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Autore: Eivor17    12/01/2017    2 recensioni
Storia Rumbelle ambientata durante la prima stagione nella Enchanted Forest.
Dalla storia:
«Principessa di Avonlea, volete concedermi l'onore di una passeggiata al chiaro di luna nel parco del castello?»
...
Rumplestiltskin si appoggiò​ al muretto di pietra che circondava i territori del Castello.
«Ti piace?»
Belle impiegò​ qualche secondo a ricordare come si facesse a parlare.
«È... È bellissimo, Rumple. Io... non so cosa dire.»
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Belle si lasciò​ cadere di peso sul letto della sua vecchia stanza. Erano passati cinque giorni e lei non aveva ancora toccato cibo, a parte lo stretto necessario per non morire di fame. Che ironia... aveva sognato di tornare da suo padre per mesi e, proprio ora che si trovava in casa sua, avrebbe voluto essere da tutt'altra parte. Che cosa stava facendo Rumplestiltskin? Avrebbe sentito la sua mancanza almeno un po'? O sarebbe immediatamente tornato a occuparsi del suo potere, della sua magia che tanto amava? 

Spostò​ distrattamente lo sguardo dalle proprie mani alla finestra e quasi cadde dal letto per la sorpresa. C'era una luce blu che si avvicinava al suo davanzale! Per un folle attimo, la sua mente pensò​ "Rumplestiltskin!", poi guardò​ meglio e riuscì​ a distinguere una figura femminile al centro della sfera lucente. Quando questa le si avvicinò​, il bagliore blu si affievolì​ e Belle riuscì​ a capire con esattezza di cosa, o meglio di chi, si trattasse. 

«Sei una Fata!» 

«Il mio nome è Turchina» le disse subito l'altra, con un sorriso rassicurante. 

«Ma... perché...?» 

«Perché sono qui?» le sfuggì​ una risatina. «Ma perché hai espresso un desiderio, ovvio!» 

«I-io... non...» 

«Non l'hai fatto a parole, ma non è necessario. So quali sentimenti si celano nel tuo cuore.» 

«Ma allora...» lo sguardo di Belle si illuminò​, dopo cinque giorni, di nuova speranza. 

«Non posso portarti dal tuo amato. La mia magia e quella del Signore Oscuro non vanno d'accordo, ma... posso mostrartelo, se vuoi.» 

«Mostrarmelo?» 

«Prendi la mia mano.» disse la Fata, offrendole il braccio. 

La ragazza esitò qualche secondo. Aveva già avuto a che fare con la magia nella sua vita e non poteva certo dire che avrebbe volentieri vissuto di nuovo quei momenti. Tuttavia, le tornarono alla mente alcune vicende che non avrebbe mai potuto dimenticare, nonostante fosse circondata dalla magia. 

 

Rumplestiltskin le aveva appena fatto vedere il modo corretto di lavorare all'arcolaio, creando un sottile filo dorato che aveva tenuto davanti a sé con aria pensierosa. 

«Cosa c'è che non va?» gli aveva chiesto lei, osservandolo incuriosita. 

Lui non aveva risposto, tuttavia aveva stretto un piccolo nodo a metà del filo e, con un gesto della mano, lo aveva trasformato in un ciondolo. Un ciondolo a forma di rosa. 

Lei aveva trattenuto il respiro, incerta se credere a ciò che aveva visto. Rumplestiltskin le stava... facendo un regalo? 

I suoi sospetti furono confermati quando il Signore Oscuro le sollevò i capelli per metterle quella collana improvvisata. 

Belle rimase immobile qualche istante, sbigottita. «Rumple... è... è per me?» fece infine, emozionata. 

«Nahdearie. Mi stavo giusto chiedendo come starebbe a quell'armatura nell'angolo su al primo piano.» disse lui, con uno dei suoi soliti ghigni stampato in faccia. 

Belle lo guardò, confusa per un attimo, prima di riuscire a cogliere l'ironia. Sorrise imbarazzata. 

«E poi dite che siete una Bestia...» 

 

Il ricordo di quei momenti sereni la indusse a fidarsi della Fata. Dopotutto, aveva avuto a che fare con la magia oscura, non con quella buona. Il bisogno di vedere Rumplestiltskin la spronò ulteriormente, in particolar modo quando le sue dita corsero al sottile filo dorato che aveva al collo, ripercorrendo un gesto che avevano compiuto migliaia di volte inconsapevolmente. 

Non appena sfiorò le dita della Fata, Belle vide tutto buio per un istante. Piano piano, la sua vista si adattò​ all'oscurità​ e riuscì​ a distinguere una stanza. Non era una stanza qualunque, la giovane lo intuì​ immediatamente. C'era quel tavolo, che tanto le era familiare, quelle vetrine, piene di antiche reliquie, quell'arcolaio, che era solito girare sempre a quell'ora, e, dietro questo, c'era lui

Belle lo distinse chiaramente: aveva lo sguardo spento, gli stessi vestiti di quella maledetta sera in cui l'aveva lasciata andare, mentre si appoggiava all'arcolaio come se fosse stato troppo debole per reggersi in piedi da solo. 

 

«L'hai lasciata andare. L'hai lasciata andare, Rumplestiltskin!» 

Le voci nella sua testa non gli davano pace, mentre fissava con gli occhi arrossati l'arcolaio che tante volte lo aveva aiutato a dimenticare. 

Dimenticare? 

Come avrebbe potuto dimenticare l'unica persona che aveva visto del buono in lui, l'unica persona che gli avesse concesso la possibilità di amare ed essere amato? 

Belle si era incisa in lui, era una crepa nel suo cuore, tangibile come un taglio netto nel legno. Era la sua debolezza, perché l'amore per lei lo aveva reso vulnerabile, di nuovo umano, per aspetto e non solo. Era anche la sua forza, perché quando si trovava con lei tutto sembrava improvvisamente non solo possibile, ma anche decisamente facile. 

Mai come in quel momento avrebbe voluto averla lì, per poterla sfiorare con lo sguardo mentre leggeva un libro, raggomitolata sul divano con una coperta. Cosa avrebbe dato per far incontrare ancora una volta i loro occhi, azzurro cielo nel nocciola intenso... cosa avrebbe dato per un suo sorriso, una sua carezza, un suo bacio... 

«Non tornerà, se n'è andata, se n'è andata per sempre...» 

Rumplestiltskin si coprì le orecchie con le mani in un gesto disperato, nonostante le voci provenissero dalla sua testa. Chiuse gli occhi, respirò. 

Una lacrima solitaria gli solcò una guancia. 

 

Veloce com'era iniziata, la visione finì​ e Belle si ritrovò​ di nuovo immersa nella luce ora accecante della sua stanza. 

«Sta soffrendo! Io... io devo andare da lui!» 

Fece per alzarsi, ma la Fata Turchina la fermò​: «C'è un'altra cosa che dovresti vedere.» 

«Cosa?» chiese, spiazzata. 

«Anche lui, inconsapevolmente come te, ha chiesto aiuto alle Fate.» 

«Lui cosa?» 

«Proprio così​. E questo è quello che è successo quando sono andata da lui.» 

La prese nuovamente per mano e Belle si ritrovò ancora nella sala del castello, con l'unica differenza che ora Rumplestiltskin era seduto vicino ​al tavolo e non all'arcolaio. 

La giovane vide una luce avvicinarsi alla finestra ed entrare senza che il Signore Oscuro se ne accorgesse; solo quando fu a pochi centimetri da lui riuscì​ ad alzare lo sguardo. 

 

«Non è il momento, Reul Ghorm 

«Sei stato tu a chiamarmi» gli rispose la Fata, più​ duramente di quanto avesse fatto con Belle. 

«Io? Chiamare una Fata? Forse ti è entrata un po' di polvere magica nel cervello ed ha avuto effetti dannosi. Sai, può​ succedere.» 

«Smettila, Rumplestiltskin. Sono qui per aiutarti, non costringermi ad andare via.» 

«È proprio quello che voglio: che te ne vada.» 

«Anche se sono qui per Belle?» 

«Belle?» gli occhi del Signore Oscuro si riaccesero dopo cinque, lunghi giorni. «Cosa sai di lei? Sta male? È ferita?» 

«Tu l'hai ferita!» 

Lui ammutolì​ di colpo. Solo dopo qualche secondo riuscì a sussurrare: «Non avevo altra scelta...» 

«Hai sempre avuto un'altra scelta. Con Belle, con Baelfire, con Milah. Hai sempre scelto il tuo potere. Ora scegli l'amore!» 

«Non l'ho fatto per il mio potere, non stavolta. L'ho fatto solo per lei.» 

«E cosa credi che ci abbia guadagnato, una persona che ti amava, a vedersi strappare via il futuro in cui aveva creduto talmente tanto da innamorarsi di te?!» 

«Lei starà​ cento volte meglio senza di me!» 

«Non puoi saperlo!» 

«E invece sì​, perché io so come sarebbe andata a finire se fosse rimasta qui! Avrebbe visto un uomo dietro la Bestia che non c'è, perché in me non esistono due anime separate, io sono sia l'uomo che la Bestia!» 

«Lei si è innamorata anche dell'oscurità​ che è in te, Rumplestiltskin 

«Sarà​ anche vero, ma Belle si aspetta che cambi grazie all'Amore, che diventi una persona migliore. Io non cambierò​ mai. Non l'ho fatto per Bae, non l'ho fatto per Milah, non lo farò​ per lei! Non sono capace di cambiare!» 

«Ma tu la ami.» 

«Più​ di quanto ami me stesso.» confermò​ stancamente. 

«E questo basterà​.» 

Con queste ultime parole, la Fata Turchina volò​ via dalla finestra, diretta in un luogo dove sperava che avrebbe avuto più​ successo... 

 

La visione si interruppe. 

«Rumplestiltskin...» sospirò​ Belle con gli occhi pieni di lacrime. 

«Sono subito venuta da te. Meritavi di sapere il motivo delle vostre sofferenze.» 

«Ti ringrazio, Turchina.» disse, asciugandosi le lacrime e continuando con tono deciso: «Ora so cosa devo fare. Andrò​ da lui e stavolta nulla, nulla potrà​ separarci!» 

La Fata annuì​ sorridendole, le rivolse un cenno e uscì​ di nuovo nell'aria gelida della notte. 

 

Dall'altra parte della porta re Maurice, l'orecchio appoggiato al legno, aveva sentito tutto. 

«Vedremo se nulla ti separerà da mia figlia, mostro...» sibilò a denti stretti. 

 

 

 

 

Ciao a tutti! 

Ecco qui il terzo capitolo della storia, come promesso :) 

Vorrei ringraziare _Will_, Queen Elizabeth, Padme91 e DarkDemiDragon per aver inserito la storia tra le seguite. Inoltre, un grazie va a tutti coloro che la stanno leggendo "silenziosamente" XD 

Questo è un po' un capitolo "di passaggio": succede poco e per la maggior parte si tratta di flashback, in modo da cogliere almeno un minimo la psicologia dei personaggi. La parte d'azione si troverà senz'altro nel prossimo capitolo, che inserirò giovedì prossimo ;) 

Ancora grazie davvero a tutti e a presto! 

-abnormalsoul17

   
 
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