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Autore: kohay90    15/01/2017    1 recensioni
"E' così…"
Kagami stava nervosamente fermo all'entratata della porta, gli occhi cremisi schizzavano su ogni angolo della stanza, dalle tende color blu alla parete coperta di varie foto, tutto per non ricambiare lo sguardo penetrante dell'uomo di fronte a lui.
L'uomo dalla carnagione scura lo osservava incuriosito mentre con noncuranza si appoggiò alla scrivania coperta anch'essa da una varietà di disegni sia monocromatici che colorati.
"Non hai mai fatto tatuaggio, eh?"...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti eccomi qui con una nuova AoKaga, spero vi piacciaXDD. Vi prego di commentare è davvero importante per me sapere se ci sono degli errori o se sto migliorando un pochino nella scrittura, grazie a tutti è buona lettura. ^^




PER UNA SCOMMESSA.



"E' così…"
Kagami stava nervosamente fermo all'entrata della porta, gli occhi cremisi schizzavano su ogni angolo della stanza, dalle tende color blu alla parete coperta di varie foto, tutto per non ricambiare lo sguardo penetrante dell'uomo di fronte a lui.
L'uomo dalla carnagione scura lo osservava incuriosito mentre con noncuranza si appoggiò alla scrivania coperta anch’essa da una varietà di disegni sia monocromatici che colorati.
"Non hai mai fatto tatuaggio, eh?" 
Kagami colto con le mani nel sacco, si morse il labbro inferiore e si scompigliò i capelli in un gesto nervoso, ancora si ostinava a non ricambiare quegli occhi blu scuro, inspiegabilmente sentì le guance prendere fuoco. "Uh... si..." 
"Capisco."
L'uomo si avvicinò, le labbra sottili si curvarono verso l'alto per quello che poteva sembrare un sorriso ma, in realtà era un ghigno divertito a causa del comportamento del ragazzo. "Bene... mi presento, sono Aomine Daiki e sarò il tuo artista per le prossime due ore. Hai già scelto con Satsuki il disegno che vuoi fare?" 
Kagami ancora incerto mostrò il disegno, per fortuna aveva scelto la sagoma di una piccola tigre senza colore per le strisce, qualcosa di semplice senza particolari ben definiti. 
Dopo aver visto il disegno Aomine si allontanò dalla scrivania e si avvicinò alle tende blu scostandole quel pò che serviva per mostrare una piccola stanza, composta da un letto inclinato un pò come una sedia sdraio, una macchinetta per tatuaggi e uno scaffale pieno zeppo di diversi colori.
"Possiamo iniziare subito." Disse il tatuatore prendendo un paio di guanti in lattice, poi indicò la sedia invitandolo ad accomodarsi, "Il disegno che hai scelto non è particolarmente grande, se accetti un consiglio potresti farlo dietro al collo. Fidati meno lo vedi meno te ne penti di averlo fatto."
Il cuore di Kagami perse un battito mentre il viso se possibile diventò ancora più rosso per l'imbarazzo, avrebbe preferito scappare via e mandare a quel paese tutto quanto ma  c'era una ragione per cui non poteva scappare. 
Solo che... come avrebbe spiegato all'altro il punto dove avrebbe dovuto farlo?
Aomine lo osservò incarnando un sopracciglio poi disse seccato. "Sei davvero sicuro di volerlo fare? Non sembri il tipo a cui piacciono i tatuaggi." 
Aveva ragione, perfettamente ragione. 
Il suo sguardo vagava sul corpo di Aomine che indossava una canotta di cotone bianca che risaltava sulla sua pelle scura e dei jeans non troppo stretti, sull'avambraccio destro aveva disegnato una pantera mentre sulla spalla un tribal coperto per metà dalla canotta, il rosso si ritrovò a pensare se avesse altri tatuaggi sugli addominali o magari sulla schiena coperti dalla maglia.
“Allora… Mi dici perché sei qui?” sbuffò seccato il moro mentre osservava lo strano comportamento del ragazzo, di certo non poteva perdere tutto il suo tempo con quel ragazzino, con fare seccato si sedette osservandolo enigmatico chiedendosi la ragione per cui il rosso fosse venuto a fare un tatuaggio visto che come aveva effettivamente notato non voleva. 
Gli scappò una leggera risata che stupì Kagami, “Scusa non volevo ma, mi stavo appunto chiedendo la ragione per cui sei venuto qui, se non hai voglia di farlo.” 
Kagami prese un respiro profondo è finalmente di fece coraggio, si tolse le scarpe, slacciò la cintura e abbassò i pantaloni sotto lo sguardo allibito di Aomine.
“Ho perso una scommessa.” disse poi sedendosi sulla sedia divaricando le gambe
mostrando così il punto dove avrebbe dovuto fare il tatuaggio.
“Ho perso contro un mio amico ad una gara, il prezzo da pagare era quello di farmi fare un tatuaggio all‘interno gamba. ” confessò Kagami ormai rosso in viso per l’imbarazzo.
“Farò tutto il possibile per non farti male.” rispose il moro con un sorriso ma, si sentì alquanto strano quando aveva visto Kagami togliersi i pantaloni, sedersi e divaricando le gambe con quel delizioso rossore sulle guance.
Sbatté più volte le palpebre. “In ogni caso, dovrai divaricare un pò più le gambe.” 
Kagami era sul punto di esplodere dall'imbarazzo ma, fece comunque come gli era stato chiesto e anche se indossava i boxer era un po’ strano vedere Aomine in piedi tra le sue gambe. 
Deglutì appena pensando che in fondo era solo un tatuaggio mentre dall'altra parte Aomine stava avendo gli stessi pensieri, c’era qualcosa di invitante nel vedere il rosso disteso con le gambe divaricate sforzandosi di contenere l’imbarazzo anche se inutilmente, questo non andava bene per il suo cervello. 
Cercò di calmarsi schiarendosi la voce, prendendo il necessario per iniziare il suo lavoro. “Sono il ragazzo più abile ed esperto qui.” forse parlare l’avrebbe aiutato a distrarsi ma, Kagami lo fissò stupito mentre lui si diede mentalmente dello stupido, si rese conto che quello che  aveva appena detto sembrava avesse un significato erotico quindi provò una tattica diversa. “Ti garantisco che renderò la tua prima volta il più indolore possibile.” concluse con un sorriso.
Ma il rosso chiuse gli occhi grattandosi nervosamente la fronte  pensando, “Ma lo fa apposta?”
Il moro resosi conto della seconda cazzata che aveva sputato decise di stare in silenzio almeno per le prossime due ore, tossì nervosamente poggiando una mano sulla coscia di Kagami provocandogli un leggero brivido che avvertì distintamente. 
Come descrivere quel contatto? 
La sua pelle era liscia e morbida nonostante avesse una buona tonicità muscolare, alzò un po’ lo sguardo e quello che vide mandò il suo cervello in un pallone. Il corpo di Kagami anche se leggermente era invaso dai tremori, mentre teneva gli occhi chiusi e involontariamente si morse il labbro inferiore, per un attimo il moro avrebbe voluto assaggiare quelle labbra cosi invitanti. 
Scosse di nuovo il capo per scacciare via quei pensieri cosi assurdi e dannatamente pericolosi nei confronti di quel ragazzo, infondo era solo un cliente come un altro a cui avrebbe dovuto fare un tatuaggio, cosi con mano tremante iniziò il suo lavoro cercando di parlare questa volta formulando bene le parole per non creare altri imbarazzi.
“Allora, di che si trattava la scommessa?” chiese leccandosi le labbra per concentrarsi.
Dall'altra parte Kagami smise di torturarsi le labbra aprendo leggermente gli occhi.
“Ieri sera io è alcuni miei amici siamo andati in un pub, ci siamo sfidati a una gara di bevute e io che non sopporto l‘alcol purtroppo ho perso al primo giro. Uno di loro mi ha raccomandato questa clinica e forse lo conosci, sembrava davvero ansioso di farmi venire qui.” rise piano. 
Il disegno non era molto grande quindi non ci vollero nemmeno due ore, stava cercando di fare tutto il possibile per non fargli sentire alcun dolore, si stupì di se stesso. “Davvero… come si chiama?”
“Kuroko Tetsuya.” rispose.
Aomine rimase scioccato nel sentire quel nome, stava quasi per far cadere i suoi attrezzi, “Tetsu?!” disse ancora allibito.
Fece un respiro profondo, Aomine lo conosceva molto bene, lui e Tetsu erano amici  da molto tempo e quest’ultimo sapeva bene della sua passione per il basket, ma ultimamente dentro di se qualcosa era cambiato. Aveva smesso di provare qualcosa quando vinceva una partita, la passione per il basket a lungo andare si stava spegnendo a causa delle sue abilità innate, ricordò molto bene quello che gli disse il piccoletto qualche giorno prima, gli disse che conosceva un ragazzo che come lui amava il basket più di chiunque altro, bravo quanto lui e quel ragazzo era proprio li seduto davanti a lui con un espressione imbarazzata. 
Aveva progettato ogni cosa, era a conoscenza della mancata tolleranza d’alcol del rosso, cosi da poterlo condurre qui con una scusa per farlo incontrare con lui. 
Avvolte era davvero spaventoso quel piccoletto.
“Lo conosci?” chiese il rosso accigliato.
“Scherzi? Io e lui siamo amici da molto tempo.” ripose mentre completò il suo lavoro riponendo gli attrezzi, poi prese un tubetto di crema spalmandone un po’ sul tatuaggio, e infine lo avvolse con la pellicola per evitare che la garza assorbisse la crema. “Dovrai stare un po’ con questo.”
“Oh, ma come siete carini.” di scatto si voltarono entrambi verso il suono di quella voce inaspettata, trovandovi Kuroko fermo all’entrata che li stava osservando con il cellulare fra le mani, “Ci vuole una bella foto.” è scattò lasciando i due con un espressione attonita e imbarazzata per la foto.
“Tetsu, non si riesce a vedere il tatuaggio da li.” disse il moro infastidito dal suo comportamento, poi chiese, “Da quanto tempo eri li?” 
“Ma io non sono venuto per vedere il tatuaggio.” rispose Kuroko fingendo di non aver sentito la sua domanda, poi  uscì dalla stanza gongolando, intanto Kagami si alzò dal lettino, si vestì in fretta e furia e gli corse dietro chiedendogli delle spiegazioni.
“Tu… tu hai pianificato tutto questo non è vero? Ehi!” ma non ricevette nessuna risposta.
Aomine sbuffò guardando la figura di Kagami sparire lentamente, in quel momento ripensò alle sensazioni che aveva provato nei confronti di quel ragazzo, sorrise a quel pensiero e per qualche ragione a lui incomprensibile sperò con tutto il cuore di rivederlo.
Dopo due settimane non si aspettava che questa sua speranza si realizzasse nello stesso identico modo.
“Va bene,” Aomine sospirò. “questo non è quello che intendevo quando ho detto che volevo rivederti.”
“Scusa?”
“Niente!” Rispose Aomine mentre ispezionava la punta del suo strumento. “Ora stai fermo devo completare la coda.”
Il rosso disteso di nuovo sulla sedia con le gambe divaricate, gemette sentendo la puntura dell’ago sulla pelle, nascose il viso fra le mani.“Non posso credere che sia successo di nuovo…”
“Già.”
“Avresti dovuto fermarmi.” disse sussultando.
“Beh… non sapevo che Tetsu aveva in corso un‘altra scommessa.” rispose il moro mentendo, era a conoscenza della nuova scommessa e ammetteva che avrebbe dovuto fermarlo, ma l’immagine di Kagami ubriaco, spavaldo e sicuro di se era stato così divertente e… tremendamente adorabile che Aomine non si era preoccupato di fermarlo.
Da un paio di settimane aveva iniziato ad uscire con Kagami, sia con gli amici e sia per una semplice partita a basket, doveva ammettere che giocare con il rosso era dannatamente divertente, si rese conto che avevano molto in comune e questo lo portò a provare una certa attrazione nei suoi confronti. 
Questo era ciò che irritava Aomine.
Erano amici, solo amici.
Per quanto provasse a catturare la sua attenzione o tentava di sedurlo Kagami si dimostrava indifferente, non sapeva come interpretare questo suo modo di fare non pensava che fosse tanto stupido da non capire. Il peggio era che ad ogni reazione da parte del rosso reagiva sempre in un modo dannatamente adorabile e sexy, ridendo apertamente o quando in una partita casualmente i loro corpi si sfioravano.
Era una tortura. 
“Ehi, Aomine mi stai ascoltando?”
Aomine sbatté le palpebre, sorridendo con imbarazzo.“Scusa.”
Kagami sospirò roteando gli occhi. “Beh, almeno il disegno è bello. Non so perché ma sembra che Kuroko sia ossessionato dai gatti selvatici.” disse osservando il nuovo tatuaggio, a causa della scommessa persa Kagami era di nuovo ritornato in quel centro a farsi fare un nuovo tatuaggio, questa volta l’animale scelto dal piccoletto era una pantera. “Bene, cosi ho una tigre sulla gamba destra e una pantera a quella sinistra.” borbottò leggermente infastidito.
“La tua arte è davvero bella.” continuò sincero suscitando nel moro un leggero imbarazzo.
“Grazie.” sperò che il colore della sua pelle attutisse il rossore che si era creato, poi vedendo i due tatuaggi decise di fare un altro tentativo. “Ehi, se chiudi le gambe è come se la tigre e la pantera si stessero baciando.”
Ma come al solito il rosso si dimostrò indifferente, mentre alzatosi dalla sedia iniziò a rivestirsi per poi salutarlo è uscire salutandolo con uno dei suoi meravigliosi sorrisi, quello speciale che mostrava solo ed esclusivamente a lui e a nessun altro.
Aomine nascose il suo sguardo deluso per l’ennesimo insuccesso. “Quindi, è una causa persa eh?”
“Credo che quel commento sia stato troppo vago per lui, Aomine- kun .”
Aomine Brontolò infastidito. “Tetsu, ho un enorme pantera tatuata sulla schiena e sul braccio, mentre il suo nome significa tigre, come poteva non farlo? Non capisco se è davvero stupido o finge di esserlo.”
“Ho fatto la seconda scommessa per aiutarvi ma non ha funzionato,” sospirò Kuroko massaggiandosi la fronte. “Sinceramente non capisco chi di vuoi due è più stupido dell‘altro, forse lui non è adatto per te.” confessò.
“Cosa?!” chiese infastidito, ma Kuroko restò a sorseggiare il suo frullato senza proferire parola.
“Basta, time-out.” affermò due ore più tardi Kagami ormai stanco per aver giocato contro Aomine, come ogni giorno i due si incontravano tutti i giorni al campo di basket per giocare, e come al solito concentrati sulla partita non si resero conto dell’ora ne del fatto che erano stanchi e sudati.
“Ok” rispose Aomine mentre aveva appena svuotato la sua bottiglia d’ acqua sulla testa, - quel caldo era insopportabile- le goccioline d’acqua percorrevano sinuose il suo viso, poi per il collo fino a finire sotto la canotta bianca. 
Inconsciamente il moro iniziò a scuotere il collo della sua canotta nel vano tentativo di farsi un po’ di vento quel caldo era insopportabile, tutto sotto lo sguardo affascinato del rosso che osservava ogni suo movimento. 
Amava quei tatuaggi su quella pelle scura, amava il modo in cui si muovevano su quei muscoli contratti, era come se ad ogni suo movimento prendessero vita su un corpo da favola. “Ne ho abbastanza.” disse senza rendersi conto di aver dato voce ai suoi pensieri. 
“Cosa?” chiese Aomine.
“Mi piaci.” mormorò il rosso e prima che il moro potesse dire qualcosa continuò,
“Mi piaci da un po‘. Ero indeciso se confessartelo o meno avevo paura che tu mi allontanassi ma, dall'altra parte volevo provarci.”
Aomine non poteva davvero dire nulla, la metà della sua mente stava pensando a quanto Kagami fosse tremendamente carino con il suo solito broncio mentre, l’altra metà stava cercando di elaborare ciò che aveva appena sentito, per due settimane si era spremuto il cervello per tentare di sedurlo è invece anche Kagami provava lo stesso per lui. Il suo corpo di mosse da solo, si trovò a camminare verso il rosso, una volta avvicinato a lui allungò un braccio e con una mano gli afferrò il collo tirandolo verso di se per poterlo baciare, un bacio che non aveva nulla di casto.
Finalmente era riuscito ad assaporare quelle labbra e ammise che il suo sapore era e dir poco delizioso, con fare famelico si godeva quelle labbra, e Kagami non era da meno allo stesso modo ricambiava quel bacio dando vita cosi ad una nuova sfida.
Dopo qualche minuto furono costretti a separarsi per mancanza di ossigeno, la lingua del rosso scivolò sulle sue labbra con un innata sensualità che fece impazzire Aomine.
“Ho pensato che tu fossi stupido.” gemette Aomine.
“Cosa?” chiese Kagami preso dal momento, non lo stava davvero ascoltando.
Le mani di Aomine si insinuarono furtive nell’elastico dei pantaloni del rosso, sfoggiando uno dei suoi maliziosi ghigni poi disse. “Lo sai? Ho una voglia matta di vedere quei tatuaggi… ora!” 
In un primo momento Kagami restò ad osservarlo stupito per qualche secondo, poi ricambiò il suo ghigno malizioso, “Ho capito.” insinuò le mani sotto la sua canotta sentendo sotto i suoi polpastrelli i muscoli piacevolmente contrarsi. 
“In cambio io voglio vedere i tuoi.” continuò mentre entrambi si diressero verso l’appartamento di Kagami.






 

  
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