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Autore: ElisabethHoran    15/01/2017    0 recensioni
In un mondo in cui alcuni ragazzi si rendono conto di possedere super poteri, l'unico problema è che questi poteri rispecchiano l'esatto contrario delle loro personalità...
AU, Larry/Ziam
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ci sono quei momenti nella vita in cui l’unica cosa che riesci a fare è chiederti “perché?” e ti chiedi “perché l’ho fatto?”, o “perché è successo?” oppure “perché riesco a controllare il fuoco se ho passato tutta la mia vita a Brighton, amo il surf e mio padre fa il pescatore?”, ok no, l’ultimo “perché” non è uno che ci si pone tutti i giorni, ma era esattamente il “perché” che tormentava Louis da tre settimane.
Può sembrare strano, lo so, ma esattamente 21 giorni prima il ragazzo si era reso conto di riuscire a controllare il fuoco, ed era giunto a questa conclusione in un modo piuttosto strano:
quella sera Louis si trovava in spiaggia con i suoi amici, erano radunati tutti in cerchio intorno al falò e, come in un perfetto film, bevevano birra mentre giocavano ad obbligo o verità.
Erano circa una decina di persone, tralasciando la coppia affiatata che in quel momento si trovava dentro lo spogliatoio a fare chissà cosa (ok no, ci stavano dando dentro alla grande), ed in quel momento erano quasi tutti brilli, quasi, perché Louis avrebbe avuto una gara di surf il giorno dopo, e non intendeva andarci ubriaco o con i postumi della sbornia e la testa che gli scoppiava, perciò quel giorno si era totalmente astenuto dall’alcol, va bene, quasi totalmente, ma una birretta non poteva certo fare male!
Comunque, come dicevo, i ragazzi stavano giocando ad obbligo o verità, era il turno di Ashley, una biondina sui vent’ anni, che in quel momento era piuttosto ubriaca. Si narrava che quella ragazza sapesse tutto di tutti, ma purtroppo non si narrava come Ashley riuscisse a ricevere tutte quelle informazioni, per questa ragione tutti sognavano di estorcerle il segreto, arrivando persino a farla ubriacare a forza di birre, come i ragazzi avevano fatto quella sera.
Ashley stava infatti ridendo senza un’effettiva ragione, ma non accennava a cedere alle continue richieste dei ragazzi sulle sue miracolose fonti di gossipp, continuando a ridere e a chiedere di continuare la partita di obbligo o verità, dopo cinque minuti di risa isteriche e continue ripetizioni di “chi ti ha detto che ho baciato Mary?” o “Come hai fatto a vederci, eravamo nascosti!” Adrian si arrese al fatto che in meno di una settimana tutta Brighton avrebbe saputo della sua breve storia con Mary.
 “Louiiiiiss!” oh dio la biondina era veramente ubriaca “tocca a te! Obbligo o verità?” Louis sospirò, aveva paura di scegliere obbligo perché nulla avrebbe fermato una ragazza ubriaca in calore, e sicuramente non l’avrebbe salvato il gruppo di ragazzi che lo circondava, (anche perché erano ancora più in calore di Ashley) ma se avesse scelto verità sarebbe potuta andare peggio… Non che Louis avesse qualcosa da nascondere… Ok forse si, qualcosa c’era, ma questa è un’altra storia. “Verità” sospirò infine, dopo aver ponderato per circa due minuti, al suono della sua voce un coro di “oooh!” si levò dal cerchio di persone attorno al falò, seguito da un coro di risate ubriache “Bene” Ashley si avvicinò al volto del ragazzo assottigliando gli occhi, restò in quella posizione per qualche secondo per poi alzare la testa con uno scatto ed un sorriso malizioso. Non prometteva affatto bene. “Allora, Louis dimmi un po’, come bacia Blake?”. Poi tutto si fermò. Vi ricordate la storia lasciata in sospeso un paio di righe fa? Bhe, forse non era così distante dalla realtà, visto che Ashley l’aveva appena tirata in ballo di fronte a tutto il gruppo. Louis era in panico. Ed il suo subconscio non aiutava di certo, anche perché stava sclerando peggio di lui, e Louis parlò, prima ancora di aver realizzato ciò che avrebbe voluto dire, causando quindi la fuoriuscita dalla sua bocca di suoni senza alcun collegamento logico con la situazione “Si- Oddio- cioè io…” il subconscio di Louis si rese conto in quel momento che se non avesse agito subito sarebbe andato tutto a rotoli, beh più di quanto non lo fosse già, quindi giunse in soccorso a Louis “Cosa ti fa supporre che l’abbia baciato? Cioè… Blake è- è un ragazzo!” ok forse l’aveva scampata “Si Louis, Tutti noi sappiamo che Blake è un ragazzo, e anche tu lo sei. Ma la mia domanda non era questa. Come bacia Blake?” No, decisamente non l’aveva scampata. L’ultima cosa che desiderava Louis in quel momento era di trovarsi a quel dannato falò, la sua storia con Blake era stata molto più complicata di un bacio va bene Ashley? Lui ci aveva sofferto insomma! Era cominciata tutta con Blake, il migliore amico di Louis, ubriaco, che telefonava al poveretto implorandolo di farsi venire a prendere, il problema era che Louis non era in condizioni migliori di Blake, dato che aveva appena finito di fumare (No, non una sigaretta). Nonostante ciò prese la moto e raggiunse Blake che in quel momento era intento a vomitare fuori da un Night. Louis aiutò Blake a salire sulla sua moto e poi, grazie ad un miracolo divino, arrivarono sani e salvi a casa di Louis che aveva ovviamente scordato di portare Blake a casa sua, ma nessuno dei due ci fece caso.
I ragazzi entrarono nella casa di Louis e si buttarono sul divano sfiniti, Louis non ricordava molto di quella notte, ma sicuramente non era riuscito a dimenticare di quando mentre tentava di prendere sonno sentì un paio di morbide labbra sulle sue, e poi si ricordava vagamente di tutto ciò che successe la notte stessa, ma non c’è bisogno di ripeterlo perché l’avrete sicuramente immaginato da soli.
E si ricordava ancora meglio la sensazione di panico che provò quando il giorno dopo, aprì gli occhi ed incontrò quelli lucidi del suo migliore amico, si ricordava di aver fatto scorrere lo sguardo sul corpo leggermente atletico di Blake e di aver trovato i loro corpi avvinghiati e nudi, e si ricordava aver fatto scattare i suoi occhi sgranati in quelli del migliore amico pieni di terrore, si ricordava la sensazione frizzantina delle lacrime che gli salivano agli occhi e si ricordava lo stesso paio di labbra che l’avevano accompagnato di notte coprire la sua bocca. Poi i ricordi erano più confusi, e Louis si lasciò prendere dal panico di nuovo quando al posto del ricordo degli occhi castani di Blake si ritrovò di fronte lo sguardo glaciale di Ashley, che lo scrutava con malizia aggrottando le sopracciglia disegnate e sbattendo le lunghe ciglia finte molto più velocemente di quanto avrebbe dovuto “ Allora, Louis, non vorrai dirmi che Blake bacia male…” e in quel momento seppe di aver perso, di essere perso, così la sua mente prese ad immaginare tutti gli scenari più improbabili sino a fermarsi sui capelli di Ashley in fiamme, non sarebbe stato tutto più bello se in quel momento le punte bionde tinte della ragazza chinata su di lui avessero preso fuoco? Oh si, sarebbe stato bellissimo vedere la sua bocca contornata di rossetto troppo scuro storcersi in una smorfia di terrore, già sarebbe andato tutto meglio, per Louis. Ed in quel momento successe. I capelli tinti di Ashley presero fuoco all’istante, le fiamme iniziarono a percorrere ogni crine dal basso verso l’altro, e le urla di Ashley arrivarono ovattate alle orecchie di Louis, purtroppo non fu tutto come si era immaginato anche perché tuti iniziarono a correre e gridare ed in quel momento Louis seppe che quando gli fu chiesto come avessero preso fuoco lui aveva mentito, in quel momento lui seppe che non era stato uno spiffero proveniente dal falò a bruciare i capelli di Ashley, era stato lui, e finalmente ne era consapevole.
Una persona normale non avrebbe mai immaginato di poter controllare il fuoco, invece Louis, che la normalità l’aveva salutata da un pezzo, iniziò a domandarsi per quale santissima ragione riuscisse a comandare il fuoco,  insomma, lui aveva passato tutta la sua esistenza a Brighton che, per chi non lo sapesse, è una cittadina inglese affacciata direttamente sul mare, e proprio per questa ragione Louis amava surfare, e devo dire che era anche piuttosto bravo, in più il padre di Louis era un pescatore, perciò il ragazzo aveva imparato ad amare il mare con tutto se stesso sin da bambino, ed ora, il colmo, riusciva a controllare il fuoco.
Ma forse così non si capisce un gran che, probabilmente dovremmo tornare a rivedere i vari episodi che hanno contribuito alla convinzione di Louis di poter controllare il fuoco.
La prima volta aveva circa cinque anni, ma ricordava ancora adesso lo shock provato quando in campeggio accese il fuoco senza neanche far toccare i due bastoncini di legno, a quel tempo il capo del gruppo scout era un ragazzo grassoccio di undici anni, che ovviamente era il più bravo in quel genere di cose, perciò quando vide che Louis era riuscito nell’impresa prima di lui lo pestò fino a fargli perdere i sensi. Inutile dire che quella fu l’ultima volta che Louis vide un campeggio.
Le altre volte in cui il suo potere si manifestò il ragazzo ci fece meno caso, ma si ricordava perfettamente di quella volta in cui incendiò un armadio. Sì, ma l’aveva fatto per un buon fine, insomma, sua sorella non poteva indossare quel vestito rosso alla festa, a questo punto poteva andare senza maglietta e sarebbe stata più coperta! Glielo aveva regalato il suo ragazzo, e Lottie aveva deciso di metterlo il giorno della festa del suddetto, era un miniabito rosso acceso, con uno scollo veramente esagerato e lasciava ben poco all’immaginazione, e Louis, da bravo fratello maggiore, non le avrebbe mai permesso di indossarlo, così, a poche ore dalla festa, si ritrovò in camera di Charlotte a sbraitare l’uno contro l’atra, “Non ti fai mai gli affari tuoi! Perché non vai a cambiarti anche tu invece?” aveva gridato la ragazza “Perché non mi faccio gli affari miei? Ma sai con chi stai parlando?” il maggiore non aveva intenzione di cedere “Certo che lo so, con un imbecille. E ora, fuori dalla mia stanza prego” e a quel punto Louis perse il senno: “Tu… Piccola ingrata come… Come fai a darmi dell’imbecille se l’unica cosa che sto facendo è cercare di evitare di vedere mia sorella diventare una prostituta? Se non voglio che tu indossi quella… Cosa, non vuol dire che ti voglio male vuol dire che non voglio che tutta la scuola ti veda mezza nuda cavolo!” Lottie non mosse un ciglio a quelle parole, Louis si ricordava di averla vista cedere solo per qualche secondo, ma poi si era fatta valere “Prostituta a chi scusa? Sicuramente qui non sono io quella che deve preoccuparsi di queste cose, forse dovresti chiederlo di più alla tua ragazza… Com’è che si chiamava?” in quel momento Louis si immaginò il vestito di Charlotte in fiamme, come se la sua mente non potesse fare nulla di meglio, e poi l’armadio prese fuoco, così, come se niente fosse, Charlotte e Louis si precipitarono fuori dalla casa e poi sull’uscio della porta Louis sussurrò alla sorella “E comunque, sono gay” per poi andarsene a casa di Blake, dove rimase come ospite per circa un mese.
Ed in quel momento Louis si ritrovò a pensare alla sorella, che poco dopo la loro lite era partita per il college e non avevano più parlato. In quel momento pensò alla sua famiglia, alla sua casa di Brighton, al mare, a Blake. Pensò a tutta la sua vita mentre saliva sul treno diretto a Londra, forse lì avrebbe trovato un futuro migliore…
 
 
   
 
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