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Autore: killian44peeta    12/01/2017    0 recensioni
Un leggero gocciolare pigro, irrequieto e tintinnante percorreva la grotta, aggiungendo un tocco umido e irritante a quel posto così isolato, spezzando un silenzio che, senza di esso si sarebbe potuto definire eterno.
Nulla era visibile se non le punte delle stalattiti, il cui resti dei loro corpi era nascosto da fumo e buio.
L'essere la fissò a lungo, tacendo, avvolta in un lungo mantello marroncino e logoro, scucito ai bordi, che non lasciava intravedere altro che la stoffa bianca di una toga, il cappuccio che calava sulla sua testa rendeva impossibile a chiunque che tentasse di guardarla in faccia di poter assistere anche solo ad un lineamento della creatura.
Se ne stava rannicchiata in un lato, le gambe riunite e allacciate dalle braccia dell'individuo.
Dai movimenti respiratori poco frequenti e decisamente affaticati, pareva che essa faticasse a respirare, quasi l'ossigeno le mancasse.
Genere: Dark, Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un leggero gocciolare pigro, irrequieto e tintinnante percorreva la grotta, aggiungendo un tocco umido e irritante a quel posto così isolato, spezzando un silenzio che, senza di esso si sarebbe potuto definire eterno.

Nulla era visibile se non le punte delle stalattiti, il cui resti dei loro corpi era nascosto da fumo e buio.

L'essere la fissò a lungo, tacendo, avvolta in un lungo mantello marroncino e logoro, scucito ai bordi, che non lasciava intravedere altro che la stoffa bianca di una toga, il cappuccio che calava sulla sua testa rendeva impossibile a chiunque che tentasse di guardarla in faccia di poter assistere anche solo ad un lineamento della creatura.

Se ne stava rannicchiata in un lato, le gambe riunite e allacciate dalle braccia dell'individuo.

Dai movimenti respiratori poco frequenti e decisamente affaticati, pareva che essa faticasse a respirare, quasi l'ossigeno le mancasse.

Continuò a fissare innanzi a se la compatta parete dall'aria minacciosa che aveva davanti.

Essa si curvava, formando una piatta superficie, che interrompeva la propria perfetta curvatura per via di piccole crepe che s'allargavano appena appena in alcuni punti, facendo spazio ad altra roccia appena più sopra.

Voltó la testa di scatto nell'udire all'improvviso dei passi che sembrarono chiazzare il silenzio con macchie indelebili che però andavano via via disperdendosi nell' insieme.

Nonostante ciò, non si mosse più di tanto se non per nascondere le gambe, sapeva quasi perfettamente chi poteva essere, se non fosse stato lui... beh, si sarebbe rizzata silenziosamente in piedi, trattenendo il fiato, nascondendosi nell'oscurità.

Era lui, si disse con eccitazione, velocizzando ancora di più il respiro, ne era quasi sicura, lui con la sua magia l'avrebbe aiutata a tornare com'era.

Giacque immobile, vedendo comparire una figura scura e imponente.

Era un giovane, probabilmente sui diciassette- diciotto anni, dai capelli castano rossiccio e gli occhi grigi.

Portava una corta mantella grigia ricamata, con qualche pietra incastonata e sotto di essa si vedeva un armatura cavalleresca appena comprata.

-Medusa... Medusa, sei qui?- fece una voce maschile, con tratti ancora giovanili, con un accenno di fremiti di freddo e timore, il giusto da infastidire la Gorgone, ancora acquattata nel piccolo spazio che occupava.

-Sono qui Foveros- sussurró ella, alzandosi in piedi, facendo sussultare Foveros, non pronto a trovarla dietro di sé.

-Lo hai portato?- chiese la Gorgone, mentre un lieve sibilare attraversó l'aria, facendo rabbrividire il ragazzo che tacque a lungo prima di dare risposta con un balbettato "sí", chinando appena il capo per cercare nella propria sacca, iniziando a cercare ció che gli serviva.

-Non adesso... seguimi- ordinó con voce sibilante la Gorgone incappucciata, bloccandolo con una mano, per poi fare un cenno con la testa al giovane e infine avviarsi.

Egli annuí e inizió a camminarle dietro.

Il rumore di passi rimbombava, aggiungendo un aria caotica alla grotta che procedeva inclinata, abbassandosi di altezza, tanto che Medusa dovette piegarsi, chinandosi il più possibile per non sbattere la testa, imitata da Foveros.

Sembrava che i due dovessero raggiungere la profondità dell' inferno.

Trascinandosi, Foveros cercava di tenere il passo con la donna incappucciata, che avanzava aggraziata e rapida nell' oscurità, come se avesse perscorso quella grotta milioni di volte.

"E forse é veramente così " si ritrovó a pensare egli, rischiando di scivolare per colpa dell'umidità del terreno e del buio pesto.

Il viaggio verso la meta procedette per una serie di minuti interminabili che scivolavano via come acqua sulle rocce.

Il rumore dell' ansito raspante del ragazzo in armatura era piuttosto forte, tanto che sembrava rimbalzare tra quelle tenebrose pareti.

Un improvviso sbattere d'ali lo fece sussultare e voltare, incontrando gli occhi di un pipistrello.

Mandó giú la saliva, sudando freddo.

Si era preso un colpo per niente, eppure...

Aveva un incredibile tensione che iniziava a giocargli brutti scherzi.

Lui aveva paura di Medusa, aveva paura delle storie che si raccontavano sul suo conto.

Si diceva che rapisse delle persone e le rinchiudesse in un mondo senza via di uscita.

Aveva accettato di aiutare la Gorgone per soldi, se fosse riuscito a renderla umana, lei lo avrebbe pagato profumatamente, ma non per questo non la temeva.

Aveva utilizzato tutte le capacità del proprio guaritore per poter tirare fuori una pozione simile a quella che aveva nella borsa e era più che sicuro che avrebbe funzionato.

Continuando a seguire l'essere incappucciato, vide finalmente il soffitto che sembrava alzarsi, mentre la strada si allargava in un enorme spiazzo.

Era circolare, molto grande, con ai lati delle statue bianche che cominciavano a contornare tutta la parete.

Erano circa una quarantina, scolpiti in una maniera davvero realistica, con occhi aperti e bocca semi-spalancata.
Il ragazzo le osservó, stupito.

C'erano soprattutto uomini, qualche donna solo ogni tanto.

-Dunque? ... La pozione?- fece la Gorgone con voce calma e bassa, mentre un altro leggero sibilare si riprodusse insieme ad essa, facendo di nuovo rabbrividire Foveros, che riprese a cercare nella borsa la pozione.

Gli tremavano le mani, pertanto decise di appoggiarla a terra e cercarla, svuotando la sacca cautamente.

Dopo qualche minuto, in cui la Gorgone sembrava iniziare a innervosirsi, fibrillando dall' impazienza, comparve nella mano del diciassettenne .

Era di un verde chiaro e brillante, della tonalità di uno smeraldo.

La Gorgone la strappó di mano al ragazzo con le sue lunghe dita dalle unghie affilate, per poi stappare la boccetta e berla tutta in un sorso.

Aspettó, in silenzio, sperando che qualcosa capitasse, immaginando di provare la stessa sensazione che l'aveva avvolta quando era stata trasformata.

Niente.

La Gorgone si tolse il cappuccio, mostrando tanti lunghi serpenti dalle madibole affilate e pericolosamente fuori che si agitavano sul suo capo.

Li sfioró con le dita mentre Foveros cominciava ad indietreggiare dalla paura.

-I-io ci ho provato... devi pagarmi!- balbettó egli, preso dai fremiti di paura, osservando terrorizzato Medusa.

Cercava di non guardare i suoi "capelli" e perció si concentrava sulle palpebre chiuse della donna.

-Ooh, certo che avrai il tuo pagamento, anzi, lo riceverai subito-

Il diciassettenne sospiró di sollievo e aspettó.

Aspettó in eterno il proprio pagamento.

-Un ennesimo fallimento- disse dunque la Gorgone, passando affianco al ragazzo in pietra al centro dello spiazzo.

-E adesso... cerchiamone un altro-

  
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