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Autore: Sakkaku    15/01/2017    1 recensioni
Vi prego ignorate il titolo, è orrendo, però non avevo altre idee... la one shot spero sia meglio XD
Dal testo: “Razza di idiota!” pensai “E' stato arrestato per aver guidato in stato d'ebrezza e tu gli proponi di andare a bere un aperitivo?”
La risposta arrivò subito. Aveva accettato, specificando che avrebbe bevuto qualcosa di analcolico. Lo ammetto, sospirai sollevato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Connor Walsh, Oliver Hampton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver visto la 3x7 mi è venuta l'ispirazione per una one shot sui Coliver, in versione AU.
Il titolo è un po' così, sarò onesta non mi piace neppure particolarmente, però sono a corto di idee (come capita spesso con i titoli), per cui non badateci troppo xD
In questa AU Oliver lavora come impiegato all'accoglienza in una centrale di polizia e sta studiando per diventare un agente, è quindi abituato a vedere criminali di ogni genere, ma quando i suoi colleghi gli passano davanti con Connor, arrestato per aver guidato la moto in stato di ebrezza, con uno scambio di sguardi, scatta qualcosa. Un dipendente della legge non dovrebbe mescolarsi con chi la infrange. A volte è difficile riuscire a tenere separato lavoro e vita privata, specialmente se si cerca di mantenere la propria integrità davanti ai colleghi poliziotti.
Ho provato a scrivere la storia dal punto di vista di Oliver (non sono sicura del risultato, è la prima volta che scrivo una os in questo modo). Spero che fa fanfic sia di vostro gradimento e buona lettura =)

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La legge contaminata dalla criminalità

 

Se ripenso a qualche settimana fa, fatico a credere come mi sono incasinato la vita. Era una giornata di lavoro come le altre, stavo dietro il bancone di accoglienza a registrare reclami, rispondere al telefono e inviare le pattuglie a controllare indirizzi per liti domestiche o altro.
Il pomeriggio stava passando tranquillamente, stavo riguardando alcuni libri per poter accedere all'accademia per poliziotti, da semplice impiegato volevo passare ad agente, per essere più utile alla mia città.
Il mio mondo venne stravolto quando incrociai gli occhi di una persona portato all'interno della centrale per guida in stato d'ebrezza. Lo ammanettarono in una delle sedia in faccia al bancone.
- Noi andiamo a registrare la sua motocicletta come veicolo sequestrato, ti lascio la patente e documento, così puoi inserire nel database il suo stato di fermo per guida in stato d'ebrezza – mi disse il poliziotto Stipolki, allontanandosi con il collega.
Presi il documento e inizia a fare il mio lavoro.
- Potresti essere clemente con le parole? E' la prima volta che vengo arrestato - biascicò l'uomo.
Sospirai e continuai senza rispondere. Sapevo perfettamente che spesso i criminali cercavano di corrompere i poliziotti, fingendo di essere innocente. Certo, avevo davanti a me soltanto qualcuno che aveva alzato un po' il gomito quella sera, ma lo presi come un buon allenamento per il mio futuro da agente.
- Sul serio non dovresti ignorarmi – continuò trascinando le parole – Forse ho capito, mi devo presentare, hai ragione. Mai proferir parola a un ubriaco sconosciuto. Ti hanno educato bene. Sono Connor Walsh.
- So come ti chiami – dissi con un sospiro – Sto registrando il tuo stato di fermo e ho sia il tuo documento sia la patente.
- Allora dovresti ricambiare e dire il tuo nome... sai per correttezza.
- Nella targhetta davanti a me c'è scritto – la indicai con l'indice, senza deconcentrarmi troppo dal mio lavoro.
- In questo momento non leggo benissimo – l'uomo piegò leggermente le labbra verso l'alto – Mi sembra di leggere Oliver Hampton, dico bene?
- Sì – risposi e in quel momento alzai lo sguardo.
Quell'uomo aveva un sorriso sghembo sul volto, decisamente affascinante, gli occhi brillavano, molto probabilmente a causa dell'alcool, però quello sguardo mi catturò.
Mi sforzai di rimanere composto e quando l'agente Stipolki tornò, annunciò – Bene, signor Walsh stanotte la passerà in una cella e domani mattina sarà libero di andare.
- E la mia moto? - domandò subito Connor.
- E' sequestrata per almeno due mesi, siamo stati clementi, dopotutto è la tua prima infrazione.
Prima che lo portassero via il signor Walsh mi salutò – Ci rivedremo presto, agente Hampton. Domani passerò da lei per riprendermi il documento.
- Lui è solo un impiegato – gli spiegò il collega dell'agente Stipolki mentre lo accompagnava nella stanza delle celle – Quella che indossa è la divisa amministrativa.
Dopo poche ore il mio turno finì e tornai a casa.
La mattina seguente in mio turno iniziava alle 11:00. Appena entrai la mia collega mi sorrise – Ciao Oliver! C'è qualcuno che ha chiesto espressamente di te. E' stato rilasciato alle 08:00, ma ha insistito ad aspettarti – mi fece l'occhiolino e con la testa mi indicò qualcuno seduto nella stanza a fianco, che usavamo come sala d'attesa.
Allungai il collo per vedere di chi si trattasse, sebbene la stanza fosse gremita di gente, capii subito chi mi stava aspettando. Era il signor Walsh, l'ubriaco in stato di fermo della sera precedente.
- Agente Hampton – mi salutò – La stavo aspettando per ritirare il mio documento.
- Avrebbe potuto chiederlo alla mia collega – dissi cercando di controllarmi.
“Devi apparire distaccato” pensai.
Ma chi volevo prendere in giro? Ero felice di rivederlo, lo avevo sperato, almeno avrei avuto la prova di non essermi immaginato un suo interesse nei miei confronti. Mi misi dietro la scrivania, presi il documento e glielo restituii – Ecco a lei signor Walsh. Le è stata revocata la patente di guida per due mesi, così come il suo veicolo. Le spediremo una lettera a casa quando potrà tornare in centrale a ritirarli.
- Ci rivedremo prima, può starne certo, agente Hampton – disse lui con un mezzo sorriso, prendendo il documento che gli porgevo.
- Accidenti, hai fatto colpo, Oliver! – si complimentò la mia collega.
- Sally, è solo una provocazione. I tipi come lui non guardano un semplice impiegato come me.
- Sul serio? A me non sembra – disse lei alzando il post-it attaccato sul bancone.
C'era scritto «Attendo un tuo messaggio, agente» e sotto un numero di telefono.
Ero sorpreso e felice. Per non sembrare troppo disperato attesi il pomeriggio per scrivergli se voleva bere un aperitivo. Subito dopo aver inviato il messaggio me ne pentii.
“Razza di idiota!” pensai “E' stato arrestato per aver guidato in stato d'ebrezza e tu gli proponi di andare a bere un aperitivo?”
La risposta arrivò subito. Aveva accettato, specificando che avrebbe bevuto qualcosa di analcolico. Lo ammetto, sospirai sollevato.
A dire il vero nel bar restammo poco, avvertivo una certa tensione chimica e mi sentivo leggermente nervoso. Mi baciò e da lì penso che il mio cervello fu totalmente coperto dalla nebbia. Ci facemmo trasportare e finimmo a letto. Al mio risveglio lui se n'era già andato. Sul frigorifero con una calamita aveva lasciato un biglietto con scritto «Ci vediamo stasera, Ollie»
Lo conoscevo da poco, eppure già mi dava un soprannome, può sembrare stupido, ma lo trovai dolce.
L'unico problema di quella relazione era che lui aveva dei precedenti. I miei colleghi della centrale non lo avrebbero mai accettato, lo sapevo bene.
Connor era molto comprensivo, anzi forse tenere la nostra relazione nascosta lo eccitava. Era come avere un amore clandestino. Lui era egoista e nello stesso tempo dolce, sicuramente era furbo, non a caso lavorava come assicuratore e molto spesso truffava la gente, nel limite con la legalità.
Due mesi passarono e Connor ricevette la lettera di passare in centrale a ritirare la sua motocicletta e la patente. Mi ero raccomandato di passare quando c'era di turno Sally, lui ovviamente fece l'esatto opposto.
In quel momento ero concentrato su una telefonata, prendevo nota, distrattamente alzai l'indice della mano destra, per chiedere un minuto alla persona che si era appena avvicinata al bancone di accoglienza. Quando alzai il volto vidi Connor. Diversamente dal solito, non indossava il suo completo da assicuratore, bensì aveva una maglietta a maniche lunghe casual a righe, dei jeans blu scuro e delle All Stars basse dello stesso colore dei pantaloni.
Era lì davanti a me con un enorme sorriso. Mi passò la convocazione per il ritiro della patate e della motocicletta, sopra c'era attaccato un post-it con su scritto «Sono serio e non mi interessa cosa pensano i tuoi colleghi, io cambierò e non dovrai più nascondermi».
Sentii il cuore accelerare, espirai incerto, se un sospiro può essere tremolante, sicuramente il mio in quel momento lo era.
- Buongiorno signor Walsh, arrivo subito con la sua patente e il badge per andare in deposito – dissi.
- Buongiorno a lei agente Hampton, faccia con comodo – abbassando il tono Connor aggiunse – In questo modo ho l'occasione di vedere il tuo bel lato B.
Lui continuava a sorridermi e io mi sentii avvampare, decisi di dirigermi verso lo scaffale dove tenevamo archiviati i documenti ritirati, sperando che nessuno si accorgesse del mio rossore.
Mi sembrava di mal interpretare come mio solito. Fantastico spesso ad occhi aperti e questo non era di grande aiuto per capire la situazione. Quel sorriso raggirante mi rendeva felice, sebbene poteva essere soltanto una mia illusione. Tornai e consegnai il documento a Connor con un sorriso e un mio superiore mi riprese, accusandomi di essere troppo cordiale. A quel punto mi sforzai per apparire freddo e distaccato. Non ero certo di riuscirci. Forse era il momento di andare in pausa.
Mi assentai e una volta fuori parlai con lui. Mentre camminavamo eravamo spalla contro spalla e, non so per quale ragione, stupidamente lo paragonai a mio fratello, per via dell'altezza. Questo lo fece allontanare un attimo e improvvisamente sentii freddo per l'assenza del suo calore corporeo. Feci una battuta che in effetti poteva essere un offesa e si avvicinò di nuovo offrendomi la sua spalla come appoggio per la testa. In quel momento mi sentivo benissimo, volevo che il tempo si fermasse.
La passeggiata era giunta al termine, eravamo tornati davanti al dipartimento,.
- Forse dovremmo separarci, vai a prendere la tua moto - dissi – Il mio superiore prima mi ha ripreso perché sono stato troppo amichevole con te e potrebbero sorgere dei problemi.
Connor si allontanò di qualche passo, vedevo chiaramente di averlo ferito, lo percepivo dalle sopracciglia aggrottate.
– Io sto cambiando, ok? Sto provando a trovare un lavoro onesto, ma a quanto pare ti interessa di più delle opinioni dei tuoi colleghi poliziotti che della tua felicità. Della nostra felicità - mi accusò.
Lo volevo di nuovo a fianco a me, sentivo freddo. Forse era per via l'aria della sera, oltre alla sua assenza al mio fianco. Ero in lotta con me stesso. Se i miei colleghi poliziotti avessero scoperto che mi frequentavo con qualcuno con dei precedenti, avrebbero potuto rifiutare la mia entrata in accademia, ritenendomi non idoneo, per la mia non capacità di riconoscere un criminale o qualcosa di simile. Mi voltai per salire la scala e fui colto di sorpresa quando mi abbracciò da dietro. A quel punto fece strusciare la sua pancia sulla mia schiena. Sentivo la sua pelle calda, doveva aver alzato leggermente la mia camicia per creare quel contatto, fregandosene che eravamo in strada e intorno a noi passava la gente.
Connor era sleale e stava giocava sporco. Lo pregai di allontanarsi, ma non c'era verso. Cercai di continuare a salire sulle scale, ma procedevo lentamente, come se in realtà non volessi tornare alla mia postazione dietro il bancone di accoglienza. Mi fermai e a quel punto mi parlò all'orecchio – Avanti Ollie, ormai ti conosco. Devi solo prendere il coraggio e prendere quello che vuoi, io sono qui. Se fai la scelta giusta, stasera potresti cenare a lume di candela con il sottoscritto con un bel piatto di pasta ai formaggi.
Il suo alito caldo e il calore della sua pelle mi facevano scordare il vento freddo. Mi sforzai di restare composto, poi mi lasciò cercando una reazione, senza successo. Sciolse l'abbraccio dicendomi -Allora vai, agente – dal suo tono freddo capii che era distrutto, sembrava un cane bastonato.
Feci la mia decisione. Mandai mentalmente tutto al diavolo, mi girai e lo baciai. I nostri corpi erano l'uno contro l'altro e dal bacio casto con il quale eravamo partiti, poco dopo cambiò diventando più intenso e appassionato. Le nostre lingue si intrecciarono e non so per l'esattezza quanto durò, le sue mani mi cingevano prima i fianchi e poi il viso, io facevo altrettanto. Quando ci separammo lo fissai e vidi che i suoi occhi erano luminosi e sorridenti. Ero caduto nella sua trappola.
Quando finii il turno, Connor era lì ad aspettarmi con la sua moto – Sono venuta a sequestrarla, agente – disse in tono beffardo e con un sorriso sghembo – Le avevo promesso una cena.
Sorrisi felice, ignorando i commenti dei miei colleghi alle spalle. Indossai il casco che mi stava porgendo e montai in sella, stringendomi al suo ventre.
Solo Sally pareva entusiasta – Forza Oliver! Io lo sapevo che eravate perfetti!
Un futuro agente di polizia truffato da un ormai ex assicuratore, ma andava bene così, perché il sentimento era reale da parte di entrambi e il gioco scorretto si può perdonare se a fin di bene.
Forse non ero adatto a fare l'agente, secondo Connor ho il cuore troppo tenero per essere uno spietato poliziotto.
Insieme abbiamo aperto un negozio di cartoleria, le giornate sono tranquille e la criminalità non fa più parte della nostra vita.

  
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