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Autore: k_Gio_    12/01/2017    3 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21

 

Verosimilemente quel loro incontro era stata la scossa che servì ad Emma per svegliarsi da quel torpore in cui si era auto rinchiusa. Le parole di Killian erano state acqua gelata ma le erano servite. Si sentiva una nuova vitalità crescerle dentro, magari le cose non sarebbero tornate come prima ma sarebbero andate avanti e lei non chiedeva altro.
Aveva detto a suo figlio della loro chiacchierata  mattutina e lui nonostante il broncio perenne di quegli ultimi giorni parve riacquistare un pizzico di speranza, ma non si illuse, dopo aver accennato un sorriso tornò a guardare i cartoni.
Emma non si perse d'animo, quando era tornata a casa da quella sorta di resa dei conti si era fermata a comprare un test di gravidanza. Non lo aveva più toccato dalla mattina precedente, era lì che la fissava ogni qualvolta andava al bagno, si era ripromessa di farlo non appena fosse arrivata a casa ma tra una cosa e l'altra aveva sotterrato quel pensiero sotto altri anche se rimaneva lì. Almeno lo aveva comprato, si giustificava mentre tergiversava.
«Mamma cosa stai facendo?» Henry la fece sobbalzare.
«Nulla, stavo..stavo controllando una cosa» si era imbambolata a fissare la scatolina e non lo aveva sentito arrivare, non glielo avrebbe detto della possibilità di avere un fratellino, voleva dare a suo figlio solo certezze da quel momento in avanti.
«Certo...vieni a giocare con me?»
«Si arrivo subito, devo chiamare un momento Elsa e ti raggiungo. A cosa giochiamo?» chiese stampandogli un bacio sulle guance che prontamente lo fecero sorridere e ridacchiare.
«Con i lego, costruiremo il più bel castello di sempre»
«Allora avremo bisogno di tutte le costruzioni che abbiamo!» e lo vide trotterellare verso la sua stanza, prese il cellulare e chiamò sua cugina.


 

«Hai fatto pace con Emma quindi?» David stava mettendo i piatti nel lavandino mentre Killian gettava le lattine di birra.
«No, nessuna pace. Anche se mi ha raccontato come sono andate le cose non significa che lei non abbia sbagliato. Non ho intenzione di farle la guerra, questo no, la mia rabbia è concentrata  su  Gold. Ma non l'ho perdonata. Non ci riesco e non voglio farlo.» non gli aveva detto della possibilità che Emma poteva aspettare loro figlio, voleva ma non ci riusciva.
«Mmm, io dico che prima o poi la perdonerai» sentenziò l'amico con uno sguardo di chi la sapeva lunga. Avevano finito di sparecchiare e stava per andare nel soggiorno quando le parole di Killian lo paralizzarono sul posto.
«Forse Emma è incinta»
A David occorsero diversi secondi per capire le parole di Jones, e quando recepì il messaggio non poté che trattenere un sorriso che di sicuro non doveva uscire proprio in un momento del genere. Ma la situazione era tremendamente ironica.
«O amico» e gli si avvicinò e lo strinse in un abbraccio, non si abbracciavano di solito, erano uomini e un comportamento del genere li metteva in soggezione ma David non poté farne a meno. Si aspettava che Killian si sarebbe allontanato subito visto che quello di cui forse aveva bisogno l'amico non era propriamente un abbraccio, invece Jones sembrò liberarsi da un enorme fardello che fino a quel momento aveva dovuto portare da solo.
«Dannazione Jones, ma non impari mai?!»
Killian sorrise, nonostante tutto sorrise. Forse stava per avere una crisi di nervi ma gli veniva da ridere se ripensava a tutta quella faccenda.
«Ma non è sicura la cosa» disse Killian staccandosi dall'abbraccio e dirigendosi sul divano mentre David lo seguiva «Emma non ha ancora fatto il test».
«Perché?»
«Chiedilo a lei» fece sbuffando Killian.
«Forse ha paura» provò David.
«E di cosa? Io rimango il solito squattrinato, lei terrebbe il bambino e la situazione non cambierebbe di una virgola...non per me almeno» si massaggiò gli occhi, quello che aveva passato da cinque anni a questa parte gli si ripresentò davanti senza troppi preamboli.
«Non essere così cinico Jones, pensi che a lei faccia piacere questa situazione? Mi pare di ricordare che lei  aveva detto di amarti e sono sicuro che non mentisse, immagina come possa sentirsi ora che tutto è venuto a galla e pensa che tu la detesti»
«Ma io la detesto»
«Certo come no. E' normale che sia spaventata, si ritroverebbe come con Henry, da sola perchè l'uomo che ama ora la odia e con un nuovo bambino che crescerebbe senza padre»
«Ma io ci sarei!» Killian si stava animando di fronte a quella sorta di seduta psichiatrica «Io non la abbandonerei! L'ho fatto con Milah perchè lei non mi ha permesso altrimenti ma con Emma sarebbe diverso! Non scapperei come un ladro di fronte a una tale eventualità, è vero che le ho detto brutte cose, che in questo momento non la riuscirei a perdonare ma io l'am» si interruppe e chiuse gli occhi sentendosi come fosse caduto in trappola.
«Tu cosa?» fece David con un sorriso sghembo che sembrava quello di una vittoria non troppo difficile da vincere.
«Tu sei assolutamente uno stronzo» fece Killian con un mezzo sorriso che stava cercando di ricacciare dentro mentre gli dava un pugno non troppo amichevole su una spalla.
«E tu non la odi, sei solo arrabbiato perchè ti ha mentito»
«E ti pare poco?» riprese Killian che ora era tornato abbastanza serio «Ogni volta che la vedo o che solamente ripenso a  tutti i momenti che abbiamo passato insieme mi vengono in mente un mare di dubbi. E se mi avesse mentito anche sui suoi sentimenti? Io...io non ce la farei» la sua voce scemò nella stanza fin troppo silenziosa.
«Non essere cieco amico. Se fosse stata una stronza si sarebbe comportata come Milah, e lo sappiamo entrambi questo. Ma il tuo orgoglio e le tue ferite ti precludono la vista. Ho conosciuto Emma, poco è vero, ma da quello che ho potuto capire di lei è che è una persona che ne ha passate tante e sa cosa significa soffrire. Non avrebbe messo su tutta questa recita se non fosse stato necessario. Lo so che poteva farlo in maniera diversa ma questo ormai è quello che ha fatto e sai benissimo e meglio di me, che con te è sempre stata sincera.»
Killian lo guardava come se avesse davanti un qualche animale strano.
«Cosa c'è?» domandò David.
«Ma da quanto sei diventato uno strizzacervelli?» scherzò Killian.
«Sei proprio un deficente Jones» e gli lanciò un cuscino dritto in faccia.
Risero un po' per poi fermarsi e pensare a tutto.
Nemmeno la tv era stata accesa. I loro pensieri rimbombavano nelle loro teste.
«E comunque non è detto che sia incinta» disse alla fine David.
«Già» emise Killian.


 

Elsa e Mary Margaret avevano dovuto trattenersi dal non andare a bussare alla porta di Emma e tampinarla di domande. Ma Emma aveva detto loro di non cercarla e quindi si erano limitate a chiamarla una volta al giorno senza avere risposta, ovviamente.
Ora erano a casa della ragazza, in salotto, dopo che le aveva chiamate il giorno prima per vedersi e parlare.
Aveva raccontato loro tutto, dal momento che quella sera era tornata a casa fino al loro incontro di due giorni prima.
Le due donne scuotevano la testa, una rassegnata ,l'altra con uno sguardo di comprensione stampato sul volto.
«Andrà tutto bene Emma» le prese la mano Mary Margaret «Le cose si aggiusteranno, Killian ti ama, lo sappiamo tutti, anche Elsa lo sa, è solo che devi dargli tempo. Già solo il fatto che abbia acconsentito di rivedervi per i bambini significa che ci tiene»
«Tiene ad Henry...non a me, ma va bene. Ora  devo pensare al bene di Henry e Bae e...» non proseguì, non sapeva come dirlo.
«E?» chiese impaziente Elsa che fino a quel momento aveva taciuto. «Che altro hai combinato»
Emma la guardò torva, non era una bambina che aveva combinato un'altra marachella...sarebbe stato più semplice risolvere tutto altrimenti..
«Forse sono incinta, ma non è sicuro» cercò di giustificarsi lei. Le due di fronte a lei tacquero di nuovo per alcuni minuti, indecise su cosa dire.
«Perchè non è sicuro? O lo sei o non lo sei» disse Elsa non perdendo la razionalità che la contraddistingueva. Le avrebbe tirato i capelli come da piccole si ritrovavano a fare quando litigavano.
«Perchè non ho ancora fatto il test»
«E cosa aspetti?»
«Lo farò quando lo riterrò giusto» non le voleva dire che aveva una fottutissima paura dell'esito di quel test. E non voleva che Elsa la trattasse come una bambina incosciente...anche se forse lo era stata.
«Io non ci posso credere» si alzò e prese la sua borsa e il cappotto. Andò nell'altra stanza e salutò Henry che ignaro dei discorsi delle femmine stava costruendo il castello che aveva cominciato con Emma il giorno prima.
«Elsa dove vai?!» Emma si alzò seguendola.
«A casa, ovunque ma non qui. Emma io non so a che gioco tu stia giocando» abbassò la voce per nascondere le parole alle orecchie di suo nipote «Ma credimi, se fai qualche cavolata, più grande di quella che hai già combinato, e Henry finisce in mezzo non ti perdonerò Emma. Ti ho appoggiato fin'ora, per quanto questa cosa non mi piacesse ma stai per superare il limite. Pensa a quello che passerebbe un altro bambino. Vuoi fargli passare quello che ha passato e che sta passando Henry?! Chiarisciti con Jones, accertati di questa gravidanza e metti un po' di pace nella vita di tuo figlio...dei tuoi figli.» detto ciò uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Emma si era irrigidita, Elsa le aveva spento quella specie di buonumore che le era tornato, tornò in salotto da Mary Margaret che la osservava attenta.
«Vuoi dirmi qualcosa anche tu? Ho sbagliato e continuo a sbagliare ma credimi, ce la sto mettendo tutta affinchè le cose tornino tranquille...ma mi sta sfuggendo di nuovo tutto di mano».
Mary Margaret la invitò a sedersi vicino a lei. La abbracciò mentre Emma tirava fuori un sospiro trattentuto.
«Andrà bene vero?»
«Certo che andrà bene. Tutto si sistemrà, dobbiamo avere solo un po' di speranza in più.»
Rimasero in silenzio.
«Con David come va?»
Mary MarGaret sorrise. «Va bene»
Non era tutto, sapeva che l'amica stava omettendo qualcosa. « Cosa c'è? Avanti dimmelo» si staccò da lei e la guardò negli occhi.
«Avevo trovato un appaertamento carino e avevamo deciso di trasferirci...» iniziò lei un po' titubante, incerta se continuare o meno.
«Ma  è bellisimo, sono contenta per voi» Emma era davvero contenta che le cose tra la sua amica e David andassero bene. Ma poi la mora scosse la testa cercando far passare quella smorfia di disagio come un sorriso.
«Si beh, ne avevamo parlato ma poi...poi è successo tutto questo e a David non va di lasciare Killian da solo, prima pensavamo tutti si sarebbe trasferito qui poi le cose sono cambiate e  non ne bbiamo più parlato. Sai l'affitto...e tutto il resto, David non vuole aggravare la situazione»
Emma era rimasta spiazzata, di nuovo. Prima sua cugina, ora la sua amica. Si sentì orribile.
«Io..io..mi dispiace, mi dispiace tanto. Io non so cosa altro dire...» le prese le mani come a farle comprendere quanto le dispiaceva, aveva rovinato tutto.
«No Emma, è solo un imprevisto, lo sappiamo che passerà. Ora dobbiamo solo aspettare che le cose si aggiustino.» le sorrise sincera, Mary Margaret non le avrebbe mai fatto pesare nulla, era una delle sue più care amiche e sapeva che le avrebbe perdonato tutto. Ma lei non se lo perdonava.
«Venite a giocare con me?» Henry era arrivato in soggiorno con le sue costruzioni in mano. Entrambe fecero un segno di assenso e lo seguirono nella sua cameretta.


 

La Domenica pomeriggio si ritrivarono sulla via principale della zona. Killian aveva chiesto di uscire tutti e quattro perchè era periodo natalizio e per le strade pullulavano bancarelle addobbate e piccoli gruppi che cantavano canzoni a tema. Non le disse che preferiva vederla in territorio neutro, il cervello poteva fargli brutti scherzi.
Emma ed Henry che erano già arrivati al punto d'incontro si guardavano intorno, ad entrambi quell'atmosfera suscitava emozioni contrastanti. C'era la felicità tipica del periodo, gli addobbi, i regali, la musica; Henry era un bambino e come tale si entusiasmava sempre sebbene non credesse più a Babbo Natale. Ma come sempre si affiancavano a questi pensieri felici quelli che rabbuiavano un po' i loro sorrisi. Ma questo Natale sarebbe andato bene, non ci sarebbero stati padri che ti guardavano in modo strano; nessun abbandono. No, Henry non lo avrebbe permesso. Voleva che Killian fosse  fiero di lui, si sarebbe comportato da bravo bambino, avrebbe cercato di essere meno monello del solito.
Emma fissava il suo bambino con quella sua aria concentrata, stava pensando a qualcosa che sicuramente non le avrebbe rivelato.
Cercò con gli occhi le due figure che dovevano essere nei dintorni ma non li riuscì a scorgere tra la folla. Era rimasta contenta che l'uomo l'avesse ricontattata. Nonostante tutto.
«Mamma eccoli!» Henry indicò due figure che cercavano di farsi strada tra tutte quelle persone che come loro avevano avuto la stessa idea.
Bae appena li vide lasciò la presa dalla mano di Killian e corse loro incontro saltando nell'abbraccio di Emma. Henry invece rimase immobile, non sapeva come comportarsi. Voleva correre anche lui da suo padre? Si, ma perchè non riusciva a farlo?!
«Mi sei mancata!» Bae le strinse le braccia intorno al collo felice come non lo era più da qualche giorno, le era mancata davvero tanto. Dal giorno in cui l'aveva conosciuta sapeva che le cose sarebbero andate bene, lei ed Henry facevano parte della sua famiglia insieme a Killian.
«Anche tu ragazzino, tanto» e lo strinse ancora un po' di più.
Killian li raggiunse, aveva l'aria un po' impacciata di chi non sa bene come muoversi, come se si trovasse in un posto nuovo con persone che non si conoscono. La chiacchierata con David gli era servita ma ora che li aveva davanti dubitò di se stesso. Temeva di sbagliare con quel bambino che aveva delle aspettative su di lui. Ma si fece coraggio e parlò.
«Ciao Henry. Emma» fece un cenno con la testa alla donna mentre al bambino riservò un sorriso che sapeva quasi di scuse.
Si avviarono lungo il viale, Emma con in braccio Bae che non voleva staccarsi da lei nemmeno per un minuto, Killian ed Henry che camminavano vicino.  Killian si domandava cosa fare, come se fosse padre per la prima volta.
«Posso ancora venire al compleanno di Henry? Io non lo festeggio più a casa, mamma...l'altra mamma, parte insieme a Gold per lavoro e»
«Bae avevamo detto che ne avremo parlato più tardi» Killian interruppe il discorso del figlio, voleva capire lui stesso cosa fare e poi ne avrebbero parlato. Ma no, a suo figlio piaceva bruciare le tappe.
«Non ci sarebbero problemi per noi...anzi, ne sarei felice» Emma cercò gli occhi di Killian e lui non fuggì, rispose al suo sguardo, una punta di incertezza a colorarne il blu delle irdi.
«Ne parleremo comunque più tardi.» concluse lui non volendo proseguire il discorso.
Emma annuì e Bae si accoccolò meglio al suo collo.
Camminarono un altro po', Bae che insieme ad Henry guardava tutte le luci e i giochi che le bancarelle offrivano ai loro occhi sempre vispi e alla ricerca di nuovi ninnoli. I '' me lo compri per favore'' che in sole due ore di passeggio avevano pronunciato i bambini e il correre avanti e indietro, sotto gli occhi sempre vigili dei genitori , li avevano stremati e ora i due bambini chiedevano solo di potersi fermare e mangiare qualcosa.
Di comune accordo tornarono indietro fino a raggiungere il locale vicino casa di Emma ed Henry e tutti e quattro si concessero una cioccolata calda.
«Io devo andare al bagno» Bae guardò Emma e lei guardò prima Henry e poi Killian.
«Rimango io con Henry, non preoccuparti», era strano dover precisare queste cose che prima erano sottintese.
Mentre i due andarono al bagno Killian ed Henry non sapevano cosa dirsi. Non potevano andare avanti così, lui era suo padre.
«Henry» il bambino lo guardò, quel pomeriggio era stato più taciturno del solito nonostante avesse chiacchierato e giocato con Bae, «ascolta. Io...io...accidenti non so nemmeno da dove iniziare» si passò una mano sul volto, perchè non riusciva a parlare? Si era anche preparato.
«Ti prometto che farò tutto il possibile per essere un bravo papà, Henry. Mi devi concedere solo un po' di tempo per capire quante cose cambieranno, come muovermi, cosa fare. Ma ti giuro, Henry, te lo giuro, non me ne andrò. Qualunque cosa accada io non me ne andrò. Non sarà facile perchè sai che la situazione con Emma è ancora incerta ma tu e Bae non dovete preoccuparvene, ci pensiamo noi grandi a risolvere questi problemi. E perdonami per non essere stato tuo padre fin dall'inizio. Se potessi far cambiare le cose non ti farei vivere quello che hai passato» guardò il volto di suo figlio, rimase in attesa che dicesse qualcosa.
«A Bae non è andata meglio. Preferisco una mamma come la mia che una come Milah.» rispose serio Henry. E Killian sorrise divertito e una finalmente si concesse una risata che contagiò anche Henry non capendo davvero il motivo del perchè ridessero, non fece altre domande ma si limitò a sorridergli grato di quelle parole, si sentì più leggero.

 

Arrivò il compleanno dei bambini e come tutti speravano lo festeggiarono insieme a casa di Emma. Il clima natalizio o la semplice voglia di divertirsi e lasciare i problemi a casa, fece si che trascorressero una piacevole giornata.
I  bambini correvano entusiasti da un ospite all'altro, salutando Elsa e Anna, saltando su Kristoff  che munito della sua stazza non gli risultava essere un problema sollevarli fino al soffitto. Jefferson e David che chiacchieraravano insieme vicino al camino. Mary Margaret che faceva avanti e indietro per controllare che non mancasse nulla sul tavolo del buffet.
Emma che nervosa ogni tanto spariva e si fermava davanti alla finestra che dava sul vialetto d'entrata. Killian aveva detto che si era scordato il regalo dei due bambini e che quindi lo doveva andare a prendere. Non si era voluto far accompagnare ed Emma non stava tranquilla. Non che non si fidasse di lui ma gli abbandoni nella sua vita l'avevano fatta diventare più dubbiosa sulle persone.
Killian e la sua macchiana si erano fermati poco più in la della villa. Nessun regalo dimenticato. Semplicemente non ci riusciva, non riusciva a starle accanto facendo finta di nulla. Un po' di tempo da solo nella sua auto gli avrebbe fatto bene.  Colpì il volante una decina di volte dopodiché si disse che poteva andare, i nervi scaricati e l'obbiettivo focalizzato: festeggiare i suoi figli.
Dal momento in cui tornò alla villa tutto andò in crescendo. Si ritrovarono tutti più rilassati e anche Emma e Killian riuscirono a scambiarsi qualche parola. Avevano raggiunto una fase di stallo civile, non si sarebbero messi a dare spettacolo.
Giocarono tutti, chi più chi meno, ai giochi che proponevano i bambini, mangiarono tutto quello che i loro stomaci riuscirono ad ingurgitare e nonostante ciò il cibo non era finito. Avevano aperto i regali, mangiato la torta e giocato di nuovo.
Alla fine della serata erano tutti stanchi, e piano piano si avviarono uno dopo l'altro verso l'uscita. Mary Margaret si era offerta, così come le due cugine, di rimanere e dare una mano a pulire ma Emma aveva detto loro che avrebbe sistemato tutto l'indomani, troppo stanca anche lei per fare alcunché.
A tenerla sveglia e vigile ora era solo Killian Jones che seduto sul divano era diventato il cuscino di Henry e Bae che dormivano stremati.
Si concesse di guardarli un po' finché Killian non diede segno di svegliarsi.
«Scusa, mi sono addormentato un attimo» si guardò intorno per capire quanto effettivamente era stato incosciente.
«Non ti preoccupare» Emma si accomodò sulla poltrona a fianco incapace di dire altro. Doveva chiedergli di rimanere? Doveva chiedergli di andare? Doveva dire qualcosa o tacere?
«Dammi cinque minuti e ce ne andiamo» si stropicciò gli occhi assonnati.
«Se vuoi»
«Non è il caso» la bloccò prima che lei potesse aggiungere altro.
«Ok» Emma si alzò, dubbiosa che sarebbe riuscita a trattenre le lacrime. Andò in cucina a riporre i resti della torta in frigo.
Henry e Bae si svegliarono non appena Killian si mosse «Dove andiamo papà?» domandò Bae sbadigliando.
«A casa ometto»
«E i nostri regali? Hai detto che ce li davi dopo»
«Ora?!»
«Si!» i due si alzarono come due molle, come se quel piccolo sonnellino li avesse ricaricati.
«E va bene, ma non urlate che mi scoppia la testa» si alzò e prese i due rettangoli incartati. Aveva deciso di darlgieli in un secondo momento perchè quello era un momento loro, il loro primo vero momento come padre e figli. Emma non sapeva se raggiungerli o rimanere in disparte, si sentiva un po' fuori luogo ad intromettersi senza permesso in quel loro scambio.
I due fremevano impazienti nello scartare il loro ultimo regalo della giornata.
Henry e Bae ammirarono i loro bellissimi libri e poi con un sorriso enorme si tuffarono su Killian. «Grazie papà!»
«Grazie Killian!»
«Spero vi piacciano,  Bae ne aveva già uno ma questi due sono nuovi e più belli, li ho sfogliati per sicurezza»  risero tutti e tre e insieme iniziarono a sfogliarli.
«Mamma! Guarda che belli!!!» Sia Henry che Bae la invitarono a sedersi con loro e a leggere qualche pezzo di storia. Killian la guardava cercando di non farsi vedere e vederla così felice fu l'ennesimo incentivo per decidere che le cose erano da sistemare.




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Salve gente!
Non so se sarò puntuale in linea generale ma cercherò di fare del mio meglio! Intanto ringrazio vivamente tutti voi che siete qui nonostante i tempi incerti >.< ma non sapete quanto sono rimasta contenta di ritrovarvi, sia voli lettori che commentate che non ^-^
Devo dirvi che questo capitolo è un po' più lungo del solito e in realtà avevo intezione di continuare ancora perchè volevo chiudere il ciclo natalizio e iniziare l'anno nuovo ma poi mi son detta: ma forse diventa noioso dopo un po' e quindi niente, il prossimo capitolo è ancora Natale, speriamo che nevica così sto pure nell'atmosfera giusta. Cioè ha nevicata ovunque tranne da me...ma è possibile?! 
Comunque, il capitolo spero vi piaccia, abbiamo poche interazioni tra Emma e Killian che in compenso si sono confrontati con i loro amici e parenti. La festa anche è andata bene nonostante Emma temesse, in fondo in fondo, che Killian non tornasse xD ma mica poteva scappare! non è un codardo. Invece a partire e a non farsi vedere sono stati Gold e Milah, meglio così, i bambini si sono goduti la festa.
So che lo dico quasi in ogni fine capitolo ma lo ripeto, sto recuperando piano piano tutte le ff xD quindi   ErinJS, se ti capita di leggere la mia storia sappi che non mi sono scordata la tua ff, sto solo cercando un momento per leggerla come si deve!!! Con te Lady Lara ci rivedremo presto,( è una minaccia o una promessa ? lo scoprirai u.u), manca poco e finirò anche il tuo capitolo xD so lenta perdonatemi. Ovviamente anche gli aggiornamente più recenti sono nella lista quindi piano piano la vostra Gio, vi raggiunge tutte ahahhahahahaha
Penso basti, ho detto abbastanza mi pare
Alla prossima e grazie infinite ancora per chi aggiunge la storia nelle varie sezioni, a chi recensisce e chi legge soltanto!!!
Gio

  
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