Proposal

Doveva esserci.

Non c'era altro posto dove cercare.

Entrò furtiva nello studio, dopo un fugace sguardo al corridoio. Che poi nessuno avrebbe potuto impedirle nulla, lì dentro: essere il capo aveva i suoi vantaggi. La sera aveva svuotato gli uffici degli altri medici e solo dallo studio di Wilson proveniva il battere dei tasti di un computer.

Ma Wilson non era un problema.

Sapeva che l'avrebbe trovato.

Aveva aperto armadi e svuotato cassetti per tutto il santo giorno. Il sorrisetto in tralice che campeggiava dalla mattina sulla bocca del suo Primario di Diagnostica non era che un indizio. Una prova.

Un raggio di sole arancione l'abbagliò sulla soglia. Era quella luce densa che incendia le stanze al tramonto e rende languidi i cieli rosati. Attraversò la linea di luce che tagliava in due la stanza e fu nel sancta sanctorum di House. Brivido.

Iniziò con ordine.

Dal primo cassetto a destra, all'armadietto dove teneva il caffè e le tazze. Niente.

Mancava solo un posto dove cercare. Un nascondiglio che solo lei - eccetto House, chiaramente - conosceva come tale. Camminò lentamente verso la libreria, pregustando la vittoria. No, non si sarebbe arrabbiata. Era uno dei loro giochetti, che aggiungeva sapore a tante giornate altrimenti normali. Gliel'avrebbe mostrato, sorridendo, e gli avrebbe detto che aveva già pensato a come ricambiare.

Trovò il libro del Lupus.

Accarezzò delicatamente la copertina ruvida, il dorso solcato dalla scritta dorata del titolo.

Lo aprì a metà.

Nel piccolo buco ricavato all'interno, trovò qualcosa.

Ma non era quello che cercava.

Un piccolo diamante, montato su un cerchietto sottile, gettò un bagliore improvviso.

House, nascosto nel crepuscolo sul terrazzo, vide il piccolo arcobaleno che la luce le disegnò sul volto esterrefatto.

Cuddy staccò dalla pagina un post-it giallo.

"Cercavi l'iPod?"