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Autore: Ulissae    28/05/2009    2 recensioni
Ci prendiamo per il culo, per la precisione a calci.
Esatto, ogni calcio ha un significato specifico e invariabile.

Storia partecipante al concorso 100 prompts! indetto da C.o.S.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alfabeto di due nemici





Lo odio.
Lo disprezzo.
Lo reputo un buffone.

Piacere, Marco, diciotto anni ed un problema, grande e fastidioso: un ragazzo.
Non un ragazzo qualunque, IL ragazzo, quello che passa la sua vita a ridere e scherzare, a sghignazzare per l’esattezza; con la sua faccia perennemente scontenta, dall’aria di insufficienza e quel naso da pugile tirato all’insù, come una damigella francese.
Lo odio, poco da fare.
Lo sto osservando, seduto tra queste dune troppo scure, niente luna, niente di niente; giusto le stelle, ma non bastano per svelare il mio sguardo omicida, quello che gli sto rivolgendo.
Lo detesto, perché fa soffrire.
Fa soffrire una delle poche persone che mi piacciono, e lo fa in un modo subdolo: volendole bene.
Accanto a me lei se ne sta silenziosa, lascia scorrere i granelli di sabbia tra le mani, con gli occhi bassi, che ogni tanto spalanca, giusto per guardare con disgusto qualche insetto nero che esce dalla sabbia; subito ucciso prontamente da me con il tizzone che ci hanno dato per illuminare.
Perfido? No, semplicemente incazzato.
Lui sta di fronte a noi, eterni amici, unici, veri amici; sia per mia che sua volontà, e ne bacia una, una delle tante...ormai non ricordo neanche il nome.
Un nome ce l’ha?
Ah, sì, Elena, come quella di Troia; se permettete il paragone.
Lui piace a lei, la mia amica, e lei piace a lui, è risaputo, ma nessuno dei due si muove, ed io lo odio. Tanto per ribadire.
Sapete, è alquanto difficile definire il rapporto che intercorre tra me e lui.
Ci odiamo, certo, palese quasi; ma non possiamo dirlo, farlo notare, se non in modo sottile, sottopelle.
Si è instaurato, perciò, un alfabeto silenzioso, attraverso il quale riusciamo a parlare; fingendo con tutti un’amicizia falsa e conveniente.
Ci prendiamo per il culo, per la precisione a calci.
Esatto, ogni calcio ha un significato specifico e invariabile.
Abbiamo quello standard: si da sotto il tavolo, alle riunioni della comitiva,  sui polpacci o sugli stinchi, dipende dalla posizione; solitamente sta a significare “smettila con le battute idiote”.
Entrambi buffoni, entrambi bisognosi di attenzione. Ottimi cabarettisti, non magnifici spettatori, nessuno dei due rideva alle battute dell’altro, al massimo sogghignavamo sforzandoci, per non creare sospetti.
Poi esiste quello complesso, estremamente difficile da fare: bisogna darlo di lato, sui fianchi, con il collo del piede, con tutta la forza che si ha, solitamente è la risposta a quello di punta, fastidioso ed imbarazzante, sul sedere.
L’offensiva è la semplice traduzione di “non rubarmi la scena”; la difesa è assai più maligna “la scena è già mia”.
La mia amica dice che siamo pazzi, forse è vero. Per un bel po’ di tempo ho pensato che l’odiassi per gelosia nei suoi confronti, ora sono del tutto sicuro di non sopportarlo perché mi sento minacciato da lui. Sì, esatto, minacciato.
Ho paura che lui, un giorno, non troppo lontano, mi superi; temo che riuscirà ad essere migliore di me, più divertente, più ricercato.
Ho il terrore, stupido, che i miei amici un giorno diverranno i suoi; che un giorno prenderà anche lei, che mi sta sempre affianco.
Ci alziamo tutti, abbiamo finito questa riunione inutile, e iniziamo a dirigerci verso le tende, non faccio in tempo a fare due passi che la sua risata giunge alle mio orecchie, e il suo piede sul mio didietro.
Piatto.
La suola della scarpa completamente poggiata suoi miei pantaloni, una spinta forte che mi fa barcollare un attimo. E’ un secondo e già mi ha superato, il suo ghignetto strafottente è ben definito nella notte.
La traduzione di questo è semplice, è stato il primo che abbiamo creato: Ti odio.

Angolo autrice:
Salve! Ennesima originale in questo periodo, che non ho gran voglia di commentare.
E'  stato un vero e proprio parto, e neanche mi soddisfa più di tanto; comunque eccola qui.

Questa fanfiction partecipa al Contest 100 prompts indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }.


   
 
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