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Autore: missriddle98    13/01/2017    2 recensioni
E se Harry alla fine si fosse risvegliato nel ripostiglio del sottoscala ? Se avesse sognato tutto ? Chi sarebbe realmente Harry Potter ? Quale sarebbe la sua storia ?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da Epilogo alternativo
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E poi Harry aprì gli occhi e si risvegliò nel ripostiglio.
La testa gli faceva molto male, la luce del giorno filtrava dai fori presenti sulla porta di camera sua, si sentiva molto strano, come se fosse tornato da un lungo viaggio, eppure era passata solo una notte.
E improvvisamente ricordò, ricordò di essere un mago, di aver sconfitto il Signore Oscuro, di essere famoso...
Ma poi, quasi dolcemente, qualcosa di molto pesante gli scivolò sullo stomaco, che sensazione atroce, la nausea lo avvolse...
Niente era vero: aveva solo sognato. 
Angoscia tremenda.
Lui non era nessuno, era Harry Potter, l'orfano allevato dagli zii che amorevolmente si prendevano cura di lui ma che odiava con tutto il cuore e ripagava altrettanto amorevolmente sperperando i loro soldi in qualsiasi tipo di droghe nel parchetto dietro casa.
"Harry caro sveglia presto, è ora ! Devi andare dallo psicologo il dottor Silente ti aspetta!".  Eccola la sua odiosa zia, puntuale ogni mattina lo svegliava con quella vocetta da idiota.
Nel suo sogno c'era anche lei e ovviamente non aveva poteri magici, d'altronde quello del sogno era il suo mondo, un mondo in cui potevano entrarci solo quelli che lui voleva e come lui voleva.
Silente aveva detto... Rise.
Anche lui era presente nel sogno, il preside della sua scuola,quanto lo detestava quel vecchio idiota: un pazzo strampalato che pensava che lo avrebbe guarito semplicemente ascoltandolo. ù
Guarito poi, lui non era malato, era solo drogato e parecchio.
La sua vita non gli piaceva per niente.
I suoi genitori erano morti quando lui aveva appena un anno:overdose. Sua madre, sorella di sua zia, era scappata di casa da giovane e per anni non aveva dato notizie di sè, aveva preso una "brutta strada" e inutili erano state le preghiere di sua sorella Petunia.
Aveva una relazione con James Potter, conosciuto da tutti come "JP Sballo", nelle sue mani aveva tutta la città e quelle vicine, gestiva una piazza di droga enorme.
Harry era stato per loro il classico "incidente di percorso".
Quando aveva appena un anno i suoi genitori erano collassati entrambi in casa, davanti a lui.
Quando lo trovarono erano entrambi a terra, morti, e Harry era stato dato in affidamento agli zii materni.
Petunia, sorella di sua madre, aveva accolto Harry come un figlio.
Si sentiva responsabile per la morte di Lily, riteneva di non aver fatto abbastanza per dissuaderla e per riportarla a casa, e ora Harry rappresentava un modo per potersi sdebitare con lei.
Ed è per questo che continuava ad accompagnarlo dal dottor Silente; pensava che lui avrebbe potuto recuperare quel nipote che stava intraprendendo la stessa strada dalla quale la sorella non era mai più tornata.
Il marito di Petunia, Vernon, era forse anche più stupido della zia, aveva una ditta di trapani e la sua stupidità lo portava spesso ad essere molto accomodante nei confronti dei clienti che non pagavano subito. Il suo passatempo preferito era la chiesa e voleva imitare tutti gli "insegnamenti cristiani".
Era per questo che erano quasi in rovina.
Suo cugino Dudley era anche peggio, non metteva mai la testa fuori di casa e non faceva altro che lavorare a dei modellini di navi: voleva aprire un negozio di modellini, era il suo sogno.
Harry lo prendeva sempre in giro per questo ma il cugino, stranamente, era sempre stato gentile con lui, come tutti in quella casa e lui lo odiava.
Si sentiva un malato, l'orfano, il povero ragazzo disturbato, ma non voleva la loro pietà, non voleva nulla, voleva solo essere lasciato in pace.
Chiuse un attimo gli occhi e cercò di ricordare quanto più poteva del sogno, ma una voce lo riportò alla realtà.
"Sveglia stronzetto!" , era Ron, il suo migliore amico.
Ogni mattina lo svegliava in quel modo entrando come una furia nel suo ripostiglio.
"Ti fanno dormire ancora in questo buco eh ", disse con un sorrisetto.
" Frà sti due non hanno soldi, loro dormono sul divano e quel porco di mio cugino in soffitta".
Ron mi guardò e annuì.
Gli sorrisi.
Anche lui c'era nel sogno, anche se ovviamente tutto era diverso. Anche nella realtà Ron era il mio migliore amico e mi piaceva tanto. Viveva una situazione difficile come la mia.
Penultimo di sette figli, viveva in una roulotte con alcuni suoi fratelli, la madre era molto giovane, aveva trenta anni, ma sembrava vecchissima.
Era diventata madre per la prima volta a tredici anni e a quanto pare non aveva più smesso. Per mantenere i figli faceva la cuoca di giorno, la badante di pomeriggio e la cameriera di sera.
Da un anno a questa parte però era stata costretta a fare altro, sette figli sono tanti e le difficoltò sono troppe.
Spesso Harry aveva visto la madre del suo migliore amico con diversi uomini e nel quartiere tutti sapevano cosa facesse.
Non ne parlava mai con Ron. Lui odiava sua madre e da qualche mese non viveva più con lei. Il padre, Arthur, uomo violento e vizioso, era in galera e ci sarebbe rimasto per un bel pò.
Ron gli piaceva tanto, con lui si sentiva sè stesso. Con lui ogni sera si recava nel parchetto dietro casa dove per un momento si tirava fuori dalla sua vita.
Prendeva di tutto e si sentiva benissimo, l'unica cosa negativa era il "giorno dopo".
Il giorno dopo rimaneva anche per un intera giornata a letto e vedeva cosa incredibili, le allucinazioni lo assalivano, ma a lui non importava. Ma, ovviamente, sua zia se ne era accorta e lo aveva spedito dritto dritto da uno strizzacervelli.
"Ron senti devo andare dal vecchio ora"
" Va bene Harry. Ci vediamo stasera? "
"Certo"
"Solito posto solita ora solita dose"
Ron si alzò e andò via.
Harry sorrise, ogni giorno quella frase, come se gli ricordasse un impegno fisso, aveva proprio sognato, la realtà faceva schifo come sempre.
Si vestì in fretta e uscì.
Lo strizzacervelli abitava a soli due isolati di distanza, non ci avrebbe messo molto, camminava sui prati perfetti, era una giornata orribile.
Poi il telefono cominciò a vibrare, lo prese velocemente e un altro sorriso gli si stampò sul volto. Era Hermione.
Anche lei, ricordò, faceva parte del suo sogno: la strega più brillante per la sua età. Hermione era la seconda persona che, dopo Ron, gli piaceva di più.
Rimasta orfana, era stata adottata da una famiglia di dentisti, era una ragazza brillante, intelligente ed anche molto simpatica. Era molto diversa da Harry e Ron.
Non faceva uso di droghe, anzi le odiava. Si stava adoperando per fondare un'associazione il CREPA, il "Comitato Recupero Estremo Persone Asociali", si era messa in testa di voler "salvare" Harry e Ron che non potevano far altr che sorridere ai suoi discorsi.
Le avrebbe riposto dopo, aveva fretta.
Mentre camminava ripensò al sogno.
Dunque lui era un mago, questo lo ricordava bene, e sconfiggeva il cattivo: Voldemort.
A quel punto sussultò.
Inizò a tremare fortemente.
Voldemort..... Come era possibile ? Nel suo sogno il cattivo era la cosa che nella reltà gli recava in assoluto una grandissima gioia.
Voldemort era un nome in codice che usavano lui e Ron per parlare dell'eroina, ne prendevano tantissima ed era il tipo di droga che più preferivano.
Strano era il destino, lui, Harry, amava infinitamente la cosa che aveva ucciso i suoi genitori.
Lily e James erano morti per un overdose da eroina, erano stati uccisi dall'eroina,erano stati uccisi da Voldemort.
Sussultò ancora.
Stava impazzendo.
Come era possibile ? I sogni non dovrebbere essere assolutamente senza senso ?
Iniziò a tremare.
Non si era reso conto che era arrivato davanti alla porta di casa del dottor Silente.
Si sentiva malissimo, il suo cervello viaggiava veloce, forse avrebbe dovuto andare a casa.
Si girò per andar via ma la porta si aprì.
Apparve un vecchio con una lunga barba bianca. Era in vestaglia e i suoi occhi azzurri apparivano limpidissimi dietro gli occhiali a mezzaluna.
"Eccoti Harry, ti stavo aspettando."
"Dottor Silente..io.. non saprei. Nella mia testa... ho sognato... Ci sono dei collegamenti o forse no.. era un' allucinazione... un sogno.E' nella mia testa vero ? Non è reale...."
Era palesemente sconvolto.
Silente sembrava invece molto tranquillo.
Gli appoggiò una mano sulla spalla, lo guardò negli occhi e poi gli sussurrò: " Certo che è successo dentro la tua testa, Harry. Ma perchè diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?"
   
 
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