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Autore: Piuma_di_cigno    15/01/2017    2 recensioni
Se potessimo sapere l'esatta data in cui un evento sconvolgerà la nostra vita per sempre, cosa faremmo nell'attesa? Quando Tessa si ritrova in questa situazione, risponde alla domanda in modo molto semplice: lei se ne starebbe a letto per giorni e giorni e sbatterebbe il mondo fuori dalla porta. Questo finché la sua amica Lia non piomba nella sua stanza la mattina presto e la trascina su un treno per una vacanza di una settimana che le cambierà la vita.
Una sola settimana e Tessa si ritrova a provare tutte le follie dell'universo: da tuffi notturni, a scorpacciate di marshmallow fino all'amore ...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16 – La scelta

 

Nessuno era più felice di me quella sera; il sogno che avevo sempre sperato si avverasse era effettivamente diventato reale: la mamma stava bene. Anche adesso la mia vita non era perfetta, perché io continuavo a non sapere come sarebbero andate le cose e la malattia poteva riprendere il sopravvento o poteva capitare qualcosa a me; non ero immune dagli incidenti solo perché avevo ricevuto una buona notizia, ma... Accidenti, mi sembrava davvero di esserlo.

Ero un agglomerato di gioia ed euforia, che sentivo scorrermi nelle vene e far battere il mio cuore, come se fosse lei a tenermi in vita e non il cuore stesso. Mi sembrava di volare e di poter fare qualsiasi cosa, mi sembrava che il mondo splendesse di colpo, in un certo senso come quando ero con Daniel ma in modo diverso e di più. Era bellissimo. Lia fu felice per me e le fui grata per questo nonostante capissi il suo silenzio e le sue espressioni a volte cariche di tristezza e rimpianto: era spaccata in due in fondo. Contenta per me e tuttavia consapevole che le cose per lei erano diverse e forse non sarebbero migliorate.

Feci del mio meglio per tirare su di morale anche lei mentre mi preparavo per uscire con Daniel; le avevo chiesto di venire con noi ma a quanto pareva non era proprio in vena, senza contare che aveva tutte le ragioni per non desiderare, come aveva detto lei stessa, di essere il terzo incomodo. Così lasciavo che mi truccasse cercando di non sporcare il mio modestamente splendido vestito nero: era incredibile come rilassandomi e andando un paio di volte a correre il mio fisico si fosse modellato secondo le mie esigenze. Non ero proprio dimagrita, ma adesso in qualche modo mi piacevo di più. Lia fu come al solito fin troppo generosa con chili di ombretto dorato che illuminò i miei occhi, rossetto rosso sfavillante, troppo appariscente per i miei gusti, fondotinta e capelli sciolti sulle spalle e leggermente arricciati. Se fosse stato un giorno normale avrei detto che conciata così ero decisamente troppo audace e che era il caso di vestirmi in un altro modo, ma adesso, lì... Non era solo per la felicità che mi riempiva il cuore e ogni cellula del corpo, no, era anche un atto di ribellione: per tanti anni della mia vita ero stata una brava studentessa, sempre diligente, sempre attenta alle regole e ai desideri degli altri, mai uscita con qualcuno in vita mia, ma adesso ero stufa. Ero stanca di fare tutto per bene senza mai oltrepassare i limiti perché ora avevo finalmente il coraggio di scegliere da sola e adesso sceglievo di divertirmi e dimenticare un po' di responsabilità. Incredibilmente cominciavo a pensare che forse io aspettassi solo quella settimana; ero già pronta per diventare più forte e più adulta, solo che non lo sapevo. Avevo bisogno di essere messa alla prova.

Mentre indossavo i tacchi lanciai un'occhiata a Lia che nel frattempo stava mettendo i vestiti nella sua valigia e stava trafficando con il beauty case. Aveva un'aria crucciata, come se stesse riflettendo intensamente su qualcosa e per un momento, come per scherzo, pensai tra me e me che magari persino lei avrebbe voluto rimanere lì più tempo. Poi però guardandola mi venne in mente che tutto questo era opera sua e così sorrisi.

“Lia?”

Lei alzò la testa e mi guardò.

“Sì?”

“Grazie per questa vacanza. All'inizio devo averti odiata, ma... Grazie.”

Lia sorrise.

“Figurati. Forse serviva anche a me...” di nuovo quell'aria meditabonda. Aprii la bocca per chiederle a cosa stesse pensando quando suonò il campanello e io sentii gioia, euforia ed ansia condensarsi in un'unica grande palla che dallo stomaco risalì alla mia vola e mi indusse a fare un sorriso ebete e a volare dritta verso la porta. Naturalmente era Daniel, che mi sorrise. Lui era più sobrio di me, indossava solo una camicia nera e un paio di jeans ma stava bene lo stesso.

“Sei bellissima.”

“Grazie.”

“Andiamo?”

“Sì.”

Mi voltai verso Lia.

“Io vado! Ci vediamo dopo, ho con me il cellulare.”

Lei sorrise e annuì e io seguii Daniel fuori dalla porta.

 

POV Lia

 

Quando Tessa uscì l'appartamento mi sembrò stranamente vuoto così accesi la tv e mi distesi sul letto alla ricerca di un film. In realtà non cercavo niente di particolare perché stavo pensando a tutt'altro; la tentazione di dire a Tessa cosa mi passava per la testa era grande ma avevo paura di farlo e non potevo evitare di immaginare quello che mi avrebbe detto.

“No Lia! Ma dai, stai scherzando per caso?? Non puoi fare qualcosa di tanto stupido! E poi, pensa allo studio! Come pensi di fare per tutta l'estate? E come farai con la scuola? No no no!” mi sembrava proprio di sentirla. No, non potevo dirle niente. Era evidente che sarei dovuta tornare a casa e basta. Per un istante pensai a Raphael e mi convinsi che in qualche modo l'avrei rivisto; dai, dovevo rivederlo. Finalmente avevo trovato qualcuno che forse mi capiva, non poteva finire così, no? Nei libri non finiva mai così, perché avrebbe dovuto farlo adesso? E proprio a me, poi? Non mi aveva nemmeno dato Harry Potter... e se non me l'aveva lasciato per non avere una garanzia di rivedermi? Ormai avevo cambiato opinione su di lui: mi era piaciuto non essere per una volta forzata a rivelare i miei segreti a uno sconosciuto presuntuoso. E oltretutto i suoi occhi erano bellissimi. Come nei libri e nei film.

In tv c'era poco e niente, perciò presi Orgoglio e pregiudizio e mi misi a rileggerlo per l'ennesima volta. Quasi rimpiangevo di non essere uscita con Tessa... Quasi. A vedere come la guardava Daniel sarebbe stato troppo imbarazzante essere lì con loro. Chissà se l'avrebbe baciata... Lei tendeva ad allontanare un po' tutti in senso fisico – non le piacevano gli abbracci -, ma sembrava che con lui stesse facendo un'eccezione.

In quel momento bussarono alla porta. Sorpresa mi alzai e aprii la porta senza nemmeno pensare di guardare attraverso lo spioncino: era Raphael con un sorriso sghembo stampato sul viso e l'aria da Stregatto.

“Prima che tu dica qualsiasi cosa,” mi anticipò, “so che sto sprecando il terzo appuntamento, ma dovevo darti la mia copia di Harry Poter e poi passavo di qui e ho visto Daniel e la tua amica andarsene quindi ho pensato che forse ti andava un po' di compagnia.”

Sorridendo mi spostai per farlo entrare.

“In effetti sì. Sono da sola e mi sto annoiando un sacco...”

Lui entrò, si chiuse la porta alle spalle e mi mise in mano Harry Potter e la pietra filosofale. Con un sorrisetto io gli porsi la mia copia di Orgoglio e pregiudizio.

“Trattalo bene.” mi ammonì lui.
“Vale anche per te” ma sembrava più uno scherzo perché sapevamo che entrambi l'avremmo fatto.

“Allora, vuoi o no un po' di compagnia?”
“Dai cerchiamo un film.”
Vidi una certa sorpresa nella sua espressione, ma non disse nulla e si sedette sul letto con la schiena contro il muro. Mi sistemai accanto a lui e iniziai a fare zapping mostrandogli che gran parte dei programmi di quella sera erano documentari e thriller, che alla fine mi convinse a vedere anche se la trama era inquietante: una ragazza poco più grande di me e Tessa viveva sola e iniziava a ricevere telefonate anonime e a notare un tizio appostato fuori che la osservava. Era ovvio come sarebbe andata avanti ma mi spaventai lo stesso quando lui apparve all'improvviso davanti a lei e affondai le unghie nel braccio di Raphael facendolo ridacchiare.

“Dai Lia! Non dirmi che hai paura!”

“Senti, non sono affari tuoi se io ho paura...” brontolai io.

“Sì che sono affari miei” replicò lui circondandomi le spalle con un braccio “perché se hai paura posso fare questo.”

“Bene” commentai io ma non mi mossi. In effetti era confortante avere qualcuno che mi stringeva così, perciò lo lasciai fare. Emanava calore a differenza mia che ero sempre gelata. Mentre la ragazza veniva perseguitata da quello che si era rivelato essere un assassino e scappava nella notte, Drake iniziò una sorta di telecronaca del film: “Ecco, vedi quella luce? Dovevano metterla in un'altra posizione. Non illumina bene il viso della ragazza. E poi dai, perché sempre di notte? Non è realistico. Cos'ha addosso, una camicia?? Ma chi metterebbe una cosa del genere per dormire?? Le camicie sono scomode e difficili da stirare. Guardalo! Su, chi vuoi che ci creda? Un idiota si mette a perseguitare una così per divertimento...” alla fine il thriller fu divertente. I suoi commenti erano assurdi e mi dimostrarono che quel film non era neanche lontanamente spaventoso: ai suoi occhi era l'ennesima cavolata. Due ore passarono veloci.

“Faccio il latte. Lo vuoi anche tu?”

“Cioè, fammi capire: tu bevi il latte alle undici?”

“Sì, col cioccolato.”

“Okay allora. Latte anche per me.”

Preparai il latte e per tutto il tempo sentii che lui guardava quello che facevo. Era una sensazione strana, come se in un certo senso avessi qualcuno che controllava che l'assassino del film non entrasse dalla porta e mi ammazzasse.

“Quando ci rivedremo Lia?”

“Non lo so. Torno a casa domani, quindi...”
“Quindi che facciamo per il resto della notte?”

“Per il resto della notte? Stai scherzando, vero? Non so cos'abbia capito tu, ma io non ho intenzione di...”

“Non intendevo quello! Lia non sono mica un maniaco!”

“Okay okay!”

Ero un po' imbarazzata, ma mi accorsi che rideva e smisi di pensarci.

“E poi penso che Tessa tornerà prima di...”

“Naah, io non credo.”

“Perché?”
“Mh, pura intuizione.”

 

POV Tessa

 

Daniel realizzò quella sera uno dei punti sulla mia lista Cose da fare prima che la mia vita finisca: mi portò in moto! L'aveva presa in prestito da Raphael e parola mia fu la cosa più bella che avessi mai provato: il paesaggio che scorreva veloce accanto a noi, già tinto dei colori della notte, era surreale e rendeva, insieme al vento e alla sensazione di volare, il viaggio simile in tutto e per tutto a un meraviglioso sogno.

Ero stretta a Daniel e al giubbotto di pelle che aveva indossato prima di salire sulla moto e mi godevo ogni secondo di tutto quello che stavo vivendo: ad averlo saputo avrei preso la patente per la moto e me ne sarei andata in giro per le strade di notte molto prima. Correre era fantastico e mi dava un senso di euforia e adrenalina impareggiabili, ma era una magra soddisfazione visto che dopo un po' mi sentivo stanca e comunque non andavo a cento e passa chilometri orari. Adesso, invece... Stavo volando. Ricordavo di aver sognato tanto da piccola di volare come le fate, di sollevarmi magicamente da terra e probabilmente sorprendere tutti sostenendo di aver mantenuto questo segreto per anni; non stavo letteralmente volando, ma era quanto di più simile potessi immaginare.

Finì troppo presto.

Daniel mi fece scendere e sorrise quando vide la mia espressione.

“Bello allora?”
“Fantastico!” esclamai io su di giri. Eravamo arrivati davanti a un locale con un'insegna al neon che lampeggiava al buio; dall'interno proveniva una musica ritmata ed entravano e uscivano un sacco di persone. Daniel mi prese per mano.
“Vieni?” annuii. Fosse stato un altro giorno non sarei mai entrata, fosse stato un anno prima gli avrei detto che era matto, però adesso... adesso era ora di smettere di avere paura, decisi. Mentre varcavo la soglia del locale al suo fianco pensai a quanto era cambiato il mio mondo: il giorno in cui ero scoppiata a piangere dentro la discoteca perché non trovavo Lia sembrava lontano anni luce. La musica invase ogni cellula del mio corpo e quando Daniel si mise a ballare con me non mi opposi, anche perché si stava comportando da gentiluomo rimanendo al mio fianco ma lasciandomi il mio spazio cosa che per me era vitale. Lo apprezzai ancora di più per questo e poco prima di immergermi completamente nella musica pensai che lui fosse senz'altro una delle migliori persone che avessi mai conosciuto e questo nonostante non riuscissi a trovare il coraggio di baciarlo. Non è che non volessi farlo – e sapevo che lui lo voleva -, solo che era la prima volta per me... non volevo rovinare tutto.

Ci pensai seriamente mentre ballavo: com'era che si baciava una persona per esattezza? Dovevo fare qualcosa di particolare? I libri dicevano che veniva tutto naturale, ma io non mi fidavo per niente del mio istinto, anzi. Non c'era un manuale su questo? No, eh? Sulle cose importanti nessuno scriveva mai manuali... per un istante pensai di scriverlo io, se mai avessi baciato Daniel. Ballammo per quella che mi parve un'eternità, finché non fummo entrambi talmente sfiniti che dovemmo andare a cercare un posto dove sederci e prendere qualcosa da bere; fu lui a consigliarmi su questo visto che io non avevo alba di alcolici. Quello che mi diede non era male e l'effetto fu diverso dall'altra volta: il cuore iniziò a battermi più in fretta, mi sentii più sveglia e accaldata. La musica mi dava più fastidio di prima però e mi sentivo un po' confusa. Era una sensazione inebriante e piacevole, allo stesso tempo irritante perché mi sentivo come se non fossi esattamente padrona di me stessa e la tachicardia mi rendeva iperattiva. Tornammo a ballare ma questa volta non pensai proprio a niente, mi divertii e basta finché non sentii Daniel prendermi la mano e tirarmi con se al bancone per un'altra pausa; mi accorsi che in effetti stavo sudando. Da quanto eravamo lì? Non mi importava. Mi stavo divertendo, mi dimenticavo di tutto, mi sentivo leggera come non mi sentivo da così tanto tempo... guardai con gratitudine Daniel, che mi aveva fatto provare tutto questo e gli sorrisi.

“Tess, che ne dici di andarcene?” strillò lui sovrastando a malapena la musica. Io annuii. Ero stanca di ballare, anche se il mio cuore continuava a palpitare veloce come un coniglio, e poi ero euforica, sentivo di poter fare qualsiasi cosa – tranne forse correre, visto che in qualche modo mi sentivo affaticata. Il mio cuore andava davvero veloce, era come se avessi bevuto litri di caffè.

Mentre uscivo dal locale al fianco di Daniel mi accorsi di sentirmi anche un po' confusa, ma non tanto. In fondo avevo bevuto a stomaco pieno perciò non mi faceva chissà che effetto. L'altra volta avevo mandato giù decisamente troppo alcol.

“Tieniti stretta Tess” si raccomandò lui salendo in moto e facendomi segno di cingergli la vita con le braccia. Appoggiai la testa sulla sua schiena e chiusi gli occhi, questa volta senza guardare il paesaggio che ci scorreva accanto; sentivo soltanto il vento che mi sferzava il corpo, mentre la testa era protetta dal casco che Daniel aveva avuto il buon senso di portare.

Quando ci fermammo lo tolsi e vidi che eravamo alle scogliere, nello stesso posto dell'altra volta, con la sola differenza che ora sapevo che non avrei bevuto nulla di quello che mi veniva dato. Tenendoci per mano ci avvicinammo al falò: splendeva nella notte e circondava tutti i ragazzi lì intorno di luce calda e dorata. Sembrava un'oasi in mezzo all'oscurità.

Mentre toglievo i tacchi e li appoggiavo dietro una roccia nella speranza di ritrovarli quando fosse stato necessario pensai che era una delle cose che avevo sempre voluto e inserito nella mia lista: divertirmi a una festa senza pensare che potesse succedermi qualcosa di male e completamente felice. Era vero che mi ero immaginata questa scena con una me indipendente, non con un ragazzo al fianco, ma non mi dispiaceva affidare a Daniel questo ruolo.

Ballammo in modo diverso da come avevamo fatto in discoteca. Ora eravamo abbracciati ed era quasi un ondeggiare più che una vera danza. Era qualcosa di confortante, al ritmo delle onde del mare, e continuò ad esserlo anche quando ci separammo dagli altri e dalla musica e correndo a piedi nudi ci avvicinammo all'acqua tiepida. A vederla così sembrava pece.

Ci sedemmo sulle rocce uno vicino all'altra.

“Ehi Daniel, lo sai che in una settimana ho realizzato più aspirazioni di quante ne abbia realizzate in una vita intera?”
“Ma davvero? E a cosa aspiravi quindi?”

Ridacchiai al pensiero di quello che stavo per dire.
“Divertirmi a una festa. Tuffarmi da una scogliera, anche se speravo di farlo per divertimento. Provare a bere. Andare in moto. Partecipare a un ballo elegante. Vivere da sola per un po'. Capire cosa fare della mia vita.” esitai “Avere un ragazzo.”

Daniel rimase in silenzio per un attimo, cosa da cui dedussi che l'avevo sorpreso.

“Cosa intendi per ragazzo?” chiese infine. Io presi un bel respiro. Forse il mio coraggio era dettato anche un po' dall'alcol, ma di sicuro non avevo intenzione di tergiversare su una questione del genere.

“Okay Daniel, sarò molto diretta sull'argomento. Trovo imbarazzanti le dichiarazioni d'amore, perciò non prendertela se non sarò particolarmente sdolcinata.” finalmente la mia capacità di parlare era tornata! “Dopo tutte quelle che sono successe questa settimana e dopo averti, diciamo, studiato posso dire che tu sia... ecco, una delle migliori persone che io abbia conosciuto. Credimi, se mi avessi incontrata tempo fa non mi sarei mai permessa di dirti una cosa del genere, ma si dà il caso che tu sia capitato in un momento della mia vita in cui ho deciso di mandare un po' a quel paese le mie solite idee.” lo guardai negli occhi “Credo che tu mi piaccia Daniel. Non so quanto e non so se sia la cosa giusta da dire, ma se va bene anche per te possiamo provare a far funzionare tutto questo e vedere come va. Che ne dici?”

Il suo viso era una maschera di incredulità e soddisfazione. Intravidi un lampo divertito nei suoi occhi.

“Non avrei mai creduto che saresti stata tanto diretta, però penso che tu abbia ragione. Sì, potremmo provare a far funzionare tutto questo. L'unica cosa è che non so come visto che domani partirai.”

“Ci ho pensato e ho capito che domani io non partirò per il Polo Nord, ma per un posto raggiungibile in treno in una mezz'ora di viaggio.”

“Allora per me va bene Tess.” il suo sorriso si allargò nell'oscurità “Dopotutto l'ha voluto il destino, no?”

“O la zia di Lia, a seconda dei punti di vista.”

Daniel scoppiò a ridere.

“Certo certo.”

Per un istante mi studiò come se vedesse qualcosa che io non ero capace di intuire, poi si avvicinò a me.

“Suggelliamo questo contratto di lavoro?” come avesse intenzione di suggellarlo fu fin troppo chiaro quando il suo sguardo si posò sulle mie labbra. Il tono era divertito, ma gli occhi erano seri e capivo che per lui era importante perciò mi imposi di stare calma e rimanere ferma, di fidarmi di lui. E in effetti volevo farlo, anzi, volevo davvero baciarlo però poi un pensiero fugace mi attraversò la mente e mi bloccò del tutto: e se rovinassi tutto? Non ho mai baciato nessuno, non ho idea di come fare... Mi sentii un'idiota quando indietreggiai quasi di scatto e lo fissai ad occhi spalancati, di colpo completamente lucida.

“A-aspetta.” balbettai in ansia. Daniel avvertì qualcosa di strano nel mio tono di voce e mi guardò sorpreso, gli occhi che sondavano i miei in cerca di una risposta. Okay, mi aveva già baciata una volta ma mi aveva colta di sorpresa e in qualche modo era stato una specie di scherzo; ora mi stava quasi chiedendo il permesso, molto probabilmente perché si trattava di qualcosa di serio e io non riuscivo a non essere in ansia. Dovevo pensarci... Come se non ci avessi già pensato troppo.

“Che succede Tess?” la sua mano prese la mia.

“E' che...” oddio stavo per dirlo davvero “Ti ho mentito. Mi dispiace tantissimo, io... non volevo che pensassi qualcosa di strano di me, tipo che ero una specie di emarginata pazza o che avevo problemi con la gente... I-io...”

“Che c'è, hai ammazzato qualcuno per caso?”

Sorrisi, nervosa.
“No no... è che...” no, non potevo dirglielo ora. Oddio perché non ero stata zitta? Calma. Tessa, calma e diplomazia. Ce la puoi fare. “Okay. Okay. Te lo devo dire, te ne accorgerai comunque.”

“Ehm... Per caso stai per dirmi che hai malattie sessualmente trasmissibili? No perché non so cosa tu ti sia messa in testa ma io stavo solo per baciarti... Ecco, se vuoi andare più avanti non sarò certo io a fermarti ma credo sia un po' presto.”

“NO!!! Ma cosa ti viene in mente?? No, no, no!! No, è che... No, non è così grave credo. Oh no, forse per te è una cosa grave? E ora come faccio?” mi sentii sull'orlo di una crisi d'ansia.

“Avanti Tessa! Che c'è??”

“Aaah! Va bene. Daniel, io non ho mai baciato nessuno in vita mia. Io non ho idea di come fare.”

Dalla sua espressione vidi che si tratteneva dallo scoppiare a ridere di nuovo.

“Davvero? Tutto qui? Da come lo dicevi sembrava che avessi fatto un colpo di stato!”

Risi sollevata. Dovevo proprio imparare a rilassarmi un po' di più.

“Tess credo te l'abbiano già detto, ma non è una cosa che si insegna.”

“Ossignore no, ma che hai capito! Ci mancherebbe solo che ti chiedessi di insegnarmi una cosa del genere...”
“Be', se vuoi...”

“No! Cioè, nel senso, voglio baciarti, ma non... Cavoli, ma cos'ho detto? Senti lasciami perdere, sono completamente svitata, dev'essere l'alcol”

“Guarda che se vuoi possiamo anche non fare proprio niente. Possiamo anche aspettare, non è che c'è il necessario obbligo di baciarci entro la serata” rise lui. Lo guardai esterrefatta.

“Sì, no, cioè, volevo solo avvertirti. Non ho idea di come si faccia e volevo che lo sapessi.”

“Lo trovo davvero interessante cara la mia alcolizzata pazza” commentò lui con un sorriso.

“Ehi!”

“Che c'è? Parole tue!” ammiccò e mi indirizzò un sorrisetto malizioso. “Dai andiamo ora. È l'una di notte passata e si suppone che prima o poi io ti accompagni a casa da bravo gentiluomo.”

Sulle prime annuii, ma dopo aver controllato il telefono scossi la testa.

“Ho fame. Ci sono pizzerie aperte a quest'ora?”

Mi era arrivato un messaggio di Lia: sono con Raphael, a te come va? Meglio lasciare soli i due pensai divertita.

“Credo di sì.”

“E allora andiamo a mangiarci una pizza!” esclamai prendendolo a braccetto. “In fondo hai ammesso che vuoi provare ad essere il mio ragazzo e questo direi che implica il soddisfare le mie assurde richieste, no?”

“Per avere così poca esperienza nel campo sei straordinariamente informata, lo sai?”

“Lo so lo so.”

La pizza alle due meno un quarto di notte fu una delle migliori idee della mia vita. La divorai entusiasta con tanto di wurstel e patatine fritte. No, ormai non sarei più tornata a una dieta sana, mi dissi. Persino Daniel condivise quest'idea malsana ordinando una pizza ai frutti di mare. Finimmo per ridere, scherzare e mangiare fino alle tre e mezza, quando ci decidemmo a pagare il conto e ad andarcene sotto gli occhi perplessi della cassiera che ci aveva visto divorare tutto quel cibo a un'ora assurda di notte.

Mi sentivo piena di energia nonostante l'ora tanto che lui finì per propormi di aspettare le quattro e vedere così l'alba sul mare. Tornammo in spiaggia e ci sedemmo sul pontile ai piedi del faro, così da avere una visione privilegiata dell'orizzonte; ed ecco che un'altra voce della mia lista veniva spuntata, visto che avevo sempre desiderato vedere l'alba. Finalmente, eccomi lì.

Pensai alla partenza del giorno successivo e mi resi conto di quanto mi sembrasse assurda e lontana. Triste, ma in qualche modo lontana. Mi sembrava impossibile partire così presto nonostante avessi tutte le intenzioni di farlo: ora che avevo considerato bene la relativamente breve distanza che mi separava da Daniel avevo deciso che avrei provato a far combaciare la mia vita, con la vecchia Tessa, e questa vita, con la nuova Tessa.

“Ehi Tess qual è il tuo libro preferito? Ho visto che ne hai un sacco in appartamento.”

“Non sono tutti miei. Alcuni sono di Lia.” sorrisi tra me e me “Non ho un libro preferito. Li amo tutti per motivi diversi. A te piace leggere?”
“Sì.”

“Tu ce l'hai un libro preferito?”

“Ce l'avevo, ma dopo quello che hai detto tu ho capito che non ha senso averne uno.”

Fui io a scoppiare a ridere questa volta.

“Ebbene, ti ho stravolto la vita allora! Comunque ce ne sono alcuni che ricordo più di altri: Zanna Bianca, La casa degli spiriti, Harry Potter... Quando ero più piccola amavo anche scrivere oltre a leggere.”

“Cosa scrivevi?”

“Di tutto. Storie, racconti, favole. Da bambina persino poesie. Adoravo i miti.”

“Me ne racconti uno?”
“Il mio preferito è sempre stato quello di Orfeo ed Euridice. Orfeo era capace di incantare tutte le creature con il suo canto, persino gli animali che rimanevano ad ascoltarlo rapiti tanto erano belle le melodie che intonava. Con un talento simile, naturalmente, era amato da molte donne, ma lui aveva occhi solo per Euridice, che infine sposò.

“Gli dei tuttavia non avevano previsto un amore duraturo per i due, così quando lei scappò per sfuggire ad Aristeo, innamorato di lei, calpestò un serpente che la morse e la uccise. Orfeo allora, impazzito di dolore, scese nell'Ade, quello che noi ora chiamiamo Inferno, per riprendersi la sua sposa. Grazie al suo canto riuscì ad arrivare al cospetto di Ade e Persefone, re e regina degli Inferi. Chiese e ottenne di riportare Euridice tra i vivi, ma alla sola condizione di non guardarla finché non fossero arrivati entrambi sulla terra. Purtroppo, per assicurarsi che lei lo seguisse Orfeo la guardò e così la sua sposa fu riportata nell'Ade facendo piombare il talentuoso poeta nella più cupa disperazione, dopo che invano ebbe cercato di tornare laggiù a prendere Euridice.”

“Triste, ma bello. Sarebbe davvero bello poter scendere nell'Ade a recuperare le persone che amiamo.”

“E' vero. A proposito di persone che amiamo, non ti ho detto di mia madre!” raccontai a Daniel della telefonata ricevuta quel pomeriggio. Da come il suo sguardo si illuminava man mano che parlavo capii che era davvero felice per me e capiva quello che provavo: una strana sensazione mi scaldò il cuore, unita alla meraviglia quando vidi che il sole compariva all'orizzonte.

Sorse sul mare, tingendo le onde di rosa proprio davanti a noi e regalando colore a un mondo altrimenti buio. Si sentiva il verso dei gabbiani che si risvegliavano dalla notte, il cielo era terso e si vedevano le isole in lontananza, le barche e i pescherecci che uscivano dal porto. Una leggera brezza mi scompigliò i capelli che, ricordai sorpresa, erano sciolti: di solito li tenevo legati in una coda o in una treccia.

Che meraviglia! Era così... bella. L'alba era bellissima, stupenda, emozionante. Era incredibile. Quasi senza accorgermene mi ero alzata in piedi, come se così potessi vederla più da vicino, e mi ero avvicinata al pontile inspirando quell'aria frizzante.

“Grazie Daniel, per avermi portata qui. Visto che questa vacanza è finita,” mi voltai verso di lui, “ci tengo a ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me fin dal primo giorno.” sorrisi al ricordo di noi due immersi nell'acqua buia la prima sera dopo che lui mi aveva tirata fuori da quell'inferno di discoteca. Nonostante ormai potessi dire di conoscerlo un po' meglio continuava a sembrarmi in qualche modo luminoso; non mi era mai capitato di vedere una persona così, ma tant'era: Daniel emanava una luce tutta sua.

Si alzò anche lui e mi raggiunse sul parapetto del pontile, sorridendo.

“Non c'è di che Tess. È stata, oserei dire, una delle settimane più divertenti che io abbia mai passato qui.” rimase in silenzio per un attimo, poi proseguì: “Posso dirti una cosa senza che mi ammazzi?”

“Vai.”

“Ho letto il diario che avevi indirizzato a Lia dopo averlo trovato. So che non erano affari miei, ma... non lo so Tess, a vederti quella volta in ospedale con quei capelli rosso fuoco e quell'aria incavolata mi avevi incuriosito.”

Sospirai.

“Posso immaginarlo. Non importa Daniel, non preoccuparti. Probabilmente l'avrei letto anch'io se avessi trovato il tuo diario.” mi guadagnai un sorriso. “E in ogni caso sono tutte cose che ora sai di me.”

“Davvero rimanevi fuori una sera dopo l'altra a studiare le costellazioni?”

“Davvero” risi io “Era un modo per mettere in ordine l'universo, per me. Pensavo che dando un nome a tutte le stelle che vedevo lassù forse la notte non mi sarebbe più sembrata tanto spaventosa. In fondo è lassù che dobbiamo andare quando la nostra vita finirà, no?”

“E chi può saperlo?”

“Hai ragione.”

“Vuoi tornare in appartamento?”

“Penso di doverti ringraziare a dovere, prima.” prendendo il coraggio a due mani, mi avvicinai a lui e prima di poterci pensare troppo appoggiai le labbra sulle sue. Daniel parve inizialmente disorientato ma durò solo un istante, poi mi attirò a sé, mi strinse più forte e io capii che era tutto vero: il mio corpo sapeva già cosa fare. Gli buttai le braccia al collo e lasciai che approfondisse il bacio facendo accendere milioni e milioni di scintille nel mio corpo, come se all'improvviso mi fossi accesa di gioia e di qualcos'altro che non capivo fino in fondo ma che sembrava allo sbocciare di un amore per lui. Aveva un buon profumo che somigliava quasi a quello del mare e mi fece sorridere tra me e me perché era assolutamente perfetto. Alla fine fu una delle sensazioni più belle che avessi mai provato, qualcosa come una scarica di felicità da mille volt che mi invase il cuore e lo fece battere talmente forte che pensai lui lo sentisse.

Mi resi conto che un'altra voce della mia lista era stata spuntata: baciare un ragazzo che amo.

Ora dovevo solo capire cosa fare visto che l'ora della partenza era ormai vicina. Ma forse, sebbene presa dall'indecisione, nel profondo lo sapevo già.

Spazio autrice: e contro ogni previsione ho pubblicato il capitolo entro pochi giorni! A quanto pare avevo più tempo di quanto credessi, è stata una vera fortuna :) Mi scuso per l'eventuale lunghezza del capitolo, ma volevo farci stare tutto e ci tenevo a finirlo con il bacio tra Daniel e Tessa, perché per quanto lei si fosse sentita indecisa voleva davvero dimostrargli che le piaceva. :D
Spero che vi siate divertiti a leggere come io mi sono divertita a scrivere e ho lasciato apposta in sospeso Raphael e Lia visto che ricompariranno nel prossimo capitolo che, se tutto va bene, sarà l'ultimo! Eh sì, cari lettori: il prossimo capitolo è l'ultimo. Poi scriverò un epilogo in cui vedremo che fine hanno fatto le nostre protagoniste e poi ci saluteremo, anche se non per sempre; come sapete ho in programma una nuova storia, questa volta con una protagonista dai poteri magici :)
Detto questo, aspetto con ansia le vostre recensioni e vi saluto tutti di cuore!
Baci,
Piuma_di_cigno.

   
 
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