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Autore: _Heide    15/01/2017    1 recensioni
Arya Stark è tornata a Grande Inverno e mai, come quando i ricordi riaffiorano nella mente, ha sentito così tanto freddo in quella casa che un tempo era il centro del suo focolare.
{ Accenni Arya/Gendry | Arya!centric | Nominati anche Sansa e Jon | Angst }
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters, Nymeria
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vi consiglio di ascoltare So cold mentre leggete per capire cosa mi passava per la testa mentre la scrivevo. 

So cold

 

Oh, you can't hear me cry

see my dreams all die,

from where you're standing

on your own.

 

Da sola, nella sua camera a Grande Inverno, Arya piange. Lì, dove nessuno può vederla o sentirla, dove può finalmente crollare e non dover fingere di essere in grado di rialzarsi senza alcuna ferita sanguinante ma solo con cicatrici che le ricordano con quanto ardore abbia combattuto per metà della sua vita. Senza nessuno a contare su di lei, può permettersi di arrendersi almeno per un po'. Non pensava che sarebbe mai tornata in quella casa così lontana da dove si trovava prima, dispersa nelle Città Libere dove nessuno conosceva il suo nome, facendole temere di arrivare a scordarlo lei stessa.

 

It's so quite here

and I feel so cold,

this house no longer feels like home.

 

Arya Stark, si ripeteva ogni notte, al di là del Mare Stretto.

Sei una Stark di Grande Inverno, non devi dimenticarlo. Ogni notte, prima dei suoi nomi dell'odio, si ripeteva quelle parole, pregando di poter finalmente tornare a casa sua, di riunirsi alla sua famiglia. Ma la mia famiglia è morta, ricordava poi e non c'era più nessuna ragione di ricordare chi fosse e da dove venisse.

Non importava più sapere dove fosse la sua casa se non c'erano più Stark ad abitarla.

Quella stessa casa a cui ormai non si sentiva più di appartenere. C'era sua sorella Sansa e Jon. Loro li aveva ritrovati, ma non bastavano. Non bastavano mai a far sparire gli incubi che popolavano le sue notti, non bastavano a tenere a freno i ricordi che la torturavano con il dolore e la sofferenza che si portavano dietro. C'erano così tanti vuoti dentro di lei. Aveva perso così tante persone, aveva tolto così tante vite lei stessa...

Ed è in quei momenti, seduta sulla panca sotto alla finestra – l'unica, a differenza di quelle dei suoi fratelli, o che perlomeno erano state dei suoi fratelli, che si affaccia sulla Foresta del Lupo e non sul cortile di Grande Inverno[1] – che i ricordi riaffiorano come le stalagmiti di ghiaccio salgono verso l'alto nelle grotte del Nord.

 

Oh, when you told me you'd leave

I felt like I couldn't breath.

My aching body

fell to the floor.

 

Ed Arya ricorda i suoi occhi, come la guardavano mentre le fiamme all'interno della grotta si specchiavano nel blu limpido delle sue iridi. Ricordò la tristezza che c'era nella sua voce mentre le diceva quelle parole piene di malinconia, nonostante – si vedeva chiaramente – facesse di tutto per celarla.

«Non ho mai avuto una famiglia.»

Ricorda ancora il suono della sua stessa voce, che usciva spezzata dalle sue labbra, senza che potesse far nulla per impedirlo. «Posso essere io la tua famiglia.» gli diceva mentre lo guardava con il timore che anche lui se ne andasse, che anche lui la lasciasse sola a giocare quella partita che non aveva mai voluto iniziare.

Arya ricorda la stretta al petto che si era sparsa ad attorcigliarle lo stomaco, mentre lui la correggeva con quella sua voce roca che ormai da tanto tempo aveva iniziato a ritenere così familiare e che le trasmetteva la calma di cui aveva bisogno nelle notti in cui il ricordo della testa mozzata di suo padre spargeva il sangue davanti ai suoi occhi. «Non saresti la mia famiglia. Saresti la mia lady.» diceva guardandola dritta negli occhi e questo, quello sguardo fisso nel suo, era proprio quel gesto a ferirla di più. Arya sapeva come la sofferenza si era riversata nei suoi occhi in quel momento, ne era consapevole come lo era della prossima alba e quello la feriva di più: lui si rendeva conto di ciò che le stava facendo rivolgendole quelle parole, si rendeva conto di quanto la ferissero e di quanto la spaventassero. Arya aveva capito, con quelle parole, che lui intendeva abbandonarla come tanti altri – prima di lui – avevano fatto. Arya sarebbe stata nuovamente da sola.

 

Then I called you at home

you said that you weren't alone.

I should've known better

now it hurts much more.

 

E poi pensa a come è stato preso dalla Donna Rossa, come i suoi uomini lo abbiano afferrato per le braccia e a come lei si sia sentita imponente di fronte a quella scena. Non era una danzatrice dell'acqua: Syrio Forel non avrebbe mai permesso che un suo amico – o forse qualcosa di più? – venisse catturato a quel modo. No, Syrio l'avrebbe impedito. Continuava a ripetere di essere qualcosa che in realtà non era e che non sarebbe mai stata. 

Arya vorrebbe tanto tornare a quel tempo, ma essere come è adesso: più grande, più forte, più abile nel maneggiare la spada. Ma ancora adesso non poteva definirsi una danzatrice dell'acqua: no, era solo una ragazza che aveva imparato ad uccidere e che ne aveva fatto la sua vita, la sua sopravvivenza.
Adesso Ago se ne sta nella cintura che tiene sempre legata in vita, ma è ormai da tanto tempo che non la usa, al suo posto c'è una lama bastarda – come quella di suo fratello Jon, infatti l'ha fatta forgiare lui, uguale a Lungo Artiglio – ma che a differenza di quella di suo fratello, sull'elsa non ha un meta-lupo bianco con gli occhi rossi, ma uno identico a Nymeria. 

Ed è proprio la meta-lupa a tenerle compagnia in quei momenti così bui.

Quando Arya era tornata a Grande Inverno, pochi giorni dopo era stata raggiunta dalla meta-lupa, più grande e maestosa che mai. Sapeva che ero qui, si ripeteva lei, sapeva che ero sola, si correggeva ogni volta. E con il muso di Nymeria posato in grembo, le mani affondate nel pelo chiaro, Arya si sente un po' meno sola. Il freddo c'è sempre, quello non se ne andrà mai, ma è un gelo che a lei piace, un gelo che le ricorda chi è: che lei è del Nord e non importa quante persone abbia perso e quale vuoto le abbiano lasciato dentro, il freddo appartiene al Nord ed il Nord appartiene agli Stark da secoli.  

 


[1]: Non so come siano messe le stanze a Grande Inverno, sinceramente, forse Arya non ha nemmeno una finestra [XD], ma mi piaceva l'idea di Arya che guarda la Foresta del Lupo invece che il cortile [ho immaginato che tutte le altre stanze dei fratelli Stark si affaccino sul cortile come quella di Bran]. Dunque prendete con le pinze le mie parole (?) ahahahah. 
 


Parlando di cose serie: non so che cosa sia.
Inizia in un modo molto malinconico (?) e poi finisce con Arya che ritrova la forza che le viene data dal Nord perché, dopotutto, non potevo descrivere una Arya "debole" o che si arrende. Il sangue del lupo scorre troppo forte in lei e il freddo non le fa niente u.u 

Comunque, vi spiego: fosse stata una situazione diversa non mi sarebbe mai venuto in mente di scrivere una storia del genere, ma stavo ascoltando So cold e mi è venuta l'ispirazione per una cosa così e non potevo scriverla diversamente.
Non è propriamente una Gendrya ma dovevo scrivere qualcosa su di loro e quindi, perché no? visto che avevo già l'ispirazione per una storia su Arya l'ho allargata anche a Gendry - più siamo meglio è, no? XD. 
Ne scriverò altre su di loro per vostra sfortuna e la prossima mi sa proprio che sarà AU.
Non vorrei essere sfociata nell'OOC, dopotutto è solo la seconda che scrivo su GoT e non mi sono ancora ambientata per bene nel descrivere i personaggi, quindi aspetto un vostro parere :3
Beh, alla prossima spero che qualcuno recensisca. Ogni commento, buono o brutto è sempre ben accetto per migliorarmi. 
Tanti baci,
Ginevra ♥

   
 
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