultima pozione che ho dato a quel testone di Charming. Lui ha insistito così tanto che ho dovuto cedere e non mi ha nemmeno dato il tempo di dirgli delle controindicazioni. Non è colpa mia se la sua zucca ha incominciato a saltellare a destra e sinistra, per poi andare a gironzolare chissà dove” spiegò Gold. Belle lo guardò in modo strano. Poi stupita chiese: “Quale pozione? E cosa centra Charming?”
“Ah… non lo sapevi?! Be'... poco importa… perché intanto era una pozione da nulla” disse Gold, rimanendo spiazzato.
“Una pozione da nulla?! Con una zucca che sta camminando per Storybrooke?!” disse stupita Belle.
“E ti meraviglia?! Ci sono cose ben più strane che camminano per Storybrooke. Quelle portatrici di polvere magica. Quei nani odiosi e pieni di fuliggine. Il Sindaco e altre persone che non sto a elencarti. Ma ora non pensiamoci e andiamo di sopra. Sono sicuro che ci intenderemo di più sotto le coperte e con la luce offuscata per creare atmosfera. E poi la streghetta ha bisogno di un gattino che le faccia le fusa, no?” spiegò Gold, mettendole un braccio intorno.
“Pozione a parte, la questione di cui volevo discutere è che, da diverso tempo, stanno mancando molte scorte dalla credenza. Tu sai chi possa essere a farle sparire?” domandò Belle.
“Forse un topolino di passaggio” rispose Gold, continuando a camminare e contemporaneamente condurre la donna su per le scale.
“Abbiamo un topolino in casa?! Perché non me lo hai detto prima?” chiese, con un po’ di paura, Belle.
“Perché è solo di passaggio e si è nascosto bene. Ma ora non pensarci. Vedrai che non si farà più vedere. Domani mattina metterò una bella trappola con del formaggio” rispose Gold. Belle si fermò sul primo gradino. Si voltò verso di lui e sorrise. Fece cenno a Gold di avvicinarsi. Quest’ultimo avvicinò il viso e la donna gli sussurrò: “Tremotino?”
“Sì, mia cara” disse sorridendo Gold.
“Domani mattina andrai anche a fare le tue scuse a Charming” disse Belle. Gold allontanò il viso e stupito disse: “Questo è un oltraggio! Non gli porgerò mai le mie scuse. È lui che non mi ha voluto ascoltare.”
“O sei tu che non gli hai voluto dire tutto” disse Belle. Mise il piede sull’altro gradino. Poi riguardò Gold e aggiunse: “E, se non farai le tue scuse, stasera il gattino non potrà fare le fusa alla streghetta” e salì al piano superiore. Gold sbuffò. Non era tra le sue intenzioni fare le scuse a Charming. Avrebbe dovuto pensarci due volte prima di prendere la prima pozione proposta. Invece si era accontentato di quella datagli da Gold. Era vero. Lui non gli aveva neanche spiegato che cosa sarebbe successo con quella pozione. Ma, almeno, aveva guadagnato una serata fuori con Belle, in cambio che Charming e Mary Margaret badassero a Rose e Excalibur. A proposito di Excalibur…
Gold si voltò e replicò: “Excalibur, allontanati subito da quei dolci e vieni immediatamente qua!” La volpe, approfittando della chiacchierata tra i padroni, aveva mangiato qualche dolcetto ma, ora, era stata presa in flagrante. Se ne andò, quindi, con orecchie abbassate e la coda fra le zampe, dal padrone. Emise qualche versetto, cercando di intenerirlo. Ma Gold, guardandola malamente, disse: “Non far finta di nulla. Lo sai cosa ti fanno i dolci. E ora fila a letto.”
La volpe salì su per le scale, andando nella camera di Rose. Gold la seguì, andando nella camera che divideva con Belle.
Passarono circa dieci minuti. Rose sbucò con la testa dalla sua camera. Guardò a destra ed a sinistra. C’era silenzio. Uscì – lasciando aperta la porta - e, in punta di piedi, passò accanto alla camera dei suoi genitori. Sbirciò dentro. Stavano dormendo. Accertatasi del non loro imminente risveglio, scese al piano inferiore. Accese la luce e, dopo essersi inginocchiata, incominciò a mangiare i dolci lasciati precedentemente sul tappeto. È vero, sua madre le aveva detto di non mangiarli. Ma erano così buoni. Gommosi e di gusti diversi. Ogni bambino della sua età avrebbe agito come lei, davanti a quelle prelibatezze. Più mangiava e più il tempo passava.
 
Scoccò la mezzanotte. Rose si svegliò di soprassalto, sentendo i rintocchi del pendolo. La luce era spenta. Si ricordava di averla accesa. Forse qualcuno era passato di lì e l’aveva spenta. Ma se ne sarebbe comunque accorta. Eppure non aveva sentito alcun passo. Alcun suono. I dolci, seppur diminuiti, erano ancora lì, sul tappeto.
Si alzò. Si stiracchiò. Non si ricordava di aver dormito tanto… o poco. Stava per ritornarsene al piano superiore, quando sentì dei rumori provenire dalla cucina. Era incerta se andare a controllare o andare ad avvertire i genitori. Ma, se sceglieva quest’ultima opzione, i suoi si sarebbero di sicuro arrabbiati nel vederla ancora sveglia e, soprattutto, a mangiarsi i dolci.
Decise, comunque, di andare da loro. Non poteva affrontare da sola chi si fosse intrufolato in casa. Ma appena mise piede sul primo scalino della scala, si fermò. Aveva paura di chi avrebbe trovato in casa. Ma aveva più paura dei suoi genitori. Scosse negativamente la testa. Era la figlia del Signore Oscuro: qualcosa avrebbe fatto. Una qualunque magia. Anche se non era ancora del tutto capace di usarla.
Si fece coraggio. Ritornò in salotto in punta di piedi. Si avvicinò alla cucina. Vide una flebile luce che proveniva dal frigorifero. Deglutì per la paura. Ma poi domandò: “Chi è là?” Vide qualcuno o, almeno, qualcosa, davanti al frigorifero aperto. Deglutì ancora e nuovamente chiese: “Chi è là?”
Questo qualcosa si voltò. Si trattava di una grossa volpe. Molto più grossa. E con due occhi rossi.
“Excalibur?! Non puoi essere tu!” disse stupita e impaurita Rose. Il grosso animale si rimise su quattro zampe e, avanzando verso di lei, ringhiò. La bambina notò della polvere dorata sul muso. No, quella non poteva essere veramente Excalibur. La loro volpe era tenera. Dolce. Piccola. Quella era grossa. Feroce e molto, molto affamata. E non di bistecche.
Rose si ricordò delle raccomandazioni del padre: “Mai dare da mangiare a Excalibur biscotti o cibo non da volpi” e ora sapeva il perché. Soprattutto considerando che era anche dopo la mezzanotte e durante la notte di Halloween.
“E’ assurdo. Questo mi fa venire in mente un film dove non bisognava dare da mangiare ad alcuni mostriciattoli dopo la mezzanotte, oppure si sarebbero trasformati in orribili creature. Questo è un incubo ed Excalibur non si è trasformata in un mostro che vuole mangiarmi” disse Rose, indietreggiando. La grossa volpe continuò a ringhiare. Poi balzò pronta ad azzannare Rose. Quest’ultima urlò, per poi tendere le mani davanti. Da esse, uscì del fumo viola che avvolse l’animale.
La luce si accese e accorsero Gold e Belle.
“Rose! Cosa è successo?! Ti abbiamo sentita urlare” disse spaventata Belle e strinse forte a sé la figlia. Rose ansimava. Aveva ancora paura. Poi guardò entrambi i genitori e disse: “C’è un mostro. Ho dovuto fare qualcosa.” Gold e Belle si guardarono preoccupati. Poi riguardarono la figlia e Gold domandò: “Non avrai mica mangiato ancora dei dolci?”
“Io… be'…ecco…” disse titubante Rose. Ma fu interrotta da una furente Belle: “Rose! Ti avevo detto di non mangiarne!”
“Ma mamma, il mostro c’era veramente” disse Rose. Sentirono mugugnare. Voltarono lo sguardo. Videro il fumo viola dissolversi per lasciare spazio a…
“Excalibur?!” disse stupita Belle.
“Excalibur o qualcosa che ci va molto vicino” la corresse Gold. Davanti a loro c’era un piccolo animale, metà volpe, ma con una coda da topo e un po’ più piccolo della volpe. Ed era rinchiuso in una gabbia.
Gold si portò una mano sulla fronte. Belle rimase perplessa. Rose li guardò, per poi dire: “Be’… dovevo pur far qualcosa, no? E qualcosa ho fatto. Con la magia.”
“E’ ammirevole ciò che hai fatto. O, almeno, provato a fare. Ma non volevo ritrovarmi con la mia volpe per metà topo” disse Gold e, mentre si avvicinava alla gabbia, Rose disse: “Voleva sbranarmi! Mi stava saltando addosso! Ditemi voi che cosa avrei potuto fare.”
“Avresti potuto chiamarci prima di venire qua in cucina. Ovviamente non lo hai fatto, perché avevi paura che ti avremmo scoperto a mangiare i dolci” disse Belle.
“Be’, Belle, poco importa, perché finalmente abbiamo il nostro topolino di passaggio” disse Gold e, dopo aver preso in mano la gabbia, aggiunse, guardando Excalibur: “Che ti serva di lezione per aver mangiato dalla credenza e, ora, anche dal frigorifero.” Poi guardò Rose e continuò: “E che serva di lezione anche a te per aver disubbidito a tua madre. Visto che mangiare troppi dolci fa venire gli incubi?” e si rialzò.
“E aggiungerei anche nell’aver disubbidito a tuo padre. Lui ti ha sempre detto di non dar da mangiare biscotti o quant’altro a Excalibur e che la magia ha sempre un prezzo” disse Belle.
“E il prezzo è Excalibur per metà topo. Almeno, così, domani mattina mi hai evitato di mettere una gabbia con il formaggio” disse Gold.
“Quindi niente punizione?” domandò Rose.
“Oh no, la punizione ci sarà eccome. Per prima cosa, domani mattina, butterai via tutti i dolci che ci sono ancora sul tappeto, e questo sotto la supervisione mia e di tua madre” rispose Gold.
“Non è giusto! E’ come se ti rompessi tutti i tuoi antefatti magici, mentre tu hai le mani legate. E parlo veramente di legate” disse Rose.
“Se farai una cosa del genere, ti rinchiuderò a vita in camera tua e credimi sulla parola che lo farò. La seconda parte della punizione è che ogni giorno aiuterai sia me che la mamma. Prima in biblioteca e poi in negozio” spiegò Gold.
“Questo è sfruttamento di minore! Dove finisce la mia libertà? E le mie avventure con Paige e Henry?” disse stupita Rose.
“Avresti dovuto pensarci due volte, prima di disubbidirci. Che ti serva da lezione per una prossima volta” disse Gold, facendo un piccolo sorriso e dandole un buffetto sulla guancia.
“E ora tutti a nanna e cerchiamo di dimenticarci questo incubo” disse Belle.
“Mamma, non è stato un incubo. Sembrava così… reale” disse Rose.
“E’ stato un incubo. Da’ retta a tua madre” disse Gold e, con un cenno della mano, fece ritornare Excalibur una volpe in carne e… pelliccia. Ma ancora dentro la gabbia. Excalibur mugugnò e Gold, guardandola, le disse: “Rimarrai qua dentro fino a quando non deciderò di farti uscire. Potrebbe passare un giorno. Una settimana o addirittura un mese. Tutto sta a te. Se farai la brava, uscirai. Se farai i capricci, rimarrai qua dentro.” Sentendo quest’ultima cosa, Excalibur incominciò a morsicare le sbarre.
“Smettila di mordere le sbarre o giuro che ti metto un tappo in bocca” la minacciò Gold ed Excalibur smise. Belle e Rose andarono verso le scale. La donna si accorse che Gold non le stava seguendo. Quindi si voltò e gli chiese: “E tu non vieni?”
“Mi sono ricordato di una cosa che devo preparare da portare domani in negozio” rispose Gold e, dopo essersi avvicinato a loro, consegnò la gabbia a Belle. Quindi baciò la donna. Carezzò la testa della figlia e disse: “Andate pure a letto. Vi raggiungo dopo. Farò presto” Belle e Rose sembrarono credere alle sue parole e salirono al piano superiore.
Accertatosi che Belle e Rose fossero entrate nelle rispettive camere, Gold ritornò in cucina. Si abbassò davanti al frigorifero, dal quale cadeva a terra del liquido viola. Prese in mano una boccetta rovesciata e sorrise. Ciò che agli occhi della sua bambina pareva essere un incubo per i troppi dolci mangiati, in realtà era stata realtà. Quella pozione, che aveva il potere di mostrare il lato più oscuro di ogni essere vivente, era stata messa inavvertitamente da lui in frigorifero. Dopo averla portata a casa dal negozio, si era diretto in cucina per mangiare i biscotti appena preparati da Belle, depositando la preziosa fiala sul bancone. Intento a gustarsi i prelibati dolci ancora caldi, non si accorse dell’entrata in cucina di lei. Evitando che Belle scoprisse della pozione – lei era sempre stata chiara che le pozioni dovevano rimanere in negozio per evitare spiacevoli inconvenienti e incidenti a casa – la nascose nel primo posto che gli capitò a occhio: il frigorifero. Ed era rimasta nascosta lì, finché l’ingordigia di Excalibur non l’aveva riportata alla luce.
Prese la fiala, chiudendola. Fortunatamente era rimasta ancora un po’ di pozione al suo interno. Poi, con un cenno della mano, fece scomparire quella che era caduta sul pavimento. Si rialzò e, dopo aver chiuso il frigorifero, uscì dalla cucina. Appena arrivò in salotto, si fermò davanti ai dolci sul tappeto. Erano lì, come se dicessero “Mangiami”. Lui non era mai stato un tipo molto goloso. Ma la tentazione era tanta e poi un dolcetto non gli avrebbe di certo fatto male. Si inginocchiò, incominciando a mangiare un dolcetto dietro l’altro. Ma si fermò non appena vide un’ombra sopra di lui. Alzò lo sguardo per incrociare quello di Belle.
“Non eri a letto?” domandò lui.
“E tu non avevi detto che avresti fatto presto? Il tuo “presto” consiste nel mangiare i dolci che domani mattina avresti fatto buttare da nostra figlia?” chiese Belle.
“Ne avrei mangiati solo qualcuno” disse Gold.
“Tremotino, sei un Signore Oscuro dalla bugia facile. Peggio di Rose. Entrambi, poi, fate quello sguardo da cane bastonato per cercare di uscire dai vostri problemi. Dai punizioni a nostra figlia ma, a quanto pare, ne dovrei dare una anche a te” disse Belle. Gold si rialzò e, tenendole davanti un dolcetto con la mano, propose: “Perché non ne assaggi uno anche tu?”
“Stai cercando di addolcirmi?” domandò Belle. Gold non rispose per poi avvicinarle il dolcetto e metterglielo in bocca. Belle lo assaporò.
“Allora, ti piace?” chiese Gold. Belle gli mise le braccia intorno al collo, rispondendogli: “Sì. Ma sei più dolce te. E sai, anche se ho smesso i panni da streghetta, ho ancora bisogno di fusa dal mio gattino” e gli sorrise maliziosamente. Anche Gold sorrise. E, mentre entrambi salivano al piano superiore, fuori una zucca saltellante continuava a camminare per le strade di Storybrooke.




Note dell'autrice: Buona sera  e scusatemi immensamente per questa mia lunghissima assenza. Non sono sparita. E' che sono stata stra impegnata con il lavoro (lavoro in un supermercato e durante le feste...bè...non vi dico). Comunque prometto che continuerò e finirò anche con The Rose of True Love. Promesso Promesso
Questa one shot si svolge durante Halloween (il primo halloween festeggiato a Storybrooke dopo il ritorno della magia) e durante la seconda stagione (durante i primi episodi). Lo so sono fuori tema a pubblicarla ora ma volevo scusarmi ancora per il ritardo.
Sperando di non annoiarvi e che non vi siate annoiati fino a qua, vi ringrazio per la vostra tantissima pazienza
Al prossimo aggiornamento della mia fanfict The Rose of True Love. O a un altra one shot. ancora non so. Comunque prometto di non sparire più così
Buona serata, Vale

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
  
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