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Autore: Alechan Black Helsing    28/05/2009    1 recensioni
Il ricordo del mio maggio 2oo2. il primo alle superiori
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Verde
Tipologia: One Shot.
Fandom: //
Avvertimenti: E' breve, è personale. Riguarda persone vere.
Personaggi: //.
Genere: Romantico, Malinconico.
Note: E' una cosa vera, luoghi e nomi sono stati cambiati perchè, beh, indovinate!.
Credits: Ovviamente essendo cose successe a me, sarebbe carino evitare di prendere e trascrivere altrove. Non sono voi, non siete me!
Sproloquio: Nuovo racconto originale ed una news! D'ora in avanti, le mie fanfic ed i racconti verranno postati solamente su VEGAS, questo perchè preferisco raccogliere tutto li ed essere indipendente. Inoltre è comodo perchè potete commentare comunque! Le prossime storie che posterò saranno: 1 Fanfic con Robert, il seguito di Don't You Dare e sto lavorando ad una seconda fanfic con Robert. Quindi, se volete leggere le mie nuove storie, seguitemi su vegas! Vi riempirò di regali (tipo icone, wallpaper e tutto quel che posso fare! ♥)
Grazie a tutti per il supporto, spero di vedervi presto!
Deletia ♥

May 2002:
One Shot

Non avrei mai pensato che mi sarei trovata di nuovo qui, a pensare a te in questi termini; quali termini? Già, quali, forse dovrei partire a quando, ti vidi la prima volta, forse allora sarà chiaro; avevo quattordici anni ed era il mio primo anno di liceo, venivo a scuola con un’amica che era tre anni avanti, venivamo a scuola insieme scarpinando per la strada che dalla stazione svincolava verso la scuola; sarà stata la seconda o terza settimana quando sei comparso nella mia vita.
Stavamo incamminandoci, io e i compagni di classe di G., verso la stazione quando all’improvviso ci hai raggiunti di corsa, mi hai sorriso e ti sei accodato agli altri. Fu allora che ti vidi la prima volta e quella prima volta, fu un niente. In effetti, ti confesso, all’inizio era a tuo fratello che pensavo, e ci pensavo perché lui era gentile, mi veniva a trovare, sorrideva e chiacchierava con me senza filtri, stavo così bene che non pensavo affatto a tutte e domande che mi affollavano la testa. Non volevo pensare a niente che potesse infrangere l’acqua placida del mio lago.
E poi, arrivò maggio e con maggio arrivò la consapevolezza che era il tuo sguardo che cercavo e non quello di tuo fratello, che erano le tue parole quelle che volevo e non le sue. Era te che volevo e non lui.
Tentai anche, in modo goffo e scomposto, di comunicartelo e tu, molto gentilmente dicesti che eri già impegnato ed io allora mi feci da parte e ti chiesi di non mettermi in imbarazzo con nessuno e tu dicesti “Va bene” ma mentisti, perché a qualcuno, a F. lo dicesti. Sai quanti sguardi da parte sua ho dovuto sopportare? Quanti sguardi sprezzanti ed ironici. No, non voglio recriminare nulla, va bene così, faceva male, ma lo faceva allora.
Dopo quella volta non ci fu più niente, ne sguardi, ne sorrisi ne parole e lentamente anche io scivolai altrove, verso altri interessi, altre persone, altre sensazioni. Ma, allontanandomi da te, scivolai nel buio.
Non saprei nemmeno dire quanto tempo passai nell’oscurità; l’oscurità nella mente, nel petto, l’oscurità fuori.
E poi, dopo anni, sono qui, a scrivere di te o per te, o forse, semplicemente a scrivere perché mi piace rivivere, ripensare alle cose; forse scrivo per dare un finale diverso a questa storia che negli anni, è cresciuta, ha avuto svolte, litigi, pianti, si è svolta in un angolo remoto del mondo.
Ora non provo nemmeno a tentare di recuperare quel che ho perso, quel che ho lasciato indietro. Perché? Perché dovrei? Ormai non siamo su strade simili, ognuno di noi ha lasciato per sempre ciò che era, io ho imboccato una strada che ancora oggi mi porta lontano da tutti ma che, alle volte, mi regala sensazioni che non credo potrei ricevere altrove.
Allora perché sono qui? Ma non ti sembra ovvio? No, forse non lo è.
Sono qui perché vorrei farti sapere che, per qualche strano motivo, io ti sono riconoscente. Perché sì, forse tu non hai fatto niente, ma tu fosti il mio primo, goffo, tentativo e se tu non fossi stato così gentile con me, forse io non solo avrei sofferto di più, ma non sarei cresciuta.
Oramai, fortunatamente, il buio si è diradato e l’alba è sorta di nuovo, e quello che illumina è così grande che sono felice di poter avere questo solo per me; quindi grazie E. anche se non ti ricordi di me.

  
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