28/05/2009
7 recensioniNon appena avrai
finito di essere bambino, lo perderai.
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Lenta. Così lenta da apparirti esasperante.
E piacevole.
Piacevole, delicata e dolce.
La lama scivola nella tua gola, la trapassa e ti uccide. O almeno dovrebbe ucciderti...
Che senso può avere questo sottile e crudele piacere?
Cosa c'è di eccitante nel tenue sapore di sangue che ti invade la bocca, nel ghigno che si dipinge di fronte a te?
Allunghi le braccia verso di lei. La sfiori e sorridi.
-Che cazzo stai facendo?-
Ma il tuo sussurro è molto più somigliante a un rantolo.
-Che cazzo te ne importa?-
E hai di nuovo la conferma che è lei l'unica che, quasi sicuramente, ha la prontezza di tenerti a bada.
-Tanto non puoi ammazzarmi-
-Posso farti male.-
Ti guarda con sfida e ti appare sensuale. Vorrebbe ucciderti e ti appare eccitante.
Non hai mai riflettutto su quanto possa risultare ambiguo agli occhi degli altri il tuo modo di vedere le cose? Come il tuo punto di vista riesca talvolta ad essere così diverso?
-A me piace se mi fai male. Mi ecciti.-
Sorridi strafottente e resti sdraiato sotto di lei.
Calmo. Forse anche più di prima.
Per tutta risposta Temari spinge.
Affonda il metallo freddo nella tua gola. Fino a che tu non senti quel piccolo gelo contro la carne, una sensazione di soffocamento e le gocce di sangue che lungo il collo scivolano, fino a macchiare le lenzuola bianche. Troppo pure e candide per coprirvi.
-Non riesci più a ridere, vero?-
E' quello che in realtà vorresti fare. Scoppiarle a ridere in faccia.
Ma purtroppo puoi solo limitarti ad un accennato, ma molto strafottente, sorriso, mentre senti il sangue che si muove nella tua gola e sulla tua gola, mentre osservi lei che indignata preme la lama con più forza.
Per un attimo non hai smesso di osservare il suo corpo, ancora nudo e accaldato, sopra il tuo. L'abbondante seno e i fianchi serrati lungo i tuoi.
In fondo non hai mai smesso di cercarla, di desiderarla. Non hai mai smesso di giocare con lei. Come un bambino. Come un bambino che resta affascinato da qualcosa di nuovo, di mai visto. Come un bambino che scalpita ed urla fino a che non riesce ad ottenerla.
Lei è il tuo giocattolo.
La desideri, quanto desideri farti del male. Che ti sbriciolino i demoni, che ti mangino le bestie, che ti soffochi una frana.
Come un bambino dalla mente satura e tiepida di divertimenti.
-Adesso ti piace?-
Continua a guardarti con aria di sfida. E pazientemente aspetta che tu la accolga, per poter vincere, per poter strafare.
-Certo.-
Il tuo sussurro. Quanto di più simile a un lamento esista.
-Temari.-
Per un attimo lei ti guarda, accennando alla compassione, ma subito dopo dubiti che ne abbia mai dimostrato o avuto.
E difatti aumenta la pressione.
-Temari.-
Il suo nome esce nuovamente dalle tue labbra. E lei continua a fissarti, per odiarti, per capirti. Con l'anima tutta concentrata, coglie il proprio sguardo ed il tuo. Vuole ammutolirti, vuole zittirti per sempre.
Ma non è questo il gioco che amate di più? Sfidarvi, voi e il mondo, infrangere le regole. Con la vostra passione infantile e la vostra infantile follia.
Proprio come due bambini, mai stanchi di sporcare i loro vestiti, di renderli logori. Giocate e giocate. Giocate con parole colleriche e azioni violente.
Senza capire che il tessuto può strapparsi. Senza capire, alla fine, che ogni bambino cade e si fa male.