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Autore: killian44peeta    11/01/2017    0 recensioni
Lasciai che quei piccoli cubi di vetro mi si muovessero tra le dita.
Era una sensazione strana, ma nulla di nuovo.
Erano lisci, privi di graffietti che potessero anche solo interrompere la perfezione di tale struttura.
Ci giocai ancora, abbastanza a lungo, respirando piano, tanto piano che quasi non si potevano udire.
Il ticchettare dell' orologio accompagnava tale movimento e la continua processione d'aria che entrava e usciva dalle mie narici.
Tutto intorno a me era buio, l' unica luce era un flebile raggio quasi sepolcrale che penetrava dalla fessura della porta.
Accarezzai ancora i dadi, spostando lo sguardo sul tavolo.
Riuscivo a vedere a malapena le carte che vi erano appoggiate, ma non avevo bisogno di guardarle per sapere cosa simboleggiavano.
Entro poco, sarebbe arrivata una donna, ne ero certa.
Mossi ancora i dadi tra le mani, i quali si scontrarono tra di loro con un lieve tintinnio gradevole.
Era qui.
Genere: Dark, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lasciai che quei piccoli cubi di vetro mi si muovessero tra le dita.
Era una sensazione strana, ma nulla di nuovo.
Erano lisci, privi di graffietti che potessero anche solo interrompere la perfezione di tale struttura.
Ci giocai ancora, abbastanza a lungo, respirando piano, tanto piano che quasi non si potevano udire.
Il ticchettare dell' orologio accompagnava tale movimento e la continua processione d'aria che entrava e usciva dalle mie narici.
Tutto intorno a me era buio, l' unica luce era un flebile raggio quasi sepolcrale che penetrava dalla fessura della porta.
Accarezzai ancora i dadi, spostando lo sguardo sul tavolo.
Riuscivo a vedere a malapena le carte che vi erano appoggiate, ma non avevo bisogno di guardarle per sapere cosa simboleggiavano.
Entro poco, sarebbe arrivata una donna, ne ero certa.
Mossi ancora i dadi tra le mani, i quali si scontrarono tra di loro con un lieve tintinnio gradevole.
Era qui.

Una ragazza bussó alla porta, un colpo, due, appena accennati, abbastanza per farmi accennare un sorriso distorto.
Ero poco abituata a sorridere, avevo smesso di farlo da tempo, ma potevo permettermi di farlo ora.
Le carte e i dadi lo avevano annunciato.
-Avanti-
La ragazza che entró era minuta, i capelli neri tenuti in una treccia che le raggiungeva la schiena.
Aveva un viso da bambina, gli occhi grandi, il naso acquilino e le labbra screpolate.
Indossava un giacchettino rosso ed un abito a fiori, seguito da calze bianche che non le raggiungevano nemmeno le ginocchia e gli stivaletti neri.
Doveva avere una quindicina di anni e, da come appariva, si poteva notare che era confusa, che non capiva.
Non capiva come mai era entrata nella piccola e lurida carrozza della indovina.
Era venuta ad un circo insieme ai suoi genitori, ma qualcosa l'aveva portata a staccarsi da loro per entrare lì.
Forse il destino, segnato ormai da tempo?
-Si...signora?- balbettó, incerta
-Venga pure avanti- risposi, inclinando appena il capo -É qui per sapere il proprio futuro... si sieda - indicai la sedia che era davanti a me, divisa dalla mia col tavolo.
La ragazza, un po' tentennante, si avvicinó, mentre io tiravo su le carte precedentemente lasciate sul tavolo, infilandole nel mazzo, mischiandole.
Le carte mi parlavano.
I dadi li avevo tra pollice e indice, non cadevano, non scivolavano.
Non potevano cadere.

La ragazza si sedette sulla sedia, le mani che giocherellavano con i fronzoli dell' abito e che se ne lisciavano le pieghe con cura maniacale.
-Allora... quale... qual'é il mio futuro?- la giovane si lasció scappare un fremito.
Le carte dei tarocchi presero a bisbigliare tra di loro.
Una in particolare parlava più di tutte.
La tirai fuori, facendola seguire da altre due.
Una parlava del passato, una parlava del presente, una del futuro.
Quella del futuro era la più muta delle due.
Quella del presente gridava.
Quella del passato parlava a tratti, come se stesse schizzando colori su una tela con brevi scatti di pennello.
La girai.
-Gli amanti... carta rovesciata... probabilmente vostro padre e vostra madre hanno avuto un rapporto extraconiugale ? O non consono alla famiglia prima che voi nasceste...-
Girai la seconda carta 
-Il diavolo, seconda carta rovesciata-
Alzai la testa di scatto, fissando lo sguardo atterrito della giovane.
-Dovete aver fatto qualcosa di molto brutto, non é così?-
-No... io-
-Oppure, é probabile che siate in pericolo- lo dissi sottovoce, leccandomi il labbro superiore, sentendo una leggera pulsazione in fondo alla gola.
-Ah...- la sua espressione diceva pienamente le sue emozioni.
Paura, no, terrore.
Un probabile crampo che le attraversava le viscere e lo stomaco, il respiro trattenuto, il sudore che le bagnava la fronte.
Aveva perfino un leggero tick all' occhio.
-La terza carta... la morte-
Un pezzo di pelle mi si staccó lentamente dalla faccia, cadendo sui dadi.

Il rumore di un treno che si allontanava in lontananza, il fumo che attraversava l' aria, macchiando l' ossigeno.
I passanti attraversavano la strada a passo svelto, le borse sotto braccio, i volti piegati in smorfie contratte.
Un leggero sparlottare sembrava spegnere ogni pausa e ogni silenzio lasciato dal vento.
-Signorina Claire- chiamó una voce
-Signorina Claire!- ripeté
Lo sguardo della ragazza schizzó in aria, terrorizzato, individuando la servitù.
-S...sí ?-
-Si sente bene?-
-Certo...sto bene-
-Ecco, non dovevate allontanarvi senza cappotto, avreste potuto prendervi un malanno-
-Staró più attenta in futuro- borbottó lei, sottovoce.
Era decisamente ancora scioccata da quello che era accaduto.
La vecchia indovina si era trasformata man mano in polvere sotto i suoi occhi, lasciandone solo i dadi.
Ma non era quello il problema.
Il problema erano le voci nella sua testa che si erano scaturite nella sua testa appena aveva afferrato quei cubi.
Il problema era che aveva provato a mollarli, i dadi, ma non si erano staccati dalla sua pelle.
Il problema era che non era riuscita a muovere le gambe fino a che non aveva afferrato le carte.
E ora parlavano, parlavano nella sua testa senza lasciarle un attimo di tregua.
Volevano che uccidesse qualcuno.
Quel qualcuno era la donna davanti a lei.

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Non fatevi domande xD
OS uscita molto a caso
:3
Scritta di getto, forse schifosa

  
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