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Autore: 9dolina0    11/01/2017    3 recensioni
Bulma, attraverso uno stratagemma, riesce a convincere Vegeta ad andare in vacanza con lei in montagna. Il principe, però, non ha mai indossato in vita sua un paio di sci.
Storia ambientata nel post Majin Bu.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Autore: 9dolina0
Fandom: Dragon Ball
Titolo: Il principe e la neve
Pacchetto: Neve
Obbligo:
Luogo: Montagna
Oggetto: Sci
Situazione: Personaggio A convince personaggio B a partire per una settimana i montagna. Personaggio B non sa sciare,ma personaggio A non lo sa. Citazione: Sulle cime più alte ci si rende conto che la neve, il cielo e l’oro hanno lo stesso valore.
Tipo di Coppia:
het
Genere: Romantico
Rating: arancione/rosso
Avvertimenti: Lime


Questa storia partecipa al contest Inverno, neve e vacanze di Jadis_




Citazione: Sulle cime più alte ci si rende conto che la neve, il cielo e l’oro hanno lo stesso valore.

Cit. Boris Vian


Il principe e la neve



Odioso; tutto ciò era semplicemente odioso.

E anche ripugnante.

Sì, forse ripugnante era proprio il termine adatto per descrivere quell’assurda situazione.

Erano solamente due giorni che Vegeta era in vacanza e già sentiva riesplodere in sé il vecchio e un tempo sopito istinto omicida.

Tutta colpa di quell’inutile usanza umana di trascorrere qualche giorno in santa pace lontano da casa. Già, peccato che il principe dei saiyan avesse un concetto completamente diverso di tranquillità rispetto agli umani; anzi, a dirla tutta, nel suo vocabolario da guerriero quel termine nemmeno figurava. Vegeta odiava i climi di festa, così come tutte le stupide conseguenze annesse, e sembrava proprio che in quel dannato albergo a cinque stelle ce la stessero mettendo tutta per farlo sentire ancora più a disagio.

Perché diamine Bulma non aveva affittato una villa tutta per loro? O magari anche uno chalet, visto che tra quelle stupidissime montagne non sembravano esserci abitazioni molto più accoglienti. D’accordo, sua moglie si era premurata di noleggiare una splendida suite privata, ma fuori da quel comodo e isolato appartamento c’era un intero edificio che pullulava di gente starnazzante.

Tra cui anche Kakaroth.

Al diavolo le usanze terrestri! Perché non si alzava in volo e non se ne tornava alla Capsule Corporation a riprendere i suoi allenamenti?

Perché, accidenti… Perché?


***


Quella giornata era stata particolarmente intensa.

Il nuovo macchinario messo a punto dal dottor Brief, in grado di creare diversi microclimi all’interno della stanza gravitazionale, lo aveva messo quasi al tappeto. Il principe dei saiyan si sentiva parecchio stanco e solo in parte una bella doccia rigenerante lo aveva fatto riprendere. L’unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era andarsene in camera sua e farsi una dormita decente.

Avrebbe voluto, certo; ma Vegeta sapeva benissimo che a quell’ora Bulma era ancora in piedi, e sicuramente l’avrebbe trovata a letto a leggere qualche stupido saggio tecnologico o a riparare qualche strano marchingegno. La sua donna non era come tutte le altre – non l’avrebbe mai scelta, altrimenti – però alle volte risultava un po’ troppo pesante, soprattutto da quando si era messa in testa di “allargare la famiglia”.

Al diavolo lei e il famigerato istinto di maternità delle femmine! Aveva già Trunks… Possibile che non le bastasse?

Mentre attraversava il lungo corridoio che lo avrebbe riportato nella sua camera da letto, Vegeta pensava a come avrebbe affrontato Bulma, il suo ormai quasi usuale pessimo umore e la faccenda del pargoletto.

Trasse un lungo sospiro, afferrò la maniglia della porta e la aprì, trovando la sua bella moglie completamente nuda sul letto.


«Era ora che arrivassi! Credevo che la gravity room ti avesse inghiottito.»


«Sciocchezze, donna, mi sono solo trattenuto più del previsto.»


Bulma schioccò la lingua sul palato con fare ammiccante.


«Come mai? Avevi forse paura che ti costringessi a fare l’amore con me?»


Vegeta nascose l’irritazione dietro a un sorriso un po’ troppo forzato.

Si avvicinò al letto e si mise a cavalcioni della sua donna.


«Tu non puoi costringermi a fare un bel niente. Sono io che decido.»


Bulma si lasciò sfuggire una risata, spogliò il saiyan sopra di lei e prese a massaggiare con vigore il suo membro già turgido.


«Lo so, mio bel principe, lo so benissimo. In realtà, ci ho ripensato, sai?Sì, insomma… Hai ragione tu. Cosa dovrei farmene di un altro bambino? Ormai Trunks è abbastanza grande e tu e io potremmo iniziare a goderci un po’ di più la vita.»


La donna allontanò le mani dall’erezione del marito e avvicinò la bocca, dando all’uomo ancora più piacere.


«Al diavolo tu e la tua fottuta dialettica, donna. Pensi di abbindolarmi con un bocchino? Che diamine stai tramando, eh?»


«Be’,» sussurrò Bulma ammiccando, «“Tramando” è un parolone. Pensavo semplicemente che ci farebbe bene, di tanto in tanto uscire da questa casa e dedicarci di più a noi stessi. Non dico chissà che, ma una settimanella da qualch...»


«Ah,» la interruppe Vegeta irritato, Hai appena finito con la storia del marmocchio e ricominci con l’idea della vacanza?»


«Non ho parlato di “vacanza”.»


«Ah, no?»


«Per la verità, pensavo a qualcosa di più dinamico. Tipo… Tipo una settimana bianca. In fondo, siamo in pieno inverno, i monti sono tutti innevati, sarebbe divertente passare qualche giorno a sciare!»

Il principe prese a ridere di gusto e si lasciò cadere sul letto a fianco alla moglie.


«Questa è bella! E cosa ci sarebbe di “dinamico” in un paio di sciate?»


«Be’, innanzitutto, lo sci è uno sport molto faticoso, oltre che alla moda, e poi… E poi stavo giusto in queste settimane mettendo a punto un potentissimo macchinario in grado di riprodurre le Onde Bluetz. Solo che sono veramente troppo stressata, e ho pensato che magari con qualche giorno di relax e attività fisica avrei anche potuto portare a termine le mie ricerche.»


«Le Onde…? Ah,» fece irritato Vegeta, «Tu ne sai sempre una più del diavolo.»


Bulma si avvicinò al suo uomo e prese ad accarezzargli di nuovo il membro.


«Quindi è deciso?»


«Veramente, decidi sempre tu.»


***


«Allora? Domani verrai finalmente a sciare con noi?»


Vegeta aprì gli occhi di soprassalto.

Il tepore dell’elegante camino in pietra situato in un angolo della suite gli aveva messo addosso una strana calma. Bulma aveva avuto senz’altro ragione nel dire che la vacanza sarebbe stata anche rilassante, ma di certo tutta quella poca attività fisica non si confaceva molto alle abitudini di un guerriero come lui. E poi, in tutto ciò, c’era la fissazione di quella donna sul fatto che anche lui dovesse sciare.

Perché?

Non poteva continuare ad andarci con quell’inetto di Kakaroth e con i suoi amici?

I saiyan, almeno quelli con un po’ di sale in zucca, non perdevano tempo in simili baggianate.

E poi, quel “noi” non gli piaceva proprio.

A Vegeta non era andato giù il fatto che sua moglie avesse esteso l’invito anche a Goku, a Chichi e a tutti i guerrieri della cerchia di Muten. Insomma, questo non gliel’aveva affatto detto quella sera in cui gli promise che, al termine della vacanza, avrebbe ripreso i suoi studi sulle Onde Bluetz. Quella donna era riuscito a ingannarlo di nuovo, e la cosa ridicola era che, come sempre, lui c’era cascato.


«Scordatelo.»


Bulma sbuffò.


«E perché mai? Me lo avevi promesso!»


Vegeta si sollevò con la schiena e prese a sbraitare.


«Non dire sciocchezze! Io ti avevo semplicemente detto che sarei venuto con te in montagna! Ebbene, eccomi qua. Il fatto di andare a sciare non è mai stato menzionato dalla mia bcca.»


«Ma dai, Vegeta! Mica vorrai rimanere in questa stanza a poltrire tutta la settimana? Non ti fa bene, sai? Proprio tu che sei sempre fissato con gli allenam...»


«Ah, chiudi quella bocca!»


Il principe portò le mani alla orecchie, scese dal letto e fece per dirigersi verso il bagno.


«Non riuscirai a convincermi a indossare quegli stupidi attrezzi.»


«Ah, no?»


«No!»


***


«Dai, Vegeta, non essere così nervoso. C’è una prima volta per tutto!»


«Taci, Kakaroth, mi hai capito?»


Il principe dei saiyan non aveva mai messo in vita sua un paio di sci.

Certo, non che credesse che l’impresa fosse tanto difficile, ma il fatto che il suo acerrimo nemico si permettesse di prenderlo in giro gli dava noia.

Insomma, tutto sommato era riuscito a infilare quei dannati attrezzi con una certa dimistichezza, pur essendo di una scomodità irritante e non capiva come mai tutti, compresa sua moglie, dessero per scontato il fatto che non fosse in grado di usarli.

Con chi accidenti credevano di avere a che fare?

Vegeta aveva viaggiato ai confini dell’universo, aveva conquistato pianeti, aveva affrontato nemici in grado di distruggere la Terra con un solo colpo. Eppure, i sorrisetti a stento trattenuti da quei babbei dicevano inequivocabilmente che tutti si aspettavano un bel tonfo al primo tentativo.

Li avrebbe smentiti, ovviamente; certo che lo avrebbe fatto!

E poi avrebbe dato loro una bella lezione.

Nessuno poteva permettersi di deriderlo, nemmeno Bulma o il marmocchio che quella donna aveva partorito.


«Be’, allora, io comincio ad andare, Vegeta. Ci vediamo a valle!»


Kakaroth sapeva sciare.

Quel maledetto saiyan di terza classe viveva da decenni tra i monti Paoz e, in un modo o nell’altro, pur essendo un perfetto babbeo, aveva imparato col tempo a maneggiare gli sci. Certo, Vegeta immaginava che l’impresa per lui non dovesse essere stata affatto facile, ma quella magra consolazione non riusciva affatto a spegnere il bollore che sentiva nelle vene pensando che quell’essere lo avesse superato anche in quel campo.

Eppure, per uno come Vegeta non doveva essere così difficile andare su quei cosi. Ci riuscivano tutti, accidenti.

In men che non si dica, mentre il valoroso principe era ancora fermo e immobile a contemplare la vallata sotto ai suoi piedi, tutti gli amici di Goku erano filati via come razzi. Non che proprio tutti riuscissero a mantenere un equilibrio perfetto, ma nessuno di loro era caduto e sembrava anzi che, piano piano, stessero prendendo sempre di più confidenza con gli sci.


«Dai, Vegeta, ci riesce persino Muten che ha passato tutta la vita su un’isola deserta in mezzo all’oceano!»


«Va’ al diavolo, donna! Perché non scendi pure tu con tutti gli altri?»


«Ovvio, perché non mi va di lasciarti da solo.»


Il principe sbuffò, si sollevò a mezz’aria e si voltò in direzione opposta alla vallata.


«Io me ne toro in albergo. Questa storia degli sci è una perdita di tempo.»


«Ah, sì? E una volta arrivato in camera, cosa credi di fare? Suvvia, prova a divertirti un pochino! Non è così difficile, sai? Anzi, ho un’idea: perché invece che seguire gli altri non scendiamo dall’altra parte? Guarda, lì c’è un’altra vallata.»


Bulma non lasciò a Vegeta il tempo di replicare e si mosse verso la sua meta.

In realtà, una volta affacciatasi, la bella scienziata notò che quella vallata somigliava più a un precipizio. Andare fuori pista, probabilmente, non era affatto una buona idea, ma la donna sapeva benissimo che Vegeta non avrebbe mai voluto che Goku e i suoi amici lo vedessero ruzzolare tra la neve. E poi… be’, suo marito era pur sempre un saiyan. Quanto ci avrebbe messo a imparare a sciare? Un paio di cadute al massimo e avrebbe superato anche il livello dei numerosi professionisti in pista.


«Io vado. Cerca di non farti attendere troppo!»


«Ehi, aspetta un attimo!»


Niente da fare.

Vegeta sbuffò e prese a imprecare. Quella donna voleva farlo diventare matto! Ora che ci pensava, sarebbe stato decisamente meglio farle avere quello stupido bambino piuttosto che farsi coinvolgere in una simile baggianata.

Al diavolo anche le Onde Bluetz!

Poteva farne a meno, in fondo.

Erano anni, ormai, che non le usava e tutto sommato era migliorato tantissimo lo stesso. Un super saiyan non ne aveva di certo bisogno. A che cosa gli sarebbe servito, ormai, trasformarsi in scimmione?

Aveva deciso: sarebbe tornato alla Capsule Corporation in quello stesso istante.


«Ehi, Bulma, io me ne vado!» urlò a squarciagola il guerriero verso la direzione presa dalla donna. «Mi hai capito? Ne ho abbastanza di questa stupida vacanza. Preferisco di gran lunga allenarmi.»


Vegeta attese qualche secondo, ma non ricevette risposta.


«Insomma, Bulma, stai giocando a fare l’offesa? Tanto non riuscirai a convincermi. Non stavolta! E al diavolo le onde Bluetz!»


Di nuovo, dalla profonda gola verso la quale era scesa Bulma si udì solamente il silenzio.


Il principe dei saiyan avvertì dentro di sé una strana inquietudine.

Era chiaro: quella donna voleva soltanto prenderlo in giro e lui ci stava cascando come un babbeo. Bella strategia! Credeva davvero che sarebbe bastato questo per convincerlo a scendere?

Certo che no, ovviamente!

Certo che no.

Certo che…


«Basta scherzare, donna! Mi hai sentito oppure no?»


All’ennesimo sbuffo di vento come unica replica, il principe si decise ad avvicinarsi alla vallata. Ghignò di rabbia quando ai suoi occhi si aprì la vastità e la pericolosità di quel posto. Possibile che Bulma si fosse fatta male? Per quel che ne sapeva lui, la sua donna sapeva sciare benissimo; eppure, chissà perché, il dubbio che le fosse successo qualcosa si stava sempre di più insinuando dentro di lui.


«Accidenti!» urlò a sé stesso. «E va bene, dannata scienziata, sei riuscita a farmi scendere!»


Mentre schizzava verso le profondità della valle, Vegeta sentiva il cuore tamburellare con vigore. Non era certo paura degli sci, la sua; piuttosto, il fatto di non riuscire ancora a scorgere sua moglie gli metteva una certa angoscia. Che diamine era venuto in mente a quella pazza?

Non poteva scendere con tutti gli altri invece che avventurarsi fuori pista?

Ormai era quasi giunto a destinazione e pian piano stava rallentando.

Quel posto era pieno di alberi e rocce sporgenti e un umano che ci fosse finito addosso a tutta velocità non sarebbe sicuramente sopravvissuto.


«Bulma, insomma, dove accidenti ti sei cacciata! Ehi, Bul...»


«Che cos’hai da urlare tanto, eh? Calmati, sono una sciatrice quasi professionista, io!»


Il cuore di Vegeta perse un battito, poi riprese a vibrare più forte di prima. Era salva, quella sciocca aveva solamente giocato.


«Si può sapere perché diavolo non mi hai risposto? Ti ho chiamata almeno tre volte!»


«Non ti sentivo, Vegeta. Qui siamo molto lontani dalla vetta. Voltati!»


Il principe girò la testa e guardò verso l’alto. Eh, già: la cima della montagna era parecchi metri più sopra. Pazzesco. Che diavolo ci trovavano i terrestri in un’attività tanto stupida? Per quanto ormai egli vivesse su quel pianeta da diversi anni, ancora faticava a capire la mentalità e i gusti di quella razza tanto fastidiosa.


«Complimenti, Vegeta. Hai sciato divinamente bene! Non capisco perché ti facessi tutti quei problemi a scendere giù.»


Il principe ebbe un sussulto.

Già, in effetti, senza nemmeno rendersene conto, aveva sfidato la neve e si era ritrovato ai piedi della montagna. Non che dubitasse di non farcela, per carità, però, be’… un minimo di incertezza l’aveva avuta.


«Scherzi, Bulma? Non era certo per paura che non volevo scendere! Semplicemente questo sport è ridicolo e non si addice affatto a uno del mio rango.»


«Certo, Vegeta,» disse la donna sghignazzando, «Guarda laggiù! Da lì c’è un panorama mozzafiato.»


«E allora?»


Bulma si avvicinò verso lo sperone che si affacciava su un altro ampio precipizio e prese a guardare giù. Vegeta sbuffò un istante, poi la seguì.


«Che ti prende adesso? Hai deciso di buttarti anche da qui?»


«No, tranquillo. Stavo solo ammirando il panorama.»


«Ah, certo.»


«Sai, mi ha fatto davvero piacere che tu sia venuto in vacanza con me e Trunks. Era da tanto che desideravo fare qualcosa di “normale”. Capisci?»


«Normale, tu? Ma dai! Non è da te dire simili idiozie.»


Bulma sorrise e strinse suo marito in un abbraccio.


«Ti amo.»


«Smettila.»


«Dai, non arrossire! Siamo soli!»


«Io non… Ah, va’ al diavolo!»


Vegeta non ricambiò l’abbraccio: era troppo orgoglioso per farlo. Però, senza che lei lo vedesse, le sue labbra si incurvarono in un leggero sorriso.

Tutto sommato, l’idea di allargare la famiglia non era poi così assurda.



FINE


Angolo dell’autrice


Questa storia è idealmente ambientata nel periodo post Majin Bu, quando si presume che Bulma inizi a pensare a un’eventuale seconda gravidanza. È un racconto piuttosto leggero, con una trama poco impegnativa, pensato semplicemente per riscaldare un pochino queste fredde serate d’inverno.

Piccola precisazione: anche se il linguaggio è generalmente controllato, ho messo in bocca al principe qualche parola un po’ più colorita – credo, comunque, di non essere sfociata nell’OOC.

Anche per questo, e per la presenza di una breve scena erotica, ho deciso di mettere il rating arancione, piuttosto che quello giallo.

Spero che la storia vi sia piaciuta.

Un bacio,


9dolina0


   
 
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