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Autore: Elphie94    11/01/2017    3 recensioni
[Post-Mockingjay.]
Non sa bene come cominci.
[...] Haymitch non smetterà mai del tutto di bere, Katniss avrà sempre le sue cicatrici e i suoi incubi, ed è ovvio, è – le persone non sono medicine. Ma hanno l'altro, e questo basta.
Per una volta, basta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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and we could be enough.

 

Non sa bene come cominci.
La cenere del distretto 12 sembra ancora ammorbare l'aria, e lui sa che non sarà mai più la stessa. Non dopo i giochi, non dopo Snow, non dopo le bombe.
E neanche lei.
È un ammasso di ustioni e rottame, ma soprattutto dentro, dove non si vede. Haymitch sa che Peeta tornerà completamente mutato dal suo trattamento nella vecchia capitale – se mai tornerà. La ragazza di fuoco non è più fiamme e furia, ormai, ma solo il miraggio di una bambina lontana, di una carezza che non riceverà, di una voce che non udirà mai più.
I suoi timpani sanguinano alle urla e ai pianti di lei – sono vicini di casa, la sente, Dio, è impossibile non sentirla – e può immaginarla chiusa nella stanza di Prim, dove un tempo il letto era occupato. Ora è intoccato, inagibile, una reliquia.
Haymitch depone a terra l'ennesima bottiglia di gin scadente e le sue dita sfiorano la cornetta del telefono. Basterebbe una sola chiamata, ma sa che non ne ha il coraggio. Che lei non risponderebbe. Immagina i suoi occhi grigi, così simili ai propri, gonfi di lacrime e gli cadono le parole dalle labbra come denti rotti. È una sensazione asfissiante. Cosa dovrebbe dire? Sono qui, dolcezza, non sei sola – ma no. In quel gioco di sopravvivenza si è sempre soli. 

È lei a fare il primo passo. Gli entra in casa verso mezzogiorno, i capelli aggrovigliati e la pelle livida come un morto. Si attacca alla prima bottiglia che trova e si siede sul divano dinanzi a lui che, inebetito, ammicca e la guarda come se fosse una visione rara.
«Dire che mi dispiace è inutile, lo sai, dolcezza.»
Katniss deglutisce a fatica e manda giù una sorsata di alcol. «Non dire niente.» Lui sa che parte del suo corpo è deturpata dalle ustioni, ma anche che quello è il male minore. Sa che non esce di casa da settimane, e che è la vecchia Sae la Zozza a costringerla a vestirsi, lavarsi, mangiare. Se non fosse per lei, sarebbe già morta.
Haymitch la guarda scolarsi la bottiglia e addormentarsi sul divano in silenzio, sorbendo il suo gin. Alla fine, crolla anche lui.

Quasi cade dalla poltrona quando la ode singhiozzare e urlare nel sonno: sono parole prive di un senso compiuto, un pianto disperato che le lacera il fegato e le corde del cuore. Prim, Prim, Prim.
Lì per lì non sa cosa fare; poi si dà una mossa e l'afferra per le spalle, impedendole di prendere il cuscino a morsi. Lei si aggrappa a lui come fosse un'ancora, soffoca il viso e le lacrime nel suo petto mentre lui le liscia i capelli untuosi.
«Sei al sicuro, adesso. Va tutto bene. Sfogati, dolcezza. È l'unica cosa.»
Katniss segue il suo consiglio, finendo poi per pulirsi il naso gocciolante con una manica della camicia. Si allontana da lui, presa in contropiede dalle sue azioni avventate, e rimane a guardarsi le dita intrecciate sulle ginocchia per un po', forse vergognosa.
«Scusa.» dice infine, mordendosi un labbro.
Haymitch scuote il capo, anelando più che mai a un altro sorso di gin. «Figurati.»
«Stavo…»
«Non devi dirmi cosa stavi sognando, i perché e il percome. Lo so già.»
Katniss sbuffa lievemente. «Avevo ragione a dire a…» deglutisce a quel nome, «… a Finnick che ero un libro aperto.»
Per me sì, dolcezza. Ma questo non lo dice.

Dopo che Katniss ha vomitato anche l'anima insieme all'alcol a cui non è abituata, Haymitch le presta il bagno e una tuta di riserva, di una taglia palesemente troppo grande per lei, ma non importa. Si siedono insieme sul divano e fanno finta di guardare la televisione. Haymitch sa che lei ha vissuto fuori dal mondo per un po': la realtà era un posto troppo doloroso perché lei potesse muovervisi con le proprie gambe, così si è rifugiata nei ricordi, dolorosi o piacevoli che siano. Alla fine si addormenta di nuovo, con la testa china sulla sua spalla. Haymitch non osa muoversi per timore di svegliarla.

«Che diavolo stai facendo?»
Katniss si sfila la felpa, restando con indosso solo la biancheria – non che con lui abbia mai avuto molto pudore – e gli fa segno di seguirla. Lui cede, anche solo perché è la prima volta che prende l'iniziativa per qualcosa – qualsiasi cosa sia – da mesi.
«Così prenderai freddo.»
«Non fare il genitore preoccupato, adesso. Non sei credibile.»
Si dirige verso lo specchio del bagno, dove osserva se stessa – il suo corpo cicatrizzato, eroso come una montagna dalle intemperie – quasi con curiosità e, infine, nostalgia. Per l'innocenza che ha perduto per sempre.
«Sono un mostro, vero?»
Haymitch sa che non si riferisce al suo aspetto esteriore.
«Sei umana, dolcezza. E una sopravvissuta.»
Lei annuisce, rinfilandosi la felpa con movimenti lenti, anchilosati. Non chiede se può dormire lì con lui. Prende possesso del divano e lui si accomoda al suo capezzale, una coperta a riscaldare entrambi. La mattina dopo è già sparita, e Haymitch si accorge che sono ore che non beve.

È sempre lei a sgattaiolare in casa sua, silente come un felino, per prima. Lui la consola durante gli incubi e anche lei – anche lei gli dà man forte quando si sveglia con il cuore a mille e l'arena nella mente. Nota che evita di scolarsi più di un paio di shot al giorno – ed è una fortuna. Non vuole che diventi qualcosa che non è. Non vuole che diventi come lui.
Ma forse già lo è. Sono sempre stati troppo simili, due fuochi pronti a divampare. Ed è solo questione di tempo prima che esplodano.

Haymitch le permette di raggomitolarsi sul suo letto, accanto a lui, di notte, quando i loro demoni sono più ardui da combattere. Piange e digrigna i denti e urla nel sonno, ma si sente meglio, dopo. E lui continua a non esagerare con l'alcol, non come una volta, perché sa che altrimenti non riuscirebbe a prendersi cura di lei. Ricorda la ragazza determinata che era un tempo e ora si ritrova a trattare con i suoi resti: il fuoco è diventato cenere, ma non per questo non brucia. Gli ricorda tutte le donne della sua vita, tenaci e forti in modo diverso l'una dall'altra, e ridotte in bragia troppo presto.
«Posso restare qui?» gli chiede lei una notte. È accoccolata come un gatto sotto le lenzuola, e lui, disteso supino al suo fianco, cerca di dimenticare il calore che emana dal suo corpo e fa diventare quel maledetto letto troppo stretto. Sei un ubriacone e un bastardo, ma non credevo fossi anche un maniaco – quasi può sentire la voce pungente di Katniss nelle orecchie.
«Quanto vuoi, dolcezza.»
La ragazza che era di fuoco lo prende in parola, e non se ne va. Per una volta, lui non ha di che lamentarsi. 

Haymitch nota che ha ripreso a sorridere, di tanto in tanto, quando lui racimola da chissà dove un commento mordace e Katniss risponde a tono – come una volta, questo era il loro modo per conoscersi meglio. Per sapere che si conoscevano meglio di chiunque altro. Trascorrono le giornate in un silenzio pacifico, o a battibeccare senza reale veleno, o a guardare la televisione e seguire gli sviluppi della nuova nazione di cui loro hanno contribuito a porre le fondamenta – lei con la testa sulla sua spalla, il respiro controllato. E Haymitch non si è mai più sentito così in pace da… beh, da venticinque anni, crede. Sa anche che è sbagliato, che non dovrebbe cadere nella trappola e imparare ad amare quel sorriso e quelle fossette sulle guance e i suoi capelli intrecciati, ma non può farci nulla. Si maledice internamente mentre la guarda dormire sul suo petto. Dannazione, Haymitch Abernathy. Una sbornia sarebbe stata meglio.

«Finiscono mai? Gli incubi, intendo.»
«No, dolcezza. Non davvero.»

Dopo mesi, lentamente, Katniss ritorna ad indossare la giacca che apparteneva a suo padre e lo esorta ad accompagnarla nei suoi giri nel bosco, dove gli insegna a cacciare – Haymitch è bravissimo con i coltelli, ma scopre che l'arco non è la sua arma – e la selvaggina è sempre pronta in tavola, da quel momento. Forse lo immagina, ma le gote di lei arrossiscono quando lo stringe a sé per insegnargli il modo migliore di tirare una freccia.
Haymitch si lamenta del freddo e degli insetti e della mancanza d'alcol, ma lei si limita a sorridergli e sa che la seguirà – diamine, la seguirebbe anche ai confini del mondo, e persino lì riconoscerebbe l'odore della sua pelle, la grana della sua voce, ovunque.
È oggettivamente spacciato.

È lei a baciarlo per primo. Siedono sui gradini di casa Abernathy – non lontani da quella di Katniss, quindi – quando lui fa un commento inappropriato e casuale sulla mancanza di rum e lei ride e gli scosta i capelli neri dalla fronte. Si guardano per un momento, la tensione come un sole pulsante tra di loro – ma non è spiacevole. Lei strofina il naso contro il suo.
«Ciao.»
«Ciao, dolcezza.»
E lo bacia.

Haymitch non sa quanto durerà. Non ha mai creduto ai per sempre – non dopo i Giochi, non dopo Snow, dopo tutto. E sa che per Katniss è lo stesso. Ma quando la guarda stringersi a lui, nuda sotto le lenzuola, e sorridere leggermente nel sonno, pensa che forse qualcosa possono costruirlo, se lavorano duro. Insieme.
Haymitch non smetterà mai del tutto di bere, Katniss avrà sempre le sue cicatrici e i suoi incubi, ed è ovvio, è – le persone non sono medicine. Ma hanno l'altro, e questo basta.
Per una volta, basta.

 

Note dell'Autrice.
Che dire… Dopo aver rivisto La ragazza di fuoco in televisione con mio padre, mi è venuta in mente questa piccola fic. È sciocca e breve, forse, ma viene dal cuore. Amo questi personaggi, e spero di aver reso loro giustizia. Ora più che mai, nel mondo, c'è bisogno di una ragazza in fiamme.
È una sorta diWhat if…? (non so infatti se inserirlo negli avvertimenti; any suggestion?): cosa accadrebbe a Katniss Everdeen – post Mockingjay, beninteso – se Peeta non tornasse ad essere (quasi) quello di una volta dopo le torture subite, povero caro, e restasse nella vecchia capitale. Questa è la mia risposta… e quella di Haymitch, anche.
Ah, vorrei specificare che durante gli eventi di questa fic Katniss è più che maggiorenne. Just saying. :)
Grazie per aver letto e, vi prego, non commentate solo per dire che non gradite la ship o cose del genere. In fondo sono gusti, no? Thanks again. :*

   
 
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