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Autore: xunevenpair    12/01/2017    1 recensioni
Solo una raccolta di piccole one-shots sulle mie otp di Hetalia, il tutto sul ghiaccio!
{ Tratto dal secondo capitolo: }
«Hey, Gilbert... pensi che sia davvero una bell'idea quella di venire a pattinare?» chiede, col solito tono basso e pacato, il canadese, fissando il ragazzo più basso che entrava in pista trascinandolo con sé.
L'altra nazione, di tutta risposta, si gira verso il biondo, sorridendo sicuro di sé e alza il pollice, quasi urlando un "Non preoccuparti, il fantastico me sa cosa fare!"
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Canada/Matthew Williams, Cina/Yao Wang, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#AmeriPan
 
 
«Yo, Kiku! Eccoci qui!» esclama il biondo americano, alzando le braccia in aria in segno di gioia o troppa esaltazione? mentre osserva la pista ghiacciata con occhi che brillano.
E questo spaventa a morte Kiku.
Non quanto perché Alfred fosse un combina guai… cioè, anche quello, ma più che altro lo preoccupa il fatto che Alfred, colui che si fa battere da sua fratello ad hockey e urla quando vede un serpente ricorda ancora quando Arthur gli ha raccontato del fatto in Africa... e si vergogna altamente di dover presentare Alfred come proprio fidanzato, voglia insegnargli a pattinare.
Alfred più che insegnarmi a pattinare, dovrebbe imparare a stare in piedi sui pattini prima, si ritrova a pensare il giapponese, lanciando una piccola occhiata all’americano che si è appena alzato in piedi pronto ad entrare in pista.
Perché, signori e signore, Alfred F. Jones non sa pattinare non come quell'orsetto canadese di suo fratello almeno, lui non si batte e ora tutti temono per la salute fisica e soprattutto mentale di Giappone.
"Forza Kiku, puoi farcela. Non sarà così terribile. Infondo cosa può mai succedere?", si dice internamente la nazione, cercando di infondersi fiducia e con un piccolo sorriso segue il proprio compagno oltremodo eccitato. Sperando vivamente che quella giornata non diventi anche il giorno di un suo possibile funerale, ovvio.
 
 
 
 
«Alfred, ti rendi conto che ci hanno buttati fuori dalla pista dopo nemmeno mezz'ora?» chiede Giappone, mentre si rimette le scarpe, evitando di guardare il viso di America.
Se l'avesse fatto sarebbe scoppiato sicuramente a ridere.
«Sì! E lo trovo ingiusto! Ero così bravo, uffa!» esclama Alfred, con tono infantile, mentre da oltre il vetro lancia occhiatacce a quei pinguini che pochi minuti prima l'hanno preso da sotto le ascelle e l'hanno buttato letteralmente fuori dalla pista, seguito a ruota dal suo fidanzato che, ovviamente, non è stato buttato fuori con la forza ma anzi è stato invitato con cortesia ad uscire, e l’espressione sorpresa dell’americano sembrava volesse dire: "What the fuck perché io sì e lui no?!".
«Alfred.» lo chiama il giapponese, sporgendosi leggermente per guardarlo in volta, e deve fare un sforzo enorme per non ridacchiare nel vedere la piccola contusione sulla fronte del biondo.
«Yes?»
«Volevi la pista tutta per te in modo da poter imitare Brian Boitano*. Lo sai questo, vero?»
America arresta ogni suo movimento, girandosi a guardare l'altra nazione, come se le parole dell'asiatico l'avessero illuminato, e fa per rispondere cercando di giustificare le sue azioni come se si potessero giustificare , ma viene fermato dalle parole dell’asiatico che deve ancora continuare quella sottospecie di ramanzina.
«E che per poco sul muro si veniva a formare la tua sagoma, vero?»
Alfred rimane in silenzio, ancora.
«E che perfino dei bambini erano più bravi di te. Tu lo sai questo, vero, America-san?»
Alfred rimane in silenzio ancora una volta, abbassando lo sguardo, sembrando tanto un bambino che è stato appena rimproverato dal padre.
E la nazione giapponese comincia a pensare che forse non doveva rimproverarlo, non dopo essere stato buttato fuori dalla pista come se fosse un pericolo ambulante anche se ci andava vicino e dopo aver fatto particolarmente amicizia con i muri e i vetri più di una volta.
«Gomen-nasai America-san, non volevo essere così du-» fa per scusarsi il giapponese, sinceramente dispiaciuto. Ma una leggera risata lo blocca.
Perché infatti, a grande sorpresa e sconforto di Kiku, America alza la testa di scatto, sorridendo come un bambino il giorno di Natale e stringe con forze le mani del giapponese, con uno sguardo che non promette assolutamente niente di buono, Giappone ne è sicuro.
«Sì! Lo so! E non mi pento di nulla! Lo rifacciamo?!»
«Voglio morire.»



*Brian Boitano è un pattinatore di ghiaccio artistico che ha vinto la medaglia d'oro ai giochi olimpici invernali del 1988.





Hey, salve. Sì sono io, quella che aveva intenzione di aggiornare presto e invece no. Volevo scusarmi, ma è appena ricominciata la scuola e sono già distrutta, quindi scusate per la mia assenza. Spero di farmi perdonare con questa piccolissima AmeriPan, e che soprattutto vi sia piaciuta. Spero anche di non essere sfociata nell'OOC perché sarebbe un incubo per me. E niente, detto questo torno a rotolare nelle coperte, e come al solito se siete arrivati fino a qui vi ringrazio e vi regalo un biscottino!
Bye bye 
   
 
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